Ultimo Aggiornamento:
27 aprile 2024
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Argomenti

Il lento declino dell'Occidente

Francesco Provinciali - 27.04.2024

Lo scorrere del tempo nasconde mutamenti e trasformazioni che percepiamo nella loro dimensione globale ma anche attraverso i segni che leggiamo nelle piccole cose. Ci sono – in questa epoca travagliata e sempre minacciata dall’incipiente pericolo del baratro – guerre devastanti e genocidi che coinvolgono gli Stati e i popoli, le etnie, le culture, le religioni: non c’è limite al peggio né spazio per una civile resipiscenza. Sono fatti che ci raccontano l’inquietudine umana, la bramosia del potere, l’assenza della memoria, i pericoli del fondamentalismo, la messa al bando di ogni limite: è una minaccia continua che si espande a macchia d’olio e dimostra quanto sia insieme crudele e stupido il genere umano. Le buone notizie non si trovano più neanche nel mercatino dell’usato mi aveva detto Maurizio Belpietro e se da qualche parte narrano una dimensione umana che semina gesti di bontà e desiderio di pace, restano occultate nella vorticosa e mistificante narrazione dei social media. Ci sono anche- dicevo – segni che intercettiamo nella quotidianità e durano un battito di ciglia ma – sedimentandosi e ripetendosi – finiscono per lasciare traccia. Gli uni e gli altri fenomeni – quelli grandi e incontenibili come le guerre, i conflitti, la sostenibilità ambientale e quelli dentro o poco leggi tutto

Quanto pagano le sceneggiate politiche?

Paolo Pombeni - 24.04.2024

In Basilicata è andata più o meno come ci si aspettava: ha vinto con largo margine il candidato governatore del centro- destra e il cosiddetto campo largo ne esce male. Bassa l’affluenza alle urne: appena il 49,8% in calo rispetto alle precedenti elezioni regionali che avevano registrato un 53,5%, ma neppure il punto più basso perché nel 2013 ci si era fermati al 47,6%.

Tutto fa pensare che la partecipazione politica non coinvolga ormai più della metà (talora scarsa) degli aventi diritto. E sì che nelle elezioni regionali dovrebbe mobilitare l’insoddisfazione per i servizi che non si riescono a garantire ai cittadini. Nel caso specifico c’era una denuncia apparentemente ampia sull’inefficienza del servizio sanitario lucano che avrebbe dovuto spingere a negare il consenso a chi aveva governato nella legislatura precedente. Ora, siccome è difficile credere che invece si trattasse di critiche faziose contro una sanità che funziona benissimo, si deve dedurre che ormai gran parte dei cittadini considera certe inefficienze come croniche chiunque sia al potere e pertanto sceglie sulla base di altre considerazioni.

La lezione che si può trarre dalle elezioni lucane è triplice. La prima è che lì ha vinto una formazione di centro-destra, anziché come sembrava affermarsi nel paese di destra-centro. Lo testimonia l’ottimo risultato leggi tutto

I docenti fragili che finiscono davanti alle commissioni di verifica dell'Inps

Francesco Provinciali - 20.04.2024

Ora che lo smart working è stato rimosso dalle tutele dei docenti lavoratori fragili si possono trarre alcune conclusioni su una vicenda tormentata che resta una delle pagine più vergognose della storia repubblicana. Il lavoro agile preesisteva alla normativa introdotta dal primo Governo Conte e via via rinnovata a singhiozzo, in ritardo, con limitazioni (solo i privati, non i pubblici fino alla Direttiva Zangrillo del 29/12/2023 che intendeva porre rimedio nel pubblico impiego ad una disparità di trattamento di profilo costituzionale).  Applicata in tutti i Ministeri meno che in quello dell’Istruzione e del Merito, ma limitatamente al personale docente: non c’erano soldi per pagare i supplenti, eppure so che ci sono Dirigenti amministrativi che lo smart working lo fanno anche ora, con contratti ad personam. So anche di qualcuno che ha scritto al Ministro Valditara e al Presidente Mattarella senza ottenere risposta. Preesisteva – dicevo – la legge 81/2017 che affermava che il Dirigente Scolastico “può” organizzare modalità flessibili di lavoro e di formazione del personale: qualcuno ha chiesto di applicarla ma si è sentito rispondere “può” ma non “deve”: una grande prova di comprensione e umanità verso malati le cui patologie sono state poi certificate “fragili” dal D.M. Salute del 4/2/2022. In piena emergenza pandemica i leggi tutto

La politica non distoglie gli occhi dal proprio ombelico

Paolo Pombeni - 17.04.2024

È quasi un coro unanime: non si capisce come mai la politica italiana di fronte ad una crisi internazionale che si aggrava non riesca a mostrare una seria volontà di farsi carico, sia pure per quel che è possibile, della situazione che incombe su di noi.

