Ultimo Aggiornamento:
12 febbraio 2025
Iscriviti al nostro Feed RSS

Argomenti

“Siamo, dunque pensiamoci”

Massimo Nava * - 09.05.2020

“Cogito, ergo sum”, penso dunque sono, diceva Cartesio. Proviamo a rovesciare la sentenza al tempo del coronavirus: sono, dunque penso. Il filosofo francese intendeva dimostrare che la possibilità di pensare, e di «pensarsi» come individuo, offrisse la certezza assoluta, il principio basilare, dell’esistenza umana. Se esistiamo come esseri pensanti, è dunque scontata la capacità di pensare. E da qui discende la capacità di utilizzare le potenzialità della mente e finalizzarle al bene individuale. Ma se entrano in gioco l’etica, la responsabilità, l’imperativo kantiano di agire per il bene, le potenzialità della mente dovrebbero essere finalizzate anche al bene collettivo.

L’epidemia che stiamo affrontando ci dice che Cartesio e Kant hanno sempre più argomenti in comune. (Il lettore perdonerà la sintesi superficiale di studi liceali e universitari), in quanto bene individuale e bene collettivo sono sempre meno distanti, a prescindere da valutazioni politiche o ideologica sul sistema e sul modello di società in cui si vive.

Continuiamo ovviamente a pensarci come individui singoli, ma esistiamo sempre meno come individui separati dagli altri. Il confinamento in un certo senso ci ha avvicinato: sentiamo un comune destino, ci “vediamo” più spesso in gruppo, sui social e grazie alle nuove tecnologie dialoghiamo a distanze planetarie, leggi tutto

L’ora difficile dell’Europa fra pandemia e globalizzazione

Francesco Cannatà * - 09.05.2020

Frontiere, globalizzazione, debito. Il Coronavirus ha rimesso con forza in primo piano le questioni che in Europa da oltre un decennio dividono l’opinione pubblica. Da questa crisi gli europei ne usciranno mortalmente disuniti? Sarà ancora possibile pensare il continente in termini comuni in modo da contare negli affari mondiali? Tutti gli Stati membri condividono questo obiettivo ? Per restare all’attualità, gli Stati dell’eurozona hanno disperatamente bisogno, se pur in modi differenti, di fondi per finanziare le misure anti pandemia. Finora le molteplici crisi vissute dal continente hanno avuto denominatori comuni. Di qualsiasi cosa si tratti: banche, debito sovrano, immigrazione, rifugiati, sicurezza oppure, come ora, l’epidemia, l’UE agisce con grandi difficoltà. In ogni dibattito i singoli Stati prendono posizioni differenti. Alla base di questa disunione vi è quello che appare sempre più come il peccato originale dell’Unione. L’UE non riesce a darsi legami di solidarietà e legittimità paragonabili a quelli dello Stato nazionale. Nel suo modello ideal-tipico, lo Stato nazionale ha dato vita a comunità in cui decisioni anche gravose della maggioranza sono state normalmente accettate dalla minoranza in quanto da questa ritenute legittime. Altrettanto è successo con la solidarietà economica. Distribuzione e trasferimenti di reddito sono stati condivisi dall’insieme della cittadinanza poiché valutati leggi tutto

Virus e politica

Stefano Zan * - 06.05.2020

Premesso che trovo la cronaca internazionale dei principali quotidiani negli ultimi due mesi di una pochezza e di una omogeneità (per usare un eufemismo) davvero sorprendente, segno evidente che lavorano da casa su fonti secondarie e su agenzie, mi sembra si possa dire che tutti gli Stati stanno affrontando due questioni politiche di fondo nella gestione della progressiva uscita dalla fase di emergenza di contrasto alla diffusione della pandemia.

La prima questione riguarda il tasso di diffusione del contagio tollerabile con la ripresa, ancorché parziale e graduale, delle attività economiche e della mobilità dei cittadini. E’ evidente a tutti che il contagio e la diffusione del virus sono tutt’altro che terminati così come è altrettanto evidente che il blocco che ha caratterizzato gli ultimi due mesi non è più sostenibile né sul piano economico né su quello sociale. Il punto diventa quello di scegliere, e in questo senso è un’operazione squisitamente politica, quale grado di diffusione del virus è tollerabile con un allentamento delle restrizioni che hanno caratterizzato la fase di emergenza.  Anche se la scelta viene in larga misura e con grande ambiguità riversata sui tecnici, in realtà oggi sono i politici che devono decidere quale e quanta diffusione del virus è compatibile con leggi tutto

Cittadini del mondo

Francesco Domenico Capizzi * - 06.05.2020

Dopo quasi due millenni bisogna plaudire l’imperatore Marco Aurelio quando sostiene che “schiavo è colui che si sente sottomesso ad una natura capricciosa, cittadino del Mondo è chi riconosce di vivere in mezzo ad una natura governata da leggi rigorose” (I Pensieri”, Mondadori 1974). L’aforisma è quanto mai attuale perché dà origine ad interpretazioni opposte degli eventi “naturali” che si susseguono, fra cui l’attuale pandemia. La visione capricciosa della natura rende l’organizzazione sociale rigida, nello stesso tempo incerta, financo evanescente, e favorisce la concezione misterica dei molti mali che attanagliano i popoli: guerre, carestie, razzismi, sfruttamenti, diseguaglianze, dittature, malattie, epidemie...

