Ultimo Aggiornamento:
18 maggio 2024
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Argomenti

Una legislatura costituente?

Paolo Pombeni - 31.08.2022

A vedere come si sta sviluppando la campagna elettorale non sembrerebbe di trovarsi di fronte a partiti che ragionano nei termini della futura legislatura che, se sarà normale, durerà cinque anni. Per lo più si va avanti a slogan, o al massimo si pensa ai problemi contingenti. Alcuni sono molto seri, come la crisi economica che si prospetta a seguito delle emergenze nel campo energetico o anche, più brutalmente come ha ricordato il presidente francese Macron, perché è finita “l’età dell’abbondanza”. Tuttavia anche per queste ragioni si renderà necessario sistemare il quadro delle nostre istituzioni, per metterle in grado di rispondere in maniera efficace alle dure prove che ci attendono.

Ad essere vissuta come una questione istituzionale è attualmente solo la proposta di introduzione di un sistema presidenziale, obiettivo malamente presentato da Giorgia Meloni che prima l’ha buttato sul tappeto nei termini vaghi di far scegliere agli elettori il vertice della nazione e poi, sommersa da varie critiche, ha un po’ ma non molto raddrizzato il tiro. La questione è molto complicata, ridurla alla banale storiella del tentativo di introdurre in Italia una democrazia illiberale sul modello dell’Ungheria di Orban è una mistificazione polemica.

Il tema era presente già nell’assemblea costituente, quando alcuni proposero leggi tutto

Il 2022 sarà come il 2001?

Luca Tentoni - 27.08.2022

Le prossime elezioni ci riconsegneranno - a meno di improbabili clamorosi successi di M5s e Azione/Iv - un sistema sostanzialmente bipolare, com'è stato dal 1996 al 2008. Nel 2013 abbiamo avuto i tre poli (centrosinistra, centrodestra, M5s) compresi ciascuno fra il 25 e il 30%, con un "mezzo polo" montiano a completare il sistema. Nel 2018, invece, si è scesi da 3,5 poli a 3 (il peso delle quarte forze è infatti passato dal 13,9% di cinque anni prima al 6,2%, minimo storico superato solo dallo 0,5% del 2006, quando praticamente non c'era nulla fuori da Ulivo e Polo). Nel 2022 avremo verosimilmente un ulteriore avvicinamento al bipolarismo, con la presenza di due poli (centrosinistra, centrodestra) e uno (M5S) o due (centristi) "mezzi poli". A nostro modesto avviso, un sistema può però dirsi bipolare se le due maggiori coalizioni superano singolarmente il 30% dei voti e complessivamente almeno l'80%: seguendo questo criterio, potremmo considerare bipolare (imperfetta) anche la competizione del 1994 (Progressisti più Polo: 76,1%), mentre lo sono state certamente quelle del 1996 (85,5%), 2001 (85,1%), 2006 (99,5%), 2008 (84,4%). Già nel 2013, invece, le prime due coalizioni ebbero solo il 58,8% (le prime tre l'84,4%) e nel 2018 il 59,9% (le prime tre: 92,6%). I "terzi" poli hanno invece oscillato, fra il 1994 e il 2008, fra l'11 e il 19% (con l'eccezione del 2006: 0,5%) mentre i "quarti" si sono attestati - come si diceva - al 13,9% nel 2013 e al 6,2% nel 2018. leggi tutto

È l’ora della prova elettorale

Paolo Pombeni - 27.07.2022

Adesso tutta l’attenzione si concentra sulla campagna elettorale che presenta varie anomalie: un numero di seggi fortemente ridotto rispetto a quelli disponibili nella tornata precedente, una campagna concentrata in due mesi, il voto agli inizi di autunno (una novità nella storia della repubblica), un sistema elettorale che prevede in parte collegi uninominali di grandi dimensioni.

Tutto questo induce molti osservatori a concludere che si tratterà di una competizione in cui conteranno più che altro i riferimenti “nazionali”, la propaganda che si veicola sui media e sui social. Del resto i partiti, soprattutto i maggiori, al momento confermano questa visione avendo già da tempo impostato la loro comunicazione sia su argomenti cosiddetti “identitari”, sia sulla contrapposizione senza mediazioni fra due “campi”, ognuno dei quali tenta di presentare sé stesso come il bene assoluto e l’avversario come il disastro incombente.

