Ultimo Aggiornamento:
11 giugno 2025
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Argomenti

Referendum: una agitazione a perdere

Paolo Pombeni - 11.06.2025

Si è chiusa anche la lunga agitazione per i referendum ostinatamente voluti dalla CGIL e si è chiusa con una sconfitta chiara per i promotori. Per la verità il segretario Landini ha ammesso con molta trasparenza che sin dall’inizio era cosciente che difficilmente avrebbe raggiunto l’obiettivo dell’approvazione dei quesiti, ma che considerava conseguito quello di avere portato in piazza il tema ed il ruolo del suo sindacato raccogliendo il consenso di quasi un terzo del corpo elettorale.

Si è detto che era la solita via per addolcire una sconfitta, ma non è proprio così. Per capire cosa è successo nel profondo del sistema politico bisogna guardare dalla prospettiva della battaglia del massimalismo per imporre la sua egemonia: storicamente il massimalismo è sempre relativamente interessato alle vittorie immediate, perché rinvia tutto ad un momento finale apocalittico per preparare il quale va benissimo fare intanto il più possibile “agitazione” e movimentismo.

Non dovrebbe essere questo l’obiettivo di un sindacalismo consapevole (quello “rivoluzionario” si pensa abbia esaurito il suo tempo) e infatti per esempio la CISL si tiene ben lontana da quei lidi, ma siamo davanti ad una inclinazione che ha una sua storia. Più complicato è valutare la prospettiva dal punto di vista dei partiti di sinistra o comunque

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Erano bravi ragazzi

Francesco Provinciali * - 11.06.2025

La recrudescenza della violenza giovanile, che è un aspetto della violenza di genere e dei femminicidi, è un problema emergente in modo esponenziale che riguarda tutti, non solo gli specialisti che si interrogano sulle cause di questo fenomeno. Rubricando anche solo i fatti degli ultimi mesi il fermo immagine di questa piaga sociale ci descrive una realtà devastante.  Non c’è più tempo da perdere: occorre un forte recupero di senso di responsabilità collettiva, bisogna che qualcuno abbia il coraggio di spezzare queste spirali perverse, ricominciando a parlare di senso del dovere, di rispetto, di dignità, di cultura come strumenti di emancipazione sociale e di crescita e formazione individuale, ripristinando il concetto del “limite invalicabile”. Per contrastare la violenza giovanile bisogna scoprirla e intercettarla alle origini e intervenire con tempestività. Purtroppo il contesto su cui occorrerebbe agire è ampio e diversificato, non esiste intanto un target sociale di riferimento prevalente anche se spesso questi fatti accadono in ambienti di degrado e di vuoto etico e pedagogico ma abbiamo conosciuto storie di violenza omicidiaria anche tra studenti universitari o laureati, culturalmente in grado di discernere il bene dal male.

Addebitare le colpe soltanto alla società non rende giustizia alle azioni criminali che dipendono da fattori leggi tutto

Ciò che influisce sull’alterazione del pianeta sono i comportamenti umani

Francesco Provinciali * - 07.06.2025

Sono trascorsi sei anni dalla pubblicazione delle 40 pagine di evidenze scientifiche, priorità e raccomandazioni ai governi redatte dal 29/4 al 4/5 2019 in sede OCSE,  dai rappresentanti di 130 Paesi aderenti all’Ipbes (la piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e gli ecosistemi) per esaminare un Rapporto dell’ONU stilato in 3 anni di lavoro da parte di oltre 150 esperti, volto allo studio e all’approfondimento dei rischi delle biodiversità e allo sfruttamento dissennato del suolo terrestre. Già allora si ebbe la sensazione di un imminente “tsunami” globale che potrebbe portare in tempi definiti “relativamente brevi” all’estinzione di una serie di specie viventi che popolano i mari e la Terra, fino ad 1/8 di quelle attualmente censite pari ad una cifra mostruosa di circa un milione di ‘specie’ animali e vegetali. Si può dire che già a partire dalla “Conferenza delle parti” (COP 21) svoltasi a Parigi nel novembre/dicembre 2015 (Accordo firmato da 177 Stati c/o la Sede ONU a New York il 22/4/2016) , con la presenza di 195 Paesi, il focus tematico centrato dalla politica abbia riguardato la sostenibilità ambientale, con tutti i sottotemi ad essa correlati, ciò che definiamo l’antropocene, in poche parole le condizioni di vita prodotte dall’essere umano che con le sue attività è riuscito con modifiche territoriali, strutturali e climatiche ad leggi tutto

Appesi ai referendum?

Paolo Pombeni - 04.06.2025

Sebbene quel che sta accadendo nel mondo inviti a pensare a cose serie (crisi continua nella guerra russo-ucraina, dramma di Gaza, affermazione della destra anti Europa nelle elezioni polacche), il dibattito di casa nostra si concentra sulla questione di come andranno i referendum del 8 e 9 giugno (le manifestazioni sulla crisi mediorientale sono, purtroppo, poco più che folklore impegnato).

