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Io cosiddetta “fragile”: gli odierni stucchevoli dibattiti su un concetto di libertà che non considera le persone
Non è stato e non è tuttora facile continuare a sentirsi considerati come persone, portatrici del diritto fondamentale dell’uguaglianza, da parte di tutti coloro che vengono sbrigativamente definiti “fragili” dalla comunicazione, a vari livelli, dell’era di covid 19. Anche il dibattito politico “alto”, da parte di più o meno noti intellettuali, tutti presi a discettare sulla minaccia alla libertà dei singoli di contro al Moloch dello statalismo di cui si renderebbe artefice ogni misura tesa a difendere la vita degli individui e della collettività nel suo insieme dal dramma della pandemia, ha largamente eluso la considerazione delle persone vere, quelle che mai e poi mai debbono essere perse di vista, nelle loro molteplici appartenenze e relazioni, in una civiltà che aspiri veramente a meritare tale definizione. Voci e a volte vere e proprie grida di dolore a difesa delle persone bisognose di cure e in primo luogo della loro dignità si sono levate da più parti in questo ormai lungo periodo da medici, chirurghi che operano negli ospedali e che ogni giorno ne curano le più svariate patologie. Sarà forse perché essi hanno ben presenti non solo gli individui come entità numeriche da immaginare in astratto o da incasellare in facili categorie di leggi tutto
Resurrezione
“È ora di mettere un punto ai no-vax” dichiara perentorio l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, in una intervista al Messaggero del 31 agosto, e aggiunge: “La Regione sta studiando il modo per contestare ai no-vax le spese per le cure mediche. Lo faremo: queste persone che rifiutano la vaccinazione mettendo a rischio le libertà altrui devono assumersi la responsabilità delle proprie scelte e azioni fino in fondo…un’idea a cui stiamo lavorando…ci sono modelli a cui faremo riferimento, quelli della Lombardia, dove un tempo veniva spedito a casa del paziente, prima ricoverato e poi dimesso, una sorta di memorandum su quanto fosse costata la sua degenza all’ente regionale”.
Blair, in qualità di primo ministro britannico, la medesima minaccia l’aveva rivolta agli obesi, i quali, necessariamente, devono ricorrere a iter diagnostici e terapeutici ad elevata complessità di vario tipo, molto più dei normopeso. Poi l’ipotesi di una rivalsa economica si inabissò nel mare della politica post-tacheriana, come è da pensare che accadrà oggi con il similare orientamento punitivo rivolto ai no-vax.
Che dire? Sembra rigenerarsi lo spirito dantesco del “ch’un spirto del mio sangue pianga la colpa che là giù cotanto costa” (XXIX, Inferno), espressione meglio conosciuta in Italia nella traduzione leggi tutto
Obblighi e divieti
Obblighi e divieti accompagnano la nostra vita quotidiana, dal ritmo dei semafori ai sensi unici, dai divieti di transito e di parcheggio alle strisce pedonali, dalle norme per la sicurezza sul lavoro all’obbligo di utilizzare casco e cinture di sicurezza, dalle limitazioni nella balneazione al divieto di fumare nei luoghi pubblici, per citarne soltanto una manciata delle vaste normative e legislazioni in vigore senza riscontrare particolari contrasti da parte di singoli cittadini e rappresentanze organizzate:
- La Legge 27 dicembre 2006, n. 296, all’articolo 1 comma 622 stabilisce: “L’istruzione impartita per almeno dieci anni è obbligatoria ed è finalizzata a consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno d’età “. L'art. 731 del c.p. giudicherà "chiunque, rivestito di autorità o incaricato della vigilanza sopra un minore, omette, senza giustificato motivo, di impartirgli l'istruzione elementare".
