Ultimo Aggiornamento:
04 maggio 2024
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L'anno che verrà

Luca Tentoni - 06.12.2023
Elezioni europee 2024

Il 2024 sarà un anno determinante per la politica italiana, perché tutte le scommesse di leader e partiti si dovranno confrontare con i dati di numerose e importanti tornate elettorali. In primo luogo, avremo le comunali: si voterà in ventisette capoluoghi di provincia, fra i quali Bari, Bergamo, Cagliari, Campobasso, Ferrara, Firenze, Forlì, Livorno, Modena, Perugia, Pescara, Potenza, Reggio Emilia e Sassari. Le amministrative del 2023 hanno visto il centrosinistra in grave difficoltà, quindi le città - soprattutto le maggiori - saranno il campo di battaglia dove si misureranno la destra capeggiata dalla Meloni e il centrosinistra della Schlein (con o senza il M5s, che in questo tipo di elezioni vede i suoi elettori defezionare in massa, dunque è quasi sempre ininfluente). Poi avremo le regionali in Abruzzo, Basilicata, Piemonte, Sardegna e Umbria, dove la destra ha tutto da perdere, perché gli uscenti sono tutti della coalizione della Meloni. In queste realtà non si vedrà soltanto se il centrosinistra avrà la capacità di rianimarsi, ma anche se i "governatori" uscenti saranno ricandidati (c'è il problema di un riequilibrio a favore di Fratelli d'Italia, visto che la scorsa volta il partito della premier era il terzo della coalizione per numero di voti, non come adesso che è di gran lunga il primo). Qualche difficoltà d'intesa nella destra potrebbe offrire speranze agli avversari, ma di solito la coalizione che governa il Paese si ritrova sempre unita quando si tratta di vincere (esattamente il contrario delle forze di opposizione, che non mettono davanti a tutto la necessità di aggiudicarsi la competizione, un po' per differenze programmatiche o semplicemente simboliche difficilmente sormontabili, un po' per una naturale litigiosità fra le aree del "campo largo", un po' perché fra Pd e M5s è in atto una battaglia serrata per l'egemonia a sinistra). Infine, ci saranno le elezioni europee, sulle quali si misureranno i rapporti di forza interni alla coalizione di governo e quelli fra i partiti di opposizione. Fratelli d'Italia vuole ampliare i propri consensi cercando di tenere a bada la Lega e magari ridimensionarla, mentre Salvini coltiva ancora il sogno di tornare al 2019 e vorrebbe (velleitariamente) riprendersi i milioni di voti che furono suoi per il tempo di un'estate, ai tempi del governo gialloverde (la cui caduta fu un grave errore del leghista, pagato carissimo); Forza Italia, dal canto suo, vuole dimostrare di essere ancora "viva" nonostante la scomparsa del suo fondatore (i partiti personali, si sa, rischiano sempre di estinguersi con chi li ha creati), soprattutto in una competizione che - essendo basata su un sistema proporzionale di trasformazione di voti in seggi - è contro tutti, alleati compresi (senza contare che lo sbarramento del 4% per ottenere eurodeputati è ancora ampiamente alla portata degli azzurri, ma non si sa mai). Al centro, si vedrà chi, fra più Europa, Azione e Italia viva riuscirà ad ottenere seggi. A sinistra, invece, i Verdi-Sinistra rischiano un po', mentre il Pd e i Cinquestelle lottano per la supremazia in un campo nel quale non potranno comunque convivere due partiti a vocazione egemonica e due leader ciascuno dei quali vuole essere il dominus di una coalizione che - in prospettiva - è difficile da costruire e che difficilmente porterà ad una sommatoria dei voti di democratici e pentastellati. Mentre Conte, però, non rischia nulla in caso di sconfitta (il partito è praticamente suo: non solo non ha avversari credibili, ma forse senza di lui perderebbe una buona fetta di consensi), per la Schlein è diverso. Il Pd divora in fretta i propri leader; inoltre, il dato delle europee 2024 non va confrontato solo con quello delle politiche 2022, ma anche con quello - più consistente - del precedente voto per l'Europarlamento (2019). L'unità dei democratici intorno alla segretaria del partito potrebbe durare - per un po' - in caso di risultato brillante, ma se dovesse arrivare una sconfitta la Schlein sarebbe seriamente in pericolo. C'è poi una doppia incognita, a destra come a sinistra, riguardante le liste populiste e sovraniste che si dicono pacifiste ma sembrano simpatizzare per Putin e sono decisamente antieuropeiste. Questi soggetti possono, in caso di presentazione delle liste, erodere consensi da una parte al M5s e dall'altra più alla Lega (che è ormai è il partito parlamentare italiano più di destra) che a Fratelli d'Italia. In sintesi, fra un anno potremmo avere un quadro politico diverso, anche se ultimamente la volatilità elettorale sembra essersi attenuata, con un sistema dei partiti che forse va stabilizzandosi.