Ultimo Aggiornamento:
12 ottobre 2024
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25 maggio, giornata mondiale dei minori scomparsi

Francesco Provinciali * - 25.05.2022
Bambini scomparsi

Istituita dall’ONU nel 1983 la “Giornata mondiale dei minori scomparsi” rileva dati drammaticamente crescenti. In Italia secondo un’indagine di Telefono azzurro nel 2018 spariva un bambino ogni 48 ore: sono diventati 21 al giorno, quasi uno ogni ora, nel 2020, secondo la relazione della Commissaria di Governo Silvana Riccio. Due anni fa sono scomparsi nel nostro Paese 7.672 minori (9656 del 2021), dei quali 5.511 stranieri pari al 71,8% (6960 nel 2021). Quelli ritrovati sono stati 3.332, il 43,3%, di cui il 75% italiani. Ma questi numeri si aggiungono agli scomparsi “storici”: al 31 dicembre 2020 (dal 1° gennaio 1974), si contano 136.884 denunce di scomparsa di minori di cui 43.655 di nazionalità italiana e 93.229 di nazionalità straniera. Di questi stabilmente oltre il 50% quelli mai ritrovati. I dati più preoccupanti riguardano i cd. “minori stranieri non accompagnati”, divenuti ormai un vero fenomeno sociale. Quanto all’età, la fascia più numerosa va dai 14 ai 17 anni ed è legata sovente ad allontanamenti volontari, a fallimenti scolastici, a dissoluzioni familiari, mentre preoccupa e non poco la scomparsa dei bambini, specie se associata a fenomeni migratori che occultano traffici illeciti, dall’acquisto del minore su commissione allo sfruttamento sessuale, fino al trapianto di organi. Sono situazioni estremamente variegate, in prevalenza gestite dalla criminalità, che occultano realtà agghiaccianti. Alcune sono rese note come fatti di cronaca (vendette familiari, commercio e tratta di minori, sequestri di persona) altre restano nascoste dal limbo grigio di una realtà spesso impenetrabile. Ci sono casi di scomparsa legati al mondo della rete, a situazioni di cyberbullismo, di adescamento online o di estorsione e sfruttamento sessuale, tenuto conto del tempo sempre più lungo che ragazzi e bambini trascorrono davanti agli schermi di pc, tablet e smartphone.

Nel contesto antropologico contemporaneo peraltro le nuove tecnologie compaiono sempre più spesso sullo sfondo di queste vicende di sparizioni che riguardano i minori.

La scomparsa di un minore, sia esso bambino o adolescente, è sempre un fatto drammatico: ci sono Paesi dove la loro sovraesposizione alla criminalità organizzata è devastante, aree geografiche dove la ‘tratta’ assume le sembianze di una soccombenza necessitata: in Afghanistan ad esempio si verifica il fenomeno delle bambine di 8/9 anni vendute per scopi sessuali e a 11/12 anni per matrimoni combinati. Una fonte di sopravvivenza per le famiglie in estrema povertà. La guerra in Ucraina ci ha posto di fronte alla drammatica realtà dei minori scomparsi nel nulla (oltre a quelli uccisi nel conflitto): quanti sono? Dove sono finiti? Quale sarà il loro futuro? La Chiesa Ortodossa di Kiev ha fornito dati tragici, fino a 200 mila minori esportati dal Paese con ignota destinazione. Non ci sono riscontri: in una situazione di continua belligeranza né le autorità locali, né la stampa, né le Onlus che si occupano di assistenza sono in grado di fornire dati certi.

Ma anche se i numeri fossero più contenuti si tratterebbe di una vera falcidie generazionale.

Questa guerra non fa dimenticare altri posti del pianeta dove i minori sono privi di qualsivoglia tutela, vittime dei più turpi commerci, predestinate alla soccombenza di una vita breve e drammatica.

Ma certamente ciò che sta succedendo in Ucraina è emblematico, se si considera che secondo Save The Children in due mesi di guerra sono nati 63 mila bambini. Quanti resteranno nel Paese di nascita, quanti spariranno altrove? Ma il dramma più rilevante è ovunque la crescita costante dei minori scomparsi: archiviata la data della “giornata dedicata” il fenomeno continuerà ad aumentare in modo esponenziale senza che – all’atto pratico- esso possa essere fermato o arginato.

Perché il vero scandalo è l’inarrestabile crudeltà umana: un oltraggio perpetrato in danno della vita nascente a cui pare impossibile porre rimedio.