Ultimo Aggiornamento:
02 ottobre 2024
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Argomenti

Droga e armi alimentano la violenza giovanile

Francesco Provinciali * - 15.07.2023

La cronaca è ormai dominata da episodi di violenza agìta da giovani e giovanissimi con l’uso di armi. Contemporaneamente si allarga la diffusione di ogni tipo di droga senza limiti di target di ceto o di età, dal consumo allo spaccio, come epifenomeno di un cancro sociale radicato.

Tutti i casi sono emblematici e la loro crescita è stata esponenziale e drammatica.

Inoltre il connubio armi-droga è tanto devastante quanto pervasivo, c’è un nesso di causa effetto sull’azione violenta ma anche un rapporto di interesse economico che unisce i due fenomeni: a diversi livelli di incidenza con il denaro si vende la vita e si compra la morte.

Quali strategie sono necessarie per arrestare questo coinvolgimento?

Dalla più grande democrazia occidentale ai Paesi delle guerre la risposta è una sola: investire nella scuola, nell’istruzione, nell’educazione. Perseguire le vie della pace, della tolleranza, della legalità. Questo implica una radicale e profonda riflessione sulla modernizzazione dei sistemi scolastici, dagli investimenti sulla ricerca educativa, alle risorse umane e alle dotazioni organiche e strumentali di cui fornire gli istituti scolastici.

L’esponenziale disponibilità di armi usate dai giovani è alimentata da interessi commerciali, da consuetudini importate da altri Paesi ma ci sono tuttavia diversi indicatori che confermano una deriva leggi tutto

Giustizia: un nodo da sciogliere

Paolo Pombeni - 12.07.2023

Non dovrebbe essere vittima di una coazione a ripetere lo scontro del sistema giudiziario con il mondo politico: come hanno autorevolmente detto alcuni commentatori responsabili non giova a nessuna delle due parti e nuoce gravemente al paese. Tangentopoli non ha migliorato il nostro sistema, anzi lo ha inutilmente avvelenato. Andare oltre quella fase sarebbe un bene per tutti.

Il punto centrale è che bisogna superare una reciproca delegittimazione. Da un lato il sistema giudiziario è pesantemente gravato dall’accusa di essere in mano ad una corporazione che cerca di salvare le sue abitudini di lavoro e che cede non di rado alla volontà di guadagnare spazi usando a sproposito i suoi poteri inquisitori. Dal lato opposto il sistema politico è presentato come profondamente corrotto, una casta rinserrata nei propri fortilizi che vorrebbe porsi al di riparo dalle incursioni dei magistrati che puntano a costituirsi arbitrariamente come un tribunale di salute pubblica.

Non è certo difficile trovare casi che portino l’acqua al mulino tanto dell’una quanto dell’altra parte. Che però questo riguardi il funzionamento dell’intero sistema giudiziario e dell’intero sistema politico è sostanzialmente falso. Come sempre nell’uno e nell’altro campo tendono ad occupare gli spazi della comunicazione pubblica coloro che approfittano degli opposti stereotipi per consolidare il rispettivo potere. leggi tutto

Insidie metropolitane

Francesco Provinciali * - 08.07.2023

Gli agglomerati urbani sono giganteschi contenitori di polveri sottili, reticoli senza identità, luoghi di addensamento e solitudine.

Ma sono anche affascinanti barnum di contaminazioni etniche, crocevia di incontri cosmopoliti, multiproprietà dei sentimenti condivisi, contesti di vita vera.

Qui uno spazio, pur minimo, quasi rubato, è pur sempre appannaggio di chi arriva primo: uno può sostare e osservare, passeggiare e indugiare, il palcoscenico è grande, ci sono tante comparse e non si paga il biglietto.

Nel suo genere ogni città sa ospitare democraticamente.

Le città e le metropoli assomigliano a enormi mantici che ogni giorno aspirano e soffiano i mille indistinti rivoli di varia e colorata umanità.

Uno esce al mattino ed è subito inghiottito da questi flussi che ondeggiano come serpenti ubriachi.

In città non ci si muove mai da soli.

È come se ci si sentisse trasportati da un invisibile tappeto volante con infinite code svolazzanti: tutti al bar, tutti, in autobus, tutti in metropolitana, tutti in coda.

