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La via particolare della Germania verso le elezioni

Gabriele D'Ottavio - 13.09.2017
Merkel & Schulz

Nella riflessione storico-politicasullaGermania emergono continuamente gli interrogativi su una sua presunta «via particolare». La campagna elettorale a cui stiamo assistendo, per esempio, presenta caratteristichemolto diverse da quelle che hanno contraddistinto gli ultimi appuntamenti elettorali in paesi come Olanda, Francia o Gran Bretagna. Quel che colpisce è l’intensità straordinariamente bassa del confronto politico. Molti osservatori l’hanno definita una campagna elettorale sonnolenta o addirittura soporifera. Sono varie le ragioni che possono aiutare a spiegare questo fenomeno e tutte rafforzano l’idea di un presunto «eccezionalismo» tedesco. Anzitutto, va considerata la questione della contendibilità del voto e, più precisamente, la prospettiva di un esito che a questo punto appare abbastanza prevedibile, almeno per quel che riguarda il nome di chi guiderà la Germania nei prossimi quattro anni. Da diverse settimane tutti i principali istituti demoscopici danno Angela Merkel in netto vantaggio sullo sfidante Martin Schulz. Lo scarto attualmente stimato tra i cristiano-democratici e i socialdemocratici oscilla tra i 17 e i 13 punti percentuali, con i primi che vengono dati attorno 37/38% e i secondi attorno al 21/22%. La cautela è d’obbligo quando si parla di sondaggi. Ricordiamoci dell’effimero «effetto Schulz» che durò lo spazio di alcune settimane. E da qui al 24 settembre non si possono escludere eventuali scostamenti anche rilevanti dai dati stimati dai sondaggisti. Tuttavia, in questo caso la previsione di una riconferma di Merkel poggia su basi piuttosto solide. Non si tratta infatti solo della forbice stimata tra la prima e la seconda forza politica. Vi sono anche degli aspetti che riguardano l’attuale configurazione del sistema partitico e, più in generale, il funzionamento del sistema politico in Germania. Da diversi anni il partito della Cancelliera occupa stabilmente il centro dello spazio politico, posizione che gli conferisce un potere di coalizione difficilmente contrastabile. A seconda dei rapporti di forza che verranno a formarsi dopo le elezioni e in presenza di un partito non coalizzabile sul lato destro dello spazio politico (Alternative fürDeutschland), i cristiano-democratici si troveranno molto probabilmentea gestire i negoziati per l’accordo di coalizione da una posizione di vantaggio. La bassa intensità del confronto politico si può anche spiegare con il cosiddetto «pragmatismo postideologico» della Cancelliera, che le ha consentito sin qui di disinnescare anzitempo tutti i temi più delicati dal punto di vista della gestione del consenso: dall’emergenza emigranti alla più recente legge sul matrimonio per le coppie omosessuali. Da parte dello sfidante Schulz ci sono stati sicuramente alcuni errori nella strategia comunicativa, ma anche in questo caso i possibili demeriti dello sfidante vanno valutati all’interno di un contesto politico del tutto particolare. Il ricorso a logiche avversariali è stato inibito o comunque complicato dal fatto che la SPD ha condiviso le responsabilità di governo con il partito della Cancelliera e potrebbe continuare a farlo anche dopo le elezioni. A ciò si aggiunga, e non è un aspetto di poco conto, che il livello di soddisfazione nella popolazione per la situazione economica è molto elevato, il che rende l’operato del governo e del suo capo difficilmente attaccabile. In ampi settori della società vi è, infatti, la percezione diffusa di una condizione di ricchezza e benessere mai vissuta prima. Si tratta evidentemente di un forte ostacolo per chi spera di raccogliere molti voti puntando sullo scontro politico. Infine, per spiegare la scarsa spettacolarizzazione della campagna elettorale tedesca può essere utile volgere lo sguardo al passato. Così facendo, si scopre che in Germania dal 1949 a oggi le campagne elettorali con toni accesi sono state più l’eccezione che la norma. Dopo le esasperazioni del nazismo, la popolazione sembrerebbe aver sviluppato dei robusti anticorpi contro gli eccessi della propaganda, con importanti ricadute sui meccanismi di costruzione del consenso e di esercizio della leadership che possiamo rilevare ancora oggi. Al netto di un preoccupante ricorso a pratiche discorsive xenofobe da parte di alcuni esponenti di Alternative für Deutschland, nella cultura elettorale tedesca conta ancora molto la cosiddetta Sachlichkeit: ovvero la capacità di affrontare le questioni nel merito, con competenza, autorevolezza e onestà intellettuale. Una piccola traccia di questa cultura elettorale la si è potuta cogliere anche nel primo e unico duello televisivo della campagna elettorale. Come voleva il copione, dei due sfidanti Schulz è stato il più aggressivo e forse anche il più demagogico, come quando ha cercato di accreditarsi come il vero difensore degli interessi nazionali nel delicato rapporto con la Turchia di Erdogan. Tuttavia, durante la trasmissione c’è stato anche un momento in cui il leader della SPD è venuto in soccorso di Angela Merkel. Al conduttore che incalzava la Cancelliera sul tema dei migranti pretendendo una risposta secca sui ricongiungimenti - «sì o no» -,Schulz ha ricordato che rifiutare un ricongiungimento senza un esame del singolo caso è contro la convenzione di Ginevra e contro la Costituzione.Considerata nei suoi termini essenziali eal di fuori di possibili paragoni con le dinamiche che si possono osservare in altri contesti elettorali europei, la «via particolare» della Germaniaverso le elezioni potrebbe apparire anche piuttosto banale: il capo del governo uscente ha buone possibilità di essere riconfermato perché il suo operato viene valutato positivamente dalla maggioranza degli elettori, mentre le due principali forze politiche si percepiscono non già come dei nemici, ma come degli avversari e, all’occorrenza, come dei possibili alleati.