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L’introduzione del salario minimo in Germania: svolta epocale o minaccia per la ripresa economica?
Il 3 luglio, dopo mesi di trattative e modifiche significative proposte dalle forze politiche conservatrici, il parlamento tedesco ha approvato ad amplissima maggioranza (535 voti a favore, 61 astenuti, 5 contrari) l’istituzione di un salario minimo garantito di 8,50 euro lordi l’ora. Secondo le stime ufficiali la misura riguarderà circa 3,7 milioni di lavoratori, da cui sono esclusi i giovani di età inferiore ai 18 anni, i lavoratori stagionali e i venditori di giornali. La norma entrerà in vigore il 1 gennaio del 2015, ma per alcuni settori è previsto un biennio di transizione.
Secondo il prestigioso IAB (Institut für Arbeitsmarkt- und Berufsforschung), il bilancio pubblico potrebbe venire sgravato di una cifra compresa tra i 2,2 e i 3 miliardi di euro, sempre che l’occupazione non cali. Le sole entrate legate all’assicurazione sociale dovrebbero crescere tra i 2,9 e i 4,5 miliardi di euro, mentre il fisco dovrebbe recuperare più di un miliardo di euro dalle imposte sul reddito.Se Parigi si scopre “normale”
Oramai assuefatti dagli scandali della politica italiana, finiamo per non prestare sufficiente attenzione a ciò che avviene Oltralpe. Il mese di luglio si è aperto con un vero e proprio terremoto politico-giudiziario. Non tanto per l’ennesima inchiesta che coinvolge l’ex presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy, quanto per le modalità con le quali il nuovo fascicolo è stato aperto e per la tempistica di questo nuovo affaire. leggi tutto
La verità in ritardo. L’assassinio del vescovo argentino Enrique Angelelli.
Se ne è scritto molto, non solo in Argentina: venerdì scorso, 4 luglio, il tribunale della città di La Rioja ha condannato all’ergastolo due ex militari, Luciano Benjamin Menéndez e Luis Fernando Estrella. Li ha riconosciuti quali mandanti (autores mediatos), dell’omicidio del vescovo di quella diocesi, Enrique Ángel Angelelli, e del ferimento di un suo assistente, il sacerdote Arturo Pinto. Si legge nel dispositivo della sentenza che i due ex-militari, stretti collaboratori del dittatore Videla sono stati “responsabili di un’azione premeditata, provocata ed eseguita nella cornice del terrorismo di Stato”. leggi tutto
Non sopravvalutiamo il semestre italiano
Il 1° luglio è cominciato il semestre italiano di presidenza del Consiglio dell'Unione europea. È almeno dalle elezioni politiche del 2013 che in Italia si parla molto del semestre europeo: non può cadere il governo durante il semestre, non si può tornare a votare durante il semestre, e così via. Mi pare che in questi mesi si sia molto sopravvalutata l'importanza del turno di presidenza del Consiglio, e soprattutto che vi siano state riposte delle aspettative eccessive. I risultati che ci si può realisticamente attendere da questo semestre sono limitati, e i risultati che arriveranno non dipenderanno solo dal fatto di detenere la presidenza di turno. leggi tutto
Nel nome del padre
Marine Le Pen è pronta a compiere il passo conclusivo della sua ascesa politica? È determinata cioè a “sacrificare” il suo “padre politico” sull’altare della conquista del potere? E’ disposta a farlo, anche se carriera politica e vita famigliare si intrecciano sino a costituire un tutt’uno alla “corte” dei Le Pen? Quello che si è vissuto nel mese di giugno all’interno del FN ha i tratti del feuilleton famigliare. Ma in realtà accanto all’affaire di famiglia non si devono trascurare gli elementi politici della rottura, chissà se definitiva, tra il “vecchio” Jean-Marie e la “giovane” Marine. leggi tutto
L’Europa degli egoismi?
