Ultimo Aggiornamento:
22 marzo 2025
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Argomenti

Un nuovo partito personale

Paolo Pombeni - 27.11.2024

La costituente convocata da Giuseppe Conte per validare la svolta da lui impressa al Movimento Cinque Stelle si è conclusa come c’era da aspettarsi: con la certificazione della nascita di un ulteriore partito di professionisti politici che fa perno attorno ad un leader che ne è signore e padrone. L’ironia stizzita di Grillo che ha stigmatizzato il passaggio come transito “da francescani a gesuiti” coglie nel segno: non quello della storia, perché tanto i francescani quanto i gesuiti sono formazioni ben diverse dagli stereotipi della vulgata corrente a cui fa riferimento il garante disarcionato, ma quello di una certa immagine populista delle due formazioni religiose.

Francescano M5S non lo è mai stato, se non per un po’ di scenografia di comodo. Se si deve prestar fede alla leggenda nera che vuole i gesuiti intriganti faccendieri che ispirano il potere e se lo accaparrano quale che sia, invece qualche similitudine con le strategie dell’ex avvocato del popolo si trova facilmente.

La prima cosa da notare è che, a rigore, la convention pentastellata romana non ha deciso niente: si tratta solo di indicazioni di “linee” e di “indirizzi” che poi vengono affidate al leader, tacitamente riconfermato, e al suo gruppo dirigente per vedere quando e come, leggi tutto

Lo zoccolo duro della povertà assoluta

Francesco Provinciali - 23.11.2024

C’è un Paese che cresce e ce n’è uno che arranca. I dati dell’indagine ISTAT sulla situazione economica dei cittadini italiani e dei nuclei familiari nel 2023 conferma sostanzialmente la rilevazione effettuata l’anno precedente e il quadro che era emerso dall’ultimo rapporto della Caritas. Questo nonostante l’andamento positivo del mercato del lavoro nel 2023 (+2,1% di occupati in un anno), registrato anche nei due anni precedenti, poiché l’impatto dell'inflazione ha frenato la possibile riduzione dell’incidenza di famiglie e individui in povertà assoluta. Nel 2023, la lievitazione dei prezzi al consumo è risultata, infatti, ancora elevata (attestandosi ad un +5,9%) ed è di tutta evidenza che ciò ha inciso negativamente in particolare sulle famiglie meno abbienti. A conti fatti si stimano 2,2 milioni di famiglie (pari all’8,4% del totale) e in totale 5,7 milioni di persone (corrispondenti al 9,7% della popolazione residente) che vivono in condizioni di povertà assoluta. Per calcolare il livello oltre il quale le condizioni economiche di vita sono comprese entro una cornice definita di povertà assoluta si tiene conto di alcune variabili che concorrono a determinare un quoziente reddituale individuale e familiare: il tipo di lavoro, la sua stabilità nel corso dell’anno, ovvero la condizione di precarietà fino alla disoccupazione, la composizione del nucleo domestico (le famiglie leggi tutto

Un voto da meditare

Paolo Pombeni - 20.11.2024

Il grande scontro destra vs. sinistra si è concluso col risultato di 1 a 2: Liguria al centrodestra, mentre il centrosinistra scommetteva sulla sua vittoria; Emilia Romagna al centrosinistra, risultato scontato; Umbria al centrosinistra, dove il centrodestra governava e pensava di resistere. Alla banalità di chiedersi che ricadute avrà tutto questo sul governo nazionale sembra si stia resistendo, perché non pare che in questo caso ci sia nulla capace di mettere in crisi l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni.

Poiché anche in politica vale l’assioma della goccia che scava la roccia, qualche riflessione la si può fare e riguarda alcuni dati che si ricavano dai risultati. Scontato il rammarico per l’alto tasso di astensionismo: ormai è un dato quasi strutturale, la metà degli elettori diserta le urne. Le ragioni sono varie, ma senz’altro c’entra la convinzione diffusa che chiunque governi le sue possibilità di intervento, almeno per ciò che riguarda la gente comune, sono più o meno le stesse. Non è esattamente così, ma sarebbe miope non riconoscere che in questo modo di sentire c’è anche del vero. Per recuperare la partecipazione sarà necessario ricostruire le reti di coinvolgimento sociale, che sono nel migliore dei casi appassite, anzi per lo più si sono disseccate. leggi tutto

Sarà Mario Draghi il vero stratega anti-Trump?

