Ultimo Aggiornamento:
06 dicembre 2023
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Argomenti

Un errore di comunicazione

Luca Tentoni - 02.05.2020

Il presidente del Consiglio Conte ha presentato in televisione i provvedimenti per la "fase due" dell'emergenza legata al Covid-19, ma ha commesso errori di comunicazione e qualche imprudenza sul piano politico. Sul merito, le scelte si possono discutere: secondo alcuni sono poco tempestive, secondo altri ci vorrebbe maggior prudenza; inoltre, non si comprende bene se siano un compromesso fra una decisione politica e le indicazioni degli esperti o frutto più della prima o più delle seconde; infine, non si capisce perché, pochi minuti dopo la conferenza stampa, un piccolo partito della maggioranza (Italia viva, che ha una forte vocazione all'opposizione pur restando al governo) abbia criticato aspramente - se non sconfessato - alcune decisioni inerenti alla "fase due" e che lo stesso Pd, una volta letta la nota della Cei, si sia affrettato a invitare il governo a correggere la rotta sulle celebrazioni religiose (i leader della maggioranza non erano al corrente delle misure adottate?). Conte è apparso involuto, incerto, quasi timoroso nel presentare una fase due che in realtà sembra più una versione 1.2. della precedente; così, la parte relativa alle maggiori aperture (quelle nel mondo produttivo) è finita annacquata nell'ambiguità delle visite ai "congiunti", nel pasticcio relativo alla Messa domenicale (ingenerato anche dopo leggi tutto

Ne usciremo migliori? Forse

Massimo Nava * - 02.05.2020

Alzi la mano chi avrebbe scommesso - dopo anni di austerità imposta dall’Europa e di miserabili calcoli decimali sull’aumento del Pil e tagli della spesa pubblica - di vedere piovere tanti soldi sul Paese e un’Europa   solidale e capace di mobilitare eccezionali risorse. In poche settimane, è stato messo in soffitta il Patto di Stabilità e persino la Germania ha deciso di indebitarsi, rinunciando al totem del pareggio di bilancio.

 E’ vero, arrivano miliardi di euro che serviranno a riparare i danni dell’epidemia e dare una mano ai settori industriali e alle categorie sociali più colpite. Ma, se saremo capaci di spenderli e se saranno impiegati bene, contribuiranno a costruire un modello di sviluppo più sostenibile, partendo dalla prevenzione delle emergenze (i cui limiti sono stati messi in tragica evidenza in queste settimane) e da una forte presa di coscienza delle cause ambientali che hanno contribuito alla diffusione del virus: inquinamento, congestione territoriale, falle nel sistema sanitario, tragica incuria nella gestione delle case di riposo.

Lo slogan “andrà tutto bene” era un incoraggiamento, ma “nulla sarà come prima” potrebbe rivelarsi un impegno etico e politico, per cambiare comportamenti collettivi nella direzione che da troppo tempo indichiamo soltanto a parole.

Il virus ha imposto leggi tutto

Coronavirus: burocrazia e cittadini

Francesco Provinciali * - 02.05.2020

Che sia stato generato dal passaggio dal pipistrello all’uomo, scappato per errore dal laboratorio di Wuhan o - come sostengono i complottisti - usato come arma biologica, il Coronavirus è nato in Cina e si è poi propagato in ogni angolo del pianeta.

Non risulta che l’OMS o la Comunità Internazionale abbiano attivato azioni di protesta nei confronti del regime cinese, nonostante la presenza di accordi e protocolli internazionali che prevedevano la comunicazione immediata ai Governi mondiali dell’avvenuto contagio, della virosi in atto e delle misure atte al suo contenimento. Nelle comparizioni televisive del Presidente del Consiglio o dei Ministri e sottosegretari- cioè degli organi politici preposti a farlo- non risulta che sia stata espressa pubblicamente la minima rimostranza per gli undici (e forse più) gg di ritardo che la Cina si è presa per comunicare al mondo la genesi del virus e i pericoli del contagio. In Parlamento nessun dibattito su questo aspetto fondamentale della responsabilità oggettiva della pandemia è stato affrontato a fondo, ne’ risulta  che lo abbiano fatto l’OMS, l’Europa, l’ONU, le istituzioni governative e di controllo a livello mondiale.

Fatta eccezione per alcuni attacchi di Trump, l’iniziativa dell’Europa tramite la piattaforma EuVsDisinfo (come leggi tutto

La Cina e la pandemia: prove di soft power?

