Ultimo Aggiornamento:
01 maggio 2024
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Argomenti

Poesia, alfabeto dei sentimenti

Francesco Provinciali * - 22.05.2021

Serbo un’intima gratitudine – che custodisco con affetto – verso la scuola della mia adolescenza: ne conservo un ricordo sfocato e leggero dove, come in una magica e fiabesca rievocazione, trovano posto apprendimenti e personaggi e riaffiorano dettagli allora apparentemente insignificanti.

La rivisito con nostalgia e vi cerco spiegazioni e risposte al mio presente.

Trovo che fosse una scuola che sapeva affiancare la vita, senza forzature: svolgeva la sua parte, in genere con umiltà e in silenzio.

Non erano tutte rose e fiori, c’erano difficoltà, ingiustizie, discriminazioni: qualcuno l’ha poi ben evidenziato, scrivendo la sua ‘lettera ad una professoressa’ e il sessantotto ha scoperchiato molte viltà ma le ‘vestali della classe media’, cioè gli insegnanti di quel tempo, erano le prime vittime della situazione dovendo vivere come i fedeli depositari di una cultura da tramandare in un mondo dove stavano emergendo con forza dei valori diversi: il successo, l’arrivismo, i lesti guadagni, la facilitazione, la stagione dei diritti, l’apertura al sociale, l’egualitarismo irriverente che ha poi partorito i mostri sacri della trasparenza e della privacy, mettendo di fatto le manette ai polsi delle relazioni personali e della comprensione tra la gente.

La scuola è stata forse in questi anni il contesto sociale più leggi tutto

Le linee pedagogiche ministeriali per il sistema integrato

Francesco Provinciali * - 15.05.2021

Il Documento licenziato dalla Commissione insediata presso il Ministero dell’Istruzione – ai sensi dell’art.10 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65 – per l’elaborazione di una bozza di indicazioni pedagogiche riguardanti il cd. “sistema integrato di istruzione zerosei “, ha radici lontane.

Occorre andare a ritroso di almeno trent’anni e più e risalire a quel gruppo di ispettori scolastici che iniziò ad occuparsene, su incarico dell’allora Capo servizio per la scuola materna del Ministero, dott.ssa Giuseppina Rubagotti, che all’epoca dirigeva anche la segreteria del Ministro Sergio Mattarella.

Un cenacolo di uomini e donne di scuola che avevano superato il vaglio di una prova concorsuale selettiva, che prevedeva il superamento di tre prove scritte e di un lungo colloquio orale con la media minima di 8/10. A differenza di quanto sarebbe accaduto anni dopo quando gli ispettori – di norma esperti di scuola militante avendo passato per gradi il ruolo di docente e di dirigente scolastico – cominciarono ad essere nominati ‘per chiamata’ dalla politica, in nome di un “merito” nuovo che non è mai stato chiarito. Non è una premessa polemica ma necessaria perché quella generazione di ispettori, al pari di altri dirigenti della P.A., si era formata studiando e lavorando ‘in situazione’. D’altra parte siamo un Paese dove gli leggi tutto

Ripristinare il servizio di medicina scolastica

Francesco Provinciali * - 24.04.2021

Quando la scuola italiana insegnava a “leggere, scrivere e far di conto” il servizio di medicina scolastica era una presenza a latere, organica e complementare, rispetto ai compiti propri del sistema formativo.

Istituita con DPR 264 dell’11 febbraio 1961 la cosiddetta “medicina scolastica” esplicitava le sue funzioni già nei primi due articoli del successivo regolamento attuativo nel DPR 22 dicembre 1967 n° 1518, di cui si riporta un estratto: “art.1)  A tutti i servizi di vigilanza igienica e di assistenza sanitaria scolastica, nell’ambito della provincia, sovraintende il medico provinciale, che li coordina d’intesa con il provveditore agli studi con il quale è prescritto almeno un incontro annuale nel mese di settembre. Ai sensi dell’art. 15 del DPR 11/02/1961 n° 264, nell’ambito del territorio comunale o consorziale il servizio di medicina scolastica in tutte le scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private, dipende dall’ufficiale sanitario che ne promuove e coordina l’organizzazione e il funzionamento, previa intesa con i dirigenti degli istituti scolastici. Art.2) Il servizio di medicina scolastica comprende la profilassi, la medicina preventiva, la vigilanza igienica, il controllo dello stato di salute di ogni scolaro e si avvale della collaborazione della scuola nell’educazione igienico-sanitaria. Le prestazioni sanitarie di medicina e d’urgenza, nell’ambito dei servizi della medicina scolastica leggi tutto

Scuola: la riapertura graduale di aprile

Francesco Provinciali * - 07.04.2021

Nonostante il perdurare della pandemia – ad oltre un anno dal suo esordio – e anticipando il completamento del piano vaccinale il Presidente Draghi scommette sulla riapertura delle scuole dopo le vacanze pasquali: asili nido, scuole dell’infanzia, primarie fino al 1° anno della scuola secondaria di primo grado, sono gli ordini interessati (D.L. 44 dell’1°aprile 2021). Si tratta di una scelta già compiuta in alcuni Paesi, mentre in altri si tiene chiuso tutto o viceversa si riaprono anche le attività commerciali: una situazione a macchia di leopardo che deriva da valutazioni politiche diverse rispetto ad orientamenti scientifici anch’essi fluttuanti.

