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Il voto del 2018 nelle "capitali regionali"
I capoluoghi di regione sono i luoghi nei quali si svolgeranno le battaglie più aperte e aspre fra centrosinistra e destra. Per questa ragione, abbiamo deciso di analizzare i tre più recenti appuntamenti elettorali: le politiche del 2018, le europee del 2019 e le regionali (a statuto ordinario) del periodo 2018-'20. Queste consultazioni hanno un punto in comune: come nel resto della Seconda Repubblica, nelle metropoli il centrosinistra è costantemente sopra le medie nazionali, mentre la destra è, specularmente, sotto media. Succedeva un po' anche nella Prima Repubblica, con la Dc debole nelle grandi città e i laici (in parte anche il Pci) su percentuali migliori di quelle nazionali. Che le sfide nei collegi uninominali dei "capoluoghi regionali" (per riprendere il titolo del mio volume del 2018, pubblicato dal Mulino, dal quale attingeremo i dati) si vede anche esaminando il rendimento dei poli nelle metropoli e nel resto d'Italia. Alle scorse politiche, nei collegi inerenti ai venti capoluoghi di regione, il centrosinistra si è aggiudicato il 28,6% degli "uninominali", contro il 24,5% del centrodestra e il 46,9% del M5s. Altrove, invece, il centrosinistra ha avuto appena il 7,7% dei collegi in palio, contro il 54,1% del centrodestra e il 38,3% del M5s. In sintesi, la probabilità che nei collegi uninominali delle grandi città, nel leggi tutto
Le ragioni di fondo delle elezioni anticipate
Forse non è inopportuno e può anzi risultare utile, proprio perché siamo in piena campagna elettorale, cercare di capire le motivazioni politiche che ci hanno portato a queste, poco opportune, elezioni anticipate. In premessa possiamo dire che sono motivazioni che vanno ricondotte da un lato alla ragione di partito, modernamente intesa, e dall’altro a più profonde, anche se non sempre percepite, affinità ideologiche.
Le cause immediate della crisi di governo sono abbastanza evidenti, si riportano, infatti, ad un calcolo di bottega: la volontà di alcuni degli attori politici di arginare la perdita di consensi che si sarebbe registrata se la legislatura fosse arrivata al suo termine naturale.
Questo riguarda in primo luogo il Movimento 5Stelle che da tempo registrava un calo costante nei consensi. Una situazione che Giuseppe Conte sperava di fronteggiare portando il partito all’opposizione, o comunque in una posizione critica rispetto alla maggioranza, per i prossimi mesi. Un discorso del tutto analogo vale per la Lega. Anche il partito di Salvini è dato da tempo in calo costante nei sondaggi, perciò il leader leghista ha colto la palla al balzo dell’iniziativa grillina per sfilarsi dalla maggioranza, far cadere il governo e andare ad elezioni anticipate. A suo avviso, restare nella leggi tutto
L'emergenza ambientale è legata al fattore umano
Si può ragionevolmente affermare che, se non interverranno correttivi alla deriva in atto, sia cominciato un drammatico conto alla rovescia per il nostro Pianeta. Ciò significa che la compromissione ambientale, anche nei suoi rapporti con la sostenibilità della dimensione antropologica sta rapidamente configurando scenari preoccupanti per la sussistenza della vita stessa sulla Terra. Già nelle 40 pagine di evidenze scientifiche, priorità e raccomandazioni ai governi redatte dal 29/4 al 4/5 2019 in sede OCSE, dai rappresentanti di 130 Paesi aderenti all’Ipbes (la piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e gli ecosistemi) per esaminare un Rapporto dell’ONU stilato in 3 anni di lavoro da parte di oltre 150 esperti, volto allo studio e all’approfondimento dei rischi delle biodiversità, si coglieva la sensazione di un imminente “tsunami” globale che potrebbe portare in tempi definiti “relativamente brevi” all’estinzione di una serie di specie viventi che popolano i mari e la Terra, fino ad 1/8 di quelle attualmente censite pari ad una cifra mostruosa di circa un milione di ‘specie’ animali e vegetali. Ciò che influisce sull’alterazione delle biodiversità esistenti sono i comportamenti umani: sfruttamento del suolo e delle risorse naturali, come l’acqua e il legno, agricoltura intensiva, caccia e pesca, inquinamento ambientale, uso dei pesticidi, leggi tutto
Le contraddizioni del cosiddetto voto utile
La scelta di Enrico Letta di trasformare il confronto elettorale in una lotta epica fra la destra e la sinistra, poi magari, trascinato dalla mania delle personalizzazioni, fra lui e Giorgia Meloni, non è una decisione opportuna per il futuro della democrazia italiana. Non solo perché probabilmente ci getterà nell’ennesima riedizione di una legislatura avviluppata nella eterna rappresentazione della politica come lotta fra gli angeli e i demoni, cosa che favorisce in entrambi i campi l’affermarsi dei pasdaran e dei demagoghi. Molto di più perché apre il varco proprio a quella tentazione cosiddetta “presidenzialista” che invece il PD e altri non vorrebbero vedere instaurata.
