Ultimo Aggiornamento:
30 novembre 2024
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Argomenti

Chirurgia di guerra, guerra chirurgica, dignità umana

Francesco Domenico Capizzi * - 12.03.2022

Francesco Durante, docente di Chirurgia generale nell’Università di Roma, nell’approssimarsi della guerra, poi divenuta la prima mondiale, avvertì l’opportunità di dettare una serie di lezioni teorico-pratiche di “Chirurgia di guerra”: il clima politico internazionale già arroventato s’era impennato per i fatti di Sarajevo mentre gli Imperi centrali preparavano giù da tempo il ricorso alle armi e le “arti chirurgiche” dovevano mantenersi aggiornate sulle conseguenze lesive inferte dalle nuove tecnologie militari. Ad esemplare modello clinico si prestava l’abbondante crescente casistica di politraumi fornita dalla fiorente industrializzazione.

Configurato l’ospedale da campo, la sua essenziale organizzazione paramilitare, simpatetica a questa branca della Medicina, la prevedibile attività operatoria estesa ad ogni regione anatomica ed apparato, il docente-chirurgo impartiva insegnamenti su buona pratica clinica e destrezza nelle molteplici tecniche operatorie, anche a fronte di improvvise ondate di feriti e moribondi dopo scontri all’arma bianca, scoppi e bombardamenti. Raccomandava di privilegiare nelle cure “coloro che potevano farcela”: sarebbe risultato un grave errore impegnare risorse umane e materiali in procedure estenuanti leggi tutto

Eutanasia, corte costituzionale, parlamento

Francesco Domenico Capizzi * - 23.02.2022

Capita di trovarsi davanti a persone con estrema sofferenza fisica, raramente psico-fisica, senza alcuna speranza verso il futuro e il recupero di consapevolezza di sé stessi, e chiedersi che cosa poter fare e augurare: impossibile restare estranei, magari disquisendo su diritti e doveri, principi religiosi o agnostici. Piuttosto diventa naturale sperare nella morte come atto risolutivo dettato da sentimenti di carità e compassione umana nell’immanente debolezza e povertà collettiva di fronte al mistero della vita e del suo rovescio.

Resta difficile, comunque, in ogni situazione data e per chiunque, distin­guere il limite estremamente sottile che separa l’eutanasia passiva (non-accanimento terapeutico ed effetti nocivi della se­dazione profonda) dall’eutanasia attiva (somministrazione di un farmaco letale). Di fronte a ma­lati ridotti a gusci pietrificati, che percorrono sentieri di sofferenza in tempi e spazi desolati e immobili, soltanto la deontologia medica ippocratica può travalicare definizioni, normative, atti istituzionali, fondamentalismi giuridici e religiosi e tattiche politiche se la morte provocata, nelle intenzioni, assumesse la prospettiva di un’azione dettata da carità e compassione.

Libertà di coscienza e principio di autodeterminazione sono alla base di ogni scelta attuata di fronte alla irreversibilità della condizione clinica constatata: l’eutanasia attiva, quale intervento intenzionale e programmato, leggi tutto

Il paradosso di Achille e la tartaruga

Francesco Domenico Capizzi * - 12.02.2022

In Italia ogni anno vengono diagnosticati oltre 377.000 nuovi casi di tumore, esclusi quelli d’origine cutanea: nel complesso una persona di sesso maschile su due e una femminile su tre ne risultano affetti nel corso della vita; di questi, il 10% in persone con età sotto i quarantanove anni, il 39% dai cinquanta ai sessantanove anni, il 51% negli ultrasettantenni. La sopravvivenza media, considerando tutta la “platea neoplastica”, si attesta sul 60% entro i cinque anni dalla diagnosi, con una tendenza a lievi miglioramenti delle prognosi nell’ultimo decennio per merito di screening, che favoriscono la diagnosi precoce, esistenza del Servizio sanitario universalistico e disponibilità di terapie e tecnologie specifiche indirizzate al controllo delle oltre 40 differenti tipologie di neoplasia.

