Ultimo Aggiornamento:
19 aprile 2025
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Argomenti

Sarà Mario Draghi il vero stratega anti-Trump?

Francesco Provinciali - 16.11.2024

Quando il giorno dell’esito elettorale in USA ho scritto che la lezione americana consisteva nel pragmatismo estremo dimostrato dal vincitore intendevo cogliere – in estrema sintesi – la spiegazione più veritiera del voto per come è stato espresso in modo netto dal popolo americano. Un pragmatismo che consiste nell’aver individuato i temi su cui giocare la leadership cogliendo e rappresentando i bisogni e le aspettative della gente. Sono perciò confortato nel veder confermata da un editoriale del Washington Post questa chiave di lettura per avvalorare tale interpretazione. Noi europei e noi italiani in particolare siamo abituati ad esprimere ragionamenti politici basati su una narrazione complessa che finisce per perdere di vista i fondamentali, argomentando in modo divisivo e radicato su presupposti più teorici che pratici. Per questo nel nostro Paese la polarizzazione post-ideologica è fondata su retaggi del passato che ciclicamente ritornano, creando peraltro una sorta di incomunicabilità e difficoltà rappresentativa tra paese legale e paese reale. Per questo inoltre esser parte dell’U.E. dopo il lungo cammino storico e istituzionale successivo alla seconda guerra mondiale, lascia trasparire le difficoltà dello stare insieme piuttosto che le ragioni di una possibile unità di intenti rispetto alle potenzialità che questo salto di qualità atteso da decenni ci consentirebbe di realizzare. leggi tutto

Le fascinazioni superficiali per gli esempi stranieri

Paolo Pombeni - 13.11.2024

Siamo da sempre un paese che ama rispecchiarsi in quel che avviene nei grandi paesi. È dal Risorgimento che va avanti così: la Francia, l’Inghilterra, poi la Germania, poi gli USA, qualche volta la Spagna, la Cina, con continue entrate e uscite, a volte anche di paesi un po’ strane (ricordate le fascinazioni per Cuba e per il Vietnam?). Ovviamente non è che si prendano in considerazione proprio le complessità di quel che accade altrove, in genere ci si accontenta di assolutizzare alcune impressioni che possono portare acqua al mulino di questa o quella forza politica.

L’ultimo caso è la vittoria di Trump nelle elezioni per la presidenza americana, che hanno infiammato le letture del futuro da parte delle destre e condizionato quelle di molte altre componenti. Non moltissimo tempo fa c’è stata l’esaltazione della vittoria elettorale del “Nuovo Fronte Popolare” in Francia che aveva galvanizzato le sinistre nostrane e i commentatori che le supportano. In quel caso stiamo vedendo che non è che stia andando a finire benissimo, almeno per ora, ma noi non facciamo parte di nessun fan-club per cui sappiamo che i tempi della politica sono più lenti di quel che si pensa.

Tornando a Trump, adesso si scommette a destra leggi tutto

La lezione americana

Francesco Provinciali - 09.11.2024

Anche in questa occasione siamo stati tratti in inganno dai sondaggi, peraltro subito suffragati (a differenza di ciò che accade in casa nostra dove l’astensionismo è saldamente vincente da anni) dalla elevata partecipazione dei cittadini al voto per l’elezione del 47° Presidente USA. Tuttavia più che il previsto testa a testa il risultato si è rivelato un voto di ‘pancia’ ed è stato netto e significativo, oltre ogni valutazione sulle sue ricadute.

La vittoria di Trump è stata schiacciante e ha ammutolito (mentre scrivo tutto tace dal fronte democratico) gli avversari. Si può ragionevolmente ascrivere – come sottolinea un profondo conoscitore del mondo americano come Federico Rampini - l’esito del voto più agli errori del partito democratico che ai meriti personali del tycoon e del suo entourage. La candidatura di Kamala Harris è emersa come unica soluzione temporalmente possibile dopo i tentennamenti di Biden, come avvicendamento interno di leadership,  ma senza l’investitura di un confronto congressuale, inoltre gli endorsement dei Clinton e degli Obama sono apparsi tardivi e coreografici, senza alcun sostanziale contributo ad un programma elettorale che sapesse rispondere alle domande emergenti da un Paese che si estende per sei fusi orari, nella sua complessità territoriale, etnica, di target e istanze sociali. Alcuni temi come l’immigrazione, le leggi tutto

Il rebus del centro

Paolo Pombeni - 06.11.2024

La discussione su cosa sia e che ruolo abbia “il centro” in una democrazia costituzionale basata sulla competizione elettorale è una storica questione nelle riflessioni politiche. Ci sono due versioni. Quando il sistema è tendenzialmente bipolare o addirittura bipartitico, allora si dice che vince chi riesce ad aggiungere ai voti della propria parte (destra o sinistra) i voti del centro, che come tale è dato per oscillante fra le due. In questo caso, almeno tendenzialmente il centro non si formalizzerebbe a costruire uno o più partiti ma si sposterebbe sull’uno e/o sull’altro campo.  Quando invece si ha un sistema strutturalmente pluripartitico, il centro avrebbe una o più formazioni strutturate che competono con le altre in quanto rappresentanti di specifici segmenti sociali. In questi casi può anche succedere che una di queste forze assuma la leadership nel determinare la formazione di coalizioni vincenti, condizionando gli alleati, di destra o di sinistra a seconda dei casi, a moderarsi nelle loro pretese specifiche.

