Ultimo Aggiornamento:
21 giugno 2025
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Argomenti

Il mondo brucia, ma la politica italiana va avanti

Paolo Pombeni - 18.06.2025

La situazione internazionale è sempre più complessa e sulle sue possibili evoluzioni non ci sono analisi indiscutibili e confortanti: è tutto in vorticoso movimento, non è possibile indicare con un minimo di certezze quali sbocchi si potranno trovare per le crisi che si accumulano pericolosamente l’una sull’altra.

In questo contesto chi lamenta che l’Italia non starebbe facendo abbastanza per contribuire a trovare soluzioni sembra non capire che sta chiedendo al nostro governo di svuotare il mare con un cucchiaio. Certo ci si può rammaricare che nel complesso l’Europa non riesca ad esercitare un peso di qualche rilievo, ma anche in questo caso si sorvola sul fatto che non ha strumenti adeguati: le sanzioni si sono dimostrate armi piuttosto spuntate e misure come il bloccare i rapporti con gli stati in guerra specialmente non vendendo loro armi sono ambigue: si rischia di colpire quelle parti che hanno delle ragioni senza scalfire quelle che hanno torto. Soprattutto si mettono in atto interventi che complicano il quadro delle relazioni e che incitano i peggiori nazionalismi, piuttosto che contribuire ad un ritorno alla ragione.

Così non è il caso di perdere tempo a chiedere al governo politiche di grande respiro che non è in grado di gestire, accontentandosi di leggi tutto

Referendum: una agitazione a perdere

Paolo Pombeni - 11.06.2025

Si è chiusa anche la lunga agitazione per i referendum ostinatamente voluti dalla CGIL e si è chiusa con una sconfitta chiara per i promotori. Per la verità il segretario Landini ha ammesso con molta trasparenza che sin dall’inizio era cosciente che difficilmente avrebbe raggiunto l’obiettivo dell’approvazione dei quesiti, ma che considerava conseguito quello di avere portato in piazza il tema ed il ruolo del suo sindacato raccogliendo il consenso di quasi un terzo del corpo elettorale.

Si è detto che era la solita via per addolcire una sconfitta, ma non è proprio così. Per capire cosa è successo nel profondo del sistema politico bisogna guardare dalla prospettiva della battaglia del massimalismo per imporre la sua egemonia: storicamente il massimalismo è sempre relativamente interessato alle vittorie immediate, perché rinvia tutto ad un momento finale apocalittico per preparare il quale va benissimo fare intanto il più possibile “agitazione” e movimentismo.

Non dovrebbe essere questo l’obiettivo di un sindacalismo consapevole (quello “rivoluzionario” si pensa abbia esaurito il suo tempo) e infatti per esempio la CISL si tiene ben lontana da quei lidi, ma siamo davanti ad una inclinazione che ha una sua storia. Più complicato è valutare la prospettiva dal punto di vista dei partiti di sinistra o comunque

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Appesi ai referendum?

Paolo Pombeni - 04.06.2025

Sebbene quel che sta accadendo nel mondo inviti a pensare a cose serie (crisi continua nella guerra russo-ucraina, dramma di Gaza, affermazione della destra anti Europa nelle elezioni polacche), il dibattito di casa nostra si concentra sulla questione di come andranno i referendum del 8 e 9 giugno (le manifestazioni sulla crisi mediorientale sono, purtroppo, poco più che folklore impegnato).

Lo scontro fra le parti è molto aspro, a conferma del fatto che il contenuto dei quesiti, con l’eccezione parziale di quello sulla cittadinanza, è piuttosto di bandiera, per cui il tema è come mobilitare abbastanza partecipazione per far scattare il quorum che li rende validi. A prescindere da come la si pensi sui singoli quesiti, il vero nocciolo è, come si diceva una volta, un nocciolo politico: cioè la conquista di un ruolo di egemonia da parte di una componente della sinistra (multipla e non proprio coesa al suo interno) nella battaglia per l’apertura di una nuova fase di equilibri parlamentari e governativi (passando per le elezioni regionali).

Se non si capisce questo, tutto diventa scarsamente decifrabile. Gli slogan semplicistici di chi è il vero regista dell’operazione, il segretario della CGIL Landini, sono tutti legati a suscitare un’ondata emozionale che ha scarsa connessione col contenuto dei quesiti: leggi tutto

Tutte le parole della politica

Francesco Provinciali * - 17.05.2025

Ci sono tutte le parole della politica nel prezioso libro del Prof. Gianfranco Pasquino, emerito all’Università di Bologna e socio dell’Accademia dei Lincei: rivisitate e aggiornate rispetto alla precedente edizione del 2000. Da ‘antipolitica’ a ‘ulivo’ il frasario ricorrente nelle esternazioni e nei siparietti televisivi delle giaculatorie mandate a memoria, ma anche nelle stanze e aule nobili delle istituzioni ascoltate in questo quarto di secolo, viene descritto utilizzando gli stilemi linguistici sopravvissuti alla vera alternanza del politicamente corretto: quella della parola, sovente ridotta a mero e vuoto flatus vocis.