Giovanni Bernardini - 29.04.2020

C’è molta Cina negli aggiornamenti di attualità che scandiscono queste inedite settimane di quarantena. Se da principio l’informazione sul paese estremorientale, forzatamente scarsa e frammentaria, ha riguardato soprattutto l’estensione del contagio da Covid-19 e le misure messe in atto per contrastarlo, lo spostamento del focus sull’emergenza di casa nostra ha comportato anche una nuova rappresentazione della Cina Popolare come interlocutore privilegiato, in virtù del suo manifesto desiderio di aiutare gli altri paesi sulla base della propria esperienza. Non è certamente sfuggito a nessuno che gli atti concreti di aiuto e i messaggi di incoraggiamento, per i quali è giusto essere grati, siano stati sostenuti da uno sforzo mirato e organizzato per dare loro la più ampia pubblicità possibile. Chi conosce gli equilibri interni alla Cina ben più del sottoscritto, sostiene che l’offensiva propagandistica abbia anche finalità domestiche: soprattutto le trovate più grossolane, come l’applauso collettivo rivolto al personale sanitario italiano dai balconi e trasformato dai media cinesi in un ringraziamento agli esperti inviati da Pechino, dovevano servire a distogliere l’attenzione pubblica dai ritardi e dagli errori del regime sul fronte domestico e a mostrare, per così dire, come la situazione all’estero fosse peggiore di quella leggi tutto

L’esempio felice del Portogallo nella lotta al COVID -19

Alessandro Micocci * - 29.04.2020

In questo periodo di profonda crisi europea sembra risultare difficile trovare un paese che abbia fornito un modello adeguato di difesa contro la pandemia di Coronavirus. La Germania aveva i mezzi sanitari ed economici per fronteggiare il virus e li ha dispiegati, riuscendo a garantire ai propri cittadini una difesa contro le conseguenze devastanti dell’epidemia. Tuttavia anche un paese economicamente e politicamente meno importante rispetto ai giganti europei sta imponendosi come un modello virtuoso di gestione della pandemia: il Portogallo.

Il paese aveva invece tutti i presupposti per entrare nella lista della nazioni che più avrebbero ricevuto il duro colpo del Coronavirus: una delle popolazioni con la più alta percentuale di ultraottantenni d’Europa, seconda solo all’Italia, una percentuale di posti in terapia intensiva più bassa rispetto alla popolazione (4,2 ogni 100 mila abitanti). Eppure il paese risulta avere intorno ai 20.000 casi accertati di contagio da Covid-19, un dato sorprendente se paragonato ai numeri del vicino spagnolo. La tesi secondo cui il Portogallo si sarebbe “salvato” in ragione della sua posizione periferica non regge al fatto che gli scambi con la Spagna sono intensi e dunque forieri di una più drammatica diffusione del virus.

Le ragioni di questo piccolo miracolo portoghese sono da leggi tutto

La pandemia fra Lev Tolstoj e Cesare Lombroso

Francesco Domenico Capizzi * - 25.04.2020

Piuttosto che studiare le manifestazioni della potenza la storiografia moderna dovrebbe applicarsi alle cause che la formano, ma in teoria re­spinto il metodo antico nella pratica lo segue” (Tolstoj, Guerra e pace, Epilogo parte II, Garzanti 2007). Politica, Istituzioni e formazione dell’opinione pubblica tendono a rimanere nel solco di quel metodo con il rischio di scambiare e rappresentare le origini e la realtà dei fatti con epidermiche percezioni e semplicistiche narrazioni su grandi temi: emigrazioni, identità nazionale, sicurezza personale, crisi economiche, ruolo delle competenze professionali e degli organismi internazionali, programmi e progetti politici nella formazione del consenso fino a lambire il significato di democrazia…

Nel corso travagliato dell’attuale pandemia circolano un’infinità di notizie, piuttosto fatalistiche e sensazionali, che nulla hanno a che vedere con la ricerca scientifica e la realtà dei fatti, ma che assumono la potenza di sopprimere le cause informando larga parte dell’opinione pubblica: “virus contenuti in pipistrelli quattro mesi or sono…incroci fra pipistrelli e serpenti…mutazioni virali istantanee…scorpacciate di topi vivi e di rettili…virus costruiti in laboratorio e poi sfuggiti o liberati…guerra batteriologica…atleti-militari  americani portatori sani a Wuhan…sopravvivenza del virus sull’asfalto…unico paziente zero nel Mondo…congiure politico-finanziarie leggi tutto

L’epidemia ci ha fatto riscoprire la mortalità

Massimo Nava * - 22.04.2020

Dall’inizio della civiltà, culture e religioni s’interrogano sul mistero della morte. E’ il destino dell’uomo, la scadenza biologica cui nessuno può sfuggire. Per i credenti, secondo le più diverse concezioni, la morte è un ricongiungimento con Dio, il ritorno alla terra dei Padri, la possibilità di una reincarnazione.

Anche la cultura laica e occidentale riflette sulla morte. La certezza della fine stimola la riflessione sul senso dell’esistenza, pur in mancanza di “premi” dell’Aldilà.

Ma nel Terzo Millennio, la cultura laica e occidentale ha stabilito   un diverso rapporto con la morte. I progressi della scienza e della medicina hanno sconfitto epidemie e ridotto i “mali incurabili”. Benessere e protezioni sociali hanno offerto la straordinaria possibilità di fermare il tempo. Grazie al lifting e a “sostituzione” di parti del corpo - mani, gambe, cuore, fegato e in prospettiva persino il cervello - si è insinuata nella cultura di massa l’illusione o addirittura l‘aspettativa di un prolungamento indefinito dell’esistenza. Certamente continueremo a morire, ma il più tardi possibile e, probabilmente, più per cause accidentali che per le malattie sempre meno mortali. Il sociologo Harari ha parlato di A-mortalità come condizione del nostro futuro prossimo.

