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La dispersione scolastica implicita: un quindicenne su due non comprende ciò che legge
A margine del Convegno “Impossibile” promosso da ‘Save The Children’ sulle problematiche (ricorrenti) e sulle aspettative (inevase) che riguardano bambini e adolescenti, restano i dati impietosi sciorinati, nella quattro giorni di confronto e riflessione, dal Presidente Claudio Tesauro.
Ci sono tendenze e derive che si stanno consolidando, come la cd. “dispersione scolastica implicita” che consiste nei deludenti risultati in termini di apprendimento e formazione che gli studenti conseguono nel corso del curricolo degli studi, già considerando le abilità di base. Se utilizzassimo come parametro di valutazione degli esiti di istruzione la tassonomia di Bloom (conoscenza-comprensione-applicazione-analisi-sintesi e valutazione) ci accorgeremmo che un quindicenne su due non è in grado di comprendere il significato di un testo scritto sottopostogli come lettura. Fermandosi forse ben prima dei livelli sopra richiamati: siamo lontanissimi dal conseguimento del ‘problem solving’, come capacità di coniugare intelligenza e intuizione, che presuppone il possesso di tutti i passaggi apprenditivi “a salire” enunciati nella tassonomia stessa. L’OCSE da tempo evidenzia una sorta di inefficacia formativa del sistema scolastico italiano, mentre i test INVALSI (per quanto antipatici, ostici e parziali) confermano questa scia negativa che si protrae e ingloba livelli e gradi del corso di studi: secondo i dati del 2021 due quattordicenni leggi tutto
Imparare a scrivere: meglio con la penna o con il tablet?
Per un Paese come la Finlandia che destina oltre il 7% del PIL nazionale alle spese di istruzione decidere di abolire l’apprendimento della lingua scritta con il corsivo per sostituirlo con l’uso del tablet in classe da parte di ciascun alunno fin dal primo anno della scuola dell’obbligo potrebbe rivelarsi nel tempo una scelta lungimirante, visto che le scuole della Repubblica Finlandese sono considerate dall’OCSE tra le più avanzate al mondo in quanto a metodologie didattiche ed efficienza-efficacia del sistema formativo. Occorre tuttavia un fisiologico periodo di sperimentazione prima di arrivare a conclusioni enfatiche o affrettate. Tutto questo è peraltro già in atto dal 2016: l’introduzione dell’apprendimento della letto-scrittura attraverso le tecnologie informatiche sta avvenendo in forma estensiva ma graduale, il corsivo è sostituito dalla digitazione della tastiera ma la scrittura a stampatello continuerà ad affiancare il nuovo metodo come insegnamento facoltativo (Finnish National Agency for Education EDUFI - Istituto Nazionale per l’Educazione Finlandese). Ciò comporta non solo un grande investimento in dotazioni tecnologiche ma anche una preliminare e obbligatoria formazione del personale docente all’uso quotidiano in classe dei mezzi informatici. Il livello di padronanza delle nuove tecnologie nelle giovanissime generazioni già prima del loro ingresso a scuola dovrebbe rendere più facile il compito dei leggi tutto
Scuola: si va verso la riduzione dei posti di docente di sostegno?
Per comprendere la domanda posta nel titolo è utile fare riferimento ad un documento elaborato e diffuso dalla UIL SCUOLA, che riassume in una scheda alcuni quesiti e interrogativi posti a seguito della attivazione di corsi di formazione in servizio per il personale docente da parte del Ministero dell’Istruzione, segnatamente quello sul tema della ‘sicurezza’ e quello relativo al ‘sostegno educativo-didattico”.
Nel primo caso si tratta di un corso già svolto in larga parte delle scuole, nel secondo di una iniziativa di formazione in atto nel corrente anno scolastico che prevede 25 ore di impegno obbligatorio. In entrambe le fattispecie il Sindacato scuola UIL ribadisce e ricorda che la partecipazione deve intendersi compresa nelle 40 ore annuali di aggiornamento/formazione previste dal vigente contratto nazionale di lavoro. Sulla adesione la UIL ricorda inoltre che il piano della attività di cui trattasi deve essere deliberato dal collegio dei docenti, nell’ottica dell’autonomia scolastica, tenendo conto che il Contratto del 19 novembre 2019 assegna agli istituti scol.ci il 60 % delle risorse disponibili mente il restante 40% viene gestito direttamente dall’Amministrazione della P.I.
La UIL argomenta intorno al concetto di obbligatorietà dei due corsi sopra descritti: nel primo caso si tratta di una iniziativa che riguarda la formazione sul tema della sicurezza, leggi tutto
Alle origini del rischio educativo e del disagio scolastico
Cresce il numero delle segnalazioni che le scuole inoltrano ai tribunali minorili per rappresentare situazioni di forte disagio riscontrate negli alunni, al di là dello “scolasticamente risolvibile”, con motivazioni variegate rispetto alle esperienze e ai vissuti, oltre che dense di significati impliciti o difficilmente intellegibili.
