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La famiglia come luogo di comunicazione
Riusciamo ancora a relazionarci in modo autentico, a intenderci e farci capire?
Nelle nostre comunicazioni le immagini prevalgono sul dialogo, l’immediatezza sulla riflessione: il messaggio mediatico non è il prolungamento della parola nel mondo ma la sua negazione.
Il paradosso odierno consiste nell’accertare una incomunicabilità di fondo proprio nella società definita “della comunicazione”, già a partire dal contesto familiare.
Tra le tante responsabilità ci sono anche quelle che riguardano i nostri comportamenti quotidiani.
Riflettiamo insieme su tutto quello che la società sta lentamente perdendo: senso etico, valori (sostituiti dalle opinioni); tradizioni, gerarchie, il valore fondativo della famiglia, quello pedagogico dell’esempio, il metodo della “mitezza”, il senso del “limite”, della “dignità” e della “vergogna”, il concetto di “normalità” (tutto è esasperato, prevale l’effetto straordinario: bisogna ’stupire’).
Possiamo affermare che tutti i fenomeni di disagio hanno una matrice individuale ma anche una matrice sociale”, a cominciare da quelli che si realizzano nel contesto della famiglia.
Basta leggere i titoli dei quotidiani ma anchela TVha le sue responsabilità.
Ci sono programmi di pessimo gusto che incitano alla violenza fin dalla prima infanzia, che sollecitano la ricerca del successo ad ogni costo, che propongono fiction e reality infarcite di modelli comportamentali ed etici assolutamente effimeri e negativi. leggi tutto
Erano bravi ragazzi
La recrudescenza della violenza giovanile, che è un aspetto della violenza di genere e dei femminicidi, è un problema emergente in modo esponenziale che riguarda tutti, non solo gli specialisti che si interrogano sulle cause di questo fenomeno. Rubricando anche solo i fatti degli ultimi mesi il fermo immagine di questa piaga sociale ci descrive una realtà devastante. Non c’è più tempo da perdere: occorre un forte recupero di senso di responsabilità collettiva, bisogna che qualcuno abbia il coraggio di spezzare queste spirali perverse, ricominciando a parlare di senso del dovere, di rispetto, di dignità, di cultura come strumenti di emancipazione sociale e di crescita e formazione individuale, ripristinando il concetto del “limite invalicabile”. Per contrastare la violenza giovanile bisogna scoprirla e intercettarla alle origini e intervenire con tempestività. Purtroppo il contesto su cui occorrerebbe agire è ampio e diversificato, non esiste intanto un target sociale di riferimento prevalente anche se spesso questi fatti accadono in ambienti di degrado e di vuoto etico e pedagogico ma abbiamo conosciuto storie di violenza omicidiaria anche tra studenti universitari o laureati, culturalmente in grado di discernere il bene dal male.
Addebitare le colpe soltanto alla società non rende giustizia alle azioni criminali che dipendono da fattori leggi tutto
Ciò che influisce sull’alterazione del pianeta sono i comportamenti umani
Sono trascorsi sei anni dalla pubblicazione delle 40 pagine di evidenze scientifiche, priorità e raccomandazioni ai governi redatte dal 29/4 al 4/5 2019 in sede OCSE, dai rappresentanti di 130 Paesi aderenti all’Ipbes (la piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e gli ecosistemi) per esaminare un Rapporto dell’ONU stilato in 3 anni di lavoro da parte di oltre 150 esperti, volto allo studio e all’approfondimento dei rischi delle biodiversità e allo sfruttamento dissennato del suolo terrestre. Già allora si ebbe la sensazione di un imminente “tsunami” globale che potrebbe portare in tempi definiti “relativamente brevi” all’estinzione di una serie di specie viventi che popolano i mari e la Terra, fino ad 1/8 di quelle attualmente censite pari ad una cifra mostruosa di circa un milione di ‘specie’ animali e vegetali. Si può dire che già a partire dalla “Conferenza delle parti” (COP 21) svoltasi a Parigi nel novembre/dicembre 2015 (Accordo firmato da 177 Stati c/o la Sede ONU a New York il 22/4/2016) , con la presenza di 195 Paesi, il focus tematico centrato dalla politica abbia riguardato la sostenibilità ambientale, con tutti i sottotemi ad essa correlati, ciò che definiamo l’antropocene, in poche parole le condizioni di vita prodotte dall’essere umano che con le sue attività è riuscito con modifiche territoriali, strutturali e climatiche ad leggi tutto
L'assolutismo nasce dalla degenerazione del potere
”Chiunque abbia potere è portato ad abusarne, egli arriva fin dove non trova limiti”
(Charles de Montesquieu)
Per come si sono messe nel tempo le cose, oggi la tripartizione dei poteri - teorizzata da Montesquieu nel suo De l’esprit des loix, pubblicato nel 1748 dopo quattordici anni di lavoro, riflessione, revisione e stesura - assomiglia più alla plastica rappresentazione di un conflitto latente che alla pacifica soluzione ordinamentale di attribuzioni istituzionali.
