Terapia intensiva
"Terribilis est locus iste! Haec domus Dei est et porta coeli" (Genesi, 28; 17): allocuzione che, scolpita in numerose abbazie e cattedrali, sollecita clero, fedeli e visitatori al “timore reverenziale” in quanto “casa di Dio e porta del cielo”. Il medesimo sentimento incute la dicitura “Reparto di terapia intensiva” in medici e operatori sanitari, malati e parenti in quanto luogo adatto a salvaguardare la vita, necessario dopo azioni chirurgiche complesse e nelle situazioni in cui siano opportuni supporti metabolici, farmacologici e meccanici come in caso di grave malattia da Covid.
Da due anni le “terapie intensive” hanno accolto principalmente malati affetti da Covid: nel primo anno la discriminante principale, per l’accesso, era data dall’età avanzata dei malati con associate malattie cronico-degenerative; nel secondo anno la discriminante è stata segnata dalla vaccinazione o non vaccinazione: “il 75-80% dei ricoverati in terapie intensive non è vaccinato Si prevede la loro saturazione entro 3-4 settimane e ciò impedirà o ritarderà le cure di molte malattie cronico-degenerative e neoplastiche” (Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani). A questa osservazione sono da aggiungerne molte altre:
- la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia ha lanciato un messaggio a tutte le donne in gravidanza: "La vaccinazione è sicura e preserva la mamma ed il bambino dal Covid. Vaccinatevi!";
- il rischio di ricovero e di morte per Covid nei non vaccinati, che abbiano compiuto e superato gli 80 anni, risulta rispettivamente maggiore di 41 e 64 volte rispetto a chi è vaccinato (Istituto Superiore di Sanità, 31 dicembre 2021);
- quanto osservato in Italia e in tutti i Paesi del globo induce i Governi a restrizioni di varia natura: limitazioni della libertà di movimento, chiusura di frontiere, vaccinazioni obbligatorie e certificazioni (OMS, dicembre 2021);
- in Italia dal prossimo 10 gennaio scatteranno nuove limitazioni per chi non è vaccinato e il super green pass sarà indispensabile per utilizzare mezzi di trasporto pubblico e accedere in luoghi pubblici e di lavoro; dal 15 febbraio sarà legge la vaccinazione obbligatoria per coloro che hanno superato i 50 anni di età;
- le misure restrittive scaturiscono da incrementi esponenziali degl’indici di ospedalizzazione aumentati del 30% in pochi giorni e di occupazione di terapie intensive che hanno raggiunto e superato il 15%: i due terzi sono malati non vaccinati e presentano morbilità e mortalità crescente a partire dalla fascia di età 30-39 anni; in pochi giorni sono aumentati in modo significativo i ricoveri per bambini al di sotto dei 12 anni;
- a livello globale l’efficacia dei vaccini è valutata fra l’86,6% e il 97% nei soggetti vaccinati con terza dose, per poi ridursi al 57,5% oltre i quattro mesi dal completamento del ciclo vaccinale (ISS, dicembre 2021);
- l'Europa costituisce l’epicentro pandemico con oltre 100 milioni di casi registrati dal dicembre 2019, cioè un terzo delle infezioni globali. Nell’ultima settimana il tasso infettivo è cresciuto del 60%;
- in Francia, con contagi che ammontano ai 220.000 giornalieri e decessi a 110, è reso obbligatorio l’uso di mascherina a partire dai 6 anni in tutti i luoghi pubblici, oltre alle restrizioni varie già esistenti; (Santé Publique, dicembre 2021);
- in Finlandia è vietato l’ingresso a stranieri non vaccinati anche se provenienti da Stati dell’Unione Europea;
- in Gran Bretagna si contano 25.000 assenze di medici e infermieri, per avere contratto l’infezione, contro i 12.000 di fine novembre. Intanto si registra il 60% in più di ricoveri in una settimana e la tradizionale parata di Capodanno tra Piccadilly e Whitehall si è svolta davanti a 600 persone anziché 600.000 come di solito;
- l'Opera di Vienna ha annullato tutti gli spettacoli per le numerose infezioni fra gli artisti: suonano, danzano e cantano e rendono impossibile una protezione adeguata. "Die Fledermaus" di Strauss è il primo spettacolo sospeso nonostante una caterva di prenotazioni;
- in Germania il lockdown per i non vaccinati s’è dimostrato efficace avendo abbattuto l’indice di positività del 50% (University of Liverpool in database bioRxiv);
- In Israele le infezioni hanno assunto una crescita esponenziale (Ministero della
Salute d’Israele, 30 dicembre 2021));
- negli Usa sono stati cancellati 2.500 voli il primo gennaio da o verso gli aeroporti statunitensi, come è avvenuto in tutto il Mondo, Italia compresa, e sono state cancellate o ridimensionate le Feste di Capodanno con l’invito ai cittadini a rinunciare a party privati e ad evitare assembramenti;
- perfino in Antartide i due terzi dei ricercatori sono risultati positivi al virus, anche se nessuno presenta sintomi gravi essendo vaccinati.
In forza di queste notizie coloro che, con motivazioni diverse, si sono finora astenuti dalla vaccinazione dovrebbero prendere in seria considerazione l’accesso alla vaccinazione anti Covid, ancora unica e sola via di salvezza, personale e comunitaria, per mantenere lontani il contagio, la sua diffusione e la malattia con le sue gravi conseguenze socio-sanitarie.
* Già docente di Chirurgia generale nell’Università di Bologna e direttore delle Chirurgie generali degli Ospedali Bellaria e Maggiore di Bologna
di Paolo Pombeni
di Francesco Domenico Capizzi *