Da molti anni il sistema scolastico del nostro Paese presta particolare attenzione al tema del diritto allo studio, inteso come domanda sociale di istruzione ma anche come strumento per sviluppare le potenzialità di crescita intellettuale, emotiva, relazionale di ciascuno attraverso un’offerta di opportunità formative sempre più individualizzate e mirate. Disagio scolastico e insuccesso educativo riguardano bambini e adolescenti che in diversa misura non riescono a compiere il percorso dell’obbligo, che si assentano dalle lezioni per periodi a volte talmente lunghi da compromettere l’esito dell’anno scolastico ma questa “inadempienza” è sovente la punta di un iceberg che nasconde situazioni più complesse, cui la scuola da sola non sempre riesce a tener fronte, indipendentemente dalla collaborazione o viceversa dal disimpegno delle famiglie. L’esperienza di ascolto dei minori che attraversano momenti di difficoltà rispetto alla frequenza scolastica consente di risalire alle motivazioni che hanno originato il “gap”, il distacco, l’allontanamento dal contesto formativo: la pratica del colloquio con i leggi tutto
La scuola educhi alla bellezza
Se qualcuno si cimentasse nel compito di raccogliere il glossario degli acronimi, delle sigle, e dei neologismi della scuola 4.0 ne uscirebbe un tomo ponderoso, forse un manuale d’uso (da aggiornare in continuazione) costruito su un linguaggio sincopato per gli addetti ai lavori che servirebbe solo ad evidenziare i tentativi di cambiamento introdotti nel sistema scolastico nazionale con le più recenti riforme (o pseudo tali) : in realtà una babele semantica e simbolica che sopravvive e anzi prolifera nella propria inconcludente autoreferenzialità. Eppure chi non sa o non parla di BES, DaD, DDI, RAV, GLO, PEI, POF, FO, DOS, DSA, ADHD, FAD, FIS, GLH, GLIP, GOP, IOP; LEA, MOF, LIM, LIS, NAV, GAV, OSA, OF, PAF, PDF, PDP, PECUP, PMOF, PIA, PEP, PNF, POR, PON, PTOF, PSP, ROL, RAV, RE, RSPP, SASI-S, TIC, UdA, USR, UST…. (ci ha provato Carmelo Nesta – La scuola attraverso gli acronimi- OrizzonteScuola.it, 16/01/2017) è considerato un aborigeno, un analfabeta di ritorno, un arcaico espunto dalla pedagogia post-moderna e dai suoi addentellati professionali. Da quando la scuola – che è luogo di relazioni umane, di socializzazione e di apprendimenti, di conoscenza e trasmissione del sapere - è stata snaturata dalle teorie nuoviste di matrice aziendalista (ben descritta nelle metafore del ‘preside-sceriffo’ e poi ‘capitano leggi tutto
Scuola: la riapertura di settembre tra variante Delta, problema degli organici, fallimento della Dad e dei progettifici
La riapertura dell’anno scolastico dopo la pausa estiva è sempre stato un momento di particolari criticità.
Quella che ci attende il prossimo settembre lo sarà ancor di più, nubi dense e minacciose si addensano sopra il cielo della scuola. Il regolare funzionamento delle lezioni è fino ad ora andato in tilt a causa degli effetti dalla pandemia: leggendo la circolare del Dipartimento Prevenzione del Ministero della Salute prot. 5032/COV19 del 9 luglio u.s. avente oggetto “Allerta internazionale variante Delta: incremento dei casi Covid 19 in diversi Paesi europei” si ha il sentore di un pericolo incombente, di cui il mondo scientifico e i decisori politici sono al corrente e rispetto a cui si avverte la necessità di porre mano con decisioni condivise, serie, tempestive ed efficaci. Il virus non è sconfitto e neanche scomparso, ha una dimensione planetaria ed ogni focolaio rischia di avere effetti pervasivi, in particolare proprio per la rapidità del passaggio di contagio della variante Delta, stimato in Australia tra i 5 e i 10 secondi, sul presupposto di una semplice compresenza fisica di due o più persone: inevitabilmente il pensiero corre agli stadi fino a pochi giorni fa stracolmi di persone senza mascherine e senza controlli preventivi di tamponi rapidi oltre che di leggi tutto
Poesia, alfabeto dei sentimenti
Serbo un’intima gratitudine – che custodisco con affetto – verso la scuola della mia adolescenza: ne conservo un ricordo sfocato e leggero dove, come in una magica e fiabesca rievocazione, trovano posto apprendimenti e personaggi e riaffiorano dettagli allora apparentemente insignificanti.
La rivisito con nostalgia e vi cerco spiegazioni e risposte al mio presente.
Trovo che fosse una scuola che sapeva affiancare la vita, senza forzature: svolgeva la sua parte, in genere con umiltà e in silenzio.
