Ultimo Aggiornamento:
11 settembre 2024
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Argomenti

Poco teatrino, tanta responsabilità politica

Paolo Pombeni - 11.09.2024

Non ci voleva molto per capire che l’affaire San Giuliano-Boccia era buono per fare teatrino politico, ma avrebbe inciso poco sulla politica vera. Le ragioni sono intuibili: 1) la gente pensa che quella roba lì faccia più o meno parte della routine del potere e che possa affliggere tutti i partiti; 2) il ministero della Cultura non è ritenuto da gran parte dell’opinione pubblica un ganglio vitale dello Stato (non è giusto, ma è così); 3) la faccenda ha tutti i caratteri di una telenovela e come tale è percepita. Di conseguenza ha ragione Meloni a ritenere che il governo non rischia quasi nulla, a parte, e non sarebbe poco, l’ennesima reazione qualunquistica per cui tutti vengono ritenuti eguali (alla faccia delle sue pretese di inaugurare un nuovo stile).

I problemi che insidiano la tenuta del quadro politico sono altri e riguardano sia la maggioranza che l’opposizione. Il principale è come si possa far fronte ad una situazione economica che, piuttosto accettabile in superfice, in profondità pone il tema del declino dell’Europa. L’ha messo in luce con la sua autorevolezza Mario Draghi presentando il rapporto che ha steso per la UE: o si riprende la via degli investimenti creativi e dello sviluppo tecnologico, o l’Europa finisce ai margini leggi tutto

Il primo giorno di scuola

Francesco Provinciali - 07.09.2024

Il giorno fatidico è arrivato, quello tanto atteso dalle mamme, dai papà, dai nonni e dai parenti che formano il nucleo famigliare più allargato dei bambini e delle bambine.

Ma possiamo dire altrettanto per loro, per i nostri figli?

Oppure l’attesa – carica di emozioni, qualche volta di ansie incontenibili – è un fatto che riguarda prevalentemente gli adulti, di cui i piccoli percepiscono forse gli aspetti più deteriori, legati ai preparativi e al lungo rituale di acquisti, di corredo, di impegni e di un’immaginazione spesso fantasiosa?

Parliamo del primo giorno di scuola, naturalmente: un evento che si carica di significati allusivi prevalentemente legati alle suggestioni e al modo di pensare dei grandi.

Perché i diretti protagonisti - i figli-alunni - vivono di riflesso questo ‘avvenimento’ e spesso arrivano persino troppo preparati, tesi come se dovessero comportarsi seguendo strettamente un copione già scritto dai loro genitori.

E invece sono proprio loro, i bambini, i depositari delle proprie emozioni.

Mamme e papà, lasciate entrare vostro figlio con fiducia in quella scuola!

Non preoccupatevi subito dei risultati: arriveranno secondo i tempi e i ritmi di ciascuno, l’importante è che i bambini vivano con naturalezza il loro percorso scolastico, senza sentire il peso dell’ansia anticipatoria degli adulti. leggi tutto

La politica delle incertezze

Paolo Pombeni - 04.09.2024

Non ci sono sicurezze negli oroscopi della politica, né a destra, né a sinistra. Le dichiarazioni ufficiali di entrambe le parti dicono il contrario, ma basta tenere d’occhio le evoluzioni in corso per vedere il dominio di un discreto spaesamento.

La premier Meloni punta a tenere ferma la barra per una legge di bilancio senza cedimenti alla voglia di bonus e mancette (comunque camuffati) per avere a disposizione risorse per investimenti e per sostenere almeno un poco i redditi dei meno fortunati e delle classi medio-basse. Lodevole obiettivo, non fosse che poi fa fatica a contenere le pretese di chi ha lucrato in anni passati e non vuole arrendersi alla fine degli anni di privilegio: vedi alla voce questione dei balneari, che è una vergogna, ma a cui non si riesce a dare una soluzione accettabile (non solo dall’Europa, ma da tutti quelli che di rendite di posizione non ne hanno mai avute).

Le opposizioni puntano a fare “campo largo” su temi che difficilmente possono essere oggetto di dissociazione: salario minimo, politica sanitaria efficiente, un ambientalismo dato ormai per scontato, difesa dell’equilibrio distributivo delle risorse nazionali. Peccato che siano tutte etichette sotto cui non si vedono progetti articolati in modo da

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Si vocifera

Francesco Provinciali - 31.08.2024

I toni miti non sembrano appartenere alle consuetudini comunicative del nostro tempo.

Difficile trovare consensi parlando sottovoce: le ragioni si conquistano con modi sovrastanti, vince l’effetto domino, non ci si può sottrarre alla gratificante soddisfazione dell’essere i depositari dell’ultima battuta.

