Ultimo Aggiornamento:
13 novembre 2024
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Argomenti

Mysterium iniquitatis

Francesco Domenico Capizzi * - 10.04.2021

Don Abbondio, rinunciatario, codardo e imbelle, ritiene che la peste eserciti il ruolo di “scopa della Provvidenza” che “ spazza via certi soggetti, che, figliuoli miei, non ce ne liberavamo più…”; padre Cristoforo, incarnazione dell’ortodossia cattolica, configura nell’epidemia il castigo e la misericordia divina in quanto “la condotta più cauta e innocente non basta a tener lontani i guai e quando vengono, o per colpa o senza colpa, la fiducia in Dio li raddolcisce e li rende utili per una vita migliore”: una conclusione – chiosa Manzoni – “ benché trovata da povera gente, c'è parsa così giusta da metterla come significato di tutta la storia”, così rappresentando una struttura sociale fondata sul moralismo pietistico.

La Storia e la vita di ogni giorno, nei fatti, smentiscono questa concezione: le azioni umane non coincidono con le gesta di una massa di dannati! La vita di ciascuno e la convivenza civile sono e sono state costruite giorno dopo giorno con l’intelligenza, il coraggio e il lavoro e l’impegno di tutti, donne e uomini, credenti e non credenti, acquisendo ed esercitando il libero arbitrio e l’autodeterminazione, correggendo errori, conquistando diritti e riconoscendo doveri incentrati sul bene comunein nome del quale, soppiantati pietismo mysterium iniquitatis, è divenuto leggi tutto

La battaglia di primavera

Paolo Pombeni - 31.03.2021

Mario Draghi sa bene quanto sia delicato il passaggio che sta affrontando: vincere questa che si può definire la battaglia di primavera significa poter sperare di vincere la guerra contro il Covid in tempi non troppo remoti. Due sono i fronti su cui deve combattere. Il primo è sotto gli occhi di tutti ed è la campagna per le vaccinazioni di massa. Il secondo è quello che viene tenuto lontano dai riflettori ed è il completamento del Recovery Plan (più esattamente PNRR) nella speranza di avere da Bruxelles la sua approvazione prima dell’estate.

Sono due aspetti interconnessi perché col successo in entrambi il paese si compatta e, per ripetere una felice frase del premier, ritrova “il gusto del futuro”. È proprio la carenza di questo a tenere in questo momento congelato il paese, stretto fra le ossessive cronache (si fa per dire) dei talk show su quanto ci aspetta sul fronte Covid e le pressioni divergenti delle forze politiche che formano l’attuale coalizione.

Il successo nella campagna vaccinale dipende certo dall’arrivo di un numero sufficiente di dosi, e su questo il governo ci mette la faccia, ma anche dalla capacità di inocularli secondo un piano razionale ed efficace: e qui cominciano i problemi. Non tutte leggi tutto

Giovani vs vecchi: pericolose contrapposizioni della politica attuale

Raffaella Gherardi * - 20.03.2021

Che la difficile situazione pandemica che stiamo attraversando  abbia significato e significhi tuttora l’emergere sotto svariate spoglie di una gerontofobia, dispensatrice di ricette politico-strategiche a vari livelli, è cosa ormai da più parti denunciata in casa nostra e altrove. È passato parecchio tempo ormai da quando, lo scorso anno in Olanda è stato fatto recapitare a tutti gli ultra settantenni un modulo in cui si chiedeva loro di firmare che qualora essi fossero stati colpiti da Covid avrebbero rinunciato al ricovero ospedaliero per non sottrarre posti a persone più giovani che avrebbero avuto maggior probabilità di guarire. E la “ragionevolezza” di questa ingiunzione venne persino fatta propria dalla stragrande maggioranza dei vecchi in questione che sottoscrisse senza batter colpo (cfr. S.Zamagni, Pandemia da Covid-19 e gerontofobia,  7 settembre 2020). Dal canto suo il Presidente della Liguria, a inizio dello scorso novembre, in un suo celeberrimo tweet, aveva indicato gli anziani quali soggetti da proteggersi con strette misure di quasi-clausura in quanto “più fragili” e “non indispensabili allo sforzo produttivo del paese”. Al di là della indignazione di quanti insorsero in quel momento per criticare il fatto che la dignità umana possa essere misurata sulla base della sua produttività economica, altri, anche esponenti del mondo della cultura, leggi tutto

Utopie boteriane, realtà pandemiche

Francesco Domenico Capizzi * - 17.03.2021

Le tele di Botero evocano mondi fiabeschi, sogni, candori, tenerezze, simpatie, leggerezze ed allegrie, nei movimenti fisici quanto nei modi di essere che vi traspaiono, ingannevoli. Ritraggono stati di grazia, invidiabili, invidiati, forse emulati, inconsciamente. La realtà contrasta con quei colori e quelle proprie visioni oniriche.

