Vaccini e teorema di Gödel
Nel suo articolo “Scoprire tutto: impossibile” (www.smips.org) Vincenzo Balzani avverte che “nell’aritmetica, e quindi nella Scienza che ne fa largo uso, esiste una indecidibilità, cioè vi si trovano affermazioni la cui validità o falsità non potranno essere stabilite”. Ne deriva una semplice considerazione: se per le Scienze esatte non è possibile costruire un sistema assiomatico ed omnicomprensivo, omniesplicativo ed omnirisolutivo in grado di scoprire e utilizzare tutte le leggi che le governano, bisognerà ammettere che la Medicina, tutt’altro che Scienza esatta, nelle sue vaste articolazioni biologico-chimiche, fisiopatologiche e cliniche, non possa evitare incertezze e contraddizioni nell’interpretare malattie e nell’impostare rimedi, a cominciare dalle origini delle primitive lesioni cellulari che molto spesso riconoscono un coacervo di molteplici fattori fisio-patogenetici, culturali ed ambientali.
Non esistono, infatti, in Scienza e Medicina, verità definitive, ma temporanee, avendo acquisito una propria evoluzione di pari passo con le trasformazioni di Culture fondanti una civiltà: l’aristotelica ha dato origine al sistema tolemaico, la newtoniana la copernicana al newtoniano, l’illuminismo al positivismo che inaugura, con rapidità inedita, l’era raziocinante e tecnologica e la Medicina anatomo-bio-clinico-diagnostico-terapeutica che soppianta la Medicina degli umori divenendo olistica e organicistica.
Le espansioni scientifiche, e i sistemi tecnologi che ne sono derivati, hanno interagito con antropologia, etica, politica, istituzioni e vita quotidiana di ciascuno influendo su tutto lo scibile umano e pervadendo intere generazioni, e oggi ognuno di noi, comunque senza la pretesa di avere raggiunto verità assolute, ma anzi perseguendo il dubbio come forma sistematica di pensiero e prassi scientifica, sperimentando e dibattendo fra ipotesi e teorie contrapposte.
Infatti, più che Scienza e Medicina, entità astratte, sono le Comunità scientifiche e il Corpus medicus che agiscono e verificano empiricamente i risultati che vengono condivisi nelle assisi e pubblicati su Riviste scientifiche specializzate, e riconosciute sul piano internazionale, favorendo in tal modo un sistema di diffusione delle conoscenze, dialogo e validazione dei risultati che fondano il consenso scientifico.
Le verità scientifiche, dunque mai da ritenere certezze assolute, sempre da considerare temporanee e soggette al dubbio come forma sistemica, incedono con lentezza come ipotesi da verificare e confermare e, se sconfessate, da modificare o annullare.
In questo processo dialettico si forma il principio di autorità scientifica che esula da conoscenze precostituite e da ideologismi fondati sullo “ipse dixit” da escludere in ragione di due fondamentali apologhi: “Il metodo che seguiremo sarà quello di far dipendere quel che si dice da quel che si è detto, senza mai supporre come vero quello che si deve spiegare… ( G. Galilei in Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, Rizzoli, 2008); “scopo e compito della medicina è lo scoprire qualcosa che prima non era scoperto e il cui essere scoperto è preferibile al restare ignoto…(Corpus hippocraticum in Storia della Medicina. Feltrinelli 1977).
Non devono, dunque, suscitare scandalo le divergenti e contraddittorie posizioni che si constatano in Medicina, specialmente in quest’arco storico limitato e condizionato da fenomeni patologici di portata planetaria quali sono le situazioni emergenziali pandemiche che creano angustia e panico.
È già accaduto, nella pratica clinica, che farmaci varati, dopo ampia sperimentazione, come innovativi (epatoprotettori, ricostituenti, rigeneratori del fegato, ecc.) abbiano poi dimostrato la loro inefficacia e siano stati ritirati dal commercio. Lo stesso iter hanno seguito molte tipologie di prassi cliniche e interventi risultati dannosi o inutili: manicomi, shock elettrici e insulinici, lobotomie, derivazioni del sistema portale per cirrosi, gastroresezioni per ulcera peptica, trapianti di pancreas, ecc.. Bisogna anche ricordare che larga parte delle malattie cronico-degenerative e neoplastiche, ancor oggi, non trovano definizioni terapeutiche risolutive, ma effetti di stabilizzazione o di tipo palliativo.
Oggi si dibatte sulla efficacia dei vaccini nel prevenire l’infezione e la malattia, su quale sia il migliore fra quelli in uso, ci si meraviglia che ci si infetti e ci si ammali dopo vaccinazione, ci si preoccupa che il vaccino possa provocare danni al sistema immunitario e al genoma…I vaccini in via di elaborazione potranno divenire più efficaci e sicuri, il virus potrà ridurre la propria malignità, ma di fronte ai risultati clinici elaborati e vagliati dall’insieme della Comunità scientifica e dal Corpus medicus non si può negare che il vaccino anti-Covid possieda una capacità di protezione molto elevata contro la malattia grave e la morte.
Il problema di fondo di ogni attività scientifica, definibile esatta o classificabile come bio-medica, risiede nell’impossibilità di dimostrare costantemente la propria coerenza: esiste un limite nel segmento oscuro e confutabile della Ricerca in cui annegano le verità, comunque temporanee.
Appunto, per Comunità scientifica e Corpus medicus vale il teorema di incompletezza di Gödel.
* Già docente di Chirurgia generale nell’Università di Bologna e direttore delle Chirurgie generali degli Ospedali Bellaria e Maggiore di Bologna
di Paolo Pombeni
di Francesco Domenico Capizzi *