L’apertura ufficiale della nuova legislatura europea dovrebbe essere occasione di qualche riflessione. Per carità, da un certo punto di vista le riflessioni si sprecano: come di rito moltissimi si buttano a fare programmi, professioni di fede europeista (e adesso anche anti-europeista), dichiarazioni filosofico-universali. Pochissimi, ci sembra, ragionano su quello che è il tema centrale: come potrà sopravvivere una Unione Europea che sta perdendo le ragioni della sua unità.
L’Europa non è nata da un sogno più o meno utopico di alcuni idealisti, come vogliono le narrazioni ufficiali e ricche di autocompiacimento. Certo, ci sono stati anche quelli e hanno avuto la loro importanza, perché un grande progetto politico non sta in piedi senza quella componente. Tuttavia a dare gambe a quel sogno è stata una ben precisa situazione storica. leggi tutto
Una doccia fredda per il Front national
Nonostante tra i due non corra buon sangue Jean-Marie Le Pen avrebbe comunque potuto insegnare alla figlia Marine una vecchia lezione dell'Ue: l'eurofobia non è quasi mai un collante sufficiente per formare (e tenere coeso) un eurogruppo all'interno del Parlamento di Strasburgo. All'indomani del successo alle europee, la leader del Front national (FN) aveva annunciato che l'emiciclo europeo sarebbe stato un «trampolino» per il proprio movimento. Rischia invece di diventare il teatro della prima delusione politica dopo due anni di crescita elettorale continua (dalle presidenziali alle europee, passando per legislative e municipali). leggi tutto
A passo lento l’Europa si muove
Il vertice europeo dei capi di stato del 25 e 26 giugno segna una significativa presenza italiana e presenta nel lento cammino dell’integrazione continentale aspetti nuovi: alcuni sconcertanti e altri, per fortuna, più rassicuranti. In primis il vertice sancisce un forte isolamento della Gran Bretagna. In secondo luogo,vi è la nomina del presidente della commissione sulla base della maggioranza che si è stabilita nel parlamento europeo in seguito alle elezioni del 25 maggio 2014. In terzo luogo si accorda una pur lieve flessibilizzazione ai paesi con conti pubblici gravati da alte posizioni debitorie.
La crescente distanza della Gran Bretagna dall’Europa ha origini lontane e vicine. leggi tutto
Le scuse di Cameron
Qualche giorno fa il premier britannico David Cameron ha rivolto pubblicamente le sue scuse al paese per aver assunto nel suo staff Andy Coulson, già direttore di News of the World, riconosciuto dalla magistratura colpevole di aver ordinato intercettazioni illegali sui telefoni di personaggi famosi, tra cui anche membri della famiglia reale. Fin dall’epoca dello scandalo, nel 2011, che aveva provocato la chiusura del tabloid e un gran putiferio nel mondo dei media inglesi, il primo ministro si era impegnato ad assumersi la piena responsabilità per aver nominato Coulson suo spin doctor per la comunicazione, qualora le accuse nei suoi confronti fossero state confermate dalle indagini. Così ha fatto, in una dichiarazione trasmessa in TV, lo scorso martedì, presentando agli inglesi le scuse «più sincere» e ammettendo che l’assunzione di Coulson era stata «una decisione sbagliata». leggi tutto
La riforma del senato e il modello tedesco immaginario
Nell’attuale dibattito sulla riforma del Senato, il Bundesrat tedesco viene sempre più spesso menzionato come il principale modello di riferimento. In realtà, e come abbiamo già avuto modo di osservare (Mentepolitica, 15.4.2014), non sempre gli accostamenti al caso tedesco appaiono appropriati e soprattutto coerenti con l’obiettivo della riforma costituzionale dichiarato dal governo. Se l’ambizione infatti è quella di ridimensionare in maniera significativa il ruolo politico della seconda camera non è al Bundesrat che occorre guardare. leggi tutto