La condizione di obesità, nelle sue specifiche gradualità, traspone in fasce ad alto rischio patogeno, fin dalla tenera età, per gli elevati tassi probabilistici nell’acquisire numerose malattie cronico-degenerative quali le cardiovascolari - fra cui principalmente ictus cerebrali, infarti miocardici ed ipertensioni arteriose - il diabete di tipo 2 (non insulino-dipendente), pneumopatie e sindromi apnoiche notturne, per citarne soltanto alcune fra le tante che possono coinvolgere ed alterare apparati ed organi.

Si stima che la condizione di obesità riguardi il 44% dei casi di diabete 2, il 23% di cardiopatie ischemiche, il 75% delle ipertensioni arteriose, conferisce una predisposizione, su base epidemiologica, ad acquisire neoplasie.  In relazione agli eccessi di superficie corporea e alle conseguenti tendenze alla depressione delle difese organiche, l’obesità innalza il tasso di esposizione a contrarre malattie di vario genere e che, una volta acquisite, la loro guarigione trova ostacoli leggi tutto

Niente merita di essere acquistato a prezzo di sangue umano

Francesco Domenico Capizzi * - 10.03.2021

Le difficoltà organizzative dell’attuale contingenza sanitaria prende origine dalla riforma del Titolo V mediante la legge costituzionale n. 3 del 2001 che affida alle Regioni e alle Province autonome l’organizzazione e la gestione dei Servizi sanitari già in essere nel Servizio Sanitario Nazionale istituito nel 1978. Alla base di questo stravolgimento istituzionale risiede l’idea portante di uno Stato federale e, secondo le intenzioni, di una maggiore efficienza organizzativo-economica mediata da una vicinanza degli apparati politico-istituzionali locali alle necessità specifiche territoriali.

La modifica costituzionale, da nessuno davvero contestata, ha appesantito le Regioni di un peso pari a circa l’80% delle loro attività primitive ed ha sortito l’effetto di concepire l’azione sanitaria, divenendo nei fatti luogo comune, come diagnosi e cura. Inoltre, ha prodotto venti sistemi sanitari differenti, spesso in conflitto con lo Stato centrale e fra loro per quanto concerne il grado dei livelli essenziali di assistenza, come garanzia inderogabile da offrire alla cittadinanza, e pertanto su budget assegnati e approvvigionamenti le cui discrepanze vengono riassunte nel paradosso delle differenze abissali per “il costo di una siringa fra una Regione e l’altra”. A questi inconvenienti e tensioni istituzionali, che si aggiungono ad una preesistente eccessiva e inopportuna impostazione aziendalistica del Servizio pubblico dell’intero Paese,

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“Il silenzio è fecondo, cadono su di esso le parole”

Francesco Domenico Capizzi * - 06.03.2021

“Le parole hanno cessato di comunicare. Ogni parola è detta perché non se ne oda un’altra. La parola, anche quando non afferma, si afferma…” (J.Saramago: “Di questo mondo e degli altri”, 1985). Forse non sarebbe neppure necessario scomodare un Premio Nobel per rimarcare l’assoluto silenzio stampa, della comunicazione via etere e via filo su un tratto dell’ultimo DCPM emanato dal nuovo Governo, analogo nelle concessioni ed equiparazioni ai precedenti: la classificazione delle tabaccherie come “beni essenziali” e dunque come i negozi di generi alimentari. E’ vero che, oltre a legittimamente smerciare tabacchi e sigarette, le tabaccherie forniscono ricariche su carte prepagate e permettono il pagamento di varie bollette, ma l’asimmetria di fondo diviene macroscopica se la medesima equipollenza viene fatta valere anche per gli esercizi specializzati nel commercio di sigarette elettroniche e di liquidi da inalare, non meno dannosi del fumo tradizionale.

Conclude Saramago: “Il silenzio è fecondo, cadono su di esso le parole, quelle buone e quelle cattive, il grano e il loglio. Ma solo il grano dà il pane”. Davvero, la pandemia ha squarciato un velo. Diciamo la verità e finalmente prendiamo il toro per le corna: le concessioni susseguitesi si basano sulla accertata e nota vera e propria tossico-dipen­denza leggi tutto

Le forme multiple e capricciose della malattia

Francesco Domenico Capizzi * - 13.02.2021

“Tutte le famiglie felici si somigliano, ogni famiglia infelice lo è a modo proprio” (Anna Karenina, Lev Tolstoj 1875-1877). Un dittico che potrebbe oggi essere traslato in “la salute rimane sé stessa, la malattia è cangevole nelle sue forme proprie”. Felicità e salute: binomio monocorde, privilegio di pochi. Infelicità e malattia: binomio dalle forme multiple e capricciose, forse per garantirsi il ricambio, appannaggio di molti.