È davvero così? Ci permettiamo di avanzare qualche riserva riguardo a queste semplificazioni, senza peraltro negare che contengano alcuni elementi oggettivi. Innanzitutto si sottovaluta lo shock che nell’opinione pubblica ha provocato la liquidazione poco seria del governo Draghi. Certo non tutti gli elettori seguono con attenzione gli eventi e ci sono fasce che possono essere conquistate dalle leggende metropolitane messe in giro da leggi tutto

La gratitudine è il sentimento del giorno prima

Francesco Provinciali * - 23.07.2022

La concitazione e l’accavallarsi di incontri, accordi, trame, conciliaboli, cose dette e poi smentite, scritte e poi aggiustate, che ha preceduto il giorno del voto in Senato, con tutti i suoi siparietti, gli espliciti e gli impliciti lascerà un ricordo eloquente di cosa sia diventata la politica partitica, anche nei suoi cascami istituzionali e parlamentari. Instabilità è un termine che può spiegare molte situazioni, un clima generale di incertezza che si vive interiormente, crea disagio, oltre gli ordini di scuderia, come stato emotivo e si riverbera sul Paese: si percepiscono sfiducia e sofferenza, incomunicabilità e nuove forme di solitudine.

Da anni descriviamo e analizziamo il gap che separa il paese legale da quello reale, possiamo dire che il D.Day del voto al Senato ha rappresentato una delle pagine più inquiete, scellerate e vergognose della storia repubblicana recente. Quando erano venute al pettine le incongruenze e le incertezze del Conte 1 e 2 Mattarella si era affidato alla persona che meglio di tutte, per esperienza, autorevolezza e consuetudine istituzionale a livello internazionale poteva offrire garanzie per un governo di medio periodo che ripristinasse stabilità e ordine delle cose, visione e lungimiranza anche in coincidenza con la delicata gestione del Pnrr. In questi ultimi anni leggi tutto

Una nuova fase politica?

Paolo Pombeni - 20.07.2022

Cosa succederà mercoledì con le comunicazioni fiduciarie che Mario Draghi sporrà prima al Senato e poi alla Camera è oggetto di previsioni, se non addirittura di illazioni. La situazione è talmente caotica che si possono verificare scenari diversi. Però siamo in grado di vedere cosa è già successo: una grave crisi del nostro sistema di equilibri politici che sta mettendo all’angolo i partiti.

L’evento più rilevante è infatti a nostro avviso il movimento a sostegno di Draghi che si è manifestato da parte di quella società civile, per non dire di quel “popolo”, che i partiti hanno continuato ad interpretare a modo loro. La richiesta che l’attuale premier rimanga al suo posto per concludere il lavoro che ha impostato è venuta da una larga pluralità di istanze: da molta parte della stampa, dai sindacati e da Confindustria, dai rettori delle università, dalla Conferenza Episcopale e da una lunga serie di organizzazioni e agenzie sociali ed economiche. Qualcosa che chiaramente andava contro le aspettative di molti partiti che puntavano a far saltare l’esperimento di questo governo “tecnico” e di altri che pur volendolo salvare non avevano il coraggio di dirlo fino in fondo per non mettere in discussione quelle che ritenevano prospettive elettorali da preservare. leggi tutto

Una scuola aperta a tutti

Francesco Provinciali * - 16.07.2022

Quando in una classe ci sono bambini e bambine di ogni parte del mondo si avverte quanto grande e importante, forse decisivo, potrebbe essere il significato di quella presenza per il futuro dell’umanità.

Dopo la famiglia, la scuola è il luogo della prima socializzazione, cioè dell’apertura di credito alle relazioni interpersonali, ma anche della formazione dell’intelligenza e del carattere e della trasmissione di quei valori di civiltà che possono dare un senso alla nostra vita.

C’è una ricchezza straordinaria insita in quel potenziale umano: di menti e di cuori pronti a ricevere buoni insegnamenti, di creature che stanno crescendo e alle quali si può indicare – con l’autorevolezza istituzionale e morale che è implicita nel compito degli educatori – la via del bene affinché possano trovare poi da sé quella della verità.

Sono bambini e bambine che non sanno ancora nulla delle cattiverie e delle malizie del mondo e che non attribuiscono certamente alle culture di provenienza, alle diverse etnie, alle confessioni religiose o al colore della pelle quei significati distintivi e selettivi, a volte di retaggio, che gli adulti solitamente usano quando si rapportano tra di loro.

Il compito più straordinario che attende ogni educatore è quello di formare menti aperte, critiche e libere leggi tutto

Ma si può andare avanti così?

Paolo Pombeni - 13.07.2022

Ormai è tutto un rincorrersi di messe in scena. Conte consegna a Draghi una richiesta di interventi che furbescamente ne contiene un certo numero su cui c’è già un sostanziale accordo del governo così potrà dire che si è cambiato su pressione di M5S. Subito Salvini si premura di non lasciar a loro il centro della scena e tuona che adesso la Lega voterà solo quello che è nell’interesse degli italiani, il che per logica farebbe intendere che prima votava anche cose che erano contro l’interesse degli italiani. Una scusa per cavalcare il populismo anti cannabis e anti ius scholae con la curiosa motivazione che quelle normative impedirebbero di affrontare il tema delle bollette: ora su quei provvedimenti si possono avere visioni contrastanti, ma che interferiscano con interventi economici sulla crisi è del tutto falso.

