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I partiti e la ennesima ricerca del sistema elettorale perfetto
Mentre il mondo aspetta con ansia di vedere se almeno a Gaza ci sarà qualche spiraglio di miglioramento e mentre l’Europa attende di misurarsi con le decisioni di Trump sui dazi, i nostri partiti ragionano ormai con la testa alle prossime elezioni politiche che si terranno, salvo imprevisti mai esclusi, ad inizio del 2027.
Certo in mezzo ci sono le cinque regionali d’autunno (Veneto, Toscana, Marche, Puglia e Valle d’Aosta) ma sono vissute come una specie di premessa, non più significativa di tanto, a quelle visto che ormai i risultati a livello locale non si trasferiscono automaticamente in sede nazionale. Certo le coalizioni contano di sfruttare quegli esiti a livello “motivazionale” per rafforzare la propria immagine di forza (o di declino), ma sanno bene che vale fino ad un certo punto.
Si ritiene che in un sistema che difficilmente vedrà un significativo incremento della partecipazione elettorale a decidere saranno gli spostamenti che possono determinarsi fra i due campi. Lasciando da parte il mito del Centro determinante, in quanto lo si intenda come una aggregazione specificamente “centrista” di nuovo conio, si ragiona sul fatto che una quota abbastanza significativa di elettori possa spostarsi dal sostegno alla destra a quello alla sinistra o leggi tutto
Tecnologia e digitalizzazione di fronte al transito generazionale
I cambiamenti introdotti dalla rivoluzione industriale dell’800 erano stati considerati epocali per le innovazioni negli stili di vita, nell’organizzazione del lavoro e nell’accelerazione impressa all’economia e alla stratificazione sociale: un processo di modernizzazione enorme sul piano potenziale e fattuale, con un effetto moltiplicatore dirompente. La rivoluzione tecnologica del ‘900 iniziata con l’uso sempre più massivo di apparati e macchine si è consolidata con la dematerializzazione e la digitalizzazione informatica, come processo pervasivo che per dimensioni spazio –temporali e target di fruizione si è andata configurando come un derivato della globalizzazione, in quanto legato a modi di essere e di fare che si esprimono ad ogni latitudine superando gli spazi angusti della quotidianità e finendo per condizionare i comportamenti individuali e collettivi di tutti. I.A. e metaverso sono gli avamposti della riconversione del reale nel virtuale.
La diffusione ubiquitaria delle tecnologie di ultima generazione non conosce ostacoli e si manifesta come un fenomeno ormai irreversibile con cui dobbiamo fare i conti. La stessa alternanza generazionale non è un fatto ciclico che si avvicenda secondo paradigmi ripetibili, poiché ciò avviene mentre mutano il contesto, la vita sociale, i diritti e i doveri, le aspettative, le logiche dei mercati e quelle della competizione: possiamo affermare che la leggi tutto
La politica dell’estate
È un po’ presto per parlare già di politica estiva (quella che, nel disinteresse vacanziero, mena un po’ il can per l’aia), ma l’ondata di caldo eccezionale ha forse anticipato il consueto timing. Non certo perché il mondo si sia acquietato, anzi al contrario, ma forse proprio perché il continuo incalzare di notizie drammatiche le rende, purtroppo, routine che viene accettata.
Così le quotidiane intemerate di Trump vengono accolte come prevedibile espressione di un politico sui generis, anche perché non è semplice capire se siano alzate d’ingegno ad uso della comunicazione o se nascondano qualche tattica, se non proprio strategia per venire a capo di quello che l’inquilino della Casa Bianca valuta a suo modo un tornante storico.
Se dovessimo giudicare da tre reazioni importanti, diremmo che al momento la situazione per lo più non accenna ad evoluzioni. Sul delicato fronte ucraino Putin prosegue nella politica di ricerca dell’annientamento del suo nemico puntando sul brutale e cinico calcolo che ormai sia una questione di quantità di risorse da spendere. La Russia ha un’economia di guerra che sforna missili e droni in quantità impressionante, ha una cospicua riserva d’uomini che ritiene di poter sacrificare (adesso rinforzata dalla carne da cannone che gli fornisce leggi tutto
Isole ai confini del mondo
Leggendo il coinvolgente resoconto dei suoi approdi nelle isole più lontane e sperdute del pianeta ogni lettore, curioso e partecipe ma soprattutto affascinato, coltiva inevitabilmente il rimpianto di non aver potuto farsi piccolo piccolo per entrare nello zaino di Marco Lupis, giornalista ed esploratore che ha raccolto in questo straordinario libro edito da Il Mulino la cronaca e la descrizione dei suoi viaggi. L’iconografia dell’isola ha sempre rappresentato una metafora ricca di allegorie palesi e recondite: il senso dell’avventura, quello intrigante dell’ignoto, l’alterità alla vita quotidiana, il luogo della fuga e dell’immaginazione, la lontananza irraggiungibile, il buen retiro, la ricerca di sensazioni nuove o perdute, il sogno e le distopie, il distacco dalle civiltà conosciute, l’occasione estrema di una rivisitazione esistenziale, il perdersi per ritrovarsi, le dimensioni umane nascoste che abitano il desiderio di ricominciare e quello di annullarsi nell’oblio.