Lo scompaginamento della vita quotidiana è la conseguenza più evidente a livello planetario ma anche le differenze degli esiti derivanti dai provvedimenti adottati sono rimarchevoli, fermo restando un inciso non da poco: che ne è e che ne sarà delle zone del mondo che solitamente ignoriamo nella nostra considerazione comparativa tra gli Stati, anche in ordine alle vaccinazioni. Ci sono aree a rischio, dove i servizi sanitari se esistenti, non garantiscono una profilassi per l’intera popolazione: se fino ad oggi l’incognita prevalente è stata e permane la mutazione genetica del virus, un domani saranno forse determinanti gli spostamenti, le migrazioni, le condizioni di povertà e sottosviluppo. Blindare e leggi tutto

“Una disperata confusione: la scuola italiana al 2021”

Francesco Provinciali * - 03.04.2021

In un recente saggio in memoria dell’Ing. Gino Martinoli , cofondatore e Presidente per lunghi anni del Censis, il Presidente Giuseppe De Rita si misura con un amarcord personale, intrecciato alla vicenda dell’abbrivio del sistema scolastico nazionale a partire dall’immediato dopoguerra, incluse le scelte di indirizzo da compiere, il modello da disegnare e le proiezioni di un futuro prevedibile, interconnesso a maglie larghe nell’ordito e nella trama della crescita del Paese, tra linee politiche, identità culturali e sociali, dibattiti, orientamenti, opzioni caratterizzanti sul piano identitario e in chiave di lettura denotativa e connotativa.

Lo fa con la consueta maestria nel padroneggiamento degli eventi e dei contesti, delle derive di sviluppo e delle macroanalisi a cui ci ha abituato, nella interconnessione tra presenza e contributo personale alla scrittura di quella storia e capacità ermeneutico-interpretativa che emergono già in sede Svimez e poi fino ai giorni nostri nei Rapporti annuali del CENSIS.

Una riflessione fondamentale e preziosa per conoscere la Storia del Paese e – nello specifico- il prender corpo del sistema scolastico nazionale, visto da chi ha vissuto quella stagione embrionale e la rivisita oggi con lo sguardo indagatore di chi vuole rileggerla, con una marcata capacità di far sintesi di un confronto leggi tutto

Puntiamo sulla scuola

Francesco Provinciali * - 21.11.2020

Di tutte le preoccupazioni che hanno accompagnano la diffusione pandemica una della più avvertite, oltre il dato strettamente legato alla salute e ai contagi, è stata quella legata al funzionamento delle scuole: spazi, arredi, banchi, profilassi, sanificazione delle aule, organici dei docenti, orari di apertura, contenuti didattici, anche attraverso un ‘patto di solidarietà’ con le famiglie come auspicato dal Ministero.

Dopo la riapertura di settembre, preceduta da un periodo di incertezze e di ritardi, in via sperimentale è stata avviata la didattica a distanza, che tuttavia – nonostante la buona volontà di dirigenti scolastici e docenti- ha palesato difficoltà procedurali, basti pensare che il 30% delle famiglie del Sud Italia non possiede un pc o un tablet. Proprio in questi giorni il Governo ha deliberato la concessione di un bonus ad hoc. La ripresa virulenta della pandemia e il lockdown a zone sta condizionando l’incerta e aspirazione di normalità e necessita di dotarsi di una specie di paracadute per un atterraggio morbido, sul piano organizzativo e funzionale e su quello psicologico e relazionale, a scuola e a casa.

Gli istituti scolastici hanno superato l’impatto della riapertura ma la fase quasi drammatica attuale rende complicata sia la gestione della didattica in presenza che la leggi tutto

Il travagliato ma utile ritorno dell’educazione civica nelle scuole

Francesco Provinciali * - 24.10.2020

Il precedente Ministro del MIUR (ora Ministero dell’istruzione) Marco Bussetti l’aveva annunciato con enfasi,  come una svolta epocale: “Oggi è una giornata storica! Finalmente ritorna l’educazione civica come materia obbligatoria nelle scuole. Un traguardo necessario per le giovani generazioni perché sono i valori indicati nella Costituzione a tenere unito il nostro Paese. Il compito della scuola è di educare alla cittadinanza attiva, al rispetto delle regole, all’accoglienza e all’inclusione, valori alla base di ogni democrazia”.