Poiché Conte e i suoi dovevano mostrare di far sul serio alla Camera hanno disertato l’aula per l’approvazione del decreto Aiuti che comunque è passato come previsto, subito Berlusconi non si è fatto sfuggire l’occasione per dire che si doveva prendere atto della crisi della larga maggioranza di semi-unità nazionale minacciando che l’avrebbe fatto FI se gli altri abbozzavano.

La sequela delle sceneggiate non si è esaurita, come minimo perché tutti attendono leggi tutto

Supersocietà

Francesco Provinciali * - 09.07.2022

                     Breve recensione del libro di Chiara Giaccardi e Mauro Magatti – Edizioni Il Mulino

Il nuovo secolo non può essere più descritto e interpretato con le metafore della complessità e della società liquida anche se nel continuum della storia esso ne è in qualche modo l’evoluzione e la conseguenza: abbiamo tuttavia bisogno di nuove spiegazioni per comprendere il tramonto della globalizzazione, uscendo da quel magma indistinto che ci ha costretto a vivere nel limbo dell’indeterminato e del possibile, in una condizione di latenza tra virtuale e reale, sostenibilità eco-sistemica e antropologica, conflitti generazionali e modelli di sviluppo a centrazione tecnologica.  Un mondo lato ed esteso, senza una guida, per certi aspetti acefalo ed eterodiretto, nell’intersezione inestricabile di geopolitica e geoeconomia che ingloba la totalità della realtà, tra opposti e contrari. Pandemia, disastro ambientale e guerra sono fratture che rompono schemi narrativi e impongono distonie esistenziali e nuove chiavi di lettura, proprio nel momento in cui la transizione ecologica e la digitalizzazione si esplicitano come vettori nuovi e ineludibili di una direzione di marcia irreversibile. Procediamo cercando di conservare appartenenza e radici ma siamo potenzialmente soccombenti di fronte all’incedere ‘per shock’ dagli esiti imprevedibili. Quella che gli autori di questo libro - davvero informato

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L’ennesimo penultimatum?

Paolo Pombeni - 06.07.2022

Dunque il grande confronto fra Conte e Draghi che doveva tenersi lunedì 4 pomeriggio è stato rinviato a mercoledì 6. La tragedia della Marmolada che ha richiesto la presenza del premier ha fornito un ottimo motivo per rinviare quello che secondo il capo politico pentastellato avrebbe dovuto essere un aspro confronto, ma che tutti gli osservatori scommettevano si sarebbe risolto in qualche sparata a salve. Se sarà così lo vedremo il 6 luglio, ma naturalmente l’abitudine di Conte a ricorrere a quelli che vengono ironicamente definiti “penultimatum” non fa aspettare una crisi di governo.

Eppure la situazione è più complicata di quanto non la si voglia far apparire. Il capo politico dei Cinque Stelle insiste a dire che Draghi deve tenere conto del peso del suo partito e fa circolare l’ipotesi di almeno tre “paletti” non negoziabili: reddito di cittadinanza, difesa del superbonus edilizio, termovalorizzatore a Roma. In sé, a parte la faccenda del termovalorizzatore su cui il governo non può far marcia indietro senza una figuraccia col sindaco Gualtieri e con la capitale invasa dall’immondizia, gli altri due temi sarebbero anche “trattabili”, perché si può risolverla all’italiana riaffermando il principio, ma mettendo cautele e controlli che evitino l’uso diciamo così disinvolto che si è fatto leggi tutto

Sondaggi e social spingono il negazionismo: le evidenze soccombono alle fake news

Francesco Provinciali * - 02.07.2022

La globalizzazione non ha esaurito i suoi effetti nefasti e raccoglie proseliti nel mondo della comunicazione e dell’informazione.  In rete circola di tutto e di più, l’uno vale uno smentisce le fonti ufficiali e presta credito alle notizie create ad arte per disorientare la gente e portare i cervelli all’ammasso.

Studiare le cause di questo fenomeno impegnerebbe molte discipline, certamente interessa la dimensione psicologica, quella sociologica, politica, economica e tutti i relativi cascami specialistici.

La compresenza simultanea della totalità della realtà dentro una dimensione spaziale planetaria e in tempo reale genera fenomeni distorsivi, poiché può essere vero tutto e il suo contrario, in genere non c’è un uso fisiologico del confronto come pure del necessario controllo. I network si rendono garanti della velocità e quantità di diffusione delle informazioni ma non della loro corrispondenza al reale, non ci sono soggetti terzi deputati al riscontro, qualunque filtro farebbe gridare allo scandalo i paladini della trasparenza.

La dimensione etica viene espunta dalla comunicazione come un orpello fastidioso e inutile: contano molto gli effetti speciali.  Il concetto stesso di democrazia si sostanzia di un principio (stigmatizzato come astratto e pericoloso dallo stesso Max Weber che degli studi sulla democrazia moderna è il padre) in leggi tutto