Non erano tutte rose e fiori, c’erano difficoltà, ingiustizie, discriminazioni: qualcuno l’ha poi ben evidenziato, scrivendo la sua ‘lettera ad una professoressa’ e il sessantotto ha scoperchiato molte viltà ma le ‘vestali della classe media’, cioè gli insegnanti di quel tempo, erano le prime vittime della situazione dovendo vivere come i fedeli depositari di una cultura da tramandare in un mondo dove stavano emergendo con forza dei valori diversi: il successo, l’arrivismo, i lesti guadagni, la facilitazione, la stagione dei diritti, l’apertura al sociale, l’egualitarismo irriverente che ha poi partorito i mostri sacri della trasparenza e della privacy, mettendo di fatto le manette ai polsi delle relazioni personali e della comprensione tra la gente.
La scuola è stata forse in questi anni il contesto sociale più leggi tutto
Le linee pedagogiche ministeriali per il sistema integrato
Il Documento licenziato dalla Commissione insediata presso il Ministero dell’Istruzione – ai sensi dell’art.10 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65 – per l’elaborazione di una bozza di indicazioni pedagogiche riguardanti il cd. “sistema integrato di istruzione zerosei “, ha radici lontane.
Occorre andare a ritroso di almeno trent’anni e più e risalire a quel gruppo di ispettori scolastici che iniziò ad occuparsene, su incarico dell’allora Capo servizio per la scuola materna del Ministero, dott.ssa Giuseppina Rubagotti, che all’epoca dirigeva anche la segreteria del Ministro Sergio Mattarella.
Un cenacolo di uomini e donne di scuola che avevano superato il vaglio di una prova concorsuale selettiva, che prevedeva il superamento di tre prove scritte e di un lungo colloquio orale con la media minima di 8/10. A differenza di quanto sarebbe accaduto anni dopo quando gli ispettori – di norma esperti di scuola militante avendo passato per gradi il ruolo di docente e di dirigente scolastico – cominciarono ad essere nominati ‘per chiamata’ dalla politica, in nome di un “merito” nuovo che non è mai stato chiarito. Non è una premessa polemica ma necessaria perché quella generazione di ispettori, al pari di altri dirigenti della P.A., si era formata studiando e lavorando ‘in situazione’. D’altra parte siamo un Paese dove gli leggi tutto
Ripristinare il servizio di medicina scolastica
Quando la scuola italiana insegnava a “leggere, scrivere e far di conto” il servizio di medicina scolastica era una presenza a latere, organica e complementare, rispetto ai compiti propri del sistema formativo.
Istituita con DPR 264 dell’11 febbraio 1961 la cosiddetta “medicina scolastica” esplicitava le sue funzioni già nei primi due articoli del successivo regolamento attuativo nel DPR 22 dicembre 1967 n° 1518, di cui si riporta un estratto: “art.1) A tutti i servizi di vigilanza igienica e di assistenza sanitaria scolastica, nell’ambito della provincia, sovraintende il medico provinciale, che li coordina d’intesa con il provveditore agli studi con il quale è prescritto almeno un incontro annuale nel mese di settembre. Ai sensi dell’art. 15 del DPR 11/02/1961 n° 264, nell’ambito del territorio comunale o consorziale il servizio di medicina scolastica in tutte le scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private, dipende dall’ufficiale sanitario che ne promuove e coordina l’organizzazione e il funzionamento, previa intesa con i dirigenti degli istituti scolastici. Art.2) Il servizio di medicina scolastica comprende la profilassi, la medicina preventiva, la vigilanza igienica, il controllo dello stato di salute di ogni scolaro e si avvale della collaborazione della scuola nell’educazione igienico-sanitaria. Le prestazioni sanitarie di medicina e d’urgenza, nell’ambito dei servizi della medicina scolastica leggi tutto
Scuola: la riapertura graduale di aprile
Nonostante il perdurare della pandemia – ad oltre un anno dal suo esordio – e anticipando il completamento del piano vaccinale il Presidente Draghi scommette sulla riapertura delle scuole dopo le vacanze pasquali: asili nido, scuole dell’infanzia, primarie fino al 1° anno della scuola secondaria di primo grado, sono gli ordini interessati (D.L. 44 dell’1°aprile 2021). Si tratta di una scelta già compiuta in alcuni Paesi, mentre in altri si tiene chiuso tutto o viceversa si riaprono anche le attività commerciali: una situazione a macchia di leopardo che deriva da valutazioni politiche diverse rispetto ad orientamenti scientifici anch’essi fluttuanti.
Lo scompaginamento della vita quotidiana è la conseguenza più evidente a livello planetario ma anche le differenze degli esiti derivanti dai provvedimenti adottati sono rimarchevoli, fermo restando un inciso non da poco: che ne è e che ne sarà delle zone del mondo che solitamente ignoriamo nella nostra considerazione comparativa tra gli Stati, anche in ordine alle vaccinazioni. Ci sono aree a rischio, dove i servizi sanitari se esistenti, non garantiscono una profilassi per l’intera popolazione: se fino ad oggi l’incognita prevalente è stata e permane la mutazione genetica del virus, un domani saranno forse determinanti gli spostamenti, le migrazioni, le condizioni di povertà e sottosviluppo. Blindare e leggi tutto