Ultimo Aggiornamento:
15 maggio 2024
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In debito con la Storia. I conti tra Grecia e Germania

Rigas Raftopoulos * - 24.04.2014
Merkel ad Atene

Nelle ultime settimane una serie di avvenimenti distanti nel tempo e ignorati dai mass media internazionali si vanno  progressivamente avvicinando, sovrapponendo quasi, per salire alla ribalta della politica europea. Si tratta di due debiti diversi, relativi a due nazioni, Grecia e Germania agli antipodi oggi per quanto riguarda le rispettive situazioni economiche e sociali. La Germania durante la Seconda guerra mondiale e l'occupazione della Grecia aveva imposto un prestito forzoso alle finanze pubbliche elleniche e poi contribuito in larga parte a devastarne il tessuto economico e sociale. Con la fine del conflitto e i trattati internazionali però Bonn (oggi Berlino) non aveva mai ripagato Atene che, a sua volta grazie all'impegno di gruppi di cittadini tra cui Manolis Glezos ha iniziato a rivendicare inutilmente il pagamento dei danni di guerra e del prestito forzoso. La Grecia invece in crisi col debito sovrano nel 2009 ha chiesto l'intervento di Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale e Unione europea per un prestito concesso a condizione di implementare politiche economiche e sociali devastanti. Fin da subito la Germania si è fatta sostenitrice della linea del più assoluto rigore finanziario e dell'austerità nei confronti della Grecia, per non mettere a repentaglio la tenuta della zona euro. Arriviamo così ai giorni nostri e lo scorso febbraio il presidente del Parlamento ellenico Evanghelos Meimarakis ha annunciato la creazione di una commissione speciale i cui membri hanno il compito di elaborare tutti gli elementi disponibili in merito alla delicata questione delle rivendicazioni greche verso la Germania al fine di presentare al governo la miglior strategia per il loro ottenimento. La Commissione dovrà presentare un rapporto sull'esito dei suoi lavori entro la fine del 2014. La Commissione parlamentare interpartitica per la rivendicazione delle riparazioni di guerra della Germania, questa la sua denominazione esatta, è composta dal presidente, Konstantinos Tsavaras (Nuova Democrazia), dal vicepresidente Manolis Glezos (SYRIZA), dal segretario Dimitris Saltouros (PASOK) e da altri sedici membri appartenenti a tutti i partiti presenti in Parlamento. Un rapporto riservato della Banca di Grecia risalente all'aprile 1963 redatto su indicazione del governo greco e recentemente messo agli atti della Commissione stima in trentadue miliardi di dracme del 1963 la somma equivalente a quanto la Germania avrebbe dovuto versare ad Atene. Oggi la cifra che Berlino dovrebbe corrispondere allo Stato ellenico corrisponde ad oltre centosessantadue miliardi di euro senza gli interessi, non comprendendo le somme dovute ai singoli cittadini colpiti dai danni dell'occupazione. Il rapporto è corredato di novantacinque documenti e ricostruisce tutta la storia della formazione del prestito di guerra tedesco. Per molti decenni esso è rimasto riservato e ancora oggi il direttore dei Lavori pubblici e dei Sistemi di pagamento e regolamento della Banca di Grecia Michail Michalopoulos ha chiesto al presidente Tzavaras che rimanga tale, come emerge dagli atti dei lavori della commissione di pochi giorni fa.

Il vicepresidente Glezos a nome della Commissione aveva inoltrato al presidente Meimarakis la richiesta di poter incontrare ufficialmente la cancelliera tedesca Angela Merkel durante la visita di quest'ultima ad Atene venerdì 11 aprile ma la richiesta non è stata inoltrata per l'opposizione del governo greco. L'esecutivo Nuova Democrazia-PASOK ha evidentemente voluto sfruttare l'occasione per rilanciare le sue precarie sorti  in vista delle europee di maggio che vedono la coalizione di governo in calo vertiginoso a vantaggio del primo partito di opposizione SYRIZA guidato da Alexis Tsipras.

La questione del pagamento dei danni di guerra e del debito forzoso assume un carattere non soltanto politico ma anche sociale in un’epoca di austerità e di drammatici tagli allo stato sociale che la Grecia sta vivendo. Durante la sua recente visita ad Atene la cancelliera Merkel ha ribadito con assoluta fermezza la necessità di continuare sulla strada dei tagli e del rigore per il governo greco e non ha assolutamente fatto alcun accenno alla questione della ridiscussione del debito greco né alla questione del debito di guerra tedesco. Negli stessi giorni il leader del SYRIZA ha pubblicamente annunciato che se il suo partito dovesse andare al governo porrà ufficialmente la questione del risarcimento tedesco del debito alla Grecia. Due debiti dal carattere politico e storico ben diversi potrebbero così trovarsi presto di fronte e fornire all'Europa intera l'occasione per riflettere sul suo statuto di Unione e sui principi che dovrebbero essere alla sua base.

 

* Ricercatore Università di Roma III