- L'uso del casco fu reso obbligatorio a partire dal decreto legislativo dell'11 gennaio 1986 per tutti i conducenti e i passeggeri di ciclomotori e motocicli, sia maggiorenni che minorenni. Il suo utilizzo ha avuto l’effetto di risparmiare danni gravi cerebrali nel 65% degli incidenti a livello nazionale con punte massime del 75% nelle Regioni del nord e minimi del 55% nelle meridionali leggi tutto
Tra pressapochismo delle informazioni e condizionamenti delle fake news
Secondo il Prof Ruben Razzante - docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e al Master in giornalismo dell’Università Lumsa di Roma - “si è avuta l’impressione, soprattutto dopo la prima ondata del Covid, che il ‘Festival della virologia a reti unificate’, alimentato in modo incosciente dal circuito mediatico, sia stato funzionale alla narrazione dominante della pandemia e quindi si sia rivelato un elemento di propaganda. Un vero vulnus alla democrazia una comunicazione autoreferenziale e persuasoria che ha preso il sopravvento sulla comunicazione di pubblica utilità, contribuendo a destabilizzare le persone sul piano psichico. È un abuso del quale pagheremo le conseguenze per anni, anche se ora nessuno ne parla. È mancata la democrazia dell’informazione, intesa come garanzia del diritto dei cittadini ad essere informati correttamente senza spettacolarizzazioni, allarmismi ma anche senza sottovalutazioni. Ha difettato l’equilibrio nei flussi comunicativi, improvvisati, schizofrenici e contraddittori”. Una tendenza che non si è interrotta e cresce esponenzialmente con il pericolo di una nuova ondata pandemica: secondo un report dagli USA pubblicato dal Corriere della sera il 25/7 u.s esiste una vera e propria rete della disinformazione, che si avvale di consulenze scientifiche mirate a diffondere falsità sui vaccini. “Sotto accusa come al solito, soprattutto Facebook che veicola leggi tutto
Enhancement
Alla finale di Londra il puntuale commento tecnico al femminile di Katia Serra, giornalista e calciatrice, ha segnato un punto positivo sulla via ancora impervia della effettiva parità di genere, addirittura discorrendo… di football! … e di che football! … e in che sede e circostanza eccezionale! … davanti al Mondo intero schierato emotivamente al maschile e tuttora tenacemente e incontestabilmente maschilista, sebbene fra contrapposti applausi e fischi. Succedutosi alla vergognosa discriminazione esemplare di un sultano, al momento ben tollerata da Charles Michel, verso la Signora Ursula Von der Leyen, l’evento in ambito calcistico ha rappresentato una novità assoluta di gran lunga superiore al risultato agonistico, alle sue metafore e agli effetti collaterali conseguiti a partire dagli esaltanti festeggiamenti istituzionali e dagli entusiasmi popolari diffusi.
Le donne presiedono Istituzioni pubbliche e private, occupano ambiti di responsabilità in tutte le professioni, rappresentano una quota importante e addirittura maggioritaria fra i laureati italiani ed europei, ma, appunto, è opportuno avanzare un auspicio ed un invito a tutte le donne, qualunque sia il peso del loro ruolo nella società, e all’insieme del movimento di emancipazione femminile: non seguano le solite e diffuse usanze maschili nell’ambito degli stili di vita. Infatti, eccessi nel consumo di alcoolici e tabagismo
Qualche dato per controbattere le resistenze alla vaccinazione diffusa
Doverosamente premesso che -volenti o nolenti- dovremo convivere con questo virus, che sta già diventando endemico, la cosa che possiamo, anzi, dobbiamo fare è renderlo il più innocuo possibile per l’uomo.
L’efficacia del vaccino, in tal senso, è comprovata dal fatto che:
1) riduce del 97,3% le ospedalizzazioni e i casi gravi e 95,8% quelli mortali (dati ISS)
2) riduce dell’88,5% (dati ISS) la probabilità d’infezione e almeno a soltanto un terzo la possibilità d’infettarsi con la variante Delta: giusto ricordare che chi non è infetto non può infettare
3) qualora s’incappasse in quel terzo di probabilità d’infezione, un vaccinato sarebbe vettore di una carica virale incredibilmente più bassa rispetto a un non vaccinato.
Questo si traduce nel fatto che un non vaccinato che entra in contatto con persone immunodepresse (pazienti oncologici, ma anche diabetici, ecc.) di fatto ha un’alta probabilità di condannarle a morte, o comunque alla forma più grave d’infezione, mentre un vaccinato, no.
Questo deve essere chiaro.
Di conseguenza, anche il SSN non andrebbe in collasso per leggi tutto
Elogio del silenzio nei frastuoni della pandemia
Dallo scorso anno, e nella fattispecie da quando è esplosa la pandemia covid 19, ben pochi mostrano di aver fatto tesoro del celebre aforisma di Oscar Wilde secondo il quale “a volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio”. Così nell’era dei virologi molti abituali frequentatori dei vari salotti televisivi si sono trasformati in esperti pronti a dare ricette sicure di fronte a un virus largamente ignoto agli stessi scienziati, così come tanti politici non hanno avuto il men che minimo dubbio a cavalcare facili risposte, quelle che il loro pubblico voleva sentirsi dire, magari riservandosi poi di smentirle nei fatti in tutto o in parte di lì a poco, quando il percorso della pandemia imboccava vie molto lontane da quelle che essi avevano preconizzato. Qualcuno ha per caso sentito qualche politico di casa nostra chiedere scusa dei propri errori anche relativamente a errate misure invocate e a dubbi comportamenti da essi stessi messi in atto sulla scena pubblica in spregio a ogni precauzione idonea a contenere la diffusione del virus? Meno che mai, naturalmente!!! La vera forza della politica, quella che non teme di riconoscere pubblicamente anche i propri eventuali errori, poteva semmai manifestarsi in altri leggi tutto
Scuola: la riapertura di settembre tra variante Delta, problema degli organici, fallimento della Dad e dei progettifici
La riapertura dell’anno scolastico dopo la pausa estiva è sempre stato un momento di particolari criticità.
