Ultimo Aggiornamento:
22 marzo 2025
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La guerra, i due Sasha e tutti gli altri bambini vittime innocenti

Francesco Provinciali * - 26.03.2022

La bandiera ucraina che sventola sul pennone accanto alla colonna di Majdan Nezaležnosti (Piazza Indipendenza) e nei palazzi governativi che le stanno attorno al centro di Kiev, sarà l’ultimo presidio della resistenza a capitolare, se le armate russe prenderanno possesso della capitale esautorando il Governo di Zelens’kyi, oppure sarà il simbolo attorno al quale si stringerà idealmente il popolo che è rimasto a difendere ciò che resterà di una mattanza, se l’indipendenza del Paese sarà conservata.

Mentre scrivo ogni esito è incerto: le trattative proseguono a fatica mentre la carneficina dei civili locali e dei militari dei due eserciti segna ogni giorno un nuovo drammatico evento. Mariupol è la città simbolo del massacro, dopo l’ospedale pediatrico, le scuole e le case è stato bombardato il teatro dove avevano trovato rifugio centinaia di civili, tutti rimasti sotto le macerie: conta sapere chi è morto e chi sopravvissuto?

Nel suo messaggio video al Parlamento italiano, Zelens’kyi ha paragonato per dimensioni del disastro Mariupol a Genova: pensandoci, vengono i brividi.

La morte è atroce ma restare perdendo tutto, casa, famiglia, lavoro e sopravvivere in un contesto surreale, devastato, spegne le energie residue e le speranze. L’eccidio dei 13 cittadini di Chernihiv, un sobborgo nei pressi di Kiev, che erano leggi tutto

L’Italia nella crisi ucraina

Paolo Pombeni - 23.03.2022

Ha suscitato qualche apprensione la sparata di un medio funzionario del Ministero degli Esteri russo sulle “conseguenze irreversibili” che peserebbero sull’Italia nel caso continuasse ad appoggiare una politica sanzionatoria nei confronti del suo paese. Come si sa queste uscite sono sempre ambigue. Non è facile capire se il funzionario, con un passato di console russo a Milano e vari rapporti col nostro paese da cui ha ricevuto anche onoreficenze, parlasse su iniziativa personale per conquistarsi dei meriti o se agisse per mandato dei suoi vertici. Quali possano poi essere queste conseguenze irreversibili non è poi molto chiaro, perché qualsiasi ritorsione è di per sé reversibile, sia pure magari a fatica.

Si è subito parlato di un attacco a quello che è considerato “l’anello debole” della UE e della Nato, per aprire una breccia dove si riteneva più facile farlo, considerando anche la presenza da noi di un dibattito pubblico da politica spettacolo, dove c’è una buona presenza di “alternativi” a vario titolo alle attuali politiche concordi con UE e Nato. Resta il fatto che bisogna capire quali siano le ritorsioni in grado di colpirci così duramente. Certamente ci sono le nostre dipendenze da alcuni settori dell’export russo (il gas è la punta di diamante), ma si leggi tutto

Gli spettri della guerra

Francesco Domenico Capizzi * - 23.03.2022

Ogni guerra tende a dilatare, nel tempo e nello spazio, il proprio spettro di azione tanto che le devastazioni socio-sanitarie colpiscono mortalmente nove persone su una deceduta direttamente a causa delle incursioni belliche (OMS).  A questo tragico fenomeno sono ascrivibili la regressione dei Servizi pubblici di assistenza e controllo, le deficienze sanitarie, la divaricazione nelle diseguaglianze sociali, la crescita esponenziale della povertà, le instabilità politico-istituzionali conseguenti, le migrazioni forzate foriere di rapide e lunghe scie di diffusioni di malattie infettive. Bisogna segnalare che queste regressioni si instaurano, in toni meno drammatici ma sempre inquietanti, nelle condizioni di difficoltà politico-economiche. In Venezuela, ad esempio, la crisi acuta di qualche anno fa, e ormai cronicizzata, ha determinato un numero significativo di infezioni da poliomielite, la ricomparsa della malattia tubercolare e una significativa impennata della mortalità infantile per malattie esantematiche.

Nell’attuale guerra perpetrata dall’esercito russo nei confronti dell’Ucraina i rischi a cui si è fatto cenno sono tutti presenti per l’intero Paese aggredito, ma anche per i Paesi limitrofi e per tutta l’Europa con possibili soffusioni che vanno ad irraggiarsi all’intero globo, viste le facili e insopprimibili opportunità di emigrazione e di immigrazione dentro e fuori i continenti con conseguenti funzioni vettoriali. leggi tutto

Alcune osservazioni sul conflitto Russia - Ucraina sotto il profilo delle ricadute economiche e finanziarie

Francesco Provinciali * - 19.03.2022

Una interessante videoconferenza promossa dal Bristol Talk (TRC Bologna) e condotta da Lorenzo Benassi Roversi ha proposto il tema dell’invasione dell’Ucraina, osservato dal punto di vista dell’Europa.