E’ quanto è accaduto nel corso dell’emergenza attuale: prima e dopo l’evento acuto scaturito in Cina ha prevalso l’inerzia, finalmente sono state adottate misure organizzativo-socio-sanitarie di contrasto mentre si andavano affinando misure cautelative e strumenti diagnostico-terapeutici. A parte l’incertezza iniziale, tutto ben fatto di fronte alla pandemia conclamata, preceduta dall’epidemia in Wuhan che qualcosa avrebbe dovuto insegnare sotto ogni punto di vista, scientifico e operativo.

E’ bene osservare che le epidemie osservano una certa ciclicità e la loro insorgenza e i loro effetti clinici sono sufficientemente prevedibili e, almeno in parte, conosciuti, evitabili e prevenibili. Sta nell’incrocio del virus con gravi guasti ambientali e defedamenti leggi tutto

Un errore di comunicazione

Luca Tentoni - 02.05.2020

Il presidente del Consiglio Conte ha presentato in televisione i provvedimenti per la "fase due" dell'emergenza legata al Covid-19, ma ha commesso errori di comunicazione e qualche imprudenza sul piano politico. Sul merito, le scelte si possono discutere: secondo alcuni sono poco tempestive, secondo altri ci vorrebbe maggior prudenza; inoltre, non si comprende bene se siano un compromesso fra una decisione politica e le indicazioni degli esperti o frutto più della prima o più delle seconde; infine, non si capisce perché, pochi minuti dopo la conferenza stampa, un piccolo partito della maggioranza (Italia viva, che ha una forte vocazione all'opposizione pur restando al governo) abbia criticato aspramente - se non sconfessato - alcune decisioni inerenti alla "fase due" e che lo stesso Pd, una volta letta la nota della Cei, si sia affrettato a invitare il governo a correggere la rotta sulle celebrazioni religiose (i leader della maggioranza non erano al corrente delle misure adottate?). Conte è apparso involuto, incerto, quasi timoroso nel presentare una fase due che in realtà sembra più una versione 1.2. della precedente; così, la parte relativa alle maggiori aperture (quelle nel mondo produttivo) è finita annacquata nell'ambiguità delle visite ai "congiunti", nel pasticcio relativo alla Messa domenicale (ingenerato anche dopo leggi tutto

Ne usciremo migliori? Forse

Massimo Nava * - 02.05.2020

Alzi la mano chi avrebbe scommesso - dopo anni di austerità imposta dall’Europa e di miserabili calcoli decimali sull’aumento del Pil e tagli della spesa pubblica - di vedere piovere tanti soldi sul Paese e un’Europa   solidale e capace di mobilitare eccezionali risorse. In poche settimane, è stato messo in soffitta il Patto di Stabilità e persino la Germania ha deciso di indebitarsi, rinunciando al totem del pareggio di bilancio.

 E’ vero, arrivano miliardi di euro che serviranno a riparare i danni dell’epidemia e dare una mano ai settori industriali e alle categorie sociali più colpite. Ma, se saremo capaci di spenderli e se saranno impiegati bene, contribuiranno a costruire un modello di sviluppo più sostenibile, partendo dalla prevenzione delle emergenze (i cui limiti sono stati messi in tragica evidenza in queste settimane) e da una forte presa di coscienza delle cause ambientali che hanno contribuito alla diffusione del virus: inquinamento, congestione territoriale, falle nel sistema sanitario, tragica incuria nella gestione delle case di riposo.

Lo slogan “andrà tutto bene” era un incoraggiamento, ma “nulla sarà come prima” potrebbe rivelarsi un impegno etico e politico, per cambiare comportamenti collettivi nella direzione che da troppo tempo indichiamo soltanto a parole.

Il virus ha imposto leggi tutto

Coronavirus: burocrazia e cittadini

Francesco Provinciali * - 02.05.2020

Che sia stato generato dal passaggio dal pipistrello all’uomo, scappato per errore dal laboratorio di Wuhan o - come sostengono i complottisti - usato come arma biologica, il Coronavirus è nato in Cina e si è poi propagato in ogni angolo del pianeta.

Non risulta che l’OMS o la Comunità Internazionale abbiano attivato azioni di protesta nei confronti del regime cinese, nonostante la presenza di accordi e protocolli internazionali che prevedevano la comunicazione immediata ai Governi mondiali dell’avvenuto contagio, della virosi in atto e delle misure atte al suo contenimento. Nelle comparizioni televisive del Presidente del Consiglio o dei Ministri e sottosegretari- cioè degli organi politici preposti a farlo- non risulta che sia stata espressa pubblicamente la minima rimostranza per gli undici (e forse più) gg di ritardo che la Cina si è presa per comunicare al mondo la genesi del virus e i pericoli del contagio. In Parlamento nessun dibattito su questo aspetto fondamentale della responsabilità oggettiva della pandemia è stato affrontato a fondo, ne’ risulta  che lo abbiano fatto l’OMS, l’Europa, l’ONU, le istituzioni governative e di controllo a livello mondiale.