Ai tempi della famigerata Prima Repubblica quando le alleanze non reggevano più si faceva ricorso ai “governi ponte”, ai “governi balneari”, “di transizione” e a quelli per “il disbrigo degli affari correnti”: termini oggi desueti, al pari di ‘compromesso storico’, ‘convergenze parallele’, ‘manuale Cencelli’, ‘equilibri più avanzati’, ’politica dei due forni’, ‘strategia dell’attenzione’, di fatto spariti dal dizionario oggi prevalente e sostituiti da mappe concettuali adatte ai tempi. Il vero rinnovamento da tutti auspicato finisce in un gioco di parole nuove.

Allora nessuno si ispirava apertamente a Max Weber, infatti non si parlava di beruf o competenza, ma la scaltrezza delle argomentazioni era affinata nei congressi di partito, qualche calibro da novanta leggi tutto

Una modifica costituzionale bipartisan per rivitalizzare il referendum

Maurizio Griffo * - 17.05.2025

In questi giorni si sono sollevate accese polemiche a proposito della prossima votazione referendaria, prevista per i giorni 8 e 9 giugno. Com’è noto, i cinque quesiti sono così suddivisi: quattro investono alcune normative in materia di lavoro, mentre uno riguarda la concessione della cittadinanza agli extra comunitari. Ma al centro della diatriba non è stato il merito delle proposte bensì il modo di condurre la campagna elettorale. Autorevoli esponenti del centro sinistra si sono lamentati del fatto che altrettanto autorevoli esponenti del centro destra, e anche il presidente del Senato, si siano pronunciati a favore dell’astensione, al fine di invalidare l’esito delle urne. A loro avviso questo atteggiamento non solo sarebbe sleale ma getterebbe discredito sulle istituzioni, perché il voto oltre che un diritto è un dovere civico. Rispetto a queste argomentazioni, la prima cosa che viene in mente non è un giudizio di valore ma un giudizio di fatto. In passato lo stesso copione è stato recitato a parti invertite, nel senso che in precedenti consultazioni referendarie sono stati esponenti del centro sinistra a invitare all’astensione.

Tuttavia il problema, al di là del calcolo di convenienza che motiva le posizioni espresse in questa e in altre occasioni, per essere correttamente giudicato necessita di alcune leggi tutto

Forse un tornante nella politica internazionale

Paolo Pombeni - 14.05.2025

Senza perderci a parlare di miracoli in conseguenza dell’elezione di papa Leone XIV, dobbiamo notare che forse qualcosa si sta muovendo nella politica internazionale. Intanto sembra depotenziata la crisi fra India e Pakistan e non è poco: non solo per il potenziale impiego di armi atomiche (per fortuna poco credibile), quanto per ciò che significherebbero la destabilizzazione di un paese come il Pakistan che ha una forte componente di integralismo islamico e la delicata posizione in cui si troverebbe l’India che ha un ruolo chiave fra i cosiddetti BRICS.

Qualcosa sembra muoversi anche nella guerra russo-ucraina. Non sappiamo se gli incontri fra le due parti ad Istanbul giovedì 15 maggio ci saranno e se concluderanno qualcosa, ma l’aver costretto Putin a fingere almeno di accettarli è una novità. Certo lo zar russo non ha accettato, almeno per ora, di sospendere le ostilità in vista dei colloqui, il che significa che è intenzionato ad andare avanti con le sue operazioni belliche, ma comunque è stato costretto a prendere atto che si trova sempre più isolato nel perseguire i suoi sogni imperiali. I suoi sostenitori, anche in Italia, magnificano varie presenze alla parata di Mosca il 9 maggio, ma non sono state gran che. L’amicizia della Cina è quel leggi tutto

Alla ricerca dell’escamotage elettorale

Paolo Pombeni - 07.05.2025

Il mondo è senz’altro impegnato in cose più serie e talora drammatiche (guerra russo-ucraina, tensione in crescita in Medioriente, Conclave, ecc.), ma la politica italiana va avanti, come è anche inevitabile che sia. Oscilliamo sempre fra teatrini che parlano di un paese immaginario a seconda del narratore e necessità di venire a capo di scadenze che non si possono lasciare senza risposta.

