Ultimo Aggiornamento:
23 settembre 2023
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Argomenti

L'equivoco culturale che sta rovinando l'autonomia scolastica

Francesco Provinciali * - 16.09.2023

In un articolo comparso su  Il Messaggero del 27/8 u.s., il presidente della Consob Giuseppe Vegas esordisce con un breve escursus storico che partendo dalla legge Casati del 1859 e passando attraverso la Costituzione Repubblicana del 1948 fino a giungere all’istituzione della Scuola media unica nel 1963 intende rendere ragione dei progressi che il sistema scolastico italiano ha registrato in tema di estensione a tutta la popolazione in età scolastica del diritto all’accesso agli studi e l’innalzamento dell’obbligo, come grandi conquiste  sociali che hanno accompagnato la crescita del Paese. La sintesi è efficace: mancano tuttavia almeno la Riforma Gentile, i programmi della scuola elementare del 1955, la legge 820/1971 sul tempo pieno, i decreti delegati del 1974 (che compiranno 50 anni l’anno prossimo), la legge 517/1977 sul diritto allo studio e l’integrazione degli alunni disabili e con difficoltà, il DPR 275/1999 sulla cd autonomia scolastica. Per soffermarsi brevemente sui passaggi più significativi che ci hanno portato al presente. Non volendo scrivere un trattato sulla storia del sistema scolastico nazionale l’analisi di Vegas si sofferma tuttavia con particolare efficacia sulla crescente discrasia tra programmi scolastici e loro attualità, nonostante (e forse anzi a cagione) della crescente e pervasiva introduzione delle nuove tecnologie nelle metodologie dell’insegnamento-apprendimento, anche a motivo di una non corrispondente leggi tutto

Omicidi, prima i coltelli poi i palloncini. Qualcosa non va

Francesco Provinciali - 09.09.2023

Quando sento parlare della nostalgia del passato, dei tempi di una volta, sempre migliori e più rassicuranti e vivibili mi sovvengono le periferie delle città in crescita demografica, polverose e buie, le strade non asfaltate e piene di pozzanghere, i malandrini nascosti nei luoghi dello squallore e del degrado, stanziali o itineranti nelle campagne, dediti al brigantaggio, alle violenze, ai furti, agli omicidi e agli occultamenti dei cadaveri. Ogni tanto si scoprono fosse comuni di infanti e minori violentati e uccisi negli orfanotrofi o negli educandati, anche negli Stati ora definiti più evoluti e civili. Si può risalire alla notte dei tempi o girare l’urbe terracqueo alla ricerca di un posto o di un tempo felice ma si scopre che essendo la malvagità e la cattiveria una componente dell’animo umano la storia è sempre stata un mix altalenante di fatti e misfatti. Certo seguendo i media e frequentando i social si ha in questo periodo – manco a dirlo - impastato di criticità di ogni tipo (guerre, pandemia, catastrofi climatiche, migrazioni disperate ecc.)  l’impressione di una montante escalation della violenza, trasversale ai target sociali, sempre più emergente tra i giovani, in special modo perpetrata verso le donne, con azioni criminali che si superano leggi tutto

Adolescenti in balia della violenza, una questione sociale urgente

Francesco Provinciali * - 02.09.2023

Abbiamo quasi esaurito il lessico delle esecrazioni utili per commentare le vicende di violenza di cui quotidianamente abbiamo notizia. Colpiscono la reiterazione dei fatti, lo scatenarsi delle pulsioni a sfondo sessuale fino allo stupro e i femminicidi, senza riguardo all’età, lo sfociare di queste azioni criminose e di sopraffazione in gesti di deliberato e predeterminato annientamento delle vite umane, l’associazione a delinquere di giovani e giovanissimi- molti ancora minorenni- il senso di impunità che spiega la ripetizione di questi fatti di cronaca.

I più recenti avvenimenti sono accaduti in questi giorni a Palermo e nel napoletano, ma veramente uno sovviene all’altro e rimuove dalla memoria quelli precedenti, è stata un’estate calda e distruttiva, come se un morbo inguaribile avesse soverchiato le regole del vivere civile: ma mettendo in fila tutti gli omicidi, i femminicidi, gli stupri solitari e di gruppo la linea del tempo ci porta molto indietro, contarli dall’inizio di ogni anno è solo un fatto statistico. Quando la violenza diventa inarrestabile deriva sociale, quando gli istinti e le pulsioni accecano la coscienza fino ad annullarla qualche interrogativo va posto. Che cosa sta succedendo in noi e intorno a noi?  Certamente il coinvolgimento dei minori come attori di questa rimozione dei

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Una Autonomia oltre i confini. De Gasperi e il primato del bene comune