Non è casuale che in questo campo l’Italia si attesti al primo posto in Europa con  i 1.300 prodotti antineoplastici in fase di sviluppo clinico, il numero elevato di sperimentazioni cliniche autorizzate e per l’ammontare di investimenti in innovazioni farmacologiche e tecnologiche, tante e tali da tenere fronte alla crisi economica contribuendo all’economia nazionale con circa il 10% del PIL (AIFA 2020). Non è neppure casuale che la spesa per i soli farmaci oncologici sia passata, nell’ultimo decennio, da 1 miliardo a 4,5 miliardi di euro e che il costo oncologico complessivo, a leggi tutto

Sulla buona strada verso la catastrofe?

Francesco Domenico Capizzi * - 02.02.2022

Al termine del ‘700 un grande chirurgo, John Hunterartificiere della Medicina per attitudine professionale, ciononostante, sosteneva dalla sua cattedra nell’Università di Londra che “la chirurgia è come l’azione armata che affronta con la forza quanto una società civilizzata può risolvere mediante una strategia” (Storia della Medicina, Feltrinelli 1977). La sua esperienza clinica era iniziata a Glasgow e continuata a Londra nel mezzo della crescita esponenziale della rivoluzione industriale, accompagnata dalla spropositata frequenza di politraumi e tragedie che si abbattevano quotidianamente su tanti lavoratori.

In sostanza, Hunter anteponeva alla sua opera di chirurgo, come fattori di fondo limitanti e risolutivi, l’organizzazione del lavoro, la sua sicurezza e la tutela dei lavoratori da raggiungere mediante la supremazia della Politica e delle Istituzioni sulle procedure terapeutiche e prima ancora di ricorrere ad amputazioni e riparazioni tissutali, per quell’epoca alquanto rischiose e incerte nei risultati.

Venne posta da Hunter una questione pratica basata sul buon senso, non soltanto ispirata dal Giuramento ippocratico: analizzare le origini di tanta carneficina e concertare una soluzione adatta alla sicurezza del lavoro senza rinunciare all’industrializzazione del Paese.

Dopo due secoli e mezzo, oggi, la sicurezza sul lavoro è ben lontana da una svolta: si registrano oltre tre decessi al giorno, quasi 500.000 infortuni leggi tutto

Il medico resta un esile segmento della Medicina

Francesco Domenico Capizzi * - 26.01.2022

Dal Piemonte alla Sicilia si susseguono minacce, intimidazioni, violenze verbali, insulti ed aggressioni a medici ed infermieri addetti, spesso volontari, alle vaccinazioni anti-covid. Un fenomeno analogo si registra anche nei confronti di immunologi ed infettivologi, giornalisti e uomini politici che partecipano a trasmissioni televisive o via radio dedicate alla pandemia. In qualche caso il Ministro dell’interno ha ritenuto di dovere ricorrere ai servizi di scorta.

 In alcuni Ospedali e Poliambulatori -in Bologna, Ancona, Pesaro, Rovigo, ecc. – dopo assalimenti al grido "No obbligo vaccinale e no green pass…libertà libertà libertà" le autorità preposte si sono sentite in obbligo di assumere personale addetto alla sicurezza e fare impiantare sistemi di audio-video-registrazione e di allarme.  

Appena varata la obbligatorietà vaccinale per gli ultra cinquantenni si sono avute contestazioni, sebbene in numero esiguo negli spazi dedicati, rivolte al personale sanitario come se ognuno e tutti insieme rappresentassero l’intero Governo e fossero complici di dittature sanitarie e alle dipendenze di poteri forti di varia natura.

