Ultimo Aggiornamento:
17 aprile 2024
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Indice di percezione della corruzione: l'Italia sale nella classifica di transparency

Francesco Provinciali * - 12.02.2022

Transparency international ha pubblicato il 25 gennaio u.s. l’annuale Rapporto sugli “indici della corruzione percepita” (CPI) nel settore pubblico e nella politica: i dati segnano una confortante risalita in classifica dell’Italia che nel 2021 guadagna 10 posizioni e 3 punti rispetto al 2020, graduando i Paesi secondo un metodo di rilevazione articolato dall’agenzia su 13 ambiti tematici, in un range che va da 0 a 100 punti.

Naturalmente siamo ancora lontani dai livelli dei Paesi  più virtuosi, Danimarca, Nuova Zelanda e Norvegia con 88 punti, ma il 42° posto dell’Italia con 56 punti  (+ 14 dal 2012 ad oggi) rappresenta il risultato di un lento e progressivo miglioramento, considerato che 2/3 dei 180 Paesi valutati  – esattamente 123 sul totale – è afflitto da significativi problemi in tema di corruzione, restando al di sotto della soglia dei 50 punti: essi infatti  “evidenziano un forte rischio di arretramento nella tutela dei diritti umani, nella libertà di espressione e di una crisi della democrazia”, come si evince dal comunicato dell’Ufficio Stampa di Transparency Italia a firma di Susanna Ferro.

Fanalino di coda della graduatoria, come lo scorso anno, sono ancora Siria, Somalia e Sud Sudan, con un punteggio, rispettivamente, di 13 punti per i primi due e di 11 per la terza.

Significativo rilevare che ci troviamo ancora al di sotto della media continentale europea leggi tutto

Il paradosso di Achille e la tartaruga

Francesco Domenico Capizzi * - 12.02.2022

In Italia ogni anno vengono diagnosticati oltre 377.000 nuovi casi di tumore, esclusi quelli d’origine cutanea: nel complesso una persona di sesso maschile su due e una femminile su tre ne risultano affetti nel corso della vita; di questi, il 10% in persone con età sotto i quarantanove anni, il 39% dai cinquanta ai sessantanove anni, il 51% negli ultrasettantenni. La sopravvivenza media, considerando tutta la “platea neoplastica”, si attesta sul 60% entro i cinque anni dalla diagnosi, con una tendenza a lievi miglioramenti delle prognosi nell’ultimo decennio per merito di screening, che favoriscono la diagnosi precoce, esistenza del Servizio sanitario universalistico e disponibilità di terapie e tecnologie specifiche indirizzate al controllo delle oltre 40 differenti tipologie di neoplasia.

Non è casuale che in questo campo l’Italia si attesti al primo posto in Europa con  i 1.300 prodotti antineoplastici in fase di sviluppo clinico, il numero elevato di sperimentazioni cliniche autorizzate e per l’ammontare di investimenti in innovazioni farmacologiche e tecnologiche, tante e tali da tenere fronte alla crisi economica contribuendo all’economia nazionale con circa il 10% del PIL (AIFA 2020). Non è neppure casuale che la spesa per i soli farmaci oncologici sia passata, nell’ultimo decennio, da 1 miliardo a 4,5 miliardi di euro e che il costo oncologico complessivo, a leggi tutto

La ricostruzione del sistema politico

Paolo Pombeni - 09.02.2022

Come era inevitabile dopo il pastrocchio delle elezioni quirinalizie si inizia a parlare di ricostruzione del nostro sistema politico. I due pilastri sono già stati individuati dall’andamento di quanto è accaduto: la presidenza della repubblica e i partiti.

Sul primo punto si torna a parlare di presidenzialismo, non certo “completo” sul modello americano, perché a questo non pensa nessuno, ma “semi” più o meno vagamente sul modello francese. Ci si sta rendendo conto che sarebbe necessario avere un’istituzione che possa porsi al di sopra dello scontro contingente fra i raggruppamenti politici e rappresentare al meglio l’unità della nazione. Lo si è potuto certo fare anche con il nostro attuale modello costituzionale, ma adesso in un quadro di tensioni e angosce sociali crescenti si vede che è rischioso puntare solo, come vorrebbe la nostra Carta, su un atto di responsabilità delle forze parlamentari. Questa volta è andata bene alla fine perché il parlamento ha forzato i capi partito a scegliere il congelamento della situazione, ma non si sa come potrebbe andare in futuro.

I problemi tecnici per un riaggiustamento della figura del Presidente della Repubblica sono molti a partire da una necessaria riforma costituzionale che non sarà facile ottenere con la maggioranza che la sottrarrebbe leggi tutto

Sergio Mattarella e lo spartiacque politico dell’Europa

Günther Pallaver * - 09.02.2022

Il secondo mandato presidenziale a Sergio Mattarella porta con sé un riposizionamento dei partiti e una riorganizzazione del loro sistema. Ciò si collega direttamente alla questione del rapporto con l’Europa. L’elezione di Mattarella, infatti, può essere letta attraverso la prospettiva del conflitto tra i sostenitori del processo di integrazione europea e i loro oppositori.