Correva lontana l’estate del 2019 e l’educazione civica sarebbe dovuta rientrare con pieno titolo tra le materie scolastiche nelle scuole di ogni ordine e grado con l’inizio dell’anno scolastico 2019/20, con 33 ore all’anno di insegnamento ad hoc. Poi era successo il pasticcio della tardiva pubblicazione della legge istitutiva sulla G.U. del 20 anziché del 16 agosto, a cui aveva tentato di rimediare lo stesso Ministro con un decreto ministeriale in data 27 agosto che introduceva la materia come “sperimentazione nazionale obbligatoria”, a sua volta definitivamente cassato dal Consiglio nazionale della P.I. che aveva ritenuto inopportuno un così tardivo provvedimento a tre giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico.

Tutto rimandato ope legis al 2020/21, dunque: infatti con  lo scorso mese di settembre l’educazione civica è tornata ad essere materia curricolare, dalla scuola dell’infanzia alle superiori. leggi tutto

Essere insegnanti oggi

Francesco Provinciali * - 21.10.2020

Nel salotto buono di una importante trasmissione televisiva ho sentito tempo fa una considerazione che mi sembra valga la pena di riprendere e approfondire.

Un noto uomo politico – per la par condicio ne taccio il nome ma l’acutezza delle sue osservazioni gli meriterebbe una favorevole citazione – ha esposto alcune riflessioni sulla professione dell’insegnante evidenziando come sia mutata nel tempo la sua considerazione sociale.

Il ragionamento è stato più o meno questo: una volta essere insegnante comportava un accreditamento positivo nell’immaginario collettivo perché se ne riconosceva soprattutto la valenza educativa, la straordinaria incidenza formativa nei processi di crescita culturale e morale delle giovani generazioni.

Oltre ad esercitare una mera funzione di trasmissione del sapere il docente era soprattutto depositario di valori etici e di una riconosciuta stima sociale che gli meritava il rispetto delle famiglie e delle istituzioni: l’insegnamento era – senza retorica – una missione e il maestro, o il professore, soprattutto un esempio per i suoi alunni.

Al contrario di oggi, dove questo profilo umano e professionale sembra adombrato da altri criteri di realizzazione sociale: vivendo in un mondo di interessi e finzioni che promette carriere facili e folgoranti, dove prevalgono parametri di stima e considerazione centrati sul profitto e sul successo, leggi tutto

Scuola: contenitore e contenuti

Francesco Provinciali * - 19.09.2020

Di tutte le preoccupazioni che accompagnano strada facendo i preparativi per l’avvio del prossimo anno scolastico la più pressante, impellente e dirimente è che le scuole si possano finalmente riaprire, le aule e gli spazi ragionevolmente attrezzabili  riescano ad ospitare tutti gli alunni che avranno il diritto di accedervi, che il numero degli insegnanti sia sufficiente a coprire gli organici necessari per far fronte allo spacchettamento orario e fisico delle classi e che tutto ciò possa aver luogo in un contesto sicuro, accogliente, organizzato, con tutte le tutele igienico sanitarie lungamente studiate e previste per garantire una profilassi adeguata all’incombente pericolo del contagio.

Questo pensiero turba il sonno degli addetti ai lavori –  dal Ministero ai dirigenti scolastici , ai docenti e ai collaboratori amministrativi, tecnici e ausiliari – ma anche delle famiglie e, ad un livello di consapevolezza rapportato all’età dell’utenza, agli studenti stessi.

Uscire da un lungo periodo di lockdown e dalla sperimentazione – frammentaria, non sistematica, spesso improvvisata e geograficamente diseguale  - della “didattica a distanza” per riaprire i battenti ad una incerta e indefinita aspirazione di normalità ‘in presenza’ necessita di dotarsi di una specie di paracadute per un atterraggio morbido, sul piano organizzativo e funzionale e su quello psicologico e relazionale. leggi tutto

Un alunno modello

Francesco Provinciali * - 12.09.2020

L’anno scolastico iniziato – il più insidioso e problematico dal dopoguerra ad oggi- oscilla tra il ‘dover essere’ e il ‘poter fare’. Per adottare tutte le misure utili a fronteggiare contagi nelle scuole sono state emanate fior di linee guida, indicazioni, prescrizioni, in modo ponderoso e incalzante, una minuziosa e dettagliata serie di ordini e divieti che i singoli istituti scolastici devono adattare al proprio contesto, modulandoli ai vari gradi e ordini di studio. I dirigenti scolastici, all’atto pratico sono gravati di responsabilità in ordine al regolare svolgersi delle attività didattiche e si può dire che non si sono fatti cogliere impreparati, avendo trascorso l’estate a leggere le carte, misurare, ordinare banchi, prodotti di pulizia, studiare tutte le soluzioni possibili per accogliere gli alunni, regolamentare e adattare gli spazi, prevedere l’utilizzo del personale. Peccato che dopo aver proclamato lo stato di emergenza il 31 gennaio il governo e il ministero abbiano lasciato passare alcuni mesi, addossando tutta la congerie infinita dei problemi a ridosso dell’estate. Ci sono aspetti non ancora risolti, come l’assegnazione del personale aggiuntivo necessario, la dotazione di banchi omologati, l’orario di apertura e funzionamento: l’autonomia degli istituti scolastici consente di partire dove finiscono le competenze ministeriali e le leggi tutto