Finché non si arriva alla meta – il luogo di lavoro, l’ambulatorio, la scuola, il negozio – si è come mescolati in un impasto di gambe che corrono, di mani che gesticolano, di voci che si coprono, di rumori che si sovrastano. leggi tutto

Centrosinistra: ripartire dai territori

Luca Tentoni - 05.07.2023

I risultati delle ultime elezioni amministrative e regionali segnano una difficoltà del centrosinistra nel guadagnare posizioni. Per essere più precisi, nei capoluoghi di provincia la partita con la destra è finita male, tranne che in alcuni casi (come Vicenza) dove il candidato si connotava come civico e aperto alla società civile. Eppure, l'analisi della sconfitta fatta dal Pd - Molise compreso, dove l'abbraccio col M5s si è dimostrato come sempre letale - non è esaustiva. Sembra che, in fin dei conti, tutte le energie e le prospettive siano volte verso la "battaglia finale" delle europee del 2024, quando si voterà con la proporzionale. È come andare a giocare alla roulette e puntare tutta la posta su un singolo numero. Bisognerebbe invece considerare che i capoluoghi di provincia, le grandi città (anche le piccole e medie che non sono state ancora perse) e le poche regioni rimaste (Toscana, Emilia-Romagna, Campania e Puglia: al prossimo turno il Pd è certo di riconquistarle?) sono l'unico patrimonio di un partito in crisi di identità e di risultati. Quando il centrosinistra (anche prima della nascita del Pd) ha dovuto affrontare lunghe "traversate nel deserto", durante i governi di centrodestra guidati da Berlusconi, c'era una forte presenza sul territorio. Il controllo della stragrande maggioranza leggi tutto

Due destre e mezzo

Paolo Pombeni - 05.07.2023

Come hanno già detto tutti, e noi con loro, le elezioni europee costituiscono una prova piuttosto impegnativa per le forze politiche: non solo per le variegate opposizioni di sinistra che si vedranno fotografate nel loro consenso (anche se non quello vero per le competizioni italiane, ma quello più o meno di opinione), ma anche per la coalizione di destra-centro che si rivelerà meno solida di quanto vuole apparire.

I temi unificanti nelle contese elettorali sono pur sempre la conquista di posizioni di potere. Nel caso delle urne europee, stante il peso limitato che ha quel parlamento, il più si risolve, almeno in prima battuta, nella designazione del presidente della Commissione europea. Da come si chiuderà quella partita dipendono poi in piccola parte gli equilibri nell’intera commissione (ma in questo caso i singoli membri vengono principalmente designati dagli stati, semmai c’è qualche spazio per negoziare su vicepresidenti e altre cariche), ma soprattutto dipenderà la presidenza dell’europarlamento. Non sono posizioni di scarso significato e questo spiega i calcoli e le tattiche che si stanno mettendo in campo anche in Italia.

Ridotta in termini semplici la questione è se la precedente maggioranza che faceva perno sull’accordo PPE+PSE sia riproponibile dopo i risultati delle urne leggi tutto

Le challenge estreme, una sfida assurda tra la vita e la morte

Francesco Provinciali * - 01.07.2023

Se Ulisse fosse rimasto accanto al telaio di Penelope anziché partire alla ricerca di itinerari mitologici l’Odissea non sarebbe mai stata scritta e Omero si sarebbe soffermato a descrivere l’intimità della quiete domestica anziché il fascino dell’avventura e l’angoscia dell’attesa.

Le Odissee della post-modernità si caricano di pulsioni narcisistiche e di brividi dell’azzardo, immersi come siamo in una confusione indecifrabile tra virtuale e reale, le dimensioni umane nascoste soccombono di fronte al trionfalismo degli effetti speciali. Stockton Rush, A.D. di OceanGate il gestore di Titan aveva minimizzato i rischi dell’immersione: “La sicurezza è un puro spreco. Se vuoi rimanere al sicuro non ti devi alzare da letto, non devi andare in auto, non devi fare niente”: abbiamo visto in questi giorni come è andata a finire negli abissi dell’Atlantico l’esplorazione dei resti del Titanic. Da quando tecnologia e dotazione di mezzi informatici ci consentono di fare azioni un tempo impensabili siamo usciti dalle categorie fisiche spazio-temporali e da quelle razionali del controllo di sé e del dominio del mondo.

Non si può fermare il vento con le mani, cosi come non si può arrestare la corsa verso l’ignoto imperscrutabile dell’I.A., del metaverso, del web e di tutto ciò che crea situazioni imponderabili, leggi tutto

Tempeste e stabilizzazioni

Paolo Pombeni - 28.06.2023

Siamo di fronte ad un quadro molto mosso sia sul piano internazionale che su quello interno. Sul primo fronte l’attenzione è concentrata su quanto sta accadendo in Russia, ma anche in Europa non mancano movimenti (successo dei conservatori in Grecia, qualche impennata locale dell’estrema destra in Germania). Sul secondo fronte c’è un quadro più che mosso nella maggioranza al governo (tensioni Salvini-Meloni, incertezze sulle decisioni da prendere), mentre nell’opposizione di sinistra frana una volta di più l’alleanza PD-M5S.

