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Come, nello spazio, i buchi neri diventano buchi bianchi
Fascino, mistero e spiegazione: queste parole potrebbe accompagnare la lettura del libro del fisico Carlo Rovelli sulla trasformazione dei buchi neri in buchi bianchi, come ribaltamento di prospettiva di osservazione oltre l’orizzonte del visibile e dell’immaginabile, al di là dei confini spazio-temporali.
Sarebbe presuntuoso tentare di riassumere in termini divulgativi lo sforzo di descrizione di un fenomeno scientifico, d’altra parte tutto ciò che riguarda quanto avviene nell’Universo (o avveniva miliardi di anni fa per proiettarsi sulla linea del tempo attuale) e quanto sta accadendo o si riscontrerà e verificherà nei miliardi di anni a venire va sempre considerato e ricomposto nella fascinazione dell’immaginabile: passato, presente e futuro come categorie del tempo che solitamente usiamo per misurare e classificare i fenomeni della nostra dimensione esistenziale qui acquisiscono margini estremamente dilatati, per cui riassumere attraverso congetture, dimostrazioni e comparazioni ciò che avviene nell’Universo non può essere ridotto a poche formulette essoteriche. Le stesse equazioni di Einstein – ancorché validate – vengono messe a dura prova quando si tenta di spiegare che cosa sono questi buchi neri di cui tanto si parla tra gli scienziati e insieme allo sforzo di comprensione si tenta di capire come avvenga la loro trasformazione nei figli minori – i buchi leggi tutto
Evitiamo acrobazie interpretative: le comunali sono elezioni “locali”
La politica è tutta un test, si potrebbe dire scimmiottando una nota canzonetta. Si tratta però di capire che tipo di test di volta in volta possa essere. Ci sarà naturalmente tempo e modo per analisi dei dati e dei flussi (per noi lo farà sabato l’ottimo Luca Tentoni), ma intanto vediamo di proporre una lettura “di superfice” che non vorremmo fosse superficiale.
I media ed i numerosi fan club che circondano i partiti nella carta stampata e sulle TV sono alla perenne ricerca di conferma delle rispettive tesi: Meloni si rafforza come guida suprema della destra? La Lega di Salvini è in stasi o si riprende? Nel PD è visibile l’effetto Schlein? I Cinque Stelle come sono messi? Il terzo polo da qualche segno di vita?
Sono tutte domande legittime, ma poste ad eventi che non sono in grado di dare risposte soddisfacenti. Nelle elezioni comunali è difficile che la gran parte degli elettori scelga seguendo appartenenze di parte od orientamenti solo ideologici. La ragione è semplice: per prima cosa l’affezione ad uno schieramento a prescindere da ogni valutazione è sempre più in forte calo; in secondo luogo la scelta è condizionata da una conoscenza abbastanza prossima dei candidati in campo, specie quando come nella tornata
Patria senza conflitti? Ideologia e realtà di una narrazione politica
Al di là delle effettive caratteristiche ideologiche dell’attuale governo, non si è mai parlato così tanto di fascismo con riferimento all’attualità, come in questi mesi. Per la classe politica che ruota attorno a “Fratelli d’Italia” questo continuo richiamo al fascismo non è altro che uno strumento di lotta politica maneggiato da una sinistra che non ha la forza politica per contrastare il successo elettorale della nuova destra a trazione meloniana. L’ambiguità del problema però non sembra potersi dissolvere così facilmente. Non c’è dubbio che gli esponenti del governo siano disposti, in molti casi anche convintamente, a condannare il fascismo-regime, vale a dire il sistema di potere dittatoriale crollato 80 anni fa verso cui, si sostiene, non c’è alcuna nostalgia. Più problematica, anche alla luce della miriade di recenti esternazioni pubbliche e private, risulta essere la questione del riferimento ideologico che sorregge l’azione politica degli esponenti di Fratelli d’Italia. Il motore effettivo di quell’area politica non è certamente il conservatorismo e neppure l’anticomunismo, obiettivo che dagli anni ’80 non ha più alcuna forza emotivamente aggregante. Il vero riferimento ideale che caratterizza l’attuale compagine di governo è l’anti-antifascismo. Ecco, dunque, perché l’eterno nodo della permanenza del fascismo in Italia continuerà a rimanere ben saldo: se il fascismo leggi tutto
La coscienza come conquista e valore dei comportamenti umani
Tra i suoni gutturali degli antenati degli ominidi e le applicazioni di intelligenza artificiale dello ChatGPT (in attesa degli sviluppi che vivremo sulla via del Metaverso), corrono tra i 5 e 7 milioni di anni. L’homo sapiens compare sulla scena del mondo circa 300 mila anni fa, quello di Neanderthal 100 mila dopo: un abisso protostorico immenso se comparato alla riconversione digitale, ai robot e alle interconnessioni tra reale e virtuale nei comportamenti umani.
