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Banche tedesche vittime dell’eccesso di risparmio

Gianpaolo Rossini - 23.03.2019
Eccesso del risparmio

Il lettore si chiede come possano essere in difficoltà le maggiori banche della Germania paese con l’economia più forte d’Europa, con un deficit pubblico ormai pari a zero, un surplus con l’estero vertiginoso e un tasso di disoccupazione invidiato da tutti. La ragione profonda di tutto questo ha un’origine apparentemente semplice ma non sempre compresa: l’eccesso di risparmio. Un male che affligge l’intero paese ovvero entrambi le sue due componenti: il settore pubblico e quello privato. Quest’ultimo ahimè spende molto meno di ciò che guadagna. Le famiglie e le imprese spendono poco. A spiegarlo ci sono anche fenomeni abbastanza “nuovi” per gli analisti economici che riguardano le persone anziane in pensione e che lavorano le quali risparmiano molto di più rispetto alle corrispondenti generazioni passate. Il tradizionale investimento immobiliare abitativo soffre poi la diminuzione di popolazione autoctona, la sola che ha capacità di spesa a fronte però di un numero di figli inferiore rispetto al passato. Mentre gli immigrati che avrebbero più figli non hanno le disponibilità per acquistare immobili. Di conseguenza il settore immobiliare non assorbe più una quota di risparmio cospicua. E dunque l’eccesso di risparmio si canalizza verso le banche, direttamente o indirettamente verso attività finanziarie. Ma la domanda di attività finanziarie rispetto alla offerta di passività è eccessiva anche perché il settore pubblico con un deficit zero e un debito in calo sta riducendo la sua offerta di titoli oltretutto ben poco appetibili perché a tassi negativi fino a scadenze pluriennali. L’eccesso complessivo di risparmio pubblico e privato tedesco si riflette in un enorme surplus con l’estro del conto corrente della bilancia dei pagamenti che per il 2018 rasenta l’8% del Pil. Questo significa che nel 2018 le banche tedesche e gli intermediari hanno fatto acquisti netti di attività finanziarie estere per un ammontare esattamente pari all’8% del Pil. Ad aggravare il tutto c’è il fatto che il surplus con l’estero della Germania vien da lontano e dura ormai da decenni. Il che significa che in tutto questo tempo le banche tedesche hanno accumulato titoli esteri pari ogni anno al surplus con l’estero. Mettendosi in casa anche tanta spazzatura soprattutto da Usa e area anglosassone, ma non solo. I nodi vengono al pettine e questo fenomeno oggi emerge con forza per le banche tedesche. Ma tocca anche altri operatori finanziari tedeschi seppur in diversa misura, come le assicurazioni alle prese con titoli di stato tedeschi a rendimenti nominali negativi e investimenti all’estero talvolta inquietanti. Insomma l’ombra lunga dell’eccesso di risparmio espressione del surplus con l’estero si proietta sul sistema finanziario tedesco e quello europeo.  Ora forse capiamo un po’ meglio che non c’è virtù in Arpagone e negli enormi surplus con l’estero, ma c’è solo una malcelata vetero mentalità mercantilista che purtroppo fatica a morire come il razzismo.

Cosa dire del Bel Paese che guarda dal basso i colossi bancari tedeschi che soffrono? Certo di fragilità ne abbiamo ma, se può consolare, la condizione del nostro debito e la ricorrente (ingiustificata) sfiducia nel nostro settore pubblico che spinge lo spread tiene i rendimenti sui titoli di stato a livelli sostanziosi rispetto a quelli tedeschi. Questo dà ossigeno a banche e assicurazioni che detengono una buona parte di debito pubblico italico. Sono titoli più rischiosi di quelli tedeschi? No. Anche perché con i loro alti rendimenti tengono in sicurezza i conti di banche e assicurazioni. I tassi tedeschi segno di un settore pubblico rigorosamente avaro aggiungono invece difficoltà a grandi banche per le quali adesso occorre denaro pubblico, speriamo solo tedesco.  Insomma in Italia con la scusa della rischiosità del debito pubblico i contribuenti danno una mano generosa al sistema finanziario italiano e anche a molti operatori stranieri che acquistano ricchi titoli del tesoro della nostra repubblica. Perché hanno capito come funziona il gioco. Ma durerà a lungo? Probabilmente si, perlomeno fino a quando in eurolandia le virtù tedesche decantate del surplus con l’estero e dell’enorme risparmio non saranno comprese per quello che sono, ovvero delle iatture per tutti, dentro e fuori Germania.