Non vogliamo parlare di imprese fantasiose e di missioni impossibili: chi pensa che il nostro Paese sia in grado di gestire delle incisive azioni specifiche tanto sul fronte russo-ucraino quanto su quello della guerra in Medio Oriente sta fantasticando a vuoto. Non abbiamo né la forza militare, né la eccezionale creatività diplomatica che sarebbero necessarie per renderci protagonisti di iniziative con un peso reale.

Il nostro governo fa quel poco che si può fare approfittando della contingenza della presidenza italiana del G7. Meloni cerca di muoversi con attenzione, non si può dire che stia facendo particolari sbagli, ma non ha gli strumenti per fare cose particolari, così come non li hanno avuti alcuni dei suoi predecessori. Oltre tutto le nostre finanze pubbliche non sono messe bene, ed azioni di peso sullo scacchiere internazionale richiedono un sistema in buona salute economica: per la semplice ragione che per i nostri avversari non sarebbe difficile profittare di alcune debolezze leggi tutto

Il problema della classe dirigente (e del suo reclutamento) in Italia

Francesco Provinciali - 13.04.2024

Da quando uscì nel 2007 suscitando molto scalpore, il libro LA CASTA di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella ha raggiunto negli anni un indice di gradimento del 66% tra i lettori. Il successo editoriale va attributo al merito degli autori, capaci di sintetizzare una deriva negativa di immagine e accreditamento della classe politica nel nostro Paese, descrivendone i difetti più radicati e ricorrenti, dall’incompetenza all’autoreferenzialità, dai cambi di casacca dei voltagabbana ai privilegi, alle immunità, alle prebende, ai vitalizi. Se fosse riscritto oggi quel libro dovrebbe volgere al plurale il suo titolo poiché nel frattempo di sono accreditate  altre categorie un tempo in sordina ma negli anni via via emergenti e sempre più spesso al centro della cronaca, in una dimensione di spettacolarizzazione di ruoli e funzioni, a cominciare dalla magistratura, per proseguire nel mondo dell’informazione fino ai cenacoli sindacali che trovo svuotati di indipendenza e autonomia e collocati in una sorta di collateralismo ai partiti a livello centrale-nazionale, pur residuando in periferia l’importante ruolo dell’assistenza dei patronati.

Innovazione e sviluppo economico hanno creato una differenziazione nel mondo del lavoro ma le crisi aziendali e le chiusure delle piccole e medie imprese sono all’ordine del giorno, presto si aggiungeranno l’intelligenza artificiale, leggi tutto

Il voto in Basilicata

Luca Tentoni - 10.04.2024

Il 21 e il 22 aprile si vota per il rinnovo del consiglio regionale e per l'elezione del presidente della Basilicata. Anche in questo caso, come in Abruzzo, non ci sarà il voto disgiunto, quindi non sarà possibile vedere molte differenze fra i dati alle liste e quelli ai candidati presidenti, sebbene ci sia la facoltà per l'elettore di scegliere solo l'aspirante presidente (nel 2019 lo hanno fatto solo seimila persone su trecentomila votanti). La Basilicata è l'unica regione al voto nel 2024 che almeno dal 2018 ha avuto come primo partito il M5s: i pentastellati hanno ottenuto il 20,3% alle scorse regionali, il 29,7% alle europee, il 25% alle politiche. Ciò nonostante, il "campo largo" di centrosinistra non parte favorito nei confronti della coalizione che attualmente governa la regione. Infatti, il "terzo polo" appoggia il presidente Bardi (Forza Italia). La destra allargata ai terzopolisti aveva il 51% alle scorse regionali, ma solo il 42,3% alle europee dello stesso anno, per arrivare al 48,5% delle politiche del 2022. Il centrosinistra "allargato" al M5s (ma senza i terzopolisti) aveva raccolto il 44,9% alle regionali, il 55,3% alle europee e il 46,6% alle politiche. Con soli due punti di svantaggio rispetto alla destra, la partita sarebbe giocabile, ma sommare partiti diversi come il Pd e il M5s è forse leggi tutto

Putin alza il tiro e punta all'Europa

Francesco Provinciali - 06.04.2024

Fonti vicine alla Casa Bianca, al Pentagono e al Dipartimento di Stato avanzano l’ipotesi che Putin, intensificando per numero e potenza di fuoco l’aggressione militare all’Ucraina, punti a giocare allo scoperto, avvalendosi di minacce e provocazioni: non più ‘operazione militare speciale’ ma dichiaratamente “guerra” vera e propria, estesa “oltre”, a cominciare dai Paesi Baltici, in primis l’Estonia. Come se il mondo che osservava cosa stava accadendo in questi due anni fosse stato composto da un’accozzaglia di minchioni disposti a credere al teorema della denazificazione e della riconquista delle sole regioni orientali dell’Ucraina. Non bastano le blasfeme benedizioni del Patriarca Kirill (ex KGB) a convincere il popolo russo sull’apertura delle porte del Paradiso per coloro che si immolano per la Patria. Aver perso più di 300 mila uomini sui campi di battaglia non ha indotto lo Zar a ripensamenti: la strategia era stata elaborata da tempo e puntava lontano. Le elezioni plebiscitarie-farsa al quinto mandato (inframmezzato dalla parentesi puramente formale del rincalzo Medvedev) con l’87% dei consensi, l’omicidio di Navalny e Prigozhin e gli arresti di altri oppositori al regime stanno rinsaldando Vladimir Vladimirovic nel convincimento che nulla gli è precluso: un delirio di onnipotenza che va fermato senza permettergli di alzare l’asticella leggi tutto

