Ultimo Aggiornamento:
17 aprile 2024
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Argomenti

Sondaggi e social spingono il negazionismo: le evidenze soccombono alle fake news

Francesco Provinciali * - 02.07.2022

La globalizzazione non ha esaurito i suoi effetti nefasti e raccoglie proseliti nel mondo della comunicazione e dell’informazione.  In rete circola di tutto e di più, l’uno vale uno smentisce le fonti ufficiali e presta credito alle notizie create ad arte per disorientare la gente e portare i cervelli all’ammasso.

Studiare le cause di questo fenomeno impegnerebbe molte discipline, certamente interessa la dimensione psicologica, quella sociologica, politica, economica e tutti i relativi cascami specialistici.

La compresenza simultanea della totalità della realtà dentro una dimensione spaziale planetaria e in tempo reale genera fenomeni distorsivi, poiché può essere vero tutto e il suo contrario, in genere non c’è un uso fisiologico del confronto come pure del necessario controllo. I network si rendono garanti della velocità e quantità di diffusione delle informazioni ma non della loro corrispondenza al reale, non ci sono soggetti terzi deputati al riscontro, qualunque filtro farebbe gridare allo scandalo i paladini della trasparenza.

La dimensione etica viene espunta dalla comunicazione come un orpello fastidioso e inutile: contano molto gli effetti speciali.  Il concetto stesso di democrazia si sostanzia di un principio (stigmatizzato come astratto e pericoloso dallo stesso Max Weber che degli studi sulla democrazia moderna è il padre) in leggi tutto

L'elettorato è mobile

Paolo Pombeni - 29.06.2022

L’elettorato non sarà mobile come suppone l’arietta d’opera delle donne (con tipico pregiudizio antifemminista), cioè come una piuma al vento, ma certamente continua a mostrarsi relativamente imprevedibile. Questo è ciò che è apparso a tutti con la recente tornata di amministrative in cui si dava per vincente il centrodestra, mentre invece il centrosinistra ha portato a casa un ottimo risultato. Si può cavarsela dicendo che è dipeso dagli errori di una destra molto meno unita di quel che si dava per scontato, ma non ci sembra una spiegazione sufficiente.

Pare a noi che una volta di più la mobilità dell’elettorato non si sia espressa prevalentemente in uno spostamento di consensi fra i partiti delle due coalizioni contrapposte, quanto piuttosto nel transito di molti votanti nell’area dell’astensione, ancora una volta in crescita e per di più in un contesto come quello “cittadino” dove si supponeva che i partiti avessero maggiori capacità di coinvolgimento dei cittadini. In realtà gli appelli più o meno convinti dei leader nazionali non sono stati capaci di mobilitare là dove i candidati non convincevano, né a destra né a sinistra. Lo si era già visto nelle amministrative a Roma dove la cosa era stata molto evidente, ma il fenomeno si leggi tutto

Qualcuno metta sul comodino di Putin i libri di Tolstoj e Dostoevskij

Francesco Provinciali * - 25.06.2022

Credo che nella sua lunga parabola di ascesa al potere, in parte ascrivibile agli incroci fortuiti di un ineludibile destino e in parte dovuta alla capacità di preordinarne gli eventi, Vladimir Vladimirovic Putin sia sempre stato condizionato e guidato da due fondamentali aspirazioni: accreditare se stesso nella pienezza delle proprie potenzialità e rappresentare la Russia, consapevole di essere l’erede della identità storica culturale di un Paese immenso di oltre 144 milioni di abitanti, esteso su 17 milioni di chilometri quadrati, attraversato da 10 fusi orari, comprensivo di 200 etnie e di oltre 60 tra lingue e dialetti. In questa condizione esistenziale diventa persino inevitabile confondere i piani dell’essere e dell’apparire ma Putin in questa fase apicale di decisioni drammatiche ha scelto di portare il mondo sull’orlo di un abisso senza ritorno. Fondamentalmente è solo, non può fidarsi nemmeno del più affidabile collaboratore, mette tra sé e gli altri la distanza del potere assoluto, la diffidenza verso complotti, congiure e tradimenti: il tavolo lungo oltre sei metri che lo separa dai suoi interlocutori è l’icona di una malcelata debolezza, dietro la boriosità delle parole e la spietatezza delle decisioni e dei gesti. Arroccato in un bunker che si fa sempre più stretto, forse minato dal male si fa leggi tutto

Vaghe Stelle del firmamento politico

Paolo Pombeni - 22.06.2022

La spaccatura fra governisti e barricadieri era inevitabile scoppiasse prima o poi nei Cinque Stelle. Magari era difficile pensare qualche tempo fa che il governista sarebbe stato l’ex capo politico Di Maio e il barricadiero il nuovo capo politico Conte, ma in un quadro in cui il supremo orizzonte è il tirare a campare, il che. come insegnava Andreotti, è meglio che tirare le cuoia, non c’è da stupirsi di nulla.