La polarizzazione del confronto fra due sole aree veramente legittimate ad interpretare le variabili della vita politica porta ad affidare poi la scelta del “vincitore” al risultato delle urne, negando però qualsiasi spazio dialettico e qualsiasi vero ruolo per l’opposizione di chi perde, ridotta solo a recitare la litania della demonizzazione del vincitore nella speranza di cacciarlo alla prossima scadenza elettorale. È uno spettacolo poco esaltante che abbiamo già visto lungo l’arco della cosiddetta seconda repubblica.
La plastica rappresentazione di cosa significhi un andazzo del genere è nell’occupazione dell’ampio sistema di sottogoverno che è stato costruito. La RAI è emblematica perché è, leggi tutto
La politica italiana dell’era Covid 19: misteri e irresponsabilità di troppo
Gli storici del futuro si troveranno di fronte a un vero e proprio rompicapo per quanto riguarda la politica dell’era Covid 19 nel nostro Paese, se vorranno tentare di ritrovarvi qualche elemento di razionalità o perlomeno di ragionevolezza. Basti pensare, restringendo lo spettro di osservazione al 2022, ai “balletti” insensati di molti leader di partito in occasione della elezione del Presidente della Repubblica, poi per fortuna risoltisi, per qualche miracolosa congiuntura di cui gli storici stessi cercheranno di tracciare le coordinate, nella rielezione di Sergio Mattarella. Che dire poi di una classe politica che da ultimo, (quando la pandemia non è ancora debellata così come i suoi pesanti contraccolpi economico-sociali e in più la guerra di aggressione di Putin all’Ucraina ha innescato devastanti conseguenze sul piano globale), ha mandato a casa un Presidente del Consiglio che, alla testa di una larga coalizione di Governo, aveva saputo dare nuova credibilità all’Italia sia sul piano interno che sul piano internazionale? Quanto alle modalità con cui il Draghicidio è avvenuto, gli storici di cui sopra avranno molto da pensare e arrabattarsi se cercassero mai di andare alla ricerca di qualche canone di ragionevolezza, non solo nei termini dell’interesse dell’Italia ma anche per le modalità attraverso le quali 5 Stelle, leggi tutto
“Caino” un libro di Josè Saramago
Commento di Francesco Domenico Capizzi*
Ancora nel secondo dopoguerra Saramago non avrebbe potuto, senza ostacoli, esibire pubblicamente “Caino” in Italia, edito da Feltrinelli nel 2009: la “società cristiana” esigeva “l’ordine sociale” dettato da stantie sacralità dalle origini clericali e da clericalismi nelle loro vaste articolazioni d’ispirazione fondamentalista, palesi e criptiche, strutturali, mediatiche e politico-amministrative.
Nel 1965 la fantasiosa ragione dell’inagibilità in sicurezza del teatro capitolino di prosa, prima, e la forzata deformazione interpretativa delle norme concordatarie costituzionali, immediatamente dopo, formarono i pretesti ufficiali, neppure velati da parte del prefetto di Roma, per ordinare la sospensione immediata della pièce teatrale “Il Vicario”, diretta da Gian Maria Volonté.
La figura di Pio XII, il “Pastore angelico”, veniva caricata della responsabilità di consapevoli omissioni e perduranti passività in discriminazioni e persecuzioni e genocidi perpetrati dai nazi-fascisti sulle Comunità ebraiche di tutta l’Europa, con epicentro in Germania es Italia, a Roma in particolare inizialmente.