Lo scontro fra le parti è molto aspro, a conferma del fatto che il contenuto dei quesiti, con l’eccezione parziale di quello sulla cittadinanza, è piuttosto di bandiera, per cui il tema è come mobilitare abbastanza partecipazione per far scattare il quorum che li rende validi. A prescindere da come la si pensi sui singoli quesiti, il vero nocciolo è, come si diceva una volta, un nocciolo politico: cioè la conquista di un ruolo di egemonia da parte di una componente della sinistra (multipla e non proprio coesa al suo interno) nella battaglia per l’apertura di una nuova fase di equilibri parlamentari e governativi (passando per le elezioni regionali).

Se non si capisce questo, tutto diventa scarsamente decifrabile. Gli slogan semplicistici di chi è il vero regista dell’operazione, il segretario della CGIL Landini, sono tutti legati a suscitare un’ondata emozionale che ha scarsa connessione col contenuto dei quesiti: leggi tutto

L'assolutismo nasce dalla degenerazione del potere

Francesco Provinciali * - 31.05.2025

                     ”Chiunque abbia potere è portato ad abusarne, egli arriva fin dove non trova limiti

                                                                                                                          (Charles de Montesquieu)

 

Per come si sono messe nel tempo le cose, oggi la tripartizione dei poteri - teorizzata da Montesquieu nel suo De l’esprit des loix, pubblicato nel 1748 dopo quattordici anni di lavoro, riflessione, revisione e stesura - assomiglia più alla plastica rappresentazione di un conflitto latente che alla pacifica soluzione ordinamentale di attribuzioni istituzionali.

Il potere corrompe, il potere assoluto corrompe assolutamente”, il filosofo francese era partito da questa considerazione per consegnare ai posteri una soluzione passata alla Storia come teoria della tripartizione dei poteri di uno Stato. Una sintesi efficace messa a dura prova dalle evidenze dei fatti ricorrenti.

Gli sconfinamenti tra esecutivo, legislativo e giudiziario sono stati e sono ancora all’ordine del giorno, una continua diatriba che ha assunto nel tempo le sembianze di una vera e propria lotta per la primazia.

Nei Paesi democratici l’equilibrio tra i poteri dello Stato esprime coesistenze e dissonanze ma prevalentemente si ricompone in funzione di un interesse superiore: la rappresentanza delle tutele e degli interessi dei cittadini, la sovranità popolare, il senso civico che anima le istituzioni.

Tuttavia non sempre e non ovunque.

Si può affermare che sussiste leggi tutto

Scenari internazionali e questioni domestiche

Paolo Pombeni - 28.05.2025

È difficile non tenere conto del peggiorare della congiuntura internazionale. Sul fronte ucraino è ormai evidente che Putin non ha alcuna intenzione di arrivare ad una qualche composizione del conflitto, perché è convinto di avere la vittoria a portata di mano. L’analisi va fatta sempre con molta cautela, perché c’è tanta tattica comunicativa in quello che si fa circolare: le notizie vengono diffuse per creare certe aspettative nell’opinione pubblica in modo che questa condizioni le decisioni dei diversi governi.

Certo i massicci bombardamenti russi sulle città chiave dell’Ucraina non sono notizie, ma fatti, però non è detto che il loro scopo non sia anche quello di fiaccare la disponibilità occidentale a sostenere la capacità di resistenza di Kiev confermando la tesi che ormai le armate di Mosca siano ad un passo dalla vittoria. Naturalmente i governi hanno a disposizione informazioni più precise, ma anche loro lasciano filtrare quelle che ritengono utili alle rispettive politiche. Così non è facile capire se veramente l’avanzata dei russi sia lenta e costosissima in termini di perdita di uomini e di materiali, anche se è noto che nella tradizione bellica di quel paese il tributo in vite umane sia preso a dir poco alla leggera secondo il vecchio mito che il leggi tutto

Dizionario del politicamente scorretto

Francesco Provinciali * - 24.05.2025

Parliamo prima dell’abito che del monaco-laico-pensatore: questo è un bel volume anche per la veste che la casa editrice ‘Liberilibri’ gli ha dato. È un piacere sfogliarlo e questa sensazione tattile gioca la sua parte ma quando lo apriamo per scoprirne il contenuto l’autore si riprende la centralità della scena.

Se l’obiettivo del libro di Filippo Facci è quello descritto dall’autore a pagina 37 dell’introduzione, cioè “spaventare, allarmare e far desiderare di lanciarlo dall’ altra parte della stanza”, non si può consigliare al lettore di tenerlo sul comodino, pena rimuginamenti interiori e notti insonni. Ma se scopo della lettura è quello di suscitare riflessioni e uso del pensiero critico per riconsiderare con un approccio nuovo e diverso le metafore della vita e le descrizioni che le accompagnano, da quello generalmente ricorrente nell’immaginario collettivo, allora questo ‘Dizionario del politicamente (s)corretto’ è un libro che vale la pena di scoprire.