Le frasi raccolte, personalmente, da Colleghe e Colleghi volontariamente resisi vaccinatori, sparsi in tante Regioni italiane, sono riassumibili in: “io non firmo il consenso perché è lei che si deve assumere la responsabilità di quello che mi sta facendo e leggi tutto

Vaccini e teorema di Gödel

Francesco Domenico Capizzi * - 19.01.2022

Nel suo articolo “Scoprire tutto: impossibile” (www.smips.org) Vincenzo Balzani avverte che “nell’aritmetica, e quindi nella Scienza che ne fa largo uso, esiste una indecidibilità, cioè vi si trovano affermazioni la cui validità o falsità non potranno essere stabilite”.  Ne deriva una semplice considerazione: se per le Scienze esatte non è possibile costruire un sistema assiomatico ed omnicomprensivo, omniesplicativo ed omnirisolutivo in grado di scoprire e utilizzare tutte le leggi che le governano, bisognerà ammettere che la Medicina, tutt’altro che Scienza esatta, nelle sue vaste articolazioni biologico-chimiche, fisiopatologiche e cliniche, non possa evitare incertezze e contraddizioni nell’interpretare malattie e nell’impostare rimedi, a cominciare dalle origini delle primitive lesioni cellulari che molto spesso riconoscono un coacervo di molteplici fattori fisio-patogenetici, culturali ed ambientali.

Non esistono, infatti, in Scienza e Medicina, verità definitive, ma temporanee, avendo acquisito una propria evoluzione di pari passo con le trasformazioni di Culture fondanti una civiltà: l’aristotelica ha dato origine al sistema tolemaico, la newtoniana la copernicana al newtoniano, l’illuminismo al positivismo che inaugura, con rapidità inedita, l’era raziocinante e tecnologica e la Medicina anatomo-bio-clinico-diagnostico-terapeutica che soppianta la Medicina degli umori divenendo olistica e organicistica.

Le espansioni scientifiche, e i sistemi tecnologi che ne sono derivati, hanno interagito con leggi tutto

Terapia intensiva

Francesco Domenico Capizzi * - 12.01.2022

"Terribilis est locus iste! Haec domus Dei est et porta coeli" (Genesi, 28; 17): allocuzione che, scolpita in numerose abbazie e cattedrali, sollecita clero, fedeli e visitatori al “timore reverenziale” in quanto “casa di Dio e porta del cielo”. Il medesimo sentimento incute la dicitura “Reparto di terapia intensiva” in medici e operatori sanitari, malati e parenti in quanto luogo adatto a salvaguardare la vita, necessario dopo azioni chirurgiche complesse e nelle situazioni in cui siano opportuni supporti metabolici, farmacologici e meccanici come in caso di grave malattia da Covid.

Da due anni le “terapie intensive” hanno accolto principalmente malati affetti da Covid: nel primo anno la discriminante principale, per l’accesso, era data dall’età avanzata dei malati con associate malattie cronico-degenerative; nel secondo anno la discriminante è stata segnata dalla vaccinazione o non vaccinazione: il 75-80% dei ricoverati in terapie intensive non è vaccinato Si prevede la loro saturazione entro 3-4 settimane e ciò impedirà o ritarderà le cure di molte malattie cronico-degenerative e neoplastiche” (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani). A questa osservazione sono da aggiungerne molte altre:

- la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia ha lanciato un messaggio a tutte le donne in gravidanza: "La vaccinazione è sicura e preserva la mamma ed il bambino dal Covid. Vaccinatevi!"; leggi tutto

"Se Atene piange Sparta non ride". Si privilegi il dialogo

Francesco Domenico Capizzi * - 05.01.2022

La contrapposizione aperta fra cittadini no-vax, da una parte, e Istituzioni politiche e scientifiche, sostenute da una larga maggioranza di cittadini, dall’altra, rischia di concludersi con quanto la sapienza antica ha mirabilmente voluto rappresentare nell’espressione “se Atene piange Sparta non ride”: qualunque sarà l’esito della tensione crescente le conseguenze socio-sanitarie della pandemia danneggeranno, comunque, ambedue i contendenti, compresa la frazione, anche se maggioritaria, che prevarrà. Tali saranno i guasti prodotti sul piano sociale da poterli assimilare agli effetti di una guerra, anche se vinta. Vi saranno innumerevoli “morti e feriti” ed uno sconquasso sociale assimilabile al periodo post-bellico che ricadrà su tutti indistintamente e irrimediabilmente.