“Il potere corrompe, il potere assoluto corrompe assolutamente”, il filosofo francese era partito da questa considerazione per consegnare ai posteri una soluzione passata alla Storia come teoria della tripartizione dei poteri di uno Stato. Una sintesi efficace messa a dura prova dalle evidenze dei fatti ricorrenti.
Gli sconfinamenti tra esecutivo, legislativo e giudiziario sono stati e sono ancora all’ordine del giorno, una continua diatriba che ha assunto nel tempo le sembianze di una vera e propria lotta per la primazia.
Nei Paesi democratici l’equilibrio tra i poteri dello Stato esprime coesistenze e dissonanze ma prevalentemente si ricompone in funzione di un interesse superiore: la rappresentanza delle tutele e degli interessi dei cittadini, la sovranità popolare, il senso civico che anima le istituzioni.
Tuttavia non sempre e non ovunque.
Si può affermare che sussiste leggi tutto
Dizionario del politicamente scorretto
Parliamo prima dell’abito che del monaco-laico-pensatore: questo è un bel volume anche per la veste che la casa editrice ‘Liberilibri’ gli ha dato. È un piacere sfogliarlo e questa sensazione tattile gioca la sua parte ma quando lo apriamo per scoprirne il contenuto l’autore si riprende la centralità della scena.
Se l’obiettivo del libro di Filippo Facci è quello descritto dall’autore a pagina 37 dell’introduzione, cioè “spaventare, allarmare e far desiderare di lanciarlo dall’ altra parte della stanza”, non si può consigliare al lettore di tenerlo sul comodino, pena rimuginamenti interiori e notti insonni. Ma se scopo della lettura è quello di suscitare riflessioni e uso del pensiero critico per riconsiderare con un approccio nuovo e diverso le metafore della vita e le descrizioni che le accompagnano, da quello generalmente ricorrente nell’immaginario collettivo, allora questo ‘Dizionario del politicamente (s)corretto’ è un libro che vale la pena di scoprire.
L’autore punta l’indice contro i luoghi comuni del pensare, prevalentemente contro la cd. ‘cultura woke’ ma non solo: pur non annoverandoli tra le proprie citazioni si può scorgere tra le righe l’influenza esercitata dai detrattori della violenza simbolica perché ‘non guarda veramente dentro le cose chi non guarda dentro le parole: e chi guarda dentro le parole é condannato leggi tutto
La demografia come studio delle trasformazioni quantitative e strutturali della popolazione
Un secolo fa la popolazione mondiale era di circa 1,9 miliardi di persone. Oggi tutte le fonti di rilevazione statistica dei dati -a cominciare dall'Onu- stimano come tale cifra abbia ampiamente superato gli 8 miliardi, con una crescita vertiginosa, pari a + 106 % nel solo ultimo mezzo secolo.
Basterebbero questi dati significativi per accreditare la demografia come scienza al servizio dell’uomo e come studio delle coordinate spazio-temporali dei flussi stanziali e migratori anche nella dimensione analitica e di approfondimento dei fattori di sostenibilità generazionale, considerando tre fondamentali fenomeni dell’esistenza: la natalità, la mortalità e la mobilità, quest’ultima intesa sia in termini territoriali che di status sociale (cambiamento di professione, stato civile, cittadinanza, di religione e livello di istruzione). Giancarlo Blangiardo – illustre demografo e professore emerito nonché Presidente dell’ISTAT dal 2019 al 2023, ci consegna – edito da Il Mulino- un compendio aggiornato (‘Elementi di demografia’) su questi temi, utile sia per la formazione a livello universitario che come strumento prezioso per quanti sono chiamati ad affrontare – in campi diversi – le principali questioni demografiche di cogente attualità. Competenza professionale e rigore scientifico sono alla base di questa pubblicazione che considera i pregressi storici, la dimensione analitica del presente e quelle di tipo deterministico e probabilistico delle previsioni demografiche: leggi tutto
Erosione demografica, fuga dei laureati e merito
Secondo una rilevazione dell’ISTAT nel triennio 2022/2024 circa 500 mila italiani sono emigrati all’estero in cerca di una sistemazione lavorativa o di vita che nel Bel Paese non hanno avuto modo di realizzare. Nel solo 2024 i residenti che si sono trasferiti in un altro Stato (prevalentemente Germania, Spagna e Regno Unito) sono stati 191 mila, in aumento del 20% rispetto all’anno precedente (il valore più elevato finora nel XXI secolo).
Il dato più eclatante riguarda i giovani di età compresa tra i 25 e i 34 anni emigrati dall’Italia, pari a 352 mila nel decennio 2013/2022, un terzo del totale dei connazionali, e di essi il 37,7% (oltre 132 mila) aveva in tasca una laurea al momento della partenza.