Si parla, ci si scambiano idee e opinioni, si partecipa più o meno convintamene a questo straordinario palcoscenico planetario della recita a soggetto, dove ormai nessun contatto ci è precluso.

Si pensa, si parla, si dice: ma si sa anche ascoltare?

C’è una selezione naturale nelle scelte di quello che si ascolta, operata dalla nostra mente, dai nostri interessi e dalla nostra attenzione ma non sempre ci riesce di escludere quello che vorremmo restasse fuori.

Viviamo infatti nel magma indistinto della comunicazione al punto che ci riesce difficile separare la realtà dalla sua rappresentazione.

In una società definita complessa, senza centro e senza periferie, finisce per essere vero il tutto ma anche il suo contrario, prevalgono sempre i punti di vista, la soggettività.

Siamo solisti che ambiscono di appartenere al coro ma abbiamo la velleità di pensare che il consenso è meglio acquisirlo partendo dalle nostre personali valutazioni.

Il vociare indistinto che ci circonda finisce col diventare un limbo di soggettività. leggi tutto

Una politica che torna in movimento?

Paolo Pombeni - 28.08.2024

Terminato il classico periodo a cavallo del Ferragosto quando la politica si dedica a lasciar partire un po’ di fuochi d’artificio, viene il tempo in cui si deve stringere e capire cosa ci aspetta per l’autunno che sarà assai più “militante” dell’estate annunciata da Elly Schlein.

Il tema di fondo sarà inevitabilmente il varo della legge finanziaria: tema arduo non essendoci che modeste risorse a disposizione per interventi di sostegno ad un’economia appesantita da una situazione sociale che vede salari depressi e consumi a rischio contrazione, mentre i partiti, tutti, hanno bisogno di annunciare ai rispettivi elettorati una distribuzione di risorse che compiacciano le attese delle molte corporazioni italiane.

Vista la situazione e tenuto conto dei vincoli europei sulla determinazione del nostro bilancio oppresso da un debito molto alto, sarebbe necessario che si potesse avere un clima di responsabilità generalizzata per evitare zuffe parlamentari, nonché conseguenti risultati a capocchia che nuocerebbero alla tenuta della nostra affidabilità sul piano europeo e internazionale (una risorsa a cui non possiamo rinunciare). Attendersi qualcosa in questo senso appare purtroppo azzardato, perché la situazione è più che confusa sia nel campo della maggioranza di governo che in quello dell’opposizione.

La ragione è maledettamente semplice: siamo in attesa leggi tutto

La laurea, un bene di famiglia

Francesco Provinciali - 03.08.2024

Nell’annuale Rapporto ISTAT sui “livelli di istruzione e i ritorni occupazionali” riferito ai dati rilevati nel 2023, si evidenzia come il titolo di studio posseduto dai genitori resti un valore aggiunto per il percorso formativo dei figli. Quando infatti i genitori hanno un basso livello di istruzione quasi un quarto dei figli (il 24%) abbandona precocemente gli studi mentre di converso questa percentuale scende precipitosamente al 2% se il padre o la madre sono laureati. E mentre in un contesto familiare culturalmente deprivato solo il 10% dei figli completa il corso di studi fino alla laurea, in presenza di un genitore in possesso di laurea questo dato sale fino al 70% dei casi. È di tutta evidenza come la famiglia sia non solo un ambiente relazionale e affettivo – realtà peraltro pur sempre fondamentale per una crescita psico-fisica positiva della prole – ma inoltre come il dato culturale e più specificatamente il possesso di un titolo di studio elevato- segnatamente una o due lauree – conseguito dei genitori, rappresenti un atout di assoluto rilievo peraltro incidentale nel curricolo scolastico dei figli fino al raggiungimento, a loro volta,  del più alto titolo di studio. Considerando inoltre la fascia di popolazione compresa tra i 25-64enni, il tasso di occupazione dei laureati è 11 leggi tutto

Aspettando l’autunno

- 31.07.2024

È un classico: in questa stagione la politica ragiona lanciando assaggi più o meno provocatori in attesa di un autunno in cui sono sempre attesi eventi più o meno sconvolgenti. Quest’anno non fa eccezione. L’ipotesi ventilata di una possibile crisi di governo è un sasso lanciato nello stagno per vedere l’effetto che fa, in attesa delle prove d’autunno: la legge di bilancio (la vecchia “finanziaria”), le tre tornate elettorali regionali in Liguria, Emilia Romagna e Umbria, il tutto col contorno dell’attesa per le pronunce sui referendum avviati, sia in termini di raccolta delle firme necessarie per promuoverli (il cui successo pare scontato), sia a livello di ammissibilità dei quesiti da parte delle Corti.