L’alleanza elettorale di centro-destra è composta da tre partiti: Forza Italia (FI), Lega e Fratelli d’Italia (FdI). FI è un partito filoeuropeo e fa parte del Partito Popolare Europeo. In Italia, tuttavia, FI è un alleato politico della Lega e di FdI. Quest’ultimi rientrano tra i partiti che chiedono “più stato nazionale e meno Europa”: in altre parole che l’Europa passi da un’architettura sovranazionale a una intergovernativa. Questa è una contraddizione di fondo che Forza Italia si porta dietro da sempre.

Ancora l’anno scorso il leader della Lega Matteo Salvini ha cercato, senza esito, di costituire un proprio gruppo “sovranista” all’interno del Parlamento europeo, insieme all’ungherese Viktor Orbán e al polacco Mateusz Morawiecki, entrambi leader di partiti euroscettici. Nel Parlamento europeo la Lega fa parte del gruppo politico “Identità e Democrazia", nel quale confluiscono, tra gli altri, la populista e conservatrice Freiheitliche Partei Österreichs (FPÖ) e il partito di leggi tutto

Napolitano-Mattarella, dall'invettiva alla speranza

Luca Tentoni - 05.02.2022

Giovedì abbiamo ascoltato il secondo discorso di rielezione di un Capo dello Stato. Rispetto al precedente del 2013, quando Giorgio Napolitano colse l'occasione per sferzare i partiti che l'avevano costretto ad un sacrificio più grande delle proprie forze, necessitato dalle circostanze di un Paese che allora era senza un governo e stentava a scegliere il Capo dello Stato, il panorama è cambiato. Non nell'emergenza, come Mattarella ha ricordato: la pandemia ha anzi aggravato problemi già esistenti, ampliato la sofferenza sociale ed economica. Se però nel discorso di Napolitano si avvertiva la tensione verso la classe politica incapace di trovare soluzioni, nelle parole di Mattarella si è colto un nuovo inizio, per il Parlamento e per l'Italia. Napolitano puntò molto sulla drammaticità e sul rimprovero; Mattarella ha scelto la "pars construens". Quello di ieri è stato il discorso del riscatto di un Paese provato ma che ha grandi potenzialità e un’eccezionale guida morale al Quirinale. Le Camere tornano centrali: lo si capisce col riferimento al "necessario, indispensabile dialogo collaborativo fra Governo e Parlamento" e all'importanza che quest'ultimo "sia sempre posto in condizione di poter esaminare gli atti fondamentali e valutarli in tempi adeguati". In altre parole, Mattarella augura buon lavoro e un futuro fattivo al leggi tutto

Il buon senso c'era ma se ne stava nascosto per paura del senso comune (Alessandro Manzoni)

Francesco Provinciali * - 05.02.2022

Dopo inutili e confusi tentativi di creare candidature surrettizie da portare in emiciclo ma durate poi lo spazio di una votazione, il Parlamento ha compiuto un gesto di resipiscenza e una presa d’atto della realtà.

Nomi autorevoli ne sono circolati più nei corridoi, dietro le quinte e nei conciliaboli malcelati che nelle proposte da sottoporre ai grandi elettori: candidati allo sbaraglio senza una conta iniziale.
Alcuni partiti non hanno proferito parola e si sono trincerati dietro un inspiegabile riserbo, altri hanno scelto la via dell’iniziativa ma finendo per bruciare – come è per i più incauti neofiti della politica- i nomi proposti. La destra ha fallito l’abbordaggio ma la sinistra non ha titolo per cantare vittoria: acefala e muta. Tanti personaggi in cerca d’autore, imprigionati a Montecitorio come i protagonisti di un film di Bunuel.

Evidentemente qualche domanda più di uno dovrà porsela: la politica vince virando in extremis per la scelta migliore e di maggior garanzia per tutti: il settennato di Mattarella si è infatti realizzato all’insegna del senso di responsabilità più avvertito, il ruolo istituzionale è stato avvalorato dalle doti personali dell’uomo, dalla percezione netta e mai venuta meno leggi tutto

Il gioco al massacro fra leader deboli

Fulvio Cammarano * - 05.02.2022

Concluso il tour de force dell’elezione del Presidente della Repubblica, vale la pena chiedersi come stanno le istituzioni politiche. Molti ritengono che la mancanza di forza o di coraggio, al termine degli ultimi due settennati della Presidenza della Repubblica, nell’individuare nomi nuovi da eleggere alla massima carica dello Stato è probabilmente un segnale di debolezza soprattutto di una classe politica sempre più ripiegata su se stessa. Ognuno di noi può giudicare se la scelta di confermare Sergio Mattarella sia stata una decisione dettata dalla saggezza dei nostri rappresentanti, che hanno interpretato la volontà profonda del Paese, oppure un atto di autodifesa di un corpo politico che, eleggendo un altro Presidente, avrebbe rischiato di sciogliersi. Il fatto certo, però, è che il protagonismo mostrato dai grandi elettori durante le elezioni ha messo in mostra una sostanziale debolezza della leadership politica. Si tratta di un aspetto su cui vale la pena soffermarsi perché, a forza di ripetere che la personalizzazione della politica, avviatasi con la fine del XX secolo, è stato il propellente per l’emersione delle figure dei leader a scapito della tradizionale centralità del partito e delle istituzioni, ci dimentichiamo di dire che tale fenomeno ha avuto degli effetti anche tra i cosiddetti “rank leggi tutto

Un sistema al capolinea?