Quella che ci attende il prossimo settembre lo sarà ancor di più, nubi dense e minacciose si addensano sopra il cielo della scuola. Il regolare funzionamento delle lezioni è fino ad ora andato in tilt a causa degli effetti dalla pandemia: leggendo la circolare del Dipartimento Prevenzione del Ministero della Salute prot. 5032/COV19 del 9 luglio u.s. avente oggetto “Allerta internazionale variante Delta: incremento dei casi Covid 19 in diversi Paesi europei” si ha il sentore di un pericolo incombente, di cui il mondo scientifico e i decisori politici sono al corrente e rispetto a cui si avverte la necessità di porre mano con decisioni condivise, serie, tempestive ed efficaci. Il virus non è sconfitto e neanche scomparso, ha una dimensione planetaria ed ogni focolaio rischia di avere effetti pervasivi, in particolare proprio per la rapidità del passaggio di contagio della variante Delta, stimato in Australia tra i 5 e i 10 secondi, sul presupposto di una semplice compresenza fisica di due o più persone: inevitabilmente il pensiero corre agli stadi fino a pochi giorni fa stracolmi di persone senza mascherine e senza controlli preventivi di tamponi rapidi oltre che di leggi tutto
Novelli eccessi antichi discernimenti
” Gli eccessi nel consumo di alcool sono fra le principali cause di malattia, disabilità e morte prematura in Europa, al primo posto nel Mondo. Si registrano soprattutto sulle persone in età lavorativa e produttiva, un fattore importante che ostacola lo sviluppo socio-economico e determina notevoli oneri per la società” (OMS, 2020). La situazione generale può definirsi, a ragione, drammatica (World Health Organization, 2016-2021; OMS, 2016-2021; International Agency for Research on Cancer, 2018-2021; Osservatorio Nazionale Alcol, ISS, 2020-2021)
- l’alcool si colloca tra le sostanze psicoattive più utilizzate in Europa e il suo consumo è considerato il quinto fattore di rischio all’origine di malattie gravi;
- per l’Italia basterà rilevare che il consumo di alcool puro pro-capite ammonta ad oltre 7 litri/anno: il vino normalmente contiene dal 10 al 14% di alcool;
- in Italia 10 milioni di persone rischiano la cirrosi epatica e la sua trasformazione dalla forma sub-clinica alla conclamata;
- nonostante i 25 miliardi di euro/anno spesi in Italia per gestire le conseguenze degli eccessivi consumi di alcoolici, gli abusi rappresentano la causa principale di morte e disabilità tra i giovani, oltre ad un aumentato rischio di declino cognitivo prima dei 65 anni e di decessi alcool-connessi di 75.000 persone/anno;
- sul piano epidemiologico è noto, fra alcuni addetti e non certo alla cittadinanza, che il consumo leggi tutto
Setter Gordon e Dna
Trascorso oltre un secolo da quando il fumo di tabacco era riservato alle classi ambienti, come i magnifici setter gordon agli aristocratici, segni distintivi di un potere visibile, e constatato, come sostenuto da qualche intellettuale, che il fil di fumo non giova alla capacità di concentrazione, all’intelligenza e alla creatività, ma induce a degenerazioni tissutali, malattie, invalidità e ad una minore attesa di vita (Science, II, 1938), sarebbe doveroso per cittadini, società e Istituzioni politiche e sanitarie chiedersi se finalmente non sia, davvero, giunto il momento di adottare quelle misure, non coercitive ma informative ed organizzative, che possano indurre alla rinuncia alla cerimonia del fumo, già segno inconfondibile di spigliatezza, virilità, fascino, modernità e successo in ogni campo.
Ignorare i dati clinico-statistici della sottostante tabella riassuntiva, molto circoncisa, non commentata e minimale per i dati elencati, e non portarli a conoscenza di tutti i cittadini, induce a deformazioni del significato del bene comune, al tradimento dell’articolo 32 della nostra Costituzione, a considerazioni erronee circa l’addebitare l’incremento esponenziale dei tumori ai soli devastanti inquinamenti ambientali e indulgere, anche inopinatamente da parte di medici, su modiche quantità di tabacco consumato. Infatti: “la rottura del DNA e l’innesto del processo tumorale, per doppie sfilacciature che leggi tutto