Francesco Provinciali - 16.11.2024

Quando il giorno dell’esito elettorale in USA ho scritto che la lezione americana consisteva nel pragmatismo estremo dimostrato dal vincitore intendevo cogliere – in estrema sintesi – la spiegazione più veritiera del voto per come è stato espresso in modo netto dal popolo americano. Un pragmatismo che consiste nell’aver individuato i temi su cui giocare la leadership cogliendo e rappresentando i bisogni e le aspettative della gente. Sono perciò confortato nel veder confermata da un editoriale del Washington Post questa chiave di lettura per avvalorare tale interpretazione. Noi europei e noi italiani in particolare siamo abituati ad esprimere ragionamenti politici basati su una narrazione complessa che finisce per perdere di vista i fondamentali, argomentando in modo divisivo e radicato su presupposti più teorici che pratici. Per questo nel nostro Paese la polarizzazione post-ideologica è fondata su retaggi del passato che ciclicamente ritornano, creando peraltro una sorta di incomunicabilità e difficoltà rappresentativa tra paese legale e paese reale. Per questo inoltre esser parte dell’U.E. dopo il lungo cammino storico e istituzionale successivo alla seconda guerra mondiale, lascia trasparire le difficoltà dello stare insieme piuttosto che le ragioni di una possibile unità di intenti rispetto alle potenzialità che questo salto di qualità atteso da decenni ci consentirebbe di realizzare. leggi tutto

Le fascinazioni superficiali per gli esempi stranieri

Paolo Pombeni - 13.11.2024

Siamo da sempre un paese che ama rispecchiarsi in quel che avviene nei grandi paesi. È dal Risorgimento che va avanti così: la Francia, l’Inghilterra, poi la Germania, poi gli USA, qualche volta la Spagna, la Cina, con continue entrate e uscite, a volte anche di paesi un po’ strane (ricordate le fascinazioni per Cuba e per il Vietnam?). Ovviamente non è che si prendano in considerazione proprio le complessità di quel che accade altrove, in genere ci si accontenta di assolutizzare alcune impressioni che possono portare acqua al mulino di questa o quella forza politica.

L’ultimo caso è la vittoria di Trump nelle elezioni per la presidenza americana, che hanno infiammato le letture del futuro da parte delle destre e condizionato quelle di molte altre componenti. Non moltissimo tempo fa c’è stata l’esaltazione della vittoria elettorale del “Nuovo Fronte Popolare” in Francia che aveva galvanizzato le sinistre nostrane e i commentatori che le supportano. In quel caso stiamo vedendo che non è che stia andando a finire benissimo, almeno per ora, ma noi non facciamo parte di nessun fan-club per cui sappiamo che i tempi della politica sono più lenti di quel che si pensa.

Tornando a Trump, adesso si scommette a destra leggi tutto

La lezione americana

Francesco Provinciali - 09.11.2024

Anche in questa occasione siamo stati tratti in inganno dai sondaggi, peraltro subito suffragati (a differenza di ciò che accade in casa nostra dove l’astensionismo è saldamente vincente da anni) dalla elevata partecipazione dei cittadini al voto per l’elezione del 47° Presidente USA. Tuttavia più che il previsto testa a testa il risultato si è rivelato un voto di ‘pancia’ ed è stato netto e significativo, oltre ogni valutazione sulle sue ricadute.

La vittoria di Trump è stata schiacciante e ha ammutolito (mentre scrivo tutto tace dal fronte democratico) gli avversari. Si può ragionevolmente ascrivere – come sottolinea un profondo conoscitore del mondo americano come Federico Rampini - l’esito del voto più agli errori del partito democratico che ai meriti personali del tycoon e del suo entourage. La candidatura di Kamala Harris è emersa come unica soluzione temporalmente possibile dopo i tentennamenti di Biden, come avvicendamento interno di leadership,  ma senza l’investitura di un confronto congressuale, inoltre gli endorsement dei Clinton e degli Obama sono apparsi tardivi e coreografici, senza alcun sostanziale contributo ad un programma elettorale che sapesse rispondere alle domande emergenti da un Paese che si estende per sei fusi orari, nella sua complessità territoriale, etnica, di target e istanze sociali. Alcuni temi come l’immigrazione, le leggi tutto

Il rebus del centro

Paolo Pombeni - 06.11.2024

La discussione su cosa sia e che ruolo abbia “il centro” in una democrazia costituzionale basata sulla competizione elettorale è una storica questione nelle riflessioni politiche. Ci sono due versioni. Quando il sistema è tendenzialmente bipolare o addirittura bipartitico, allora si dice che vince chi riesce ad aggiungere ai voti della propria parte (destra o sinistra) i voti del centro, che come tale è dato per oscillante fra le due. In questo caso, almeno tendenzialmente il centro non si formalizzerebbe a costruire uno o più partiti ma si sposterebbe sull’uno e/o sull’altro campo.  Quando invece si ha un sistema strutturalmente pluripartitico, il centro avrebbe una o più formazioni strutturate che competono con le altre in quanto rappresentanti di specifici segmenti sociali. In questi casi può anche succedere che una di queste forze assuma la leadership nel determinare la formazione di coalizioni vincenti, condizionando gli alleati, di destra o di sinistra a seconda dei casi, a moderarsi nelle loro pretese specifiche.

