Ultimo Aggiornamento:
04 maggio 2024
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Argomenti

Piano con le parole

Paolo Pombeni - 26.07.2023

Un tempo l’estate era il momento del libero sfogo delle provocazioni politiche: li chiamavano “ballon d’essai” e si pensava servissero a buttare dei sassi nello stagno di un’estate in cui la gente, sotto l’ombrellone o sui monti, lasciava correre dando a quelle parole il peso inconsistente che avevano.

Non è più così, un po’ perché i periodi di ferie si sono ridotti anche per i politici, un po’ perché nella pubblica opinione le preoccupazioni per il futuro crescono: sia quelle dipendenti dalle angosce esagerate a cui indulge la comunicazione, sia quelle che nascono da analisi più serie su una contingenza che non si capisce ancora come potrà evolversi.

Proprio per questo sarebbe bene che i politici imparassero a misurare le parole in vista delle scadenze che ci attendono. Un esercizio certo non facile con la pressione dei talk show e con la convinzione che se non si sta costantemente sotto i riflettori non si guadagnano voti. Eppure, come si è visto più volte, il buttarsi in spericolati esercizi retorici porta poi a vedersi chiedere conto di quel che si è promesso e delle intemerate sui più diversi argomenti propalate a piene mani.

Sarebbe bene che tutti iniziassero a prendere in considerazione il fatto leggi tutto

Elogio della moderazione

Francesco Provinciali * - 22.07.2023

Nella società dei localismi e della globalizzazione, attraversata da contrasti, sovrapposizioni di identità, difetto di motivazione partecipativa ma caratterizzata da soggettività radicate e polarizzazioni “forti”, spetterebbe soprattutto alla politica il ruolo del dialogo, della mediazione e della ricomposizione.

Il condizionale è d’obbligo visto che proprio la politica è invece molto spesso il luogo della differenziazione, delle diaspore e della inconciliabilità.

La stessa parcellizzazione interna del quadro politico, così come si è configurata nella lunga deriva di riposizionamento ideologico successiva alla fine della cosiddetta “prima Repubblica” (e ai suoi immaginifici derivati: seconda, terza e persino quarta…), esprime un’evidente difficoltà di rappresentazione e aggregazione del contesto sociale di cui pure è espressione.

Una sorta di riproposizione in chiave sociologica della contrapposizione tra paese legale e paese reale, anche se la vocazione autentica della politica è quella di stabilire le regole per il governo della società. C’è un quadro d’insieme caratterizzato da instabilità, disaffezione, debolezza sistemica.

Dove sono finite le ideologie che hanno attraversato il secolo scorso consegnando il declino dei partiti al sistema bipolare?

Certamente molta parte della loro ragion d’essere si è spenta, oltre la crisi del sistema, in una società complessa dove la differenziazione ideologica non è più la chiave d’accesso, di lettura e di spiegazione dei leggi tutto

Demagogia Fiscale

Paolo Pombeni - 19.07.2023

La riproposizione da parte di Matteo Salvini dell’usurato slogan della pace fiscale ho suscitato un coro di critiche non solo da parte delle opposizioni, ma anche da ogni commentatore che non voglia svendersi all’adulazione della maggioranza in carica. Il leader della Lega è un demagogo sperimentato e quindi intuisce temi che gli consentono di allargare il suo spazio: non tanto conquistando elettori, quanto consolidando una sua posizione all’interno del blocco della destra-centro.

Nessuno dei tre partiti che lo compongono è alieno dal predicare il mantra di uno stato oppressore che succhia il sangue del povero contribuente: si tratta di un argomento classico, specie nel nostro paese abituato storicamente a considerare lo stato come un potere esterno ed estraneo. Se era relativamente comprensibile in epoche assai lontane in cui le tasse servivano più che altro a sostenere spese che magari una parte dei cittadini non rilevava come incisive nella sua vita (difesa, amministrazione, comunicazioni, ecc.), lo dovrebbe essere molto meno oggi quando prevale la domanda di servizi gratuiti (sanità, istruzione, previdenza), anzi questa si allarga a dismisura con continue richieste di accollare alle casse dello Stato e dei poteri locali la soddisfazione delle più diverse esigenze (dal ristoro nelle calamità, ai bonus, al leggi tutto

Giustizia: un nodo da sciogliere

Paolo Pombeni - 12.07.2023

Non dovrebbe essere vittima di una coazione a ripetere lo scontro del sistema giudiziario con il mondo politico: come hanno autorevolmente detto alcuni commentatori responsabili non giova a nessuna delle due parti e nuoce gravemente al paese. Tangentopoli non ha migliorato il nostro sistema, anzi lo ha inutilmente avvelenato. Andare oltre quella fase sarebbe un bene per tutti.

