A proposito di cambiamenti climatici, di COP 26 e dell’Italia: qualche disattenzione in meno e qualche informazione in più?
Una linea di continuità fra il passato e il presente governo è sicuramente quella di aver ribadito e continuare a ribadire spesso anche di fronte all’opinione pubblica l’importanza del fatto che COP 26 (cioè l’annuale Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, appuntamento precedentemente rinviato di un anno causa pandemia che si terrà a Glasgow nel novembre venturo) vedrà l’Italia giocare un ruolo di primo piano in partnership con il Regno Unito. Accedendo oggi (24 giugno) al sito del Ministero della Transizione Ecologica troviamo in bella evidenza le seguenti notizie in proposito, notizie che vale la pena riportare in dettaglio anche per la proiezione di tale evento e dei lavori preparatori previsti, all’interno di altri prestigiosi scenari e vertici internazionali:
«Mancano tre mesi alla Conferenza sui cambiamenti climatici, COP26, che si terrà dall’1 al 12 novembre a Glasgow, e si intensificano le attività di preparazione promosse da Italia e Regno Unito e da molti altri soggetti con una serie di eventi internazionali di alto livello dai quali emergono proposte e contributi. La preparazione avviene in un quadro multilaterale, compreso il G7, che si è tenuto in Cornovaglia dal 11 al 13 giugno sotto la presidenza del Regno Unito, e il G20, presieduto dall’Italia. Le discussioni sono incentrate su come migliorare l'ambizione globale sul clima anche alla luce dell’uscita della crisi Covid 19 in modo che sia a bassa emissione di carbonio, resiliente e sostenibile,» ( https://www.minambiente.it/pagina/glasgow-la-cop26)
Andando oltre la “svista”, non proprio edificante in un sito ministeriale, che figura in apertura delle considerazioni appena riportate, (“disattenzione” di cui uno scolaretto del primo ciclo delle elementari sarebbe immediatamente in grado di accorgersi, facendo notare che non sommano a tre i mesi che vanno da giugno a novembre…), la rilevanza dell’evento in questione viene sottolineata anche alla luce della crisi pandemica che ha travolto e travolge il mondo intero, crisi che ha molto a che vedere, come tutti abbiamo ben capito, con la distruzione dell’ambiente e con gli accelerati mutamenti climatici in atto. In vista delle negoziazioni che si svolgeranno a Glasgow dall’1 al 12 novembre, l’Italia ospiterà significativi appuntamenti preparatori a COP 26, tra i quali un evento per i giovani (Youth4Climate: Driving Ambition) e il Vertice Pre-COP, che si terranno a Milano dal 28 settembre al 2 ottobre. Al di là delle notizie che è possibile rinvenire in tal senso a proposito dei numerosi progetti e proposte avanzati da più parti in apposita piattaforma lanciata dallo stesso Ministero, un cittadino che sia curioso di conoscere lo stato dell’arte col quale COP 26 dovrà fare i conti, e nella fattispecie quali siano perlomeno i risultati e/o i punti critici emersi nelle varie Conferenze delle Parti che si sono succedute dagli Accordi di Parigi sul clima (2015) in poi, non trova nulla di nulla quanto a informazioni pregresse. Come sottacere, per esempio, che proprio l’ultima Conferenza delle Parti, COP 25, tenutasi a Madrid nel dicembre 2019, era stata vittima di numerosi veti incrociati fra interessi differenti, tanto che molte voci autorevoli (prima fra tutte quella del Segretario Generale ONU António Guterres) avevano manifestato la loro aperta delusione di fronte ai risultati assai scarsi allora raggiunti, al rinvio ad altra occasione delle problematiche più divisive, e in primo luogo quanto agli effettivi e concreti impegni/obblighi da parte dei singoli paesi per tagliare i gas serra?
Alla luce dei tante volte invocati concetti di sostenibilità e resilienza, entrambi necessariamente implicanti alti livelli di responsabilizzazione da parte delle istituzioni e dei cittadini, sarebbe forse opera meritoria da parte della politica nostrana qualche informazione in più sulle difficoltà che gli Accordi di Parigi hanno trovato nel loro percorso, in modo che quando si tratterà di tracciare i risultati effettivi di COP 26, i cittadini stessi possano fin da subito giudicare, auspicabilmente, dei successi ottenuti (e degli obblighi che verranno sottoscritti a livello internazionale e che impegneranno i vari paesi ma anche le scelte quotidiane dei singoli individui). O invece la politica preferisce pensare a cittadini gregari?
* Già ordinario di Storia delle Dottrine Politiche – Università di Bologna
di Francesco Provinciali *