Ospiti illustri il teologo Vito Mancuso, il politologo Gianfranco Pasquino e l’economista ed esperto finanziario Rudi Bogni.

In questa sede, tra i temi trattati vorrei riproporre particolarmente le considerazioni di natura economica e finanziaria.

Secondo Bogni – che vive da anni nella City e si divide tra Londra e Basilea- il tema degli ‘oligarchi’ e delle sanzioni a loro carico è un problema di interesse per i media, la politica e la pubblica opinione, ma non tale da poter veramente influire sul corso della guerra.

Più interessanti sono le ricadute della guerra e delle sanzioni comminate dal mondo occidentale sulla Russia, sui mercati finanziari e la vita dei cittadini, in ordine alle preoccupazioni finanziarie

Le riserve della Banca Centrale russa sono circa 600 e più miliardi dollari equivalente, di cui la metà in titoli e obbligazioni occidentali, 150 miliardi sono invece con banche dell’Occidente, il 20% in oro depositato materialmente in Russia ed il resto in valuta cinese. Bloccata sul fronte dell’Occidente, quello che la Russia può fare è continuare ad esportare gas e petrolio: il petrolio più facilmente leggi tutto

Putin e l'Illuminismo

Tiziano Bonazzi * - 19.03.2022

Putin, purtroppo per noi, combatte una molto pericolosa battaglia di retroguardia che ci costringe a distogliere lo sguardo da altre in cui sarebbe più utile essere coinvolti. È una battaglia per l'eterna anima russa, legata a difendere la grandezza imperiale e spirituale della patria, la sua unità attorno alla Chiesa ortodossa e a un capo. Pare di leggere, con le dovute, profonde differenze storiche e intellettuali, le Considerazioni di un impolitico di Thomas Mann apparso nel 1918 e scritto negli anni immediatamente precedenti. Anche allora vi era una guerra, la Grande guerra, e Mann si poneva a difensore del nazionalismo contro l'universalismo illuminista e sosteneva l'assoluta superiorità della Kultur tedesca, spirituale, pura, una e imperiale, sulla Zivilisation britannica e francese, tutta tecnica e dibattito, materialista e distruttrice dell'anima dei popoli. Mann, però, era un grande ed ebbe il coraggio di diventare antinazista. A livello non di intellettuali, ma di popolo, abbiamo il caso dei sudisti statunitensi che per quanto in maggioranza non possedessero schiavi combatterono furiosamente contro il Nord per difendere “il focolare e la famiglia”, il loro tradizionale modo di vita identificato con la propria comunità prima che con la Confederazione. Un modo di vita fondato su un rapporto personale con leggi tutto

E ancora “Guernica”: dalla Ucraina con terrore

Raffaella Gherardi * - 16.03.2022

“Guernica” di Pablo Picasso è forse il quadro che più di ogni altro viene immediatamente in mente a ciascuno di noi quando immaginiamo di poter esprimere, in riferimento a una grande opera d’arte, l’orrore (e la condanna) delle guerre contemporanee, delle loro devastanti conseguenze e della trasformazione della violenza in qualcosa di totale e assoluto nell’era della tecnica. Non si farebbe certo molta fatica a reinterpretare ora “Guernica” attraverso la drammatica attualità della guerra di conquista scatenata da Putin in Ucraina, sulla base di un arsenale di armamenti fra i più potenti e devastanti del mondo.

Del resto la terribile dimostrazione di forza contro la popolazione civile, data attraverso il massiccio e vile bombardamento aereo della cittadina basca di Guernica (1937), che indusse Picasso a rappresentare così efficacemente tale orrore, non doveva certo rimanere un unicum nella storia successiva che da Guernica arriva fino a noi e che è segnata di tante e tante altre “Guernica”. E così la grande opera di Picasso dalle vette dell’arte è divenuta simbolo universale di denuncia contro la violenza cieca della guerra e in primo luogo delle guerre del presente che colpiscono allo stesso modo e indiscriminatamente un popolo fatto di donne, uomini, bambini, popolo contro il quale leggi tutto

Democrazia VS. Autocrazia: un confronto di prospettive e di interpretazioni

Fulvio Cammarano * - 16.03.2022

Le analisi che si stanno moltiplicando in queste settimane per cercare di comprendere le ragioni che hanno spinto Putin a invadere l’Ucraina e a condurre il mondo sull’orlo di una guerra nucleare concordano quasi tutte nel descrivere un Putin preoccupato dall’estendersi della morsa Nato attorno alla Russia e soprattutto reso inquieto dal timore del diffondersi del modello di democrazia liberale. È questo il tarlo che sta corrodendo il modello imperiale neo-zarista in cui si trova ingabbiata la Russia postsovietica, come sembra confermato dall’incremento della repressione del dissenso interno. A fronte di tale percezione di accerchiamento, vissuta anche come sfida personale, Putin ha deciso di aggredire l’Ucraina, completando un’azione già iniziata nel 2014, nella convinzione che l’Occidente - nelle diverse vesti di Unione Europea, Stati Uniti, Nato - non avrebbe trovato la forza e la compattezza, alla luce delle recenti “verifiche” (Crimea, Afghanistan), di reagire. Si è trattato di un errore di interpretazione che, a seconda della durata e degli esiti della guerra in corso, trasformerà il 2022 in uno spartiacque nella storia delle relazioni politiche ed economiche planetarie e soprattutto costringerà l’Occidente a ripensare la convivenza con le autocrazie. Le potenze autoritarie sono come vulcani a lungo leggi tutto