Ripensavo a questo distanziamento siderale che ci separa dalle origini della vita umana sul pianeta leggendo il libro “I buchi bianchi- Dentro l’orizzonte” di Carlo Rovelli, proiettato nell’esplorazione dell’immensità dello Spazio per spiegare come le stelle bruciando generano i buchi neri sprofondando nel proprio orizzonte ma vivendo ancora miliardi di anni e i buchi bianchi ne sono la speculare rappresentazione ribaltando l’immaginario punto di osservazione e confermando le equazioni di Einstein, da un punto di vista opposto. Un agile volumetto che merita un’adeguata recensione.
Nello stesso tempo stavo sfogliavo sulla rivista Antiquity i risultati di una ricerca dell’Università di Edimburgo sull’uso e l’evoluzione strumentale della clava nell’Età della Pietra.
L’uomo osserva la storia partendo dal proprio presente ma può utilizzare opportunamente l’universo di conoscenze di cui dispone. Così come noi leggi tutto
Potremo avere una riforma costituzionale senza bandierine?
Le riforme costituzionali sono una cosa seria e non possono essere ridotte ad una questione di bandierine da piantare per compiacere agli ego(ismi) politici e individuali delle molte parti in causa. Se ne parla quasi dal giorno dopo il varo della nostra Carta, ma non si è mai concluso nulla proprio per quella ragione. Commissioni parlamentari o comitati più o meno pletorici di esperti il quadro era sempre quello: le bicamerali non hanno concluso nulla così come la commissione (pletorica) di tecnici e intellettuali messa in piedi con la congiunta regia del presidente Napolitano e dell’allora ministro Quagliariello.
Ciò che ora manca è una considerazione seria della situazione in cui ci muoviamo e una linea politica chiara a cui ispirarsi. Poi le soluzioni tecniche si trovano. Ci permettiamo il lusso, data l’irrilevanza di chi scrive, di segnalare alcuni nodi di fondo che ridimensionerebbero il dibattito che si sta malamente impostando.
Il primo punto è la questione del ruolo del Presidente della Repubblica. Tutti riconoscono che è importante avere un equilibratore del confronto, talora scontro, politico che è l’anima della democrazia. Per questo fine occorre una figura che si accredita come super partes e che è legittimata in quel ruolo. La scelta di questa figura attraverso una leggi tutto
I monsignori di Voltaire
Dopo la fine del partito unico dei cattolici è finita anche la loro presenza politica o rimane qualcosa di quei principi, di quei programmi, di quei valori che avevano ispirato tanta parte della storia recente di questo Paese?
E dopo il tramonto del collateralismo con le associazioni, con i cenacoli culturali, con il mondo del volontariato, con lo stesso sindacato, dove può trovare spazio e collocazione – se mai esiste ancora – una dottrina sociale ispirata ai principi della giustizia e della carità, dell’equità e dell’etica dei comportamenti? Non disponiamo oggi di un Codice di Camaldoli in versione 2.0, mancano menti illuminate, penne raffinate e visioni lungimiranti.
Ma non per questo si deve giocare al ribasso.
Dal cattolicesimo popolare possono emergere idee e luci per rischiarare i troppi coni d’ombra del presente. A guardarsi in giro è difficoltoso distinguere, anche stropicciandosi gli occhi: retaggi, rimpianti, ricordi danno sostanza ad uno sparigliamento che assomiglia più al limbo dell’indeterminato di quanto non rendano l’idea di una compattezza nobilitata da connotazioni qualificanti.
E serve ancora a questa Italia del terzo millennio che i cattolici si rimbocchino le maniche e si diano da fare per partecipare con fattivo e concreto contributo a definire e magari guidare ancora un modello leggi tutto
I problemi oltre la propaganda
Il primo maggio è stata una ulteriore occasione per polemiche di maniera: c’era da aspettarselo, ma non è un bel vedere. Giorgia Meloni ha convocato un Consiglio dei ministri in quella data per mostrare che i politici lavorano e si occupano dei lavoratori. Le opposizioni hanno invocato l’offesa alla data sacra e la premier si è impelagata nello scontro di battute su chi lavora il giorno della festa a dispetto di tutte le sacralizzazioni. Sceneggiate che distraggono dai contenuti di quanto sta succedendo.
Punto primo: il governo di destra-centro vuol dimostrare che è intenzionato ad occuparsi dell’emergenza lavoro. Non è strano, visto che una parte non piccola dei suoi elettori provengono dai ceti operai e impiegatizi a basso reddito, ma non combacia con l’immagine di una destra che è contro la classe operaia, per cui la sinistra si butta a dire che è tutta propaganda perché in realtà le misure del governo allargano la sfera della precarietà.
