Ultimo Aggiornamento:
30 novembre 2024
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Il Sistema Sanitario Pubblico (SSN): a dead walking man?

Giovanni Brandi * - 17.05.2014

Gli allarmi sulla sostenibilità del SSN, sono quotidiani. Più che frutto di analisi, questi warning sembrano dei mantra di avvertimento. Si dovrà credere che parametri obiettivi insormontabili, hanno portato a ciò. La causa prospettata è il moloch del debito pubblico. Si è riusciti occultare i veri responsabili della crisi (ricordate Lehman Brothers?) innalzando il debito pubblico ad un moloch devastante, cresciuto spaventosamente negli ultimi tempi. Guardando i dati reali si vede che la sostenibilità economica del paese sembra migliore di molti paesi europei. Il debito pubblico è alto, ma negli ultimi anni è cresciuto meno che altrove e dal 2000 al 2013 nel rapporto debito pubblico/numero di cittadini adulti siamo stati superati da almeno USA e Francia. Per debito aggregato (pubblico+privato) risultiamo i meno indebitati assieme alla Germania e superati da USA, GB, Francia. Dal confronto con altri paesi si vede che l’Italia eredita i suoi problemi dal passato mentre gli altri li stanno sviluppando ora. Politiche di austerity restrittive/recessive possono portare alla distruzione non solo d’industrie potenzialmente ancora sane ma anche al collasso d’interi sistemi complessi. Ricordiamo l’esempio della Tatcher che ha raso al suolo il sistema manifatturiero e quello sanitario inglese che ora si trova a spendere cifre superiori a molti altri paesi europei per ottenere risultati inferiori in termini di salute e di sopravvivenza. leggi tutto

Silenzi e bugie. Perché gli italiani non amano la loro università

Marco Mondini * - 08.05.2014

Una delle letture più deprimenti che un lettore mediamente colto di quotidiani possa sostenere è rappresentata dagli interventi degli editorialisti sui problemi di università e ricerca. Se poi si vuole transitare dalla tristezza al disgusto, ci si può anche aggiungere un tour nella pagina dei commenti on line, quinta di scena dell’analfabetismo nazionale. E’ un atto indubbiamente masochistico, ma può essere istruttivo per conoscere l’abisso che separa la cosiddetta «opinione pubblica» (e molti dei cosiddetti opinion makers più in voga) dal mondo dell’alta cultura.

In effetti, l’ignoranza degli italiani sul tema non dovrebbe sorprendere. Quando un noto e ascoltato commentatore può sostenere che in Italia esistono «oltre cento università» (F. Giavazzi, Corriere della Sera, 6 novembre 2010), in cui insegnano «troppi professori» (Idem, Corriere della Sera, 24 ottobre 2010) e da cui escono troppi laureati (Idem, Lavoce.info, 28 novembre 2012) e, dopo aver prodotto questo rilevante cumulo di inesattezze, può continuare a intervenire da «esperto» sulla questione, è evidente che c’è un problema a monte, ed è di corretta informazione. leggi tutto

L’ignoranza al potere? Il DEF 2014 e l’accantonamento della ricerca pubblica

Marco Mondini * - 22.04.2014

«Non sono tagli, ma solo accantonamenti». Così disse il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini (in un intervista rilasciata al quotidiano Repubblica). Nelle intenzioni del ministro il termine «accantonamento» dovrebbe suonare più rassicurante. I 200 milioni di euro di «revisione» previsti dal Documento di programmazione economica e finanziaria (art. 50, comma 6 del testo presentato alla stampa)  sul fondo ordinario di finanziamento delle Università statali (30 per l’anno finanziario in corso, 45 a regime per ogni anno fino a fine legislatura) non diventeranno realtà. O, almeno, è questa l’interpretazione più ottimistica. A oggi non è chiaro in effetti quale significato esattamente vada attribuito alle parole: «per ragioni di copertura finanziaria abbiamo dovuto mettere quella voce a bilancio» ma «siamo al lavoro» per trovare il risparmio all’interno del budget ministeriale senza toccare il fondo ordinario. Secondo alcuni dei soggetti interessati, come l’Associazione dei Precari della Ricerca, si tratta di un gioco di parole che nasconde (male) un’amara realtà fin troppo nota: razionalizzazione della spesa pubblica, in Italia, significa fondamentalmente decurtazione degli investimenti su istruzione e ricerca (http://ricercatoriprecari.blogspot.it/ ).  leggi tutto