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Gustavo Gutiérrez. I novant´anni di un teologo che guarda al futuro

Claudio Ferlan - 13.06.2018
Gustavo Gutiérrez

Venerdì otto giugno il padre domenicano Gustavo Gutiérrez, peruviano nativo di Lima, ha compiuto novant’anni. E ha ricevuto una lettera di auguri da papa Francesco. Potrebbe sembrare a prima vista una notizia di poco conto, ma solo a uno sguardo distratto. Gutiérrez infatti è uno dei fondatori della teologia della liberazione, una corrente condannata ai tempi di Woytila e del prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Joseph Ratzinger, ma in seguito meglio compresa e riabilitata a livello ecclesiale.

 

La lettera di Jorge Mario Bergoglio

Il testo, scritto naturalmente in spagnolo, è breve ma denso di significato: “Caro fratello, per il tuo novantesimo compleanno ti scrivo per farti gli auguri e per assicurarti la mia preghiera in questo momento significativo della tua vita. Mi unisco alla tua azione di grazie a Dio, e ti ringrazio anche per il contributo che hai dato alla Chiesa e all’umanità attraverso il tuo servizio teologico e il tuo amore preferenziale per i poveri e gli abbandonati dalla società. Grazie per tutti i tuoi sforzi e per il tuo modo di interpellare la coscienza di ognuno, perché nessuno resti indifferente di fronte al dramma della povertà e dell’esclusione. Con questi sentimenti, ti incoraggio a proseguire nella tua preghiera e nel tuo servizio al prossimo, offrendo la testimonianza della gioia del Vangelo. E, per favore, prega per me. Che Gesù ti benedica e la Santa Vergine ti custodisca. Fraternamente, Francesco” (la traduzione è di chi scrive).

Pare che Bergoglio voglia ringraziare Gutiérrez per avere aperto, non da solo, una strada nuova per la chiesa, prima quella latinoamericana e poi forse, in futuro, anche quella universale. Nonostante l´età, ancora un interlocutore privilegiato della linea pastorale pontificia, costruita sull´attenzione alle periferie, ai poveri e agli emarginati.

 

La lettera di Leonardo Boff

Francesco non è stato certo il solo ad aver voluto celebrare l´anniversario. Tra le tante voci che si sono levate a ricordare il grande contributo di Gutiérrez alla teologia degli ultimi decenni vi è stata anche quella di Leonardo Boff, teologo brasiliano che, al contrario del collega e amico peruviano, ha lasciato il suo ordine (i francescani) nel 1992. Boff aveva subito una condanna al “silenzio ossequioso” da parte di Ratzinger nel 1985, parzialmente revocata ma accompagnata da ripetuti richiami di Giovanni Paolo II. Per essere libero nell´espressione del proprio pensiero, Boff ha preferito lasciare l´abito e oggi si firma “Teologus Peregrinus”. Ai due, come a molti altri esponenti della teologia della liberazione, si rimproverava una eccessiva vicinanza al marxismo, con una forse non piena comprensione della questione latinoamericana, dove una presunta vicinanza alle idee marxiste nulla aveva a che fare con le caratteristiche sociali e politiche del blocco sovietico. Il messaggio di Boff, bellissimo, ci sia consentito scrivere, è un inno all´amicizia e all´impegno comune in favore dei poveri e degli emarginati. Sono le parole di un uomo anziano (Boff compirà ottant´anni in dicembre) che guarda avanti anziché indietro: “So che in questo momento della vita tu ricordi i giorni passati, però hai gli occhi rivolti verso l´eternità”.

 

Il futuro

Una delle ultime dichiarazioni pubbliche di Gutiérrez è stata riportata sul sito dell´Istituto Bartolomé de Las Casas di Lima, da lui fondato e da quarant´anni impegnato attivamente nella lotta contro la povertà e a favore dell´inclusione. Il teologo peruviano ha commentato la nomina a cardinale del gesuita Pedro Barreto Jimeno, arcivescovo della diocesi andina di Huancayo, salutandola come una grande notizia per la chiesa peruviana, e non solo, e ha ringraziato il papa. Barreto Jimeno è conosciuto in patria per il suo impegno nella difesa dell´ambiente – si sentono qui nitide eco della urgenza pastorale denunciata da Francesco nella enciclica Laudato si´-  e nel sostegno dei più bisognosi. Ha avuto risonanza internazionale la sua battaglia contro la fonderia di Oroya, dove venivano raffinati i minerali impuri del Perù (oro, argento, piombo, rame e zinco) prima di poter essere distribuiti sul mercato internazionale. L´impianto è stato chiuso, ma i danni dureranno negli anni: basti pensare che il 90% dei bambini nati in quella che è forse la città più inquinata al mondo presenta livelli preoccupanti di piombo nel sangue, fin dal momento del parto. Ora l´azione ambientalista del futuro cardinale è rivolta in particolare alla foresta amazzonica, della quale si parlerà nel sinodo del prossimo anno.

La chiesa latinoamericana non smette di muoversi, spinta anche dalla forza, dalla competenza e dall´autorevolezza dei suoi non più giovanissimi pilastri.