Sono tutti fattori che non andrebbero sottovalutati. Il contesto internazionale ha ricadute inevitabili sugli equilibri geopolitici e la difficoltà di capire cosa stia accadendo a Mosca complica le cose. Si intuisce che potrebbe esserci in atto uno scontro di Palazzo all’interno del sistema oligarchico del Cremlino, ma per ora i contorni di quanto sta accadendo non sono chiari. Le lotte intestine hanno tempi in genere non brevi e nelle dittature (tale è il sistema russo) sono giochi al massacro. Naturalmente il fatto che ciò avvenga in un paese che ha 7mila testate nucleari non consente di liquidare il tutto come un loro affare interno che non ci riguarda.

Anche la situazione europea va osservata con attenzione. Da un lato perché è un versante della questione leggi tutto

L'incidenza delle tecnologie nei passaggi generazionali

Francesco Provinciali * - 24.06.2023

Dopo la rivoluzione industriale dell’800 e quella tecnologica del ‘900, il nostro secolo appare caratterizzato dalla digitalizzazione informatica, come processo pervasivo che per dimensioni  spazio –temporali e target di fruizione si configura sempre più come un derivato della globalizzazione, in quanto legato a modi di essere e di fare che si esprimono ad ogni latitudine comprimendo gli spazi angusti della quotidianità e finendo per condizionare i comportamenti individuali e collettivi di tutti.

La diffusione ubiquitaria delle tecnologie di ultima generazione non conosce ostacoli o confini e si manifesta come un fenomeno ormai irreversibile con cui siamo costretti a fare i conti. La stessa alternanza generazionale non è un fatto ciclico che si avvicenda secondo paradigmi ripetibili, poiché ciò avviene mentre mutano il contesto, la vita sociale, i diritti e i doveri, le aspettative, le logiche dei mercati e quelle della competizione: possiamo affermare che la dimensione economica e quella del pensiero computazionale hanno sovvertito il concetto stesso di cultura come processo di lunga metabolizzazione del sapere e gli apprendimenti scolastici, quelli del tempo libero, la lettura e la scrittura sono stati condizionati dall’incessante e a volte tumultuoso entrare in scena di informazioni e comunicazioni disparate che hanno rotto gli schemi di un leggi tutto

La politica sopra le righe

Paolo Pombeni - 21.06.2023

Finita l’orgia di panegirici su Berlusconi (un eccesso che non crediamo abbia giovato davvero al suo profilo), spentosi rapidamente per fortuna il tentativo di trasformare la tragedia che ha colpito Romano Prodi in un poco serio controcanto di maniera, la politica ha ripreso il suo corso “normale” con il ritorno al vizio di giocare sul “sopra le righe” come un tratto identitario che dovrebbe compattare i rispettivi fan club.

Ogni parte cerca di puntare il dito censorio su quel che fa l’avversario, ma il costume è purtroppo largamente condiviso. Schlein e la sua corte puntano a magnificare battaglie di schieramento i cui contenuti reali sono a dir poco evanescenti. Meloni non riesce a tenere a freno i suoi pasdaran che ha portato al governo e che continuano ad esprimersi come polemisti da comizio (o da twitter, adesso i comizi non si usano più) senza mostrare alcuna maturità da uomini delle istituzioni.

I comportamenti sono poi ondivaghi a dir poco. Schlein prima va ad una manifestazione dei Cinque Stelle per sentire Moni Ovadia che dal palco presenta una teoria più che strampalata oltre che filo putiniana sulla guerra in Ucraina, ma anziché denunciare la trappola un minuto dopo esserci caduta dentro aspetta leggi tutto

La pandemia della solitudine

Francesco Provinciali * - 17.06.2023

In una società multietnica e globalizzata i contagi si diffondono rapidamente: così è stato per il Covid-19, così pare che sia per una pandemia che non ha origine da un virus ma nasce e dilaga in modo esponenzialmente crescente, specie nei contesti umani più avanzati: si tratta dell’epidemia della solitudine. Tanto crescente e pervasiva che l’Economist l’ha definita “la lebbra del XXI secolo”.

Recentemente Vivek Murthy – la massima autorità sanitaria degli USA quale Surgeon general of the United States, cioè "Chirurgo generale", nominato dal Presidente Biden, capo operativo del Public Health Service Commissioned Corps e quindi il principale portavoce in materia di sanità pubblica del governo federale degli Stati Uniti, infine rappresentante americano nell’OMS, ha messo in guardia sulla crescite e gli effetti del fenomeno negli stili di vita degli yankee, che condividono con gli abitanti del Regno Unito il triste primato di un 50% della popolazione affetto da questa condizione esistenziale epidemiologica di ‘solitudine e di isolamento’. Ma pare che Finlandia, Danimarca e Norvegia lamentino da tempo questa situazione che affligge i rispettivi abitanti mentre la ‘Fondation de France’ ha evidenziato come siano milioni i francesi che soffrono di isolamento, solitudine ed emarginazione sociale. Il fenomeno diventa a un tempo massivo leggi tutto