Diesel: caos annunciato

I provvedimenti annunciati dalle regioni del Nord Italia per ridurre l’inquinamento atmosferico causato dagli autoveicoli a gasolio erano attesi da tempo. Ma la loro versione definitiva è arrivata solo pochi giorni prima della entrata in vigore. In tutto il Nord Italia non potranno circolare nelle aree urbane i veicoli diesel con motori da Euro 1 ad Euro 3 nelle ore diurne. È il risultato dell’accordo di Bacino Padano tra Veneto, Lombardia, Emilia e Piemonte che intende ridurre l’inquinamento da polveri sottili che raggiungono nella pianura padana livelli record non presenti in altre aree europee. Due terzi di queste polveri sono causati dagli scarichi di veicoli a gasolio, un idrocarburo meno raffinato della benzina che contiene paraffine che non riescono ad essere interamente catalizzate e che possono essere trattate, ma non eliminate al completo, solo con costosi sistemi di lavaggio degli scarichi che usano additivi organici, come avviene nei camion di ultima generazione.
Lo sviluppo del gasolio per le autovetture è un’anomalia europea non riscontrabile in altre aree del globo, frutto di errori industriali e di sottovalutazione scellerata degli effetti degli scarichi sulla salute dei cittadini. Il non avere affrontato né a livello europeo né a livello nazionale il problema ha portato a soluzioni di emergenza non facili da applicare e ancor più difficili da digerire per i cittadini. Lo scandalo dei diesel soprattutto tedeschi negli Usa è del 2015. In quell’occasione emerge che i dati ufficiali delle emissioni delle auto Volkswagen sono falsi e che il livello di inquinanti prodotto è di gran lunga più alto. Da qui lo stop alle auto diesel negli Usa e l’inizio di lunghi e costosissimi contenziosi legali che si estendono anche ad altre case europee. La differenza tra dato ufficiale fornito dai costruttori e livello reale di emissione era nota da tempo visto che riviste specializzate (come Quattroruote in Italia) riportano da almeno due decenni nei loro test livelli di emissioni effettiva che sono perfino il doppio di quelle dichiarate. Se non bastasse, la tragica tossicità delle polveri sottili prodotte dalla combustione del gasolio è nota ormai da mezzo secolo. La stampa, purtroppo sempre a disagio con le informazioni negative che riguardano grandi gruppi, non diffonde queste informazioni.
Ma veniamo alle misure adottate. I veicoli bloccati sono quelli di categoria inferiore ad Euro 3 e in Emilia Euro 4. In casi particolari potranno essere fermate anche categorie superiori. Quest’ultima frase rende molto bene il grado di incertezza, la confusione e il disordine di queste norme che disorientano i cittadini. Il che prova che non esiste né una politica europea, né una politica italiana, né un accordo con i produttori di auto per il presente e per il futuro. Tutto è lasciato, non solo in Italia ma anche in Francia e Germania, alle decisioni delle autorità locali. Insomma sul diesel abbiamo un sovranismo di campanile che sta facendo impazzire consumatori e operatori di ogni genere. Da noi a ciò si pongono rimedi un po’ pelosi con infinite deroghe per le categorie più disparate. Ad esempio nel comune di Verona i divieti non valgono per le persone anziane e per una serie molto nutrita di professioni. In altre città le regole sono anche più complesse si da rendere i divieti di circolazione pressoché impossibili da applicare. Ad esempio in Emila il blocco vale per tutti i comuni con più di trentamila abitanti e per quelli attorno a Bologna. Ogni cittadino dovrebbe quindi conoscere esattamente quali sono i comuni che in Emila hanno più di trentamila abitanti e identificare i comuni attorno a Bologna. Pur abitando a Bologna da decenni, purtroppo non sono in grado di farlo. Certo lo trovo sul sito del comune di Bologna. Ma viaggiando sulle strade dell’Emila non so dove il territorio di un comune inizia e finisce. Le sanzioni sulla carta sono severissime fino al ritiro della patente. La prassi? Non è chiaro.
Come uscire da questa confusione e affrontare realmente il drammatico problema dell’inquinamento provocato dai diesel? Innanzitutto occorre un accordo a livello europeo tra governi e produttori. Ma con governi che vogliono distruggere l’Europa forse è arduo perfino far riconoscere a tutti concordemente che l’acqua bagna. Resta però il livello nazionale al quale si devono prendere decisioni che traccino un percorso certo nel tempo di abbandono del diesel insieme a limiti chiari e semplici che devono aumentare di severità nel tempo, che siano validi per tutta Italia e non diversi per ogni campanile. Una tale roadmap sarebbe meglio concordarla con le case costruttrici che vendono auto in Italia, anche per evitare come avviene ora che le case tedesche svendano a prezzi stracciati in Italia auto diesel che non riescono a collocare in Germania a causa della severità dei divieti imposti nelle maggiori 28 città tedesche. Infine occorrerebbe imporre alle auto di nuova produzione e a quelle circolanti di installare un piccolo chip sul parabrezza recante numero di targa e classe di emissione che possa essere leggibile facilmente da strumenti elettronici in dotazione alle forze dell’ordine per fare rispettare i divieti di circolazione. Solo in questo modo sarebbero agilmente applicabili.