Un momento di riflessione sull'Occidente e gli altri

Tiziano Bonazzi * - 09.03.2022

Si parla molto di una rinnovata unità europea e occidentale nata dall’aggressione di Putin all’Ucraina. È vero, ma si tratta di un'unità dettata dall'emergenza che non risolve le tante divisioni esistenti in Occidente e quelle che nasceranno dalle conseguenze del conflitto. Mi pare che per affrontarle si debba dare il via fin da ora a una pulizia mentale, una vera e propria pulizia etica, di cui desidero schizzare quelli che ritengo siano alcuni tratti.

          A mio avviso occorre partire dalla storia e ricordare che l’Occidente è stato prima europeo, poi euroamericano e anche eurorussoamericano se riandiamo a un grande nemico di Putin, Pietro il Grande, e a un altro suo grandissimo nemico, Lenin, perché entrambi rientrano in pieno nella storia occidentale – dimentichiamo la Guerra fredda e ci accorgeremo che marxismo e bolscevismo ne fanno parte. Il contributo storico di questo variegato, uso un eufemismo, Occidente è stata la costruzione della modernità le cui origini troviamo nella rivoluzione scientifica e nell’Illuminismo. Ottimi entrambi, anche perché si proponevano come valori universali destinati a beneficiare tutti i popoli. Il loro universalismo diede vita a una teleologia storica che si riassunse, fin dal Settecento di Francis Hutcheson e Condorcet, nelle idee di progresso e di liberazione degli leggi tutto

Occorre dare una risposta all'aggressione russa in Ucraina

Francesco Provinciali * - 05.03.2022

Presentando il 26 gennaio (un mese fa) l’intervista a Giorgio Cella sul suo libro “Storia e geopolitica della crisi ucraina”, avevo evidenziato come secondo il Corriere della Sera, l’invasione di quel Paese da parte della Russia fosse l’evento più probabile del 2022. Ciò che appariva fantapolitica si è realizzato: come sottolinea Lucio Caracciolo…  Putin non ha voluto passare alla Storia come ‘l’ultimo Zar che perse l’Ucraina’.

Certe decisioni sembrano improvvise ma sono preparate da tempo, sul piano politico e militare.

In ogni caso vanno viste con un grandangolo che inglobi una visione mondialistica a livello geopolitico e geoeconomico. In questo caso un pull di fattori ha convinto Putin a stringere i tempi: la spinta separatista delle due autoproclamate Repubbliche filorusse di Donetsk e Luhansk nel Donbass (quella che sui libri di storia studiavamo come “causa occasionale”), la debolezza degli USA dovuta alle diaspore interne paralizzanti, all’abbandono dell’Afghanistan e alle prevalenti preoccupazioni sul fronte del Pacifico per le una possibile azione cinese di forza su Taiwan, che hanno reso non solo l’Ucraina ma l’Europa stessa più lontane dagli interessi americani, le stesse mire espansionistiche di Xi Jinping (illustrate magnificamente da Federico Rampini nel suo libro “Fermare Pechino”, una lettura imprescindibile per capire il mondo) leggi tutto

Il mondo accademico, della scienza e della cultura prende posizione sui fatti dell'Ucraina

- 02.03.2022

Il mondo accademico, della cultura, della scienza prende posizione sui fatti riguardanti l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Si levano appelli, si rendono pubbliche dichiarazioni, comunicati stampa, si organizzano iniziative di raccolta di firme, a livello nazionale e internazionale.

Tramite il contatto intercorso con l’Accademia nazionale dei Lincei, recentemente consolidato in occasione della recensione del libro “In un volo di storni”, del Premio Nobel per la Fisica Prof. Giorgio Parisi, ho ricevuto dall’Ufficio di Segreteria della Presidenza tre documenti di notevole rilievo, considerate le fonti da cui promanano. Il primo è la dichiarazione della Presidenza dei Lincei che aderisce al documento elaborato in sede ALLEA (la Federazione europea che riunisce le Accademie di Scienze e di Lettere) nel quale si esprime “profonda preoccupazione” per la sicurezza dei colleghi accademici ucraini. “Non c'è alcuna legittimità nelle azioni intraprese per sabotare la pace, la stabilità e l'autonomia della nazione ucraina. In questi tempi difficili, ci opponiamo agli spudorati attacchi del governo russo contro uno stato sovrano, contro la democrazia e contro persone innocenti”, così prosegue il documento che costituisce il secondo atto ricevuto dalla Presidenza dell’Accademia dei Lincei.

Il terzo documento pervenuto e riportato qui a margine consiste nell’appello di un gruppo numeroso leggi tutto