La fede cattolica da secoli si era secolarizzata, istituzionalizzata avendone edificato un poderoso sistema politico-amministrativo omnicomprensivo, etico e morale assorbente leggi tutto
Guida alla lettura dei sondaggi pre-elettorali
Fra pochi giorni non si potranno più diffondere sondaggi d'opinione. In questo modo, le posizioni dei partiti verranno "cristallizzate" a quindici giorni prima del voto; il problema è che quei dati saranno confrontati con i risultati elettorali, dando verosimilmente adito all'ennesima polemica sui sondaggisti che sbagliano. Da quando è nata la cosiddetta Seconda Repubblica, i sondaggi sono diventati un elemento importante della campagna elettorale (Berlusconi, per esempio, ha usato i più vantaggiosi già nel 1994 per far propaganda al suo partito), però ancora non si è capito che questo strumento ha un limite. Così, soprattutto sui social (dove l'ignoranza e la malafede trovano un certo brodo di coltura) ci si scaglia contro i "sondaggi taroccati dal potere" (ogni tanto un bel complottone ci vuole, altrimenti alcuni internauti si sentono inappagati). Le rilevazioni delle società che operano seriamente e da molto tempo sul mercato sono degne di attenzione, anche se non si sottolineano quasi mai le istruzioni per l'uso: 1) il sondaggio fotografa l'esistente (neanche quello di oggi, ma di uno o due giorni fa quando sono state fatte le interviste); 2) a seconda del campione, il margine d'errore può essere più o meno alto (di solito è il 3%: ciò vuol dire che un partito del 12,5% vale in leggi tutto
Rientrano a scuola i docenti no-vax e i lavoratori fragili privi di tutele
Mentre noti virologi che hanno sempre ispirato le decisioni sanitarie sul Covid da parte dei Governi in carica si candidano alle elezioni o si mettono a disposizione dell’esecutivo per rafforzare una linea di tendenza preventiva ispirata dalla scienza e dalla medicina, giunge alle scuole una Circolare del Ministro dell’Istruzione sul rientro in servizio dal 1° settembre dei docenti no-vax. Con il 31 agosto cessano le misure di protezione sanitaria e anche i professori non vaccinati potranno ritornare a scuola, anche se impegnati in compiti diversi dall’insegnamento. Nonostante la più recente media nazionale si attesti su circa 25 mila nuovi casi e 100 decessi giornalieri, con un indice di positività tra il 15 e il 20 % a seconda delle regioni, si allentano le restrizioni ed è significativo che ciò avvenga anche a scuola, dove non sono stati adottati gli attesi provvedimenti sull’aerazione delle aule, l’organizzazione della didattica in presenza, il sovraffollamento delle classi, i distanziamenti e la profilassi dei casi: le scuole sono un luogo di compresenze variegate per età di alunni e personale ma prive di presìdi sanitari di controllo specie da quando la figura del medico scolastico è stata giubilata.
Nel frattempo, nonostante emendamenti e odg presentati in Parlamento dagli On.li De Toma e Dall’Osso, e leggi tutto
Una legislatura costituente?
A vedere come si sta sviluppando la campagna elettorale non sembrerebbe di trovarsi di fronte a partiti che ragionano nei termini della futura legislatura che, se sarà normale, durerà cinque anni. Per lo più si va avanti a slogan, o al massimo si pensa ai problemi contingenti. Alcuni sono molto seri, come la crisi economica che si prospetta a seguito delle emergenze nel campo energetico o anche, più brutalmente come ha ricordato il presidente francese Macron, perché è finita “l’età dell’abbondanza”. Tuttavia anche per queste ragioni si renderà necessario sistemare il quadro delle nostre istituzioni, per metterle in grado di rispondere in maniera efficace alle dure prove che ci attendono.
Ad essere vissuta come una questione istituzionale è attualmente solo la proposta di introduzione di un sistema presidenziale, obiettivo malamente presentato da Giorgia Meloni che prima l’ha buttato sul tappeto nei termini vaghi di far scegliere agli elettori il vertice della nazione e poi, sommersa da varie critiche, ha un po’ ma non molto raddrizzato il tiro. La questione è molto complicata, ridurla alla banale storiella del tentativo di introdurre in Italia una democrazia illiberale sul modello dell’Ungheria di Orban è una mistificazione polemica.
Il tema era presente già nell’assemblea costituente, quando alcuni proposero leggi tutto
Rappresentatività contro rappresentanza
Come è noto, con il sistema elettorale detto “Rosatellum” gli elettori non avranno modo di scegliere i propri rappresentanti, ma dovranno limitarsi a sottoscrivere, sia nell’uninominale sia nel proporzionale, quelli indicati dai partiti. Il sistema è certamente discutibile, ma nessuna forza politica ha fatto una qualche battaglia per cercare seriamente di cambiare il sistema. Perché le segreterie di partito avrebbero dovuto perdere il privilegio di creare i propri rappresentanti? Nessuno può dire se tale selezione risulti più efficace e virtuosa di quella che avrebbero fatto gli elettori se fosse stata data loro la possibilità di individuare chi inviare in Parlamento. Tuttavia, a fronte di tale dubbio, una questione non banale comunque va posta: perché quei nomi e non altri?
Il problema è un classico della polemica antiparlamentare che dall’Unità d’Italia in poi, ha costantemente ritenuto inadeguati, per non dire peggio, i deputati succedutisi su quei contesi scranni. Sappiamo che per gran parte dell’800 gli eletti erano in sostanza notabili provenienti dalle classi più agiate. È stata la crescita del ruolo dei partiti a modificare tale realtà incentrata sul privilegio sociale, permettendo, con l’estendersi del suffragio, l’ingresso alla Camera anche di figure la cui candidatura era frutto delle scelte dei primi grandi partiti di massa, leggi tutto