Il punto centrale è che bisogna superare una reciproca delegittimazione. Da un lato il sistema giudiziario è pesantemente gravato dall’accusa di essere in mano ad una corporazione che cerca di salvare le sue abitudini di lavoro e che cede non di rado alla volontà di guadagnare spazi usando a sproposito i suoi poteri inquisitori. Dal lato opposto il sistema politico è presentato come profondamente corrotto, una casta rinserrata nei propri fortilizi che vorrebbe porsi al di riparo dalle incursioni dei magistrati che puntano a costituirsi arbitrariamente come un tribunale di salute pubblica.

Non è certo difficile trovare casi che portino l’acqua al mulino tanto dell’una quanto dell’altra parte. Che però questo riguardi il funzionamento dell’intero sistema giudiziario e dell’intero sistema politico è sostanzialmente falso. Come sempre nell’uno e nell’altro campo tendono ad occupare gli spazi della comunicazione pubblica coloro che approfittano degli opposti stereotipi per consolidare il rispettivo potere. leggi tutto

Insidie metropolitane

Francesco Provinciali * - 08.07.2023

Gli agglomerati urbani sono giganteschi contenitori di polveri sottili, reticoli senza identità, luoghi di addensamento e solitudine.

Ma sono anche affascinanti barnum di contaminazioni etniche, crocevia di incontri cosmopoliti, multiproprietà dei sentimenti condivisi, contesti di vita vera.

Qui uno spazio, pur minimo, quasi rubato, è pur sempre appannaggio di chi arriva primo: uno può sostare e osservare, passeggiare e indugiare, il palcoscenico è grande, ci sono tante comparse e non si paga il biglietto.

Nel suo genere ogni città sa ospitare democraticamente.

Le città e le metropoli assomigliano a enormi mantici che ogni giorno aspirano e soffiano i mille indistinti rivoli di varia e colorata umanità.

Uno esce al mattino ed è subito inghiottito da questi flussi che ondeggiano come serpenti ubriachi.

In città non ci si muove mai da soli.

È come se ci si sentisse trasportati da un invisibile tappeto volante con infinite code svolazzanti: tutti al bar, tutti, in autobus, tutti in metropolitana, tutti in coda.

Finché non si arriva alla meta – il luogo di lavoro, l’ambulatorio, la scuola, il negozio – si è come mescolati in un impasto di gambe che corrono, di mani che gesticolano, di voci che si coprono, di rumori che si sovrastano. leggi tutto

Centrosinistra: ripartire dai territori

Luca Tentoni - 05.07.2023

I risultati delle ultime elezioni amministrative e regionali segnano una difficoltà del centrosinistra nel guadagnare posizioni. Per essere più precisi, nei capoluoghi di provincia la partita con la destra è finita male, tranne che in alcuni casi (come Vicenza) dove il candidato si connotava come civico e aperto alla società civile. Eppure, l'analisi della sconfitta fatta dal Pd - Molise compreso, dove l'abbraccio col M5s si è dimostrato come sempre letale - non è esaustiva. Sembra che, in fin dei conti, tutte le energie e le prospettive siano volte verso la "battaglia finale" delle europee del 2024, quando si voterà con la proporzionale. È come andare a giocare alla roulette e puntare tutta la posta su un singolo numero. Bisognerebbe invece considerare che i capoluoghi di provincia, le grandi città (anche le piccole e medie che non sono state ancora perse) e le poche regioni rimaste (Toscana, Emilia-Romagna, Campania e Puglia: al prossimo turno il Pd è certo di riconquistarle?) sono l'unico patrimonio di un partito in crisi di identità e di risultati. Quando il centrosinistra (anche prima della nascita del Pd) ha dovuto affrontare lunghe "traversate nel deserto", durante i governi di centrodestra guidati da Berlusconi, c'era una forte presenza sul territorio. Il controllo della stragrande maggioranza leggi tutto

Le challenge estreme, una sfida assurda tra la vita e la morte

Francesco Provinciali * - 01.07.2023

Se Ulisse fosse rimasto accanto al telaio di Penelope anziché partire alla ricerca di itinerari mitologici l’Odissea non sarebbe mai stata scritta e Omero si sarebbe soffermato a descrivere l’intimità della quiete domestica anziché il fascino dell’avventura e l’angoscia dell’attesa.

Le Odissee della post-modernità si caricano di pulsioni narcisistiche e di brividi dell’azzardo, immersi come siamo in una confusione indecifrabile tra virtuale e reale, le dimensioni umane nascoste soccombono di fronte al trionfalismo degli effetti speciali. Stockton Rush, A.D. di OceanGate il gestore di Titan aveva minimizzato i rischi dell’immersione: “La sicurezza è un puro spreco. Se vuoi rimanere al sicuro non ti devi alzare da letto, non devi andare in auto, non devi fare niente”: abbiamo visto in questi giorni come è andata a finire negli abissi dell’Atlantico l’esplorazione dei resti del Titanic. Da quando tecnologia e dotazione di mezzi informatici ci consentono di fare azioni un tempo impensabili siamo usciti dalle categorie fisiche spazio-temporali e da quelle razionali del controllo di sé e del dominio del mondo.