A questa seconda tipologia va senz’altro ascritta la convocazione del Consiglio di Difesa che deve in qualche modo fare i conti con le problematiche relative ai progetti di difesa europei. Si tratta di un tema più che scivoloso, non solo per le spaccature che ci sono nella stessa maggioranza di governo (e tralasciamo il caos in cui sulla questione versano le opposizioni), ma per i problemi di spesa che comporta. Tuttavia l’Italia non può far finta di nulla se non vuole indebolire la sua capacità di presenza a livello internazionale, specie in questo momento che è piuttosto favorevole per ciò che riguarda il nostro paese. Vedremo se Mattarella, che presiede il Consiglio di Difesa, riuscirà a guidare il confronto verso un esito positivo.

Sul primo fronte siamo sempre alle prese coi rumors su un possibile ricorso ad elezioni anticipate. La premier leggi tutto

In un quadro di incertezze irrisolte

Paolo Pombeni - 23.04.2025

La morte improvvisa di papa Francesco ha sottolineato la fase di incertezze in cui continuiamo a vivere. Non che il pontefice potesse mettere fine a questa situazione, ma la sua voce era un monito che aveva pur qualche peso, sostenuta da un lavoro discreto della diplomazia vaticana. L’avere quella “sede vacante” con le inevitabili incertezze sull’esito di un conclave che deve unificare un collegio cardinalizio di nuovo tipo è un elemento che certo non concorre a favorire una qualche stabilizzazione del quadro internazionale.

Il 70% dei cardinali è stato nominato da Bergoglio, ma si tratta anche di personalità che risiedono sparse per il mondo con limitate occasioni di contatto, il che non contribuisce alla maturazione di un comune sentire orientato sui bisogni della chiesa universale. Nelle nomine sono state in parte privilegiate figure di “pastori” (Francesco voleva persone che si portassero addosso l’odore delle loro pecore) che da un lato non è detto siano pienamente formate alla visione globale della politica vaticana e che dall’altro per inesperienza potrebbero facilmente essere catturate da quei cardinali più avvezzi alle manovre politiche. Si sa bene che ci sono lotte di gruppi, se non vogliamo chiamarli fazioni, i quali da tempo ragionano sulla successione a Bergoglio: può darsi leggi tutto

La politica nelle sabbie mobili internazionali

Paolo Pombeni - 16.04.2025

Benché non manchino le problematiche nel quadro della politica interna (strategie per le elezioni regionali d’autunno, avvio di progetto di nuova legge elettorale), a dominare è ancora la politica internazionale con le sue continue evoluzioni. Inevitabili i riflessi, e talora i contraccolpi sulla politica del governo e in misura limitata su quella delle opposizioni: limitata perché nessuna di esse sembra in grado di fare più di generiche prese di posizione (sensate o meno a seconda dei casi).

Il primo tema con cui deve confrontarsi Meloni è il rapporto con l’America di Trump e con l’Europa ancora abbastanza sbandata, a dispetto di qualche esibizione d’orgoglio comunitario. La sostanza del problema per quanto riguarda l’ambizione della nostra premier di essere un ponte fra Trump e la UE sta nel fatto che nessuna delle due parti sa veramente cosa vuole. Il tycoon punta ad affrontare l’enorme deficit americano arraffando entrate che gli mantengano il consenso sia dei vertici del sistema economico sia della sua base elettorale. Lo fa menando sciabolate al vento, perché privo di una seria visione di politica economica internazionale.

Per conquistare il favore dell’inquilino della Casa Bianca è necessario offrirgli spazi di guadagno alternativi a quelli che pensava potessero arrivargli con la politica leggi tutto

Stabilità politica: scarsa

Paolo Pombeni - 09.04.2025

È abbastanza scontato che per un poco la politica italiana sarà catturata, al netto dell’inevitabile shock per la questione dei dazi, dall’interpretazione che va data alle due performance populiste di sabato e domenica scorse: la imponente manifestazione di piazza organizzata da Giuseppe Conte e il congresso show della Lega di Salvini.

Non c’è dubbio che l’adunata di massa organizzata dal leader dei Cinque Stelle sia stata un grande successo mediatico. Se lo sarà anche dal punto di vista politico è tutto da vedere. Lasciamo pur perdere la famosa frase attribuita a Nenni, “piazze piene, urne vuote”, che si riferiva ai grandi successi di mobilitazione di PCI e PSI che però alle elezioni vedevano sempre vincente la DC coi suoi alleati. Il problema è se una mobilitazione di tipo puramente populista che mette insieme un coacervo di sentimenti senza una vera linea politica che li organizzi possa davvero produrre una proposta di governo capace di raccogliere il consenso del Paese.

Al di là di quanto possano essere credibili gli attacchi alla UE, visto che non si vede come i convenuti nella piazza romana siano in grado di prenderne la guida o anche solo di condizionare seriamente quella attuale, gli slogan portanti della manifestazione sono leggi tutto