Curiosamente a terremotare il sistema hanno lavorato gli stessi Cinque Stelle, vuoi con la regola dei due mandati che è troppo stretta, vuoi con il taglio del numero dei parlamentari. La prima regola non è affatto una novità grillina: in teoria c’è anche in altri partiti, solo che lì è temperata dalla possibilità dei vertici di concedere “eccezioni” (regolari per i leader più in vista), ma soprattutto dal fatto che riguarda ogni ambito elettivo, per cui puoi fare due anni in un comune, due in una regione, due in parlamento. Si dice che qualcosa di simile volesse proporre Grillo, ma la difficoltà è che non c’è paragone fra quel che si “guadagna” da più punti di vista nei diversi ambiti e soprattutto che nel caso presente si tratterebbe per tutti i parlamentari di una retrocessione, leggi tutto

Le elezioni amministrative del 2022

Luca Tentoni - 18.06.2022

In un decennio nel quale la mobilità elettorale si è rivelata enormemente superiore al passato, trarre previsioni sulle politiche del 2023 dalle amministrative del 12 giugno scorso è sbagliato. Tuttavia, ci sono delle linee di fondo che si colgono nel breve e nel medio periodo: così come l'ascesa dei Cinquestelle alle politiche del 2013 fu annunciata nel 2012 a Parma dall'inattesa vittoria di Pizzarotti e la vittoria del 2018 fu preceduta dalla conquista di Roma e Torino, anche il 34% della Lega alle europee del 2019 aveva visto il Carroccio crescere in modo sempre più impetuoso fra il 2015 e il 2018 e, in misura maggiore, nei test precedenti il voto per l'Europarlamento. Le tendenze di oggi sono molto chiare: la netta crescita di Fratelli d'Italia, che moltiplicando (nei ventisei capoluoghi di provincia) per quasi tre volte la percentuale ottenuta alle comunali del 2017 è il primo partito del destracentro, con Lega e FI in ripiegamento (il Carroccio perde un decimo dei consensi, gli azzurri un quinto); il primo posto del Pd in assoluto (con un progresso dell'1,9% rispetto al 2017); il netto declino del M5s, che perde 119mila voti su 156mila rispetto alle precedenti comunali, cedendo il 64% dei consensi anche nei capoluoghi regionali dove (in particolare Genova e Palermo) era più forte e strutturato. leggi tutto

Suggestioni dalle urne

Paolo Pombeni - 15.06.2022

La lettura dei dati elettorali è sempre complicata, ma lo è specialmente quella che deve estrarre dei trend nazionali da competizioni amministrative inevitabilmente caratterizzate dai fattori locali. L’esame tecnico lo lasciamo agli specialisti (lo farà il nostro Luca Tentoni sabato), noi ci limitiamo a valutare le suggestioni che emergono da quanto è accaduto domenica 12 giugno.

Il primo dato che ci colpisce è il calo della voglia di partecipazione politica. Quasi drammatico nel caso dei referendum (mal impostati e peggio gestiti), ma notevole anche per quanto riguarda realtà locali, grandi, medie e piccole, dove sostanzialmente quasi la metà degli elettori manifestano indifferenza circa il possibile risultato. Temiamo che stia montando sempre più la convinzione in larga parte dei cittadini che “questo o quello per me pari sono”, tanto poi i problemi non si risolvono. È un po’ qualunquistico dirlo, ma nella ricezione della gente Roma era invasa dai rifiuti e dai cinghiali con la Raggi e la situazione è più o meno uguale con Gualtieri. I due personaggi sono molto diversi, ma una realtà degradata non si lascia domare.

I partiti hanno fatto uno sforzo modesto per riportare i confronti per i sindaci nell’alveo di impostazioni “nazionali”, il che è abbastanza curioso visto che i comuni saranno enti

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Verso la scuola 4.0 nel PNRR, tra digitalizzazione, nuove forme di reclutamento e aggiornamento del personale

Francesco Provinciali * - 11.06.2022

La relazione del sottosegretario alla Presidenza Roberto Garofoli  al Consiglio dei Ministri del 26 maggio u.s. ha fatto cenno ad alcune piste su cui intende muoversi il Governo per presentare un modello di scuola definito 4.0, in linea con il Decreto Legge PNRR/2- bis pubblicato sulla GU n.°100 del 30/4 e ora in discussione alle Camere, per aderire alle richieste dell’U.E. di innovazione del sistema formativo e per consentire l’accesso ai finanziamenti europei del Recovery Fund- Next generation EU.

Ambiziosamente la relazione aggiorna gli obiettivi di giugno per il piano di trasformazione del Paese, in tutto 30 di cui 18 definiti “conseguiti” e riguarda tutti i Ministeri: sullo sfondo la riconversione ecologica e il piano di trasformazione digitale della P.A.

In materia di istruzione, con il citato Decreto Legge è stata riformata la carriera dei docenti con la definizione di nuovi sistemi di reclutamento e di formazione.