Non si può fermare il vento con le mani, cosi come non si può arrestare la corsa verso l’ignoto imperscrutabile dell’I.A., del metaverso, del web e di tutto ciò che crea situazioni imponderabili, leggi tutto

Tempeste e stabilizzazioni

Paolo Pombeni - 28.06.2023

Siamo di fronte ad un quadro molto mosso sia sul piano internazionale che su quello interno. Sul primo fronte l’attenzione è concentrata su quanto sta accadendo in Russia, ma anche in Europa non mancano movimenti (successo dei conservatori in Grecia, qualche impennata locale dell’estrema destra in Germania). Sul secondo fronte c’è un quadro più che mosso nella maggioranza al governo (tensioni Salvini-Meloni, incertezze sulle decisioni da prendere), mentre nell’opposizione di sinistra frana una volta di più l’alleanza PD-M5S.

Sono tutti fattori che non andrebbero sottovalutati. Il contesto internazionale ha ricadute inevitabili sugli equilibri geopolitici e la difficoltà di capire cosa stia accadendo a Mosca complica le cose. Si intuisce che potrebbe esserci in atto uno scontro di Palazzo all’interno del sistema oligarchico del Cremlino, ma per ora i contorni di quanto sta accadendo non sono chiari. Le lotte intestine hanno tempi in genere non brevi e nelle dittature (tale è il sistema russo) sono giochi al massacro. Naturalmente il fatto che ciò avvenga in un paese che ha 7mila testate nucleari non consente di liquidare il tutto come un loro affare interno che non ci riguarda.

Anche la situazione europea va osservata con attenzione. Da un lato perché è un versante della questione leggi tutto

La politica sopra le righe

Paolo Pombeni - 21.06.2023

Finita l’orgia di panegirici su Berlusconi (un eccesso che non crediamo abbia giovato davvero al suo profilo), spentosi rapidamente per fortuna il tentativo di trasformare la tragedia che ha colpito Romano Prodi in un poco serio controcanto di maniera, la politica ha ripreso il suo corso “normale” con il ritorno al vizio di giocare sul “sopra le righe” come un tratto identitario che dovrebbe compattare i rispettivi fan club.

Ogni parte cerca di puntare il dito censorio su quel che fa l’avversario, ma il costume è purtroppo largamente condiviso. Schlein e la sua corte puntano a magnificare battaglie di schieramento i cui contenuti reali sono a dir poco evanescenti. Meloni non riesce a tenere a freno i suoi pasdaran che ha portato al governo e che continuano ad esprimersi come polemisti da comizio (o da twitter, adesso i comizi non si usano più) senza mostrare alcuna maturità da uomini delle istituzioni.

I comportamenti sono poi ondivaghi a dir poco. Schlein prima va ad una manifestazione dei Cinque Stelle per sentire Moni Ovadia che dal palco presenta una teoria più che strampalata oltre che filo putiniana sulla guerra in Ucraina, ma anziché denunciare la trappola un minuto dopo esserci caduta dentro aspetta leggi tutto

Ei fu

Paolo Pombeni - 14.06.2023

Sarebbe eccessivo paragonare Silvio Berlusconi con Napoleone Bonaparte, ma la reminiscenza manzoniana ci è venuta in mente perché anche in questo caso la sua scomparsa segna simbolicamente il passaggio fra due secoli “l’un contro l’altro armati”: quello della politica come ideologia che interpreta il futuro e quello della politica come narrazione che risolve i problemi a parole.

Siccome ci consideriamo come il grande scrittore milanese vergini di servo encomio e di codardo oltraggio, ci permettiamo di interrogarci sul significato di una presenza politica che ha segnato una stagione della nostra storia. Potrebbe essere stata la stagione della transizione da una prima ad una terza repubblica dopo i sussulti di una seconda che non è mai veramente riuscita a prendere forma, ingabbiata com’era fra la voglia di continuare con le vecchie categorie travestite da nuove e la pulsione a buttare ogni cosa in una novità che era fatta solo di nuovi “costumi” (scenici) sotto i quali c’era ben poco.

Bisogna essere cauti nel dare per esaurita una fase di transizione: quella che abbiamo definito terza repubblica potrebbe stare per nascere, ma se sarà una creatura ben formata o se arriverà condizionata dagli acciacchi precedenti è tutto da vedere.

Proviamo a ragionare su qualche passaggio. leggi tutto