Questa è la rappresentazione idealizzata dei possibili quadri della vita politica, perché nella realtà in genere è tutto più sfumato o più confuso. Una avvertenza da richiamare è che c’è differenza fra un sistema in cui i partiti (molti) sono fortemente strutturati e radicati nella società leggi tutto

La vicenda del dossieraggio: quando tecnologia e informatica sono usate per giochi di potere

Francesco Provinciali - 02.11.2024

Quanto sta emergendo dalla vicenda dei dossier occulti che riguardano personaggi della politica, dell’economia, delle istituzioni ma anche di settori meno noti della vita pubblica e privata conferma una sensazione percepita e mai adeguatamente approfondita se non al palesarsi di evidenze con tanto di nomi e cognomi - delle spie e degli spiati – e cioè che siamo tutti potenzialmente sovraesposti al controllo illecito di tutto ciò che riguarda la nostra vita, le azioni quotidiane, anche le più abitudinarie e apparentemente banali. Telefonare, mandare un messaggio o una mail, usare un bancomat, compilare un modulo online, scaricare una ‘app’, fornire le nostre credenziali per operazioni di routine: la tecnologia sempre più pervasiva e l’informatizzazione di tutte le procedure che un tempo venivano fatte con carta e penna consentono la rapida trasmissione dei dati e la loro tracciatura: di questo aspetto non ci curiamo abbastanza perché sono cambiati ritmi e tempi nel passaggio di informazioni e comunicazioni e la rete ingloba una serie impressionante di transiti telematici dei quali non abbiamo contezza. Affidandoci agli hardware e ai software a disposizione immaginiamo che tutto ciò che ci riguarda sia garantito dalla neutralità degli apparati di cui ci serviamo: ma la mano e la mente leggi tutto

Un bipolarismo per la Terza Repubblica?

Paolo Pombeni - 30.10.2024

Le elezioni in Liguria possono avere il valore di un test nazionale? Come sempre in questi casi si può rispondere sia affermativamente che negativamente, perché una elezione regionale tiene conto di un contesto circoscritto (in questo caso anche abbastanza ristretto) e perché comunque verrà letta come indicativa per una stagione di amministrative che nel 2025 vedrà alle urne importanti regioni e importanti comuni.

Cerchiamo allora di mettere in luce qualche elemento che ci sembra emergere da quanto è accaduto in Liguria. Prima di tutto abbiamo visto che ormai ci si muove in un ambito di bipolarismo consolidato che non lascia spazi al proprio esterno: per quanto i candidati che non facevano riferimento ad uno dei due poli fossero poco più che delle figure estemporanee, il fatto che abbiano raccolto poco più del 3% dei consensi è indicativo. Altrettanto lo è il fatto che questa volta il cosiddetto “centro” o si è presentato col centro sinistra o quando è stato vittima della stupida fatwa di Conte non ha partecipato.

In un contesto in cui vota la metà degli aventi diritto (46% per l’esattezza) l’elettorato si è praticamente spaccato a metà fra i due poli, segno di una radicalizzazione del confronto che pone non pochi problemi di schieramento. leggi tutto

Censimento ed evidenze che irrompono nello scenario sociale

Francesco Provinciali - 26.10.2024

In questi giorni giunge ai cittadini il questionario di rilevazione del Censimento ISTAT.

L'Istat ha una tradizione di serietà e autorevolezza istituzionale veramente esemplare, i dati statistici che raccoglie ed elabora sono fondamentali per fotografare la realtà del Paese. In passato, ho recensito diverse Ricerche dell'Istituto, quando era presieduto dal Prof Giancarlo Blangiardo, illustre demografo con cui ho avuto l'onore di collaborare sui temi delle problematiche minorili.

Ricordo ad esempio che il termine “culle vuote” fu coniato in una indagine dell’Istat, così come fu esemplare il saggio sul tema della sostenibilità generazionale a cura dei Prof. Raitano e Sgritta della Sapienza di Roma, elaborato per l’Istituto con sede in Via Cesare Balbo a Roma.

Noto con piacere che la guida attuale dell'Istituto di statistica conserva e valorizza il prestigio conservato nel tempo.