Non solo dunque espressioni geografiche minuscole, “puntini, atomi, capocchie di spillo”, ma rappresentazioni simboliche dell’immaginario collettivo cariche di significati esistenziali, già nella mitologia e poi nei secoli fino ai giorni nostri.
Il concetto di insularità ha attraversato la storia e la letteratura di ogni tempo ora come motivazione a partire che diventa nostalgia del ritorno nell’Itaca di Ulisse, ora come leggi tutto
In un mondo senza coordinate
L’ulteriore complicarsi della situazione internazionale è sotto gli occhi di tutti e giustamente ci si chiede quale potrà essere il ruolo dell’Europa e nella fattispecie dell’Italia in un quadro che sta perdendo tutte le tradizionali coordinate di riferimento.
Il riferimento al diritto internazionale e all’illegittimità dell’uso della forza bellica per risolvere vere o presunte questioni fra stati non è più proponibile: a parte violazioni limitate che si sono avute anche nei decenni passati, l’invasione russa dell’Ucraina ha dato un colpo decisivo a quel contesto e la vicenda della guerra di Israele le ha dato il colpo definitivo. In questo ultimo caso si è avuta non soltanto una reazione ad un crimine orrendo perpetrato il 7 ottobre da un soggetto non statale come è Hamas, ma una guerra di distruzione che ha coinvolto altre realtà come Hezbollah in Libano, gli Houti in Yemen e ora l’Iran, considerato, fondatamente, il grande burattinaio della guerra ibrida ad Israele. Tutto ciò, a iniziare dall’Ucraina e avanti, senza dichiarazioni di guerra, rispetto di regole anche minime nell’impiego dei mezzi di distruzione, vera attivazione di sedi di arbitrato internazionale (l’ONU è scomparso dalla scena).
È in un contesto del genere che deve muoversi l’Europa e in essa e con essa l’Italia, del tutto leggi tutto
La famiglia come luogo di comunicazione
Riusciamo ancora a relazionarci in modo autentico, a intenderci e farci capire?
Nelle nostre comunicazioni le immagini prevalgono sul dialogo, l’immediatezza sulla riflessione: il messaggio mediatico non è il prolungamento della parola nel mondo ma la sua negazione.
Il paradosso odierno consiste nell’accertare una incomunicabilità di fondo proprio nella società definita “della comunicazione”, già a partire dal contesto familiare.
Tra le tante responsabilità ci sono anche quelle che riguardano i nostri comportamenti quotidiani.
Riflettiamo insieme su tutto quello che la società sta lentamente perdendo: senso etico, valori (sostituiti dalle opinioni); tradizioni, gerarchie, il valore fondativo della famiglia, quello pedagogico dell’esempio, il metodo della “mitezza”, il senso del “limite”, della “dignità” e della “vergogna”, il concetto di “normalità” (tutto è esasperato, prevale l’effetto straordinario: bisogna ’stupire’).
Possiamo affermare che tutti i fenomeni di disagio hanno una matrice individuale ma anche una matrice sociale”, a cominciare da quelli che si realizzano nel contesto della famiglia.
Basta leggere i titoli dei quotidiani ma anchela TVha le sue responsabilità.
Ci sono programmi di pessimo gusto che incitano alla violenza fin dalla prima infanzia, che sollecitano la ricerca del successo ad ogni costo, che propongono fiction e reality infarcite di modelli comportamentali ed etici assolutamente effimeri e negativi. leggi tutto
Il mondo brucia, ma la politica italiana va avanti
La situazione internazionale è sempre più complessa e sulle sue possibili evoluzioni non ci sono analisi indiscutibili e confortanti: è tutto in vorticoso movimento, non è possibile indicare con un minimo di certezze quali sbocchi si potranno trovare per le crisi che si accumulano pericolosamente l’una sull’altra.
In questo contesto chi lamenta che l’Italia non starebbe facendo abbastanza per contribuire a trovare soluzioni sembra non capire che sta chiedendo al nostro governo di svuotare il mare con un cucchiaio. Certo ci si può rammaricare che nel complesso l’Europa non riesca ad esercitare un peso di qualche rilievo, ma anche in questo caso si sorvola sul fatto che non ha strumenti adeguati: le sanzioni si sono dimostrate armi piuttosto spuntate e misure come il bloccare i rapporti con gli stati in guerra specialmente non vendendo loro armi sono ambigue: si rischia di colpire quelle parti che hanno delle ragioni senza scalfire quelle che hanno torto. Soprattutto si mettono in atto interventi che complicano il quadro delle relazioni e che incitano i peggiori nazionalismi, piuttosto che contribuire ad un ritorno alla ragione.