Questa è la rappresentazione idealizzata dei possibili quadri della vita politica, perché nella realtà in genere è tutto più sfumato o più confuso. Una avvertenza da richiamare è che c’è differenza fra un sistema in cui i partiti (molti) sono fortemente strutturati e radicati nella società leggi tutto

La vicenda del dossieraggio: quando tecnologia e informatica sono usate per giochi di potere

Francesco Provinciali - 02.11.2024

Quanto sta emergendo dalla vicenda dei dossier occulti che riguardano personaggi della politica, dell’economia, delle istituzioni ma anche di settori meno noti della vita pubblica e privata conferma una sensazione percepita e mai adeguatamente approfondita se non al palesarsi di evidenze con tanto di nomi e cognomi - delle spie e degli spiati – e cioè che siamo tutti potenzialmente sovraesposti al controllo illecito di tutto ciò che riguarda la nostra vita, le azioni quotidiane, anche le più abitudinarie e apparentemente banali. Telefonare, mandare un messaggio o una mail, usare un bancomat, compilare un modulo online, scaricare una ‘app’, fornire le nostre credenziali per operazioni di routine: la tecnologia sempre più pervasiva e l’informatizzazione di tutte le procedure che un tempo venivano fatte con carta e penna consentono la rapida trasmissione dei dati e la loro tracciatura: di questo aspetto non ci curiamo abbastanza perché sono cambiati ritmi e tempi nel passaggio di informazioni e comunicazioni e la rete ingloba una serie impressionante di transiti telematici dei quali non abbiamo contezza. Affidandoci agli hardware e ai software a disposizione immaginiamo che tutto ciò che ci riguarda sia garantito dalla neutralità degli apparati di cui ci serviamo: ma la mano e la mente leggi tutto

Un bipolarismo per la Terza Repubblica?

Paolo Pombeni - 30.10.2024

Le elezioni in Liguria possono avere il valore di un test nazionale? Come sempre in questi casi si può rispondere sia affermativamente che negativamente, perché una elezione regionale tiene conto di un contesto circoscritto (in questo caso anche abbastanza ristretto) e perché comunque verrà letta come indicativa per una stagione di amministrative che nel 2025 vedrà alle urne importanti regioni e importanti comuni.

Cerchiamo allora di mettere in luce qualche elemento che ci sembra emergere da quanto è accaduto in Liguria. Prima di tutto abbiamo visto che ormai ci si muove in un ambito di bipolarismo consolidato che non lascia spazi al proprio esterno: per quanto i candidati che non facevano riferimento ad uno dei due poli fossero poco più che delle figure estemporanee, il fatto che abbiano raccolto poco più del 3% dei consensi è indicativo. Altrettanto lo è il fatto che questa volta il cosiddetto “centro” o si è presentato col centro sinistra o quando è stato vittima della stupida fatwa di Conte non ha partecipato.

In un contesto in cui vota la metà degli aventi diritto (46% per l’esattezza) l’elettorato si è praticamente spaccato a metà fra i due poli, segno di una radicalizzazione del confronto che pone non pochi problemi di schieramento. leggi tutto

Censimento ed evidenze che irrompono nello scenario sociale

Francesco Provinciali - 26.10.2024

In questi giorni giunge ai cittadini il questionario di rilevazione del Censimento ISTAT.

L'Istat ha una tradizione di serietà e autorevolezza istituzionale veramente esemplare, i dati statistici che raccoglie ed elabora sono fondamentali per fotografare la realtà del Paese. In passato, ho recensito diverse Ricerche dell'Istituto, quando era presieduto dal Prof Giancarlo Blangiardo, illustre demografo con cui ho avuto l'onore di collaborare sui temi delle problematiche minorili.

Ricordo ad esempio che il termine “culle vuote” fu coniato in una indagine dell’Istat, così come fu esemplare il saggio sul tema della sostenibilità generazionale a cura dei Prof. Raitano e Sgritta della Sapienza di Roma, elaborato per l’Istituto con sede in Via Cesare Balbo a Roma.

Noto con piacere che la guida attuale dell'Istituto di statistica conserva e valorizza il prestigio conservato nel tempo.

L'Italia di oggi è una realtà in continua evoluzione, scorrendo le domande poste ai cittadini trovo che sia irrilevante persino ai fini statistici sapere se tengo l'auto nel box o fuori, o se la mia casa è dotata di impianto di aria condizionata.

Ci sono fenomeni sociali che irrompono nella nostra quotidianità e incidono nella nostra vita in modo più rilevante. Forse non è compito dell'ISTAT accertarli e analizzarli ma faccio leggi tutto