Paolo Pombeni - 02.02.2022

Se si vuole una conferma che le elezioni quirinalizie sono state un test per quelle politiche future basta constatare che come accade dopo quelle tutti hanno proclamato di avere vinto. Non è proprio così e forse sarebbe giusto dire che non ha vinto nessuno, ma si è arrivati al capolinea col sistema che si era impiantato dopo il crollo della vecchia repubblica dei partiti.

Quel che pare di poter rilevare è che è andato in crisi lo schema del bipolarismo dominante: da una parte il centrodestra, dall’altro il centrosinistra. Il primo aveva orgogliosamente sostenuto che questa volta era il suo turno nel dare le carte, illudendosi di contare su una maggioranza parlamentare che sarebbe stata tenuta insieme dalla prospettiva di una sua sicura vittoria alle prossime elezioni. Questo è tutto da vedere perché è convinzione basata sui sondaggi che non solo fotografano le risposte di getto degli intervistati, ma non tengono conto di una quota molto alta che non si esprime. Comunque il corpo parlamentare non si è mostrato convinto della prospettiva e si è compattato nel proporre che per adesso si congelasse la situazione esistente.

Quanto al secondo, il centrosinistra ha offerto la prova provata della sua aleatorietà in quanto non si sa più se includa davvero leggi tutto

Sulla buona strada verso la catastrofe?

Francesco Domenico Capizzi * - 02.02.2022

Al termine del ‘700 un grande chirurgo, John Hunterartificiere della Medicina per attitudine professionale, ciononostante, sosteneva dalla sua cattedra nell’Università di Londra che “la chirurgia è come l’azione armata che affronta con la forza quanto una società civilizzata può risolvere mediante una strategia” (Storia della Medicina, Feltrinelli 1977). La sua esperienza clinica era iniziata a Glasgow e continuata a Londra nel mezzo della crescita esponenziale della rivoluzione industriale, accompagnata dalla spropositata frequenza di politraumi e tragedie che si abbattevano quotidianamente su tanti lavoratori.

In sostanza, Hunter anteponeva alla sua opera di chirurgo, come fattori di fondo limitanti e risolutivi, l’organizzazione del lavoro, la sua sicurezza e la tutela dei lavoratori da raggiungere mediante la supremazia della Politica e delle Istituzioni sulle procedure terapeutiche e prima ancora di ricorrere ad amputazioni e riparazioni tissutali, per quell’epoca alquanto rischiose e incerte nei risultati.

Venne posta da Hunter una questione pratica basata sul buon senso, non soltanto ispirata dal Giuramento ippocratico: analizzare le origini di tanta carneficina e concertare una soluzione adatta alla sicurezza del lavoro senza rinunciare all’industrializzazione del Paese.

Dopo due secoli e mezzo, oggi, la sicurezza sul lavoro è ben lontana da una svolta: si registrano oltre tre decessi al giorno, quasi 500.000 infortuni leggi tutto

La consapevolezza della complessità non deve spingerci al nichilismo

Francesco Provinciali * - 29.01.2022

In un brillante saggio pubblicato dal Corriere della sera con l’intrigante titolo “Imparare a vivere- Un’epoca in bilico tra lumi e oscurantismo” il Prof. William John Morgan, Emerito alle Università di Cardiff e di Nottingham, traccia una rapida e vigorosa sintesi delle contraddizioni e delle potenzialità del nostro tempo, sotto vari profili di considerazione: colpisce la sua capacità di inquadrare in un efficace fermo-immagine una serie di tematiche di incalzante attualità e lo fa occupando lo spazio di una mezza pagina di giornale, partendo  da una ‘colossale monografia’ di Michael Grant – I gladiatori – scritta 50 anni fa, grazie anche all’impeccabile traduzione a cura dello Studio Annita Brindani (Busseto-Parma).

Nel vasto mondo romano, questo è il contesto storico considerato nell’incipit, “milioni di persone si sentivano inette, ignorate, trascurate, smarrite e soprattutto annoiate”: la metafora del ‘panem et circenses’ di Giovenale era la risposta della classe dirigente a questa alienazione di massa. Morgan ritrova questa condizione – a un tempo- di alienazione e di insoddisfazione nelle efferatezze perpetrate dall’umanità nei secoli successivi, fino al nostro tempo. Evidenziando peraltro come si viva oggi in un mondo che offre straordinarie opportunità di conoscenze e dotazione di mezzi per cercare un sostenibile equilibrio esistenziale. Impossibile che sia sfuggito leggi tutto