Così non è il caso di perdere tempo a chiedere al governo politiche di grande respiro che non è in grado di gestire, accontentandosi di leggi tutto
Referendum: una agitazione a perdere
Si è chiusa anche la lunga agitazione per i referendum ostinatamente voluti dalla CGIL e si è chiusa con una sconfitta chiara per i promotori. Per la verità il segretario Landini ha ammesso con molta trasparenza che sin dall’inizio era cosciente che difficilmente avrebbe raggiunto l’obiettivo dell’approvazione dei quesiti, ma che considerava conseguito quello di avere portato in piazza il tema ed il ruolo del suo sindacato raccogliendo il consenso di quasi un terzo del corpo elettorale.
Si è detto che era la solita via per addolcire una sconfitta, ma non è proprio così. Per capire cosa è successo nel profondo del sistema politico bisogna guardare dalla prospettiva della battaglia del massimalismo per imporre la sua egemonia: storicamente il massimalismo è sempre relativamente interessato alle vittorie immediate, perché rinvia tutto ad un momento finale apocalittico per preparare il quale va benissimo fare intanto il più possibile “agitazione” e movimentismo.
Non dovrebbe essere questo l’obiettivo di un sindacalismo consapevole (quello “rivoluzionario” si pensa abbia esaurito il suo tempo) e infatti per esempio la CISL si tiene ben lontana da quei lidi, ma siamo davanti ad una inclinazione che ha una sua storia. Più complicato è valutare la prospettiva dal punto di vista dei partiti di sinistra o comunque
Ciò che influisce sull’alterazione del pianeta sono i comportamenti umani
Sono trascorsi sei anni dalla pubblicazione delle 40 pagine di evidenze scientifiche, priorità e raccomandazioni ai governi redatte dal 29/4 al 4/5 2019 in sede OCSE, dai rappresentanti di 130 Paesi aderenti all’Ipbes (la piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e gli ecosistemi) per esaminare un Rapporto dell’ONU stilato in 3 anni di lavoro da parte di oltre 150 esperti, volto allo studio e all’approfondimento dei rischi delle biodiversità e allo sfruttamento dissennato del suolo terrestre. Già allora si ebbe la sensazione di un imminente “tsunami” globale che potrebbe portare in tempi definiti “relativamente brevi” all’estinzione di una serie di specie viventi che popolano i mari e la Terra, fino ad 1/8 di quelle attualmente censite pari ad una cifra mostruosa di circa un milione di ‘specie’ animali e vegetali. Si può dire che già a partire dalla “Conferenza delle parti” (COP 21) svoltasi a Parigi nel novembre/dicembre 2015 (Accordo firmato da 177 Stati c/o la Sede ONU a New York il 22/4/2016) , con la presenza di 195 Paesi, il focus tematico centrato dalla politica abbia riguardato la sostenibilità ambientale, con tutti i sottotemi ad essa correlati, ciò che definiamo l’antropocene, in poche parole le condizioni di vita prodotte dall’essere umano che con le sue attività è riuscito con modifiche territoriali, strutturali e climatiche ad leggi tutto
Appesi ai referendum?
Sebbene quel che sta accadendo nel mondo inviti a pensare a cose serie (crisi continua nella guerra russo-ucraina, dramma di Gaza, affermazione della destra anti Europa nelle elezioni polacche), il dibattito di casa nostra si concentra sulla questione di come andranno i referendum del 8 e 9 giugno (le manifestazioni sulla crisi mediorientale sono, purtroppo, poco più che folklore impegnato).
Lo scontro fra le parti è molto aspro, a conferma del fatto che il contenuto dei quesiti, con l’eccezione parziale di quello sulla cittadinanza, è piuttosto di bandiera, per cui il tema è come mobilitare abbastanza partecipazione per far scattare il quorum che li rende validi. A prescindere da come la si pensi sui singoli quesiti, il vero nocciolo è, come si diceva una volta, un nocciolo politico: cioè la conquista di un ruolo di egemonia da parte di una componente della sinistra (multipla e non proprio coesa al suo interno) nella battaglia per l’apertura di una nuova fase di equilibri parlamentari e governativi (passando per le elezioni regionali).
Se non si capisce questo, tutto diventa scarsamente decifrabile. Gli slogan semplicistici di chi è il vero regista dell’operazione, il segretario della CGIL Landini, sono tutti legati a suscitare un’ondata emozionale che ha scarsa connessione col contenuto dei quesiti: leggi tutto