Con la pandemia la malattia accentua i suoi connotati, risveglia il senso di paura, quiescente nell’epoca del progresso illimitato a tutto tondo, della tecnologia estesa, della connessione universale, della disponibilità di ogni bene e consumo, dell’incremento algoritmico dell’attesa di vita, della telemedicina e dell’accertamento diagnostico e cura per ogni evenienza… Ma, i vaccini e le vaccinazioni ritardano e si annunciano con potenzialità e metodi differenti, si paventano meno efficaci a fronte delle mutazioni virali prevedibili, registrate e in aumento, il regionalismo e il localismo si schierano in ordine sparso, anche contro lo Stato centrale, la questione meridionale si ripropone intatta… e  intanto è crollato, quasi come metafora, il ponte Morandi ed emergono analoghi timori per tanti altri e affini, gli allagamenti in agguato come l’acqua alta a Venezia, le chiusure e le dislocazioni di aziende si succedono leggi tutto

Occorre un immaginario correttivo (Non strumentalizzare la conta dei morti)

Massimo Nava * - 23.01.2021

Sono più di ottantamila le vittime per Covid dall’inizio della pandemia (83681 al 21 gennaio 2021): rapportata al numero di casi e abitanti, questa cifra racconta un Paese ai primissimi posti nel mondo per diffusione della malattia e decessi. Dal confronto con la media dei deceduti degli ultimi cinque anni, sappiamo anche che il Covid si è portato via migliaia di vite in più. Quante? Difficile stabilirlo con certezza.

Le stime possono essere per difetto, se riuscissimo a conteggiare anche le vittime “indirette” del Covid: decessi conseguenti al sovraccarico di pronto soccorso e di ospedali che ha imposto rinvii e cancellazioni di interventi chirurgici, ritardi di diagnostica e prevenzione. Proprio il sovraccarico delle strutture sanitarie è la grande emergenza, che peserà anche sul futuro, più ancora del conteggio dei morti avulso dal contesto. Le stime, peraltro, potrebbero essere per eccesso, se il dato assoluto sulle vittime di Covid fosse rivisto alla luce di diagnosi, concause, accuratezza dei certificati di morte che dovrebbero indicare anche le patologie sofferte dal paziente. La contabilità, rispetto agli anni precedenti, dovrebbe tenere anche conto del numero minore di morti per altre cause (ad esempio, per incidenti stradali e sul lavoro) in relazione ai mesi di lockdown e a ridotte attività economiche e mobilità sociale. leggi tutto

Il senso della vita nel Paese dei piagnoni

Massimo Nava * - 16.01.2021

La prima parola che viene in mente quando si prova a riflettere sulla pandemia che ci affligge ormai da un anno, fra momenti di effimero sollievo e di drammatiche ricadute, è “smarrimento”. Siamo quotidianamente bombardati - da giornali, programmi tv e dirette web -  da cifre e statistiche sull’andamento della pandemia, sul numero di contagi e di decessi, sul rapporto fra la situazione italiana e quella mondiale. Il tutto mescolato a pareri contraddittori di esperti - virologhi e scienziati, alcuni dei quali ormai più famosi di Vasco Rossi e Claudio Baglioni e c’è da scommetterci prossimi a candidature in parlamento - polemiche politiche strumentali, scorrerie mediatiche negli anfratti più bui della vicenda, che amplificano un caso singolo (ad esempio, il decesso o il contagio di una persona appena vaccinata) con il risultato di sollevare dubbi e confusione laddove occorrerebbe una comunicazione chiara, semplice e il più possibile univoca. Leggiamo ogni giorno decine di pagine sulla pandemia (ridotte soltanto il giorno della morte di Maradona e dopo l’assalto a Capitol Hill) che tuttavia non aiutano a trovare la bussola. L’effetto è di un tutto indistinto e quindi dello “smarrimento”. Ciascuno, alla fine, resta della propria opinione, si affida al sentito dire o all’esperienza personale di amici e parenti, leggi tutto

Stati di guerra, indeterminazioni, evitabilità

Francesco Domenico Capizzi * - 13.01.2021

Alla rappresentazione e all’esito positivo auspicato dello “stato di guerra” contro il Sars2-Covid19 è accostabile quanto la Rivista scientifica “Nature”, di assoluto prestigio mondiale, annotava il 2 aprile del 2015 riguardo ad un’altra differente ed ancor più grave pandemia: “la battaglia contro il cancro è ben lungi dall’essere vinta…la strategia d’attacco è di fatto incentrata su test diagnostici e terapie anziché su ricerche etiologiche e prevenzioni primarie”.

Ben lungi da gruppi fatalistici, apocalittici, no-vax e terrapiattisti, ritengo necessario attirare l’attenzione sulla opinabilità nel ritenere che esistano nessi inscindi­bili e definitivi fra attività di tipo medico-farmaceutico e attenuazione ed estinzione di gravi patologie planetarie: la loro eradicazione, infatti, è soprattutto da ricercare nei risanamenti ambientali e nelle migliorate condizioni di vita e di lavoro delle popola­zioni, e va attribuita principalmente a scelte politiche piuttosto che ad azioni di tipo sanitario.

Il grafico riportato dimostra, infatti, che l’introduzione nel 1964 in Italia e in Europa del vaccino antipoliomielitico ha effettivamente annientato la presenza del virus, ma la vaccinazione di massa ha corrisposto al significativo già realizzato declino della potenza diffusiva del virus a causa del migliore equilibrio ambientale e del raggiunto maggiore benessere socio-economico, segnato com’era stato duramente dalle macerie della II° guerra mondiale. leggi tutto