Fatta eccezione per alcuni attacchi di Trump, l’iniziativa dell’Europa tramite la piattaforma EuVsDisinfo (come leggi tutto

La Cina e la pandemia: prove di soft power?

Giovanni Bernardini - 29.04.2020

C’è molta Cina negli aggiornamenti di attualità che scandiscono queste inedite settimane di quarantena. Se da principio l’informazione sul paese estremorientale, forzatamente scarsa e frammentaria, ha riguardato soprattutto l’estensione del contagio da Covid-19 e le misure messe in atto per contrastarlo, lo spostamento del focus sull’emergenza di casa nostra ha comportato anche una nuova rappresentazione della Cina Popolare come interlocutore privilegiato, in virtù del suo manifesto desiderio di aiutare gli altri paesi sulla base della propria esperienza. Non è certamente sfuggito a nessuno che gli atti concreti di aiuto e i messaggi di incoraggiamento, per i quali è giusto essere grati, siano stati sostenuti da uno sforzo mirato e organizzato per dare loro la più ampia pubblicità possibile. Chi conosce gli equilibri interni alla Cina ben più del sottoscritto, sostiene che l’offensiva propagandistica abbia anche finalità domestiche: soprattutto le trovate più grossolane, come l’applauso collettivo rivolto al personale sanitario italiano dai balconi e trasformato dai media cinesi in un ringraziamento agli esperti inviati da Pechino, dovevano servire a distogliere l’attenzione pubblica dai ritardi e dagli errori del regime sul fronte domestico e a mostrare, per così dire, come la situazione all’estero fosse peggiore di quella leggi tutto

L’esempio felice del Portogallo nella lotta al COVID -19

Alessandro Micocci * - 29.04.2020

In questo periodo di profonda crisi europea sembra risultare difficile trovare un paese che abbia fornito un modello adeguato di difesa contro la pandemia di Coronavirus. La Germania aveva i mezzi sanitari ed economici per fronteggiare il virus e li ha dispiegati, riuscendo a garantire ai propri cittadini una difesa contro le conseguenze devastanti dell’epidemia. Tuttavia anche un paese economicamente e politicamente meno importante rispetto ai giganti europei sta imponendosi come un modello virtuoso di gestione della pandemia: il Portogallo.

Il paese aveva invece tutti i presupposti per entrare nella lista della nazioni che più avrebbero ricevuto il duro colpo del Coronavirus: una delle popolazioni con la più alta percentuale di ultraottantenni d’Europa, seconda solo all’Italia, una percentuale di posti in terapia intensiva più bassa rispetto alla popolazione (4,2 ogni 100 mila abitanti). Eppure il paese risulta avere intorno ai 20.000 casi accertati di contagio da Covid-19, un dato sorprendente se paragonato ai numeri del vicino spagnolo. La tesi secondo cui il Portogallo si sarebbe “salvato” in ragione della sua posizione periferica non regge al fatto che gli scambi con la Spagna sono intensi e dunque forieri di una più drammatica diffusione del virus.

Le ragioni di questo piccolo miracolo portoghese sono da leggi tutto

La pandemia fra Lev Tolstoj e Cesare Lombroso

Francesco Domenico Capizzi * - 25.04.2020

Piuttosto che studiare le manifestazioni della potenza la storiografia moderna dovrebbe applicarsi alle cause che la formano, ma in teoria re­spinto il metodo antico nella pratica lo segue” (Tolstoj, Guerra e pace, Epilogo parte II, Garzanti 2007). Politica, Istituzioni e formazione dell’opinione pubblica tendono a rimanere nel solco di quel metodo con il rischio di scambiare e rappresentare le origini e la realtà dei fatti con epidermiche percezioni e semplicistiche narrazioni su grandi temi: emigrazioni, identità nazionale, sicurezza personale, crisi economiche, ruolo delle competenze professionali e degli organismi internazionali, programmi e progetti politici nella formazione del consenso fino a lambire il significato di democrazia…

Nel corso travagliato dell’attuale pandemia circolano un’infinità di notizie, piuttosto fatalistiche e sensazionali, che nulla hanno a che vedere con la ricerca scientifica e la realtà dei fatti, ma che assumono la potenza di sopprimere le cause informando larga parte dell’opinione pubblica: “virus contenuti in pipistrelli quattro mesi or sono…incroci fra pipistrelli e serpenti…mutazioni virali istantanee…scorpacciate di topi vivi e di rettili…virus costruiti in laboratorio e poi sfuggiti o liberati…guerra batteriologica…atleti-militari  americani portatori sani a Wuhan…sopravvivenza del virus sull’asfalto…unico paziente zero nel Mondo…congiure politico-finanziarie leggi tutto