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17 aprile 2024
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Laudato si’. Un’enciclica attesa, anticipata e discussa.

Claudio Ferlan - 25.06.2015
Enciclica Laudato sì

L’attesa enciclica sul rapporto uomo/ambiente è stata resa pubblica lo scorso 18 giugno. Che Francesco vi stesse lavorando era noto da tempo e il documento non ha certo deluso chi si aspettava uno scritto ricco di spunti. L’analisi del testo richiede tempo e riflessione, ma vi sono alcune rilevanti considerazioni da fare a proposito di anticipazioni e reazioni alla “Laudato si’. Sulla cura della casa comune”.

 

La pubblicazione anticipata

 

La diffusione non autorizzata del testo italiano dell’enciclica su L’Espresso online è costata al vaticanista Sandro Magister la sospensione a tempo indeterminato dalla sala stampa vaticana. Si trattava di una bozza, ma come Magister non ha mancato di mettere in evidenza sul proprio blog, davvero molto prossima all’originale. Cosa ha indotto un giornalista di grande esperienza a rischiare una palese violazione della regola dell’embargo, che impone di non pubblicare un documento ufficiale concesso in visione anticipata? Vi sono due possibili risposte.

La prima si risolve nel semplice richiamo allo scoop e alla capacità di informare prima degli altri. Non si darebbe in verità nessuna violazione, dato che il documento sarebbe arrivato a L’Espresso da fonti vaticane. È la tesi di Magister, sostenuta da alcuni suoi colleghi e prospettata nelle brevi note di presentazione dello stesso Magister, secondo il quale l’enciclica “è comparsa all’improvviso sul sito online dell’Espresso …  sbucata chissà da dove”. L’argomentazione non è delle più forti ma è parsa comunque convincente a molti.

La seconda risposta delinea invece panorami più complessi e si basa sull’identificazione (giustificata) di Magister quale esponente dell’opposizione interna a Bergoglio, di stampo conservatore. La pubblicazione anticipata della bozza dell’enciclica avrebbe inteso sabotarne la presentazione ufficiale e potrebbe trovare origine in ambienti della segreteria vaticana ostili al papa. Magister ha negato la fondatezza di questa tesi.

 

Silenzi e parole

 

Che Francesco si trovi a navigare in mezzo agli ostacoli è cosa nota, come è risaputo che gli intralci siano rappresentati non solo dai cattolici più conservatori, ma anche da una parte non ridottissima del clero, cardinali e vescovi compresi. Non sono solo le voci fuori dal coro a fare rumore, esiste anche il silenzio.

Ha destato stupore la totale assenza di riferimenti ai temi ambientali nel documento prodotto dall’assemblea primaverile dei vescovi statunitensi. Alcuni di loro hanno esplicitamente avvertito il rischio insito in possibili alleanze con gli ambientalisti, che in nome della salvaguardia del pianeta difendono la logica del controllo demografico; logica che è stata però apertamente contestata da Francesco. Secondo il testo della Laudato si’, infatti, “la crescita demografica è pienamente compatibile con lo sviluppo integrale e solidale” (capitolo 50, che cita il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa elaborato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace). La prudenza dei vescovi americani è da ricondurre anche alle posizioni dei loro ricchi benefattori, in grande maggioranza restii all’idea di mettere in agenda iniziative volte a contrastare il rischio ambientale. Il candidato alla Casa Bianca Jeb Bush, cattolico convertito, in occasione del primo giorno di campagna elettorale ha detto chiaramente che non saranno certo il papa, i cardinali o i vescovi a dettare la sua politica economica. Una dichiarazione resa alla vigilia della pubblicazione (ufficiale) dell’enciclica che lascia poco spazio alle interpretazioni.

Frequenti note di dissenso alle linee guida del pontificato attuale arrivano anche dalla Polonia, un paese forse preda della nostalgia di un Vaticano diverso. I commenti negativi all’enciclica non si sono fatti attendere, primo tra tutti quello del quotidiano Rzeczpospolita (Repubblica). L’inizio del capitolo 165, secondo la testata di Varsavia, costituirebbe infatti un attacco anti-polacco: “Sappiamo che la tecnologia basata sui combustibili fossili, molto inquinanti – specie il carbone, ma anche il petrolio e, in misura minore, il gas –, deve essere sostituita progressivamente e senza indugio”. E sul carbone la Polonia basa una parte fondamentale della propria economia. Il papa si occupa di questioni poco rilevanti per la Chiesa, prestando attenzione alle sofferenze della Terra e meno a quelle delle persone, chiosa Rzeczpospolita ripetendo un’argomentazione diffusa anche negli ambienti cattolici conservatori.

 

Il cammino di Francesco è lastricato di ostacoli, non c’è dubbio. Se così non fosse non ci troveremmo a commentare l’operato del successore di un papa dimissionario. Sembra però che a Bergoglio non manchi quella che gli argentini chiamano “garra”, un mix di determinazione, dedizione e voglia di andare fino in fondo che siamo abituati a riconoscere sui campi da calcio, ma che ora si gioca su prati di altre dimensioni.