Si prevede inoltre un Decreto ministeriale per l’adozione del piano Scuola 4.0 al fine di favorire la transizione digitale del sistema scolastico italiano per creare scuole innovative, nuove aule didattiche e laboratori, partendo dalla trasformazione di 100.000 classi in ambienti di apprendimento innovativi e alla creazione di laboratori per le nuove professioni digitali in tutte le scuole del II ciclo. leggi tutto

Dopo la Sibilla elettorale

Paolo Pombeni - 08.06.2022

Ricordate la storiella che ci raccontavano a scuola sulla Sibilla che ti dava un responso così ambiguo che si sarebbe comunque rivelato esatto consolidando così le facoltà divinatorie della Signora? “Ibis redibis non morieris in bello”, ovvero: andrai ritornerai non morirai in guerra. Tutto dipendeva da dove mettevi la virgola: se dopo “redibis non,” morirai, se dopo “redibis” allora non morirai. Ovviamente dove mettere la virgola toccava all’interprete, la Sibilla ti avrebbe reclamato la risposta giusta dopo che il fatto fosse accaduto.

Bene, questa storiella ci è venuta in mente vedendo il dibattito sul peso che avrà il test elettorale del prossimo 12 giugno, perché crediamo che sarà un enigma che tutti interpreteranno come vogliono e non ci sarà nessuna ricaduta “oggettiva”, ma solo un gioco di letture che ciascun contendente metterà in campo per dire di essere in buona salute (politica). Un po’ lo si è sempre fatto, ma questa volta ci sono tutte le condizioni per farlo alla grande.

Partiamo dalla lettura dei risultati del referendum. Nella previsione molto probabile che non si raggiunga il quorum questo verrebbe interpretato come una sconfitta di Salvini che fra i politici ne è stato il principale sostenitore. Ma si possono vedere le cose diversamente. Se leggi tutto

La dispersione scolastica implicita: un quindicenne su due non comprende ciò che legge

Francesco Provinciali * - 04.06.2022

A margine del Convegno “Impossibile” promosso da ‘Save The Children’ sulle problematiche (ricorrenti) e sulle aspettative (inevase) che riguardano bambini e adolescenti, restano i dati impietosi sciorinati, nella quattro giorni di confronto e riflessione, dal Presidente Claudio Tesauro.

Ci sono tendenze e derive che si stanno consolidando, come la cd. “dispersione scolastica implicita” che consiste nei deludenti risultati in termini di apprendimento e formazione che gli studenti conseguono nel corso del curricolo degli studi, già considerando le abilità di base. Se utilizzassimo come parametro di valutazione degli esiti di istruzione la tassonomia di Bloom (conoscenza-comprensione-applicazione-analisi-sintesi e valutazione) ci accorgeremmo che un quindicenne su due non è in grado di comprendere il significato di un testo scritto sottopostogli come lettura. Fermandosi forse ben prima dei livelli sopra richiamati: siamo lontanissimi dal conseguimento del ‘problem solving’, come capacità di coniugare intelligenza e intuizione, che presuppone il possesso di tutti i passaggi apprenditivi “a salire” enunciati nella tassonomia stessa. L’OCSE da tempo evidenzia una sorta di inefficacia formativa del sistema scolastico italiano, mentre i test INVALSI (per quanto antipatici, ostici e parziali) confermano questa scia negativa che si protrae e ingloba livelli e gradi del corso di studi: secondo i dati del 2021 due quattordicenni leggi tutto

L’Italia e le debolezze europee

Paolo Pombeni - 01.06.2022

I vertici europei raramente sono passeggiate, a meno che non abbiano all’ordine del giorno temi più o meno di facciata (un po’ di retorica non si nega a nessuno). Non è stato così in quello del 30-31 maggio che doveva misurarsi con la spinosissima questione delle sanzioni alla Russia. In questo frangente una volta di più è emersa la difficoltà di promuovere una politica unitaria fra 27 paesi che hanno interessi e problemi niente affatto convergenti. Soprattutto nel momento in cui si restringono le possibilità di distribuire a chi si trova in posizioni sfavorevoli quelli che col nostro vecchio linguaggio dei tempi di pandemia si sarebbero chiamati “ristori”.

La situazione è divenuta evidente quando si è dovuto affrontare il tema delle sanzioni sul petrolio russo. Qui si è subito presentata la questione del diverso peso che il blocco delle importazioni del greggio di Putin avrebbe avuto a seconda delle diverse collocazioni geografiche e non solo. Dal primo punto di vista era evidente che bloccare la possibilità di rifornirsi del prezioso combustibile avrebbe avuto ricadute diverse per quei paesi che potevano comunque acquistarne da altri fornitori sfruttando le vie marine, e chi come alcuni paesi del centro Europa (Ungheria, Cechia, Slovacchia) non avendo sbocchi al mare si vedeva leggi tutto