Francesco Provinciali * - 26.08.2023

Organizzato dalla Fondazione Trentina “Alcide De Gasperi” .si è tenuto a Pieve Tesino (TN) l’annuale Seminario di Studi sulla figura del grande Statista. L’autorevole relatrice incaricata di esporre la ventesima lectio degasperiana si è soffermata in modo magistrale sul significato del concetto di confine nella vita di De Gasperi, entro il tema dell’autonomia. Il senso di confine e quello di autonomia si sono intrecciati in una storia comune. De Gasperi non visse mail il confine come un muro da abbattere o un recinto entro cui serrare un hortus conclusus ma come linea di collegamento, una cerniera per unire. Rispetto ad un popolo che aspirava ad autogovernarsi è stata in lui centrale l’idea concreta dell’autonomia: non di quella astratta, parlata o ideologica ma di quella legata alle azioni politiche da compiere, per realizzare il buon governo, il bene comune, relazioni positive, la buona amministrazione, l’interesse generale. la pacifica convivenza. Non si rinvengono molte definizioni di autonomia negli scritti degasperiani. Uomo di confine accomunato ad altri grandi protagonisti che con lui hanno fatto l’Europa si misurò nelle situazioni in cui si trovò ad operare come uomo politico, facendo pratica costante in rapporto a situazioni di confine sempre decise altrove che traevano origine dalla storia dei popoli: leggi tutto

Le regole realizzano e custodiscono i valori

Francesco Provinciali * - 26.07.2023

Come diceva Georges Bernanos “non siamo noi che custodiamo le regole ma sono le regole che custodiscono noi”.

Dimentichiamo spesso – infatti – che il rispetto delle buone regole non costituisce solo un vincolo, magari fastidioso, a cui non possiamo sottrarci perché prevede obblighi e sanzioni ma anche una preziosa risorsa per essere gratificati da protezioni individuali e certezze sociali.

In un contesto esistenziale dove prevalgono la fragilità interiore e lo sbandamento emotivo ci accorgiamo quanto sia rassicurante poter contare sulla socializzazione dei valori.

Le tradizioni, le consuetudini, le istituzioni in cui la società si riconosce sono involucri che contengono la sedimentazione del pensiero e delle azioni, quello che resta dei vissuti, il deposito delle esperienze, la convenzione condivisa dei comportamenti che ci permette sia di vivere in una rete di relazioni che hanno un significato, in cui possiamo identificarci, sia di scambiarci messaggi reciprocamente comprensibili.

Il frettoloso elogio del cambiamento fine a sé stesso, oggi tante volte ricorrente nelle aspettative sociali e nelle aspirazioni individuali ma spesso imperativo categorico della globalizzazione e metafora perdente della progettualità, non può privarci della ineguagliabile, rassicurante condizione mentale di stabilità che ci deriva dalla certezza di possedere i punti di riferimento che ci siamo dati. leggi tutto

Droga e armi alimentano la violenza giovanile

Francesco Provinciali * - 15.07.2023

La cronaca è ormai dominata da episodi di violenza agìta da giovani e giovanissimi con l’uso di armi. Contemporaneamente si allarga la diffusione di ogni tipo di droga senza limiti di target di ceto o di età, dal consumo allo spaccio, come epifenomeno di un cancro sociale radicato.

Tutti i casi sono emblematici e la loro crescita è stata esponenziale e drammatica.

Inoltre il connubio armi-droga è tanto devastante quanto pervasivo, c’è un nesso di causa effetto sull’azione violenta ma anche un rapporto di interesse economico che unisce i due fenomeni: a diversi livelli di incidenza con il denaro si vende la vita e si compra la morte.

Quali strategie sono necessarie per arrestare questo coinvolgimento?

Dalla più grande democrazia occidentale ai Paesi delle guerre la risposta è una sola: investire nella scuola, nell’istruzione, nell’educazione. Perseguire le vie della pace, della tolleranza, della legalità. Questo implica una radicale e profonda riflessione sulla modernizzazione dei sistemi scolastici, dagli investimenti sulla ricerca educativa, alle risorse umane e alle dotazioni organiche e strumentali di cui fornire gli istituti scolastici.

L’esponenziale disponibilità di armi usate dai giovani è alimentata da interessi commerciali, da consuetudini importate da altri Paesi ma ci sono tuttavia diversi indicatori che confermano una deriva leggi tutto

Insidie metropolitane

Francesco Provinciali * - 08.07.2023

Gli agglomerati urbani sono giganteschi contenitori di polveri sottili, reticoli senza identità, luoghi di addensamento e solitudine.

Ma sono anche affascinanti barnum di contaminazioni etniche, crocevia di incontri cosmopoliti, multiproprietà dei sentimenti condivisi, contesti di vita vera.

Qui uno spazio, pur minimo, quasi rubato, è pur sempre appannaggio di chi arriva primo: uno può sostare e osservare, passeggiare e indugiare, il palcoscenico è grande, ci sono tante comparse e non si paga il biglietto.

Nel suo genere ogni città sa ospitare democraticamente.

Le città e le metropoli assomigliano a enormi mantici che ogni giorno aspirano e soffiano i mille indistinti rivoli di varia e colorata umanità.