Società invecchiate, problematiche pensionistiche e demografiche, stili di vita, rapporti interpersonali, attività leggi tutto

Bere ai tempi del Covid 19

Claudio Ferlan - 18.04.2020

Per combattere le notizie false si deve partire dai dati, sembra scontato ma non lo è. Consapevoli di questa solo apparente ovvietà, iniziamo il nostro ragionamento attingendo dalle agenzie di stampa.

 

Vo’ Euganeo, Italia, 24 febbraio.  Tre ragazzi al bar si gustano l’aperitivo nel paese dove è possibile si trovi il paziente zero, responsabile del primo contagio da Coronavirus sul suolo italiano. Una giornalista scortata dal cameraman della propria rete  televisiva li intervista: «Non siete preoccupati?», chiede, ottenendo come risposta un disarmante e dissacrante «Ma no, c’è l’alcol che ci protegge».

 

New York, Stati Uniti, 22 marzo. Secondo l’analisi di mercato fatta dall’agenzia Nielsen nella settimana appena terminata le vendite di bevande alcoliche sono aumentate del 55% rispetto al 2019. Lo si deve soprattutto ai superalcolici (più 75%), ma pure vino e birra possono brindare (rispettivamente più 66% e più 42%). A New York i negozi di alcolici sono considerati attività essenziali dal governatore Andrew Cuomo e sono tra gli esercizi rimasti aperti, lo stesso succede in Massachusetts e in altri stati dell’Unione.

 

Nuuk, Groenlandia, 2 aprile. leggi tutto

Dicotomie strategiche

Francesco Domenico Capizzi * - 15.04.2020

La pandemia virale ci interroga se “dopo, tutto cambierà”. Non volendo affrontare il quesito in termini esistenziali, ma pratici, bisognerà prendere atto che, comunque, dovremo rallentare le velocità del vivere quotidiano in cambio di sicurezze, colorare con tocchi di diffidenza la globalizzazione, prevedere mascherine e guanti, scambiare il lavoro domiciliare con un’aggiunta  di instabilità al precariato, estendere le distribuzioni a domicilio, contingentare spazi comuni pubblici e privati, diradarci in bar, ristoranti e negozi, riscoprire l’utilità delle scale condominiali come palestre e per evitare gli angusti ascensori, entrare nelle abitazioni senza scarpe, attendere il vaccino, convertire i no-vax…

Un interrogativo si erge su altri: confermare aziendalizzazione e frammentazione regionale del Servizio sanitario che, in un crescendo rossiniano, ha mostrato incoerenze nei percorsi gestionali  antivirali?  Meglio una sola voce autorevole anziché un polifonico coro stonato: “chiudere tutto… aprire tutto…mascherine solo per infetti…per tutti…anche per strada…distanza di un metro…anzi di due…mascherine di garza…tamponi e esami sierici per tutti…solo per sintomatici e sanitari…mancanze e accaparramenti di mascherine, posti-letto, sanitari, ventilatori…corpi intermedi contro regioni che a loro volta si scagliano contro il governo centrale…

Bisogna ammettere che sarebbe complicato, seppur necessario, leggi tutto

Ma tutti questi soldi non si potevano trovare prima?

Massimo Nava * - 15.04.2020

Federal Reserve, duemila miliardi di dollari, BCE 750 miliardi di euro, Fondo Salva Stati, cinquecento miliardi, Germania seicento miliardi, Francia cinquecento, Italia quattrocento, e tutti a promettere “tutto il necessario, fino a quando sarà necessario”. In pratica sembra che il mondo, grazie al coronavirus, abbia vinto la lotteria. “Milioni? Macché, miliardi!” Avrebbe detto Totò. A pioggia. Per imprese, Paesi indebitati, artigiani, commercianti, famiglie, baby sitter e badanti, sanità, polizia ed eserciti, ospedali, scuole, palestre, musei, agenzie di viaggi, compagnie aeree, palestre e persino beauty farm. Basta avere una partita Iva. Stando alle cifre, relazionate alle dimensioni della tragedia che stiamo vivendo, ce ne sarà per tutti. Per tamponare il disastro e possibilmente ripartire. Qualcuno si lancia anche in architetture ideali, genere mondo migliore, solidarietà europea, globalizzazione controllata, fine dei sovranismi, sviluppo sostenibile, riforma della burocrazia.

Tutto bene? Non è detto. Nessuno sa dire quando finirà la pandemia mondiale e nessuno riesce a prevedere come sarà la nostra vita in un domani ravvicinato.

Ma almeno molti governi e L’Europa, - dopo esitazioni e qualche gaffe - stanno prendendo, come si dice, il toro per le corna. Non c’è ancora intesa sui coronabond, ma intanto è stato accantonato il MES, almeno nei criteri di funzionamento e controllo leggi tutto