L’autore punta l’indice contro i luoghi comuni del pensare, prevalentemente contro la cd. ‘cultura woke’ ma non solo: pur non annoverandoli tra le proprie citazioni si può scorgere tra le righe l’influenza esercitata dai detrattori della violenza simbolica perché ‘non guarda veramente dentro le cose chi non guarda dentro le parole: e chi guarda dentro le parole é condannato leggi tutto

Schermaglie da comari, mentre il mondo fibrilla

Paolo Pombeni - 21.05.2025

La definizione di lite delle comari per uno scontro fra Beniamino Andreatta e Rino Formica nel 1982 ci è tornata in mente a proposito delle schermaglie fra maggioranza e opposizioni sul ruolo internazionale dell’Italia. Intendiamoci: i due citati sopra erano dei giganti a confronto dei propagandisti demagogici dei nostri giorni, nonostante alcuni di questi ultimi abbiano avuto o abbiano posizioni di governo. È abbastanza stupefacente che i commentatori politici non colgano la superficialità strumentale con cui tutta la faccenda è trattata.

Le relazioni internazionali sono sempre state un terreno complesso in cui non valgono le regole che si applicherebbero ai rapporti personali o anche istituzionali di altro tipo. Per esempio la questione dell’essere coinvolti o esclusi in una trattativa non è riducibile a singoli episodi, ma va inquadrata nello svolgimento complessivo delle vicende. Del resto si è visto benissimo che Meloni non ha partecipato all’incontro fra i cosiddetti “volonterosi” di Tirana, ma il ministro degli esteri del suo governo ha partecipato ad incontri più o meno simili in un altro luogo, e infine la nostra premier è tornata al tavolo con Macron, Starmer, Merz e Tusk in una successiva occasione in cui di nuovo si sono sentiti con Trump ed è poi stata ulteriormente coinvolta. leggi tutto

Tutte le parole della politica

Francesco Provinciali * - 17.05.2025

Ci sono tutte le parole della politica nel prezioso libro del Prof. Gianfranco Pasquino, emerito all’Università di Bologna e socio dell’Accademia dei Lincei: rivisitate e aggiornate rispetto alla precedente edizione del 2000. Da ‘antipolitica’ a ‘ulivo’ il frasario ricorrente nelle esternazioni e nei siparietti televisivi delle giaculatorie mandate a memoria, ma anche nelle stanze e aule nobili delle istituzioni ascoltate in questo quarto di secolo, viene descritto utilizzando gli stilemi linguistici sopravvissuti alla vera alternanza del politicamente corretto: quella della parola, sovente ridotta a mero e vuoto flatus vocis.

Ai tempi della famigerata Prima Repubblica quando le alleanze non reggevano più si faceva ricorso ai “governi ponte”, ai “governi balneari”, “di transizione” e a quelli per “il disbrigo degli affari correnti”: termini oggi desueti, al pari di ‘compromesso storico’, ‘convergenze parallele’, ‘manuale Cencelli’, ‘equilibri più avanzati’, ’politica dei due forni’, ‘strategia dell’attenzione’, di fatto spariti dal dizionario oggi prevalente e sostituiti da mappe concettuali adatte ai tempi. Il vero rinnovamento da tutti auspicato finisce in un gioco di parole nuove.

Allora nessuno si ispirava apertamente a Max Weber, infatti non si parlava di beruf o competenza, ma la scaltrezza delle argomentazioni era affinata nei congressi di partito, qualche calibro da novanta leggi tutto

Una modifica costituzionale bipartisan per rivitalizzare il referendum

Maurizio Griffo * - 17.05.2025

In questi giorni si sono sollevate accese polemiche a proposito della prossima votazione referendaria, prevista per i giorni 8 e 9 giugno. Com’è noto, i cinque quesiti sono così suddivisi: quattro investono alcune normative in materia di lavoro, mentre uno riguarda la concessione della cittadinanza agli extra comunitari. Ma al centro della diatriba non è stato il merito delle proposte bensì il modo di condurre la campagna elettorale. Autorevoli esponenti del centro sinistra si sono lamentati del fatto che altrettanto autorevoli esponenti del centro destra, e anche il presidente del Senato, si siano pronunciati a favore dell’astensione, al fine di invalidare l’esito delle urne. A loro avviso questo atteggiamento non solo sarebbe sleale ma getterebbe discredito sulle istituzioni, perché il voto oltre che un diritto è un dovere civico. Rispetto a queste argomentazioni, la prima cosa che viene in mente non è un giudizio di valore ma un giudizio di fatto. In passato lo stesso copione è stato recitato a parti invertite, nel senso che in precedenti consultazioni referendarie sono stati esponenti del centro sinistra a invitare all’astensione.

Tuttavia il problema, al di là del calcolo di convenienza che motiva le posizioni espresse in questa e in altre occasioni, per essere correttamente giudicato necessita di alcune leggi tutto