Uno esce al mattino ed è subito inghiottito da questi flussi che ondeggiano come serpenti ubriachi.

In città non ci si muove mai da soli.

È come se ci si sentisse trasportati da un invisibile tappeto volante con infinite code svolazzanti: tutti al bar, tutti, in autobus, tutti in metropolitana, tutti in coda.

Finché non si arriva alla meta – il luogo di lavoro, l’ambulatorio, la scuola, il negozio – si è come mescolati in un impasto di gambe che corrono, di mani che gesticolano, di voci che si coprono, di rumori che si sovrastano. leggi tutto

Le challenge estreme, una sfida assurda tra la vita e la morte

Francesco Provinciali * - 01.07.2023

Se Ulisse fosse rimasto accanto al telaio di Penelope anziché partire alla ricerca di itinerari mitologici l’Odissea non sarebbe mai stata scritta e Omero si sarebbe soffermato a descrivere l’intimità della quiete domestica anziché il fascino dell’avventura e l’angoscia dell’attesa.

Le Odissee della post-modernità si caricano di pulsioni narcisistiche e di brividi dell’azzardo, immersi come siamo in una confusione indecifrabile tra virtuale e reale, le dimensioni umane nascoste soccombono di fronte al trionfalismo degli effetti speciali. Stockton Rush, A.D. di OceanGate il gestore di Titan aveva minimizzato i rischi dell’immersione: “La sicurezza è un puro spreco. Se vuoi rimanere al sicuro non ti devi alzare da letto, non devi andare in auto, non devi fare niente”: abbiamo visto in questi giorni come è andata a finire negli abissi dell’Atlantico l’esplorazione dei resti del Titanic. Da quando tecnologia e dotazione di mezzi informatici ci consentono di fare azioni un tempo impensabili siamo usciti dalle categorie fisiche spazio-temporali e da quelle razionali del controllo di sé e del dominio del mondo.

Non si può fermare il vento con le mani, cosi come non si può arrestare la corsa verso l’ignoto imperscrutabile dell’I.A., del metaverso, del web e di tutto ciò che crea situazioni imponderabili, leggi tutto

L'incidenza delle tecnologie nei passaggi generazionali

Francesco Provinciali * - 24.06.2023

Dopo la rivoluzione industriale dell’800 e quella tecnologica del ‘900, il nostro secolo appare caratterizzato dalla digitalizzazione informatica, come processo pervasivo che per dimensioni  spazio –temporali e target di fruizione si configura sempre più come un derivato della globalizzazione, in quanto legato a modi di essere e di fare che si esprimono ad ogni latitudine comprimendo gli spazi angusti della quotidianità e finendo per condizionare i comportamenti individuali e collettivi di tutti.

La diffusione ubiquitaria delle tecnologie di ultima generazione non conosce ostacoli o confini e si manifesta come un fenomeno ormai irreversibile con cui siamo costretti a fare i conti. La stessa alternanza generazionale non è un fatto ciclico che si avvicenda secondo paradigmi ripetibili, poiché ciò avviene mentre mutano il contesto, la vita sociale, i diritti e i doveri, le aspettative, le logiche dei mercati e quelle della competizione: possiamo affermare che la dimensione economica e quella del pensiero computazionale hanno sovvertito il concetto stesso di cultura come processo di lunga metabolizzazione del sapere e gli apprendimenti scolastici, quelli del tempo libero, la lettura e la scrittura sono stati condizionati dall’incessante e a volte tumultuoso entrare in scena di informazioni e comunicazioni disparate che hanno rotto gli schemi di un leggi tutto

La pandemia della solitudine

Francesco Provinciali * - 17.06.2023

In una società multietnica e globalizzata i contagi si diffondono rapidamente: così è stato per il Covid-19, così pare che sia per una pandemia che non ha origine da un virus ma nasce e dilaga in modo esponenzialmente crescente, specie nei contesti umani più avanzati: si tratta dell’epidemia della solitudine. Tanto crescente e pervasiva che l’Economist l’ha definita “la lebbra del XXI secolo”.

Recentemente Vivek Murthy – la massima autorità sanitaria degli USA quale Surgeon general of the United States, cioè "Chirurgo generale", nominato dal Presidente Biden, capo operativo del Public Health Service Commissioned Corps e quindi il principale portavoce in materia di sanità pubblica del governo federale degli Stati Uniti, infine rappresentante americano nell’OMS, ha messo in guardia sulla crescite e gli effetti del fenomeno negli stili di vita degli yankee, che condividono con gli abitanti del Regno Unito il triste primato di un 50% della popolazione affetto da questa condizione esistenziale epidemiologica di ‘solitudine e di isolamento’. Ma pare che Finlandia, Danimarca e Norvegia lamentino da tempo questa situazione che affligge i rispettivi abitanti mentre la ‘Fondation de France’ ha evidenziato come siano milioni i francesi che soffrono di isolamento, solitudine ed emarginazione sociale. Il fenomeno diventa a un tempo massivo leggi tutto