Di fronte al dilagare della pandemia e al rifiuto di vaccinarsi di circa un decimo della popolazione sarà, con ogni probabilità, inevitabile ricorrere a forme coercitive, dall’obbligo vaccinale previsto dall’articolo 32 comma 2 della Costituzione a forme di divieti, confinamenti e penalizzazioni, su cui, come è noto, si è orientata la totalità dei Paesi europei che, ancor più dell’Italia, mostrano una situazione pandemica al limite, forse estremo, di ogni attuabile controllo di natura medica e di ordine politico-sociale con possibili conseguenze leggi tutto

“LA GENTE COME NOI NON MOLLA MAI!” MAI?

Francesco Domenico Capizzi * - 22.12.2021

I non vaccinati rappresentano una parte cospicua e variegata di popolazione che articola il proprio rifiuto, a parte i casi con impedimenti clinici e paure per sporadici eventi avversi, in contrapposizioni radicali verso Istituzioni democratiche e Organizzazioni sanitarie cliniche, di ricerca e di garanzia,  e in genere verso istanze scientifiche gridando espressioni fantasiose di sfida, e perfino allegoriche, che intendono denunciare i prodromi instaurativi di uno strisciante sistema universale autoritario e repressivo. In sostanza, i loro discorsi ed azioni configurano la negazione di principi stabiliti in Carte costituzionali, Dichiarazioni dei diritti fondamentali, Universalismi dei Servizi sanitari, Organismi internazionali, destituiscono di veridicità dati sanitari ufficiali e smentiscono l’efficacia delle conseguenti misure preventive fino a denunciare l’esistenza di un complotto e l’instaurazione di una dittatura sanitaria...

Politici, medici e scienziati vengono additati, come si trattasse, s’intende in iperbole e in senso metaforico, di una “perniciosa razza di ributtanti vermiciattoli cui la natura abbia mai permesso di strisciare sulla superficie della terra” (J. Swift I viaggi di Gulliver, Mondadori 1958). La figlia del re dei “giganti” giungerà a racchiudere il protagonista in una culla mentre “cavalli resisi sapienti” assumeranno il ruolo degli umani: lillipuziani, oggi diremmo nani e ballerine, facitori di intrighi e perversioni, leggi tutto

Cecità

Francesco Domenico Capizzi * - 15.12.2021

“Non vedo, non vedo…si portò le mani agli occhi, le agitò…niente, è come stare in mezzo ad una nebbia…in un mare di latte... ma la cecità non è così... dicono che sia nera…”. Infine: “non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, ciechi che, pur vedendo, non vedono” (J. Saramago, Cecità, Einaudi 1996).

Indifferenza? No: è l’incantamento tecnologico ad immergere la Medicina in un mare di latte che dilaga con il rischio di appannare le proprie sterminate e consolidate esperienze che dovrebbero porre dubbi, negli ambiti della pratica clinica e della ricerca, a causa di battaglie perdute non per carenze deontologiche, tecniche e tecnologiche, ma per assoggettamenti a sviluppi tecnologici, che non possono interferire nella biologia cellulare, e per assenza di appelli alle Istituzioni repubblicane per riformare l’organizzazione sociale nel suo modo di produrre e di consumare. Infatti, è irrinunciabile, sul piano etico-deontologico e clinico, il ricorso a forme di prevenzione primaria e secondaria nell’ampio capitolo delle neoplasie, in particolare contro le neoplasie pancreatiche, anche per quest’organo visti i legami fra cancerogenesi, ambiente e stili di vita e i risultati che chirurgia e terapie adiuvanti sono in grado di offrire (Helsinki Public National Health, 2019; Brit. J. of cancer 2020; International Agency for

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