L'Italia di oggi è una realtà in continua evoluzione, scorrendo le domande poste ai cittadini trovo che sia irrilevante persino ai fini statistici sapere se tengo l'auto nel box o fuori, o se la mia casa è dotata di impianto di aria condizionata.

Ci sono fenomeni sociali che irrompono nella nostra quotidianità e incidono nella nostra vita in modo più rilevante. Forse non è compito dell'ISTAT accertarli e analizzarli ma faccio leggi tutto

Questioni di equilibrio

Paolo Pombeni - 23.10.2024

Sembra che il Quirinale si sia affrettato a far sapere che l’intervento a Bari di Mattarella si riferiva al problema della nuova votazione per il giudice mancante alla Corte costituzionale: evidentemente si vuole evitare che tutto venga risucchiato nello scontro fra governo e componenti della magistratura a proposito della “operazione Albania”. Chi ha letto i commenti della stampa e seguito qualche talk show avrà visto che ormai è tutta una lotta fra “curve” politico-corporative: ciascuno sta interpretando le parole del Presidente della Repubblica come una reprimenda all’avversario e un sostegno alla propria parte.

La questione di fronte alla quale ci troviamo è delicatissima e davvero ci sarebbe da far tesoro delle parole di Mattarella che ricorda come le istituzioni sono un bene comune e funzionano se tutti collaborano a farle funzionare ed a sentirsene corresponsabili. Non vuol affatto dire rinunciare ad avere idee diverse su come si possa operare, ma invece sapere che nessuno dovrebbe pensare di usare il suo “potere” per ostacolare lo sviluppo di una normale dialettica di posizioni da cui far scaturire un sentire comune e condiviso.

A chi si spertica a parlare di “sgrammaticature costituzionali” perché non si tiene conto della teoria della separazione dei poteri, andrebbe ricordato leggi tutto

Il Nobel per l'I.A. a Geoffrey Hinton fa riflettere

Francesco Provinciali - 19.10.2024

Più volte mi sono occupato di Geoffrey Hinton e del suo approccio al tema dell’intelligenza artificiale fino ad esserne considerato uno dei padri fondatori, della sua carriera in GOOGLE di cui è stato per dieci anni eminenza grigia e portavoce: ricordo di averlo citato ad esempio in relazione al tema della realtà aumentata e delle strade aperte dal Metaverso, in alcuni scambi epistolari con il Prof. Vittorino Andreoli, comprese le recensioni dei suoi libri più recenti. Entrambi avvertivamo il pericolo di una concezione pervasiva e totalizzante dell’intelligenza artificiale e dei suoi cascami ideologici, fino a rischiare di perdere nei ragionamenti e nei comportamenti derivanti, il concetto di “normalità”.

Insieme a queste deduzioni si avvertiva di converso la necessità di ripristinare i limiti necessari per evitare uno stravolgimento negli stili di vita e il timore che le azioni umane fossero condizionate dalla tecnologia e dal mondo virtuale fino a perdere il senso dell’etica condivisa.  Geoffrey Hinton aveva offerto spunti di riflessioni importanti per la sua esperienza e per l’autorevolezza del suo carisma, consolidato nel periodo di permanenza nell’azienda leader dei motori di ricerca.

Debbo ammettere di essere rimasto affascinato dalla sua personalità, dalla sua penetrante intelligenza, dal suo equilibrio che ha saputo leggi tutto

La legge di bilancio è una cosa seria

Paolo Pombeni - 16.10.2024

Con il mondo che rischia l’allargarsi di conflitti sempre più devastanti (le operazioni abbastanza poco assennate a Gaza, Cisgiordania e Libano; le continue tensioni cinesi intorno a Taiwan), potrebbe sembrare poco sensato occuparsi di politica interna. Ovviamente ci sono problemi che non si possono mettere in soffitta, perché incidono sulla vita di tutta la nazione, e dunque anche sulla sua capacità di agire nelle situazioni internazionali. Una di queste è la legge di bilancio, ovvero il quadro dell’impegno economico dello Stato nel prossimo anno.

Quando sarà letto questo articolo, il documento preparatorio predisposto dal governo probabilmente sarà già in viaggio per Bruxelles. Non si tratta di un testo che affronti i problemi in dettaglio, quello arriverà fra un poco, ma sarà comunque qualcosa su cui l’Italia comincerà ad essere giudicata sia a livello delle istituzioni europee, a cui deve rendere conto per l’osservanza delle nuove regole di bilancio, sia a livello delle agenzie di valutazione economica e finanziaria (non a caso per questi giorni si aspettano le valutazioni di Fitch e di Standard & Poors).

Il passaggio è molto delicato. La previsione di crescita del PIL per l’anno prossimo si ferma allo 0,8% (meno dell’1 e qualcosa previsto) e ci sono da finanziare 24 miliardi leggi tutto