Ancor prima, probabilmente, si saprà cosa ha deciso von der Leyen a Bruxelles circa il ruolo da assegnare al commissario italiano, per vedere poi se e come avrà il via libera dal parlamento europeo. Non una faccenduola di scarsa importanza per la premier Meloni, che a seconda di come andrà, potrebbe o rafforzarsi in qualche misura, o finire sotto l’attacco concentrico delle opposizioni e di qualche alleato di maggioranza.

Infine ci sarà da vedere se e come andranno avanti le procedure per le due riforme istituzionali, quella sul premierato leggi tutto

Mordere il cielo

Francesco Provinciali - 27.07.2024

Per capire la metafora con cui Paolo Crepet ha intitolato il libro bisogna cogliere e spiegare le ragioni di quelle contraddizioni esistenziali a cui abbiamo dato il nome di ‘complessità’ per connotare il presente: un limbo indeterminato che contiene il tutto e il suo contrario, dal negazionismo, all’indifferenza, dalle incertezze, alle paure, al rancore, all’ignavia che ci rendono isolati e simili alle monadi di leibniziana memoria. L’omologazione culturale spinge verso i luoghi comuni: è più facile usare il pensiero pensato da altri che fare appello alla ragionevolezza e al pensiero pensante, dovrebbe essere questo il tabernacolo che racchiude le nostre irripetibili identità ma risulta più facile affidarsi alle idee e ai modelli già in circolazione. Questo risparmio di fatica può costarci una involuzione irreversibile. Sarà un refrain ricorrente ma è indubbio che l’utilizzo sempre più intensivo delle tecnologie ha provocato una sorta di anestesia dell’anima e della mente mentre dai codici semantici, simbolici ed espressivi utili per comunicare va gradatamente scomparendo l’alfabeto del cuore e dei sentimenti. Crepet non nega l’utilità del progresso scientifico ma ad una condizione: che sia sempre l’uomo ad impugnare il timone della vita e a orientarne la rotta. Osservando il futuro non è difficile preconizzare – ne aveva leggi tutto

Il quadro politico si va complicando

Paolo Pombeni - 24.07.2024

Qualcosa si muove nella politica italiana a fronte di quanto è avvenuto dopo le votazioni a Strasburgo per la riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea. Anche se inizialmente si era detto che quel che accadeva nel parlamento europeo non avrebbe avuto ricadute sulla politica di casa nostra, così non è stato.

Giorgia Meloni ha sottovalutato la portata di quel che si stava formando negli equilibri della UE. La sua scelta di opporsi alla selezione dei candidati ai vertici nel Consiglio europeo e poi di non votare la nomina della von der Leyen l’ha messa nella sgradevole posizione di perdere una quota non insignificante del prestigio che si era guadagnata. È stata oggettivamente intrappolata dalla scelta di Macron, Scholz e Sanchez di dare una torsione “partitica” alla configurazione di vertici UE, rompendo lo schema tradizionale del condominio a livello di stati. Non ha colto che le debolezze interne in alcuni contesti nazionali chiave spingevano all’arrocco, dimostrando così di non voler dare spazio ad un conclamato “vento di destra” che in realtà era meno forte di quanto voleva apparire. Questo spingeva a negare a Meloni un ruolo chiave come possibile “ponte” verso un conservatorismo di destra che in realtà non leggi tutto

Dalla nazionalizzazione dell'energia elettrica al caos del mercato libero

Francesco Provinciali - 20.07.2024

Il quarto governo guidato da Amintore Fanfani depositando il 26 giugno 1962 il disegno di legge n. 3906, intitolato “Istituzione dell’Ente per l’energia elettrica e trasferimento ad esso delle imprese esercenti le industrie elettriche”, intendeva assumere un provvedimento che garantisse una gestione equa, omogenea, controllata della produzione e distribuzione dell’energia elettrica nell’ottica della sua nazionalizzazione. La legge istitutiva fu approvata il 6 dicembre 1962.  Fanfani era un politico di rango, un cavallo di razza, il cui pregio principale consisteva in una visione lungimirante e pragmatica del governo del Paese e della sua crescita tumultuosa in epoca di boom economico, capace di una esposizione sintetica del proprio pensiero, caratterizzata da un eloquio fluente e convincente, che anteponeva gli aggettivi ai sostantivi. Il contrario di quello che Andreotti mi raccontò molti anni dopo parlandomi della Thatcher, che di aggettivi non ne usava proprio, andando subito al sodo. Sul piano strettamente politico la nazionalizzazione dell’energia elettrica (con l’istituzione dell’ENEL) ma anche il concomitante “piano casa” (più esattamente INA CASA) tendente e realizzare una estesa progettualità residenziale sull’intero territorio nazionale (ideato da Fanfani tra il 1949 e il 1963 come Ministro del Lavoro), rappresentava un’apertura al nascente centro-sinistra (il primo Governo a guida Moro nacque il 4 dicembre 1963) e il particolare al leggi tutto