Punto secondo: il governo convoca i sindacati la sera prima di varare i provvedimenti e questo viene presentato come un atto di arroganza perché alle rappresentanze del mondo del lavoro ci si limita a comunicare qualcosa di già deciso.
Punto terzo: una analisi un po’ ravvicinata della “filosofia” degli interventi leggi tutto
La riforma elettorale tedesca
Il Bundestag conta attualmente 736 deputati, il numero più alto nella storia del paese. Inizialmente fissato a 402 seggi e poi salito fino a 598 nel 2002, in realtà il numero dei seggi è sempre variato in funzione dei meccanismi della legge elettorale. Il sistema elettorale - introdotto nel 1949, modificato nel 1953 e poi soggetto a piccole modifiche - prevede che ogni elettore assegni due voti: dal 2002, con il primo, vengono scelti 299 candidati di collegio applicando il maggioritario semplice, con il secondo si partecipa alla distribuzione proporzionale di tutti i 598 seggi a condizione di superare la soglia del 5% o di avere conquistato almeno tre mandati diretti con il primo voto. Tuttavia, fino al 2009, nel caso che il numero dei seggi di collegio fosse stato superiore ai seggi attribuiti con il proporzionale, questi seggi sarebbero stati assegnati come mandati in eccedenza (Überhangmandate). Se tra il 1949 e il 1987 l’impatto della misura era stato limitato con un massimo di 5 mandati attribuiti nel 1961, con l’aumento del numero dei partiti e la diversificazione del voto, la quota di questi mandati era successivamente cresciuta arrivando a 24 nel 2009.
Nel 2008 e nel 2012 la Corte costituzionale di Karlsruhe si espresse in difesa del mantenimento della proporzionalità fissata dal secondo voto e di conseguenza, il legislatore introdusse i leggi tutto
I macigni del nostro tempo che rotolano disgregandosi
Ai piedi del gigantesco costrutto pluri-ideologico eretto fino alla fine del 900 siede un’umanità stanca e confusa: la globalizzazione ha come avvolto in un limbo polveroso i frantumi dei colossali macigni culturali che lottando tra loro rotolano a valle disgregandosi. A tre anni dalla sua scomparsa possiamo spiegare il presente utilizzando la potente metafora del filosofo Emanuele Severino: cristianesimo, islam, capitalismo, comunismo, democrazia sono i massi giganteschi in perenne conflitto, attirati a scontrarsi come in un cumulo di macerie dalla forza di gravità che ne annulla la forza reciprocamente dirompente. Un gioco di ruolo e di compresenze– si badi bene – deprivato da tassonomie etiche.
Il dominio della tecnica sulla filosofia è in grado di dissolvere tutte le ideologie: secondo Severino la tecnica “è un gigante capace di toccare il cielo con un dito”, mentre i suoi cascami penetrano la dimensione antropologica fino al suo midollo ontologico, l’essere si confonde con l’esistere, l’attendismo del rimando e il nichilismo di una condizione esistenziale svuotata da motivazioni forti ci rendono angosciati e insoddisfatti, sotto il peso di pericoli incombenti, fino al nulla estremo di un indefinibile ‘cupio dissolvi’.
L’attimo è la nuova dimensione temporale prevalente: in un attimo premendo un pulsante si può polverizzare il pianeta con leggi tutto
Se si inizia a parlare di cose serie
Qualche segnale di attenzioni che si rivolgono a questioni importanti si coglie. Bisogna un po’ aguzzare la vista, perché è tutto uno sventolare di bandierine a cui non vogliono rinunciare gli sbandieratori che si sono più che professionalizzati nel ruolo, ma è un prezzo che si paga a tradizioni di faziosità che sono dure a morire.
Quattro mi sembrano i temi che stanno emergendo e tutti riguardano dei veri problemi del diritto di cittadinanza: l’incremento dei salari, gli asili nido, la casa e la sanità. La maggioranza tende a far mostra di essere la sola che si applica ai problemi, l’opposizione, ovvero il PD e quel che resta del Terzo Polo, perché M5S è in dissoluzione mentale, punta a dire che la maggioranza fa solo finzioni e sbaglia tutto. È il teatrino della politica, ma quel che conta è che i temi arrivino finalmente sul tappeto.
L’incremento dei redditi è centrale, perché le retribuzioni sia ai livelli iniziali delle carriere sia per un’ampia fascia di occupati non sono più in grado di consentire livelli di vita adeguati. Intervenire è molto complicato per una situazione contorta in cui versa il mercato del lavoro che sconta la difficoltà per le imprese di remunerare meglio (senza negare che ci sono leggi tutto