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17 aprile 2024
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Konigsberg – Kaliningrad: la città che visse due volte

Leonardo Goni * - 11.05.2022
Kaliningrad

Una città dalla due vite: la prima, come cuore dello Stato prussiano, città commerciale e centro culturale, patria del filosofo della pace perpetua, Immanuel Kant. Poi, dal 1945, totalmente distrutta e ricostruita, con un nuovo nome e nuovi abitanti, diventa base militare sovietica, poi enclave russo, incuneato tra Polonia e Lituania, sul Baltico.

Questo è il destino di Königsberg/Kaliningrad. La guerra in Ucraina ed i timori dei Paesi baltici, con Finlandia e Svezia che stanno valutando l’ipotesi di entrare nella NATO, come reazione alla “operazione speciale” putiniana, focalizzano nuovamente l’attenzione dei media e degli osservatori, su questo piccolo ma strategico avamposto occidentale della Russia, specie alle luce delle recentissime news, che la vedono potenziale base di lancio per i missili nucleari a corto raggio del Cremlino.

Il primo nucleo della città crebbe intorno al castello eretto nel 1255 dai Cavalieri dell’Ordine teutonico e dedicato al re di Boemia, Ottocaro II, in onore del quale assunse il nome Königsberg (Monte del re). I Cavalieri con la croce nera avevano intrapreso una serie di crociate per conquistare e cristianizzare le terre baltiche, ancora pagane. Il territorio dove era sorto il nuovo centro abitato era da millenni popolato dai Pruzzi, o Antichi Prussiani, tribù autoctone del Baltico, che vennero sostituite da coloni tedeschi.

La città divenne un centro commerciale della Lega Anseatica e due secoli dopo la sua fondazione, Königsberg iniziò ad ospitare stabilmente la residenza del Gran Maestro dell’Ordine. Nel 1525, in piena Riforma protestante, il 37° Gran Maestro, Alberto di Brandeburgo, abbracciò il luteranismo e secolarizzò il territorio governato dall’Ordine, proclamandosi primo Duca di Prussia. Königsberg passò a capitale del ducato e venne impreziosita da nuovi edifici. Nel 1544 il duca Alberto vi fondò l’università Albertina, dove si laureerà e insegnerà Immanuel Kant, nato e vissuto sempre a Königsberg.

Nel 1701, la Prussia viene elevata a regno. Il nuovo sovrano, Federico Guglielmo I, viene incoronato al castello, ma Königsberg perde il primato: la capitale del nuovo Stato si sposta a Berlino.

La città, persa la sua importanza politica, sviluppa l’attività commerciale, specie nel XIX secolo, quando, grazie alle comunicazioni ferroviarie, diventò un importante centro per l’importazione dei prodotti cerealicoli dalla Russia. Assediata senza successo dai Russi durante la Prima guerra mondiale, dopo la sconfitta degli Imperi Centrali, Königsberg e la Prussia orientale, vengono separate dal resto della Germania di Weimar con la creazione del “corridoio polacco”, che sarà la causa ultima scatenante del nuovo conflitto. Nella Seconda guerra mondiale la città diviene retrovia del fronte orientale e sede di industrie belliche, subisce pesanti bombardamenti aerei e viene investita dall’Armata rossa a fine gennaio 1945, capitolando dopo un lungo assedio, terminato con la capitolazione, nell'aprile successivo.

La città è un cumulo di rovine, la cattedrale del XIV secolo, il grande castello dei Cavalieri teutonici, e la vecchia università di Kant. Ma per Stalin rappresenta un obiettivo ambito: un nuovo sbocco sul Baltico. Alla conferenza di Potsdam viene formalizzato il passaggio di Königsberg e del suo circondario alla sovranità dell'URSS, il resto della Prussia orientale passa alla Polonia, che viene letteralmente traslata verso ovest, rispetto ai confini prebellici.

La “nuova” città sovietica viene ribattezzata Kaliningrad, in onore di Michail Ivanovič Kalinin, fedele sodale di Stalin e presidente del Presidium del Soviet supremo, in occasione della sua morte, nel 1946. L'intera popolazione tedesca viene espulsa e Kaliningrad viene ripopolata con centinaia di migliaia di nuovi residenti, provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia. Anche l’aspetto architettonico è stravolto, con la costruzione di casermoni di cemento in perfetto stile sovietico che trasformarono completamente il paesaggio urbano. La città diventa base navale e per questo motivo rimane chiusa agli stranieri fino al 1991.

Con la caduta dell’URSS, la situazione cambia completamente. Kaliningrad ora è un’enclave russo tra la Polonia e gli Stati baltici, diventati indipendenti. La perdita delle basi militari in questi Paesi fa diventare la città sede dell’intera Flotta russa del Baltico, inoltre negli ultimi anni la Russia ha più volte manifestato l’intenzione di installare missili nucleari a corto raggio nell’enclave, in grado di colpire tutta l’Europa centro-orientale.

E così il cerchio simbolicamente si chiude, la città, nata come fortezza, torna fortezza, il baluardo più a Occidente dell’impero di Vladimir Putin.

 

 

 

 

* PhD, Università di Bologna, storico militare e giornalista