Una vera e propria fuga di cervelli (Human capital flight) perché il brain drain prevale sistematicamente sul brain gain: l’espatrio dei laureati non è infatti compensato da un analogo ingresso di giovani con lo stesso titolo di studio (sono stati 45 mila, con una perdita complessiva nel periodo di circa 87 mila laureati, ben 12 mila nel solo 2022).
Questa vera e propria erosione demografica – che si unisce al fenomeno del calo delle nascite – meriterebbe un’analisi sociologica dei dati forniti dall’ISTAT: ciò costituisce un assist per il CENSIS che da circa 60 anni esamina la situazione sociale leggi tutto
Il Rapporto ISTAT sulla povertà in Italia
L’ISTAT ha recentemente pubblicato l’annuale Rapporto sulle condizioni di vita e il reddito degli italiani, avendo aderito - a partire dal 2004 - al progetto Eu-Silc (European Union Statistics on Income and Living Conditions) che costituisce una delle principali fonti di dati per i rapporti periodici dell’Unione europea sulla situazione sociale e sulla diffusione del disagio economico nei Paesi membri, i cui principali indicatori sono il reddito e l’esclusione sociale, con significativa attenzione agli aspetti di deprivazione materiale.
I dati sulle condizioni di vita nel 2024 mostrano un quadro sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente. La popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale nel 2024 è pari al 23,1% (era 22,8% nel 2023), per un totale di circa 13 milioni e 525mila persone, in pratica circa 1 italiano su 4.
Si tratta degli individui che si trovano in almeno una delle seguenti tre condizioni: a rischio di povertà, in grave deprivazione materiale e sociale o a bassa intensità di lavoro. Istat, Censis e Caritas si alternano nel consegnarci la fotografia del Paese reale, evidenziando aspetti di problematicità di cui il Paese legale e in primis la politica tratteggiano chiaroscuri ispirati dall’essere al governo o all’opposizione ma non sempre sorretti da un’approfondita conoscenza della effettiva condizione sociale. Si divarica dunque la forbice tra leggi tutto
Informazione, quarto potere: tra social e network, i magazine e i giornali resistono
A volte i paradossi aiutano a capire meglio la realtà, le iperboli immaginifiche ne amplificano la comprensione. Se oggi il barone Charles de Montesquieu dovesse riformulare la sua teoria della tripartizione dei poteri – legislativo, esecutivo e giudiziario – nella lungimirante intuizione che è alla base del sistema istituzionale moderno e dello stesso concetto di Stato (che si va sgretolando nella cd. ‘postmodernità’) non potrebbe non considerare l’incidenza dell’informazione, intesa come insieme indefinito e complesso di mezzi e fini, dalla mera comunicazione alle relazioni umane più ampie ed estese. Poiché è questo – di fatto – un vero e proprio “quarto potere” trasversale ai primi tre: ora in modo oggettivo, ora strumentale, ora paradossalmente labile nell’epoca delle connessioni globali, dei media, dei social e dell’intelligenza artificiale.
Un potere forte che – a differenza di quelli in uso nell’immaginario collettivo come sintesi di competenze e responsabilità, anche se spesso debordanti o confliggenti - sfugge spesso alle stesse coordinate spazio-temporali che sono gli ancoraggi di una società complessa, o liquida come l’ha definita Bauman, in quanto simultaneo e pervasivo, svincolato spesso al controllo delle fonti, difficilmente incline al discernimento tra vero e falso e basterebbe solo questa osservazione per capacitarsi del peso etico, culturale e sociale che declina nei leggi tutto
Una indegna gazzarra
Dalle beghe nostrane a quelle esportate, ai conflitti bellici, al fanatismo religioso, ai retaggi storici che riaffiorano mai rimossi, all’involuzione delle democrazie a alle tirannie consolidate o emergenti il mondo che ci appare ogni mattina non è il viatico ai nostri mali e alimenta le insicurezze nel presente, le incognite del futuro, in due parole la malattia di vivere. Ma soprattutto dimostra come la coscienza individuale e collettiva non regga alle lusinghe del potere e degli interessi: non esiste una vera consapevolezza di cosa sia il bene comune, egoismo, rancore, odio, vendette prendono il sopravvento e tacitano la speranza che qualcosa prima o poi cambi davvero. Ci sono mali endemici planetari: la fame, la disperazione, la soccombenza dei deboli e indifesi, le ingiustizie sociali, la virulenza dei forti e ci sono le angosce interiori, le paure, le labilità, le fatiche e le insicurezze.
Il mondo brucia e si consuma, la sostenibilità ambientale scricchiola, il sonno della ragione confida che sarà l’intelligenza artificiale a imprimere accelerazione al volano della crescita e del benessere: ma se viene a mancare la coscienza morale tutto il castello di congetture frana miseramente e sarà sepolto dalle illusioni. Osservando ciò che accade da decenni nel nostro Paese leggi tutto