L’attesa sfiancante delle urne europee

Paolo Pombeni - 03.04.2024

Non c’è verso: la politica non si libera dall’ossessione per i risultati delle elezioni europee. Le amministrative che in buon numero le vengono affiancate non sono oggetto di considerazione particolare, a meno che non arrivino con qualche anticipo sul fatidico 9 giugno, come è nel caso delle regionali in Basilicata (ma anche in questo caso l’attenzione si è già molto smorzata).

Problemi da affrontare ce ne sarebbero: la gestione del PNRR non è che marci proprio splendidamente, dovendo scontare la debolezza dei nostri apparati burocratici, ma nessuno sembra intenzionato a varare un serio programma per la riforma della pubblica amministrazione. Il tema della finanza pubblica meriterebbe qualche attenzione, perché se è vero che qualche progresso si è fatto nella lotta all’evasione, siamo ben lontani dall’essercene fatti davvero carico.

Si va avanti col piccolo cabotaggio che punta solo a piantare bandierine. Al governo si perde tempo a varare proclami sulla presenza di ragazzi immigrati nelle nostre scuole, discettando stupidamente sulla opportunità o meno di un giorno di fermo alle lezioni per la chiusura del Ramadan (in un sistema scolastico che appena può chiude per qualunque “ponte”) o sulle percentuali accettabili di presenza di alunni non  italiani in una classe (mentre non ci sono programmi per integrare davvero leggi tutto

Svolgere un tema da soli o con l'intelligenza artificiale

Francesco Provinciali - 30.03.2024

La rivista Orizzonte Scuola riferisce una vicenda significativa per inquadrare nel panorama variegato degli istituti scolastici, quali situazioni e con quali conseguenze l’uso disinvolto delle tecnologie, l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione pervasiva stiano radicalmente modificando la scuola e con essa il concetto di istruzione, apprendimento, educazione: insomma una visione decisamente alterata dei principi pedagogici che hanno ispirato la didattica fino ad oggi.

La notizia è questa: in una classe terza di scuola media inferiore (o secondaria di primo grado, che dir si voglia) 18 alunni su 23 hanno consegnato al professore di lettere un tema, assegnato come compito a casa, elaborato utilizzando ChatGPT (un trasformatore generativo pre-addestrato) che si basa sull’I.A. nell’interazione con un essere umano ed è in grado di elaborare testi simili a quelli che potrebbe produrre una persona decisamente acculturata. Il suo rendimento è infatti ‘tarato’ sulla “ottimizzazione” dei risultati. Nel caso considerato il tema restituito dagli studenti che non ne hanno scritto il contenuto ma si sono affidati all’I.A. risulta ineccepibile nella forma, logico e consequenziale nello sviluppo narrativo e semantico: peccato che gli pseudo-autori di cotanta eccellenza non siano poi stati in grado di spiegare la trama né di dimostrare di averne compreso il significato. Una mera applicazione dell’innovazione digitale leggi tutto

Una politica sempre più nervosa

Paolo Pombeni - 27.03.2024

Mentre il mondo pencola pericolosamente sull’orlo di un burrone, la politica di casa nostra si attorciglia sulle sue debolezze. Lo spettacolo a cui assistiamo non è dei più edificanti, ma, probabilmente, è lo specchio delle incertezze in cui si dibatte questa fase storica.

Ormai si dà per scontato che le elezioni europee, ma anche le concomitanti elezioni amministrative, saranno decisive per capire se il nostro sistema politico si stabilizzerà o meno e in che modi. Quella che fino a non molto tempo fa appariva come l’occasione per una sorta di sondaggio certificato sullo stato di salute dei vari partiti, senza che i suoi esiti potessero spostare molto, è possibile e probabile che sia il tornante per verificare la tenuta o meno dei molti sconvolgimenti che abbiamo vissuto nell’ultimo trentennio.

I partiti maggiori sottovalutano il ruolo che il nostro Paese dovrà giocare in Europa, basta dare un’occhiata alle diatribe sulla formazione delle liste. Tutto viene organizzato sulla base di un meccanismo acchiappa voti senza porsi il problema della delegazione da inviare al parlamento europeo: una sede in cui, se si vuole pesare almeno un poco, bisogna avere non generici “testimoni” di una presunta società civile, ma persone capaci di inserirsi in un contesto molto difficile, leggi tutto