Terremoto: i vantaggi di un’assicurazione obbligatoria
Su queste colonne, quasi due anni fa, all’indomani delle alluvioni in Liguria, pubblicai un editoriale dal titolo: Calamità naturali: un’occasione per solidarietà, mercato e un freno al cemento (http://www.mentepolitica.it/articