Ultimo Aggiornamento:
12 ottobre 2024
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Argomenti

Bandiera bianca e bandiera rossa

Francesco Provinciali - 16.03.2024

Quando un Papa si esprime le sue parole hanno un peso specifico incomparabile. Per i cattolici aderire al suo pensiero è un atto di adesione spontanea. Anche se diventa obbedienza dovuta quando parla ex cathedra su materie di fede, in quanto interprete della parola di Dio. Mentre un giudizio politico dato dal Papa è pur sempre criticabile senza venire meno al rispetto dovuto al suo ufficio e questo mitiga un eventuale disallineamento rispetto alla sua visione delle cose.

Per i laici o per chi professa altre religioni conta la Sua statura morale, il suo essere il più autorevole e ascoltato riferimento ideale a livello planetario. Dialogando con il giornalista della Radio Televisione Svizzera – RSI, Lorenzo Buccella, Papa Francesco si è soffermato sulle guerre che tormentano l’umanità: non le ha mai dimenticate, ha sempre pregato per tutti coloro che ne sono stati coinvolti, dolorosamente, ha lanciato incessanti appelli per la pace, inascoltato. L’indifferenza, il relativismo etico, la mistificazione dei fatti sono una costante del nostro tempo che si accompagnano all’uso della violenza in tutte le sue orribili rappresentazioni fisiche e simboliche. E’ un dato di fatto con cui dobbiamo misurarci. Tuttavia in questa occasione alcune espressioni usate dal Santo Padre hanno provocato code polemiche leggi tutto

Il mistero della preghiera, la forza dell'umiltà

Francesco Provinciali * - 23.12.2023

Quando chiesi al Cardinale Carlo Maria Martini in che misura la via del silenzio, della meditazione e della preghiera può essere fonte di rivelazione e di incontro con Dio, mi rispose con parole che debbo trascrivere, tanto sono ricche di pathos, accessibili a tutti e umane.

Non dogmatiche ma aperte e universali: le rileggo ogni tanto per trovare una spiegazione all’idea di fraternità e a quella di affidamento, che sono due buone ragioni per dare un senso al transito terreno, a qualunque credo ci si ispiri e persino per i non credenti, quel popolo di Dio che il Cardinal Martini amava in modo particolare e verso il quale prestava attenzione e ascolto.

Francamente se dovessi dire alla fine della mia vita qual è il fondamento razionale della preghiera, non saprei dirlo. Prego perché Gesù ha pregato, prego perché il Signore ci invita alla preghiera, prego perché la preghiera è un mistero che ragionevolmente non sembra spiegabile. La preghiera ci mette nel cuore di Dio, nella sua mente, allarga la dimensione dello spirito. Nella preghiera sincera talvolta sgorgano delle lacrime: queste lacrime sono benedette quanto un battesimo, dobbiamo pregare per ottenere il dono delle lacrime. Una lacrima di pentimento scioglie la durezza di leggi tutto

I monsignori di Voltaire

Francesco Provinciali * - 06.05.2023

Dopo la fine del partito unico dei cattolici è finita anche la loro presenza politica o rimane qualcosa di quei principi, di quei programmi, di quei valori che avevano ispirato tanta parte della storia recente di questo Paese?

E dopo il tramonto del collateralismo con le associazioni, con i cenacoli culturali, con il mondo del volontariato, con lo stesso sindacato, dove può trovare spazio e collocazione – se mai esiste ancora – una dottrina sociale ispirata ai principi della giustizia e della carità, dell’equità e dell’etica dei comportamenti? Non disponiamo oggi di un Codice di Camaldoli in versione 2.0, mancano menti illuminate, penne raffinate e visioni lungimiranti.

Ma non per questo si deve giocare al ribasso.

Dal cattolicesimo popolare possono emergere idee e luci per rischiarare i troppi coni d’ombra del presente.  A guardarsi in giro è difficoltoso distinguere, anche stropicciandosi gli occhi: retaggi, rimpianti, ricordi danno sostanza ad uno sparigliamento che assomiglia più al limbo dell’indeterminato di quanto non rendano l’idea di una compattezza nobilitata da connotazioni qualificanti.

E serve ancora a questa Italia del terzo millennio che i cattolici si rimbocchino le maniche e si diano da fare per partecipare con fattivo e concreto contributo a definire e magari guidare ancora un modello leggi tutto

Siamo stati schiavisti. I gesuiti negli Stati Uniti fanno i conti (salati) con il proprio passato

Claudio Ferlan - 27.03.2021

La Compagnia di Gesù si è assunta una assai rilevante responsabilità negli Stati Uniti, impegnandosi a raccogliere 100 milioni di dollari a beneficio dei discendenti delle persone schiavizzate che un tempo l’ordine religioso possedeva e aveva venduto per agevolare un’operazione commerciale. Il New York Times ha salutato la promessa dei leader gesuiti americani come uno dei più grandi sforzi della Chiesa cattolica romana nel fare ammenda per il proprio coinvolgimento nello schiavismo.

Andiamo indietro nel tempo per cercare le radici di questo impegno. Nel 1838 i proprietari gesuiti dell’Università di Georgetown vendettero 272 schiavi, uomini, donne e bambini, ai proprietari di piantagioni in Louisiana, in cambio di 115.000 dollari (equivalenti a circa 3,3 milioni di dollari del 2021).

Perché i gesuiti lo fecero? Per far fonte ai debiti accumulati dalla Georgetown University  (allora Georgetown College), fondata da John Carroll nel 1789, quando la Compagnia di Gesù era formalmente soppressa ma lottava per sopravvivere in varie parti del mondo. È stata la ricerca storica a consentire la messa in moto del procedimento di risarcimento, chiamiamolo così, che ha dato il via all’onere dei 100 milioni. Nel settembre 2015 Georgetown si è impegnata “in un processo di lungo termine e continuativo per comprendere più profondamente e per dare risposta al ruolo dell’università nell’ingiustizia della leggi tutto

La politica populistica di Trump e la lotta religiosa per il controllo del sogno americano

Alessandro Micocci * - 16.12.2020

Nelle recenti elezioni presidenziali gli Stati Uniti sembrano essere giunti, nell’opinione dei mass media, a un punto di radicale rottura del paese in due fazioni, schierate in un, seppur banale e riduttivo, “o con Trump o contro”. Se da una parte questa divaricazione sociale, culturale e politica è stata incentivata dal populismo e dalla dialettica del miliardario repubblicano, dall’altra la netta estremizzazione delle posizioni tra democratici e repubblicani può leggersi in una chiave evoluzionista, la quale può far luce su una strategia politica fredda e programmata: non dunque, come la frenetica attività dei media ritiene, a una deriva populistica di Donald Trump, di concerto con il suo establishment.

A questo scopo risulta interessante riprendere un libro di Emilio Gentile, “La democrazia di Dio. La religione americana nell’era dell’impero e del terrore” (Bari, Laterza, 2008), che pur focalizzandosi sulla politica portata avanti dalla presidenza di George W. Bush figlio, analizza un particolare aspetto della politica USA che in questo periodo storico assume un connotato molto più aspro e deciso.

Gentile si concentra sulla forte connotazione religiosa data alla figura del presidente degli Stati Uniti da Bush, riuscendo in tal modo a rendere indiscutibili e immuni da ogni critica razionale le sue mosse politiche, leggi tutto

Adolfo Nicolás, un gesuita del nostro tempo

Claudio Ferlan - 23.05.2020

Lo scorso 20 maggio è morto a Tokyo Adolfo Nicolás, trentesimo superiore generale della Compagnia di Gesù (l’ordine religioso cui appartiene papa Francesco). Nato a Villamuriel de Cerrato  nella odierna comunità spagnola di Castiglia e León il 29 aprile 1936, aveva trascorso buona parte della vita nelle Filippine e in Giappone, dove era tornato dopo aver lasciato la guida dei gesuiti nell’ottobre 2016.

In continuità con i propri predecessori, Pedro Arrupe  (1907-1991, generale tra 1965 e 1983) e Peter-Hans Kolvenbach (1928-2016, generale tra 1983 e 2008), Nicolás aveva infatti scelto di dimettersi. Se la decisione di Arrupe era stata strettamente vincolata a una grave malattia e a una sostanziale sua destituzione decisa da Giovanni Paolo II, Kolvenbach aveva invece lasciato volontariamente la carica, una volta compiuti gli ottant’anni. Aveva comunicato la sua intenzione due anni prima, per consentire un’adeguata preparazione alla successione e aveva specificato di aver ottenuto il consenso dell’allora papa regnante Benedetto XVI. Non possiamo escludere che il gesto abbia in qualche modo se non ispirato, quantomeno interrogato  Joseph Ratzinger. Identica decisione era stata presa da Nicolás, con le medesime tempistiche: preannunciate le dimissioni nel 2014 (con l’accordo di Francesco) leggi tutto

Don Giovanni Barbareschi: sacerdote partigiano, ribelle per amore

Francesco Provinciali * - 25.04.2020

In un recente saggio il Prof. Agostino Giovagnoli considera il contributo che Chiesa e clero offrirono fattivamente alla lotta di Liberazione dal nazifascismo, citando uomini, contesti e azioni che per lungo tempo sono stati ascritti dalla storiografia a quella “zona grigia” dell’attendismo come l’aveva definita Renzo De Felice, quando invece larga parte del mondo cattolico esprimeva una accesa ribellione morale,  un’opposizione alla violenza fascista e nazista ‘fondate sulla fede e sulla sensibilità cristiana, prima ancora che su ragioni ideologiche e politiche’. Ho avuto modo di interessarmi a quel periodo della nostra Storia, raccogliendo la testimonianza di un sacerdote che partecipò attivamente alla lotta partigiana: mi riferisco a Don Giovanni Barbareschi ( scomparso a Milano il 4 ottobre 2018), Giusto fra le Nazioni, medaglia d’argento della Resistenza e medaglia d’oro del Premio Isimbardi, in tempi di pace Giudice del Tribunale Ecclesiastico regionale, insegnante nelle scuole superiori, amico intimo di Don Gnocchi, il prete dei mutilatini.

L’incontro con Don Barbareschi mi consentì di conoscere un personaggio davvero straordinario e di realizzare con lui una lunga intervista pubblicata tra l’altro dalla Rivista Patria dell’ANPI che fu successivamente oggetto di ulteriori approfondimenti con il Presidente nazionale Raimondo Ricci.  La testimonianza di Don Barbareschi conserva una sorprendente attualità: leggi tutto

L’epidemia ci ha fatto riscoprire la mortalità

Massimo Nava * - 22.04.2020

Dall’inizio della civiltà, culture e religioni s’interrogano sul mistero della morte. E’ il destino dell’uomo, la scadenza biologica cui nessuno può sfuggire. Per i credenti, secondo le più diverse concezioni, la morte è un ricongiungimento con Dio, il ritorno alla terra dei Padri, la possibilità di una reincarnazione.

Anche la cultura laica e occidentale riflette sulla morte. La certezza della fine stimola la riflessione sul senso dell’esistenza, pur in mancanza di “premi” dell’Aldilà.

Ma nel Terzo Millennio, la cultura laica e occidentale ha stabilito   un diverso rapporto con la morte. I progressi della scienza e della medicina hanno sconfitto epidemie e ridotto i “mali incurabili”. Benessere e protezioni sociali hanno offerto la straordinaria possibilità di fermare il tempo. Grazie al lifting e a “sostituzione” di parti del corpo - mani, gambe, cuore, fegato e in prospettiva persino il cervello - si è insinuata nella cultura di massa l’illusione o addirittura l‘aspettativa di un prolungamento indefinito dell’esistenza. Certamente continueremo a morire, ma il più tardi possibile e, probabilmente, più per cause accidentali che per le malattie sempre meno mortali. Il sociologo Harari ha parlato di A-mortalità come condizione del nostro futuro prossimo.

Società invecchiate, problematiche pensionistiche e demografiche, stili di vita, rapporti interpersonali, attività leggi tutto

La libertà della tavola. Digiuno e astinenza in Quaresima

Claudio Ferlan - 29.02.2020

La rivista dei gesuiti statunitensi America ha ospitato nel primo giorno di Quaresima un articolo di Amanda Martinez Beck, nel quale con acume e profondità di pensiero si analizza la cultura cattolica, soprattutto statunitense, dei quaranta giorni precedenti la Pasqua vista da chi soffre di disturbi alimentari. Si tratta di un insieme di norme sociali in cui trovano spazio slogan come «molla lo zucchero e perdi peso», slogan che devono essere tenuti ben presenti anche dalla chiesa per comprendere il sentimento dei propri fedeli che vivono un difficile rapporto con il proprio corpo. Questa cultura della dieta riflette aspettative sociali per le quali un corpo «buono» deve inevitabilmente essere sano e snello. Chi come Amanda Martinez Beck è sovrappeso (scrive di sé di avere un large body) può non sentirsi al proprio posto neppure nella propria chiesa, specialmente durante la Quaresima. Ragionare su sensatezza e fondatezza di messaggi richiamanti il sacrificio alimentare non è questione solo attuale, ma un atteggiamento che ha segnato la storia del cristianesimo fin dalle sue origini. Tra le volontà di riforma che spinsero Zwingli, Calvino e Lutero a prendere le distanze da Roma vi fu anche il rifiuto delle regole su digiuno e astinenza, fondato soprattutto sulle leggi tutto

Scintille di luce

Francesco Provinciali * - 27.07.2019

Incontrare uomini come il Cardinale Ersilio Tonini è un’esperienza che può concedere indicibili emozioni: così era successo anche a me che ho avuto questa straordinaria opportunità.

Tornando da Ravenna portavo il dono di un incontro-intervista e il ricordo di un contatto umano e spirituale che mi ha arricchito come forse mai mi era capitato nella mia vita.

Probabilmente nessun’altra occasione di riflessione e di meditazione avrebbe potuto restituirmi il senso più autentico dell’intimità spirituale. Da persone di questa levatura morale si possono ricevere parole di consolazione e di incoraggiamento che –come scintille di luce – riescono ad illuminare la nostra esistenza per capire il mondo intorno a noi, dare un senso al nostro cammino terreno nella ricerca della verità e del bene ed aiutarci ad essere migliori.

Avevo trascorso quasi una giornata in sua compagnia ma è stato come se ci fossimo conosciuti da sempre: mi aveva accolto come un padre e nel suo argomentare la figura paterna era riecheggiata come memoria della sua stessa vita e come spiegazione del mistero dell’incarnazione e del sacrificio “li hai dati a me e io li ho custoditi”: il concetto di paternità come affidamento, condivisione e protezione.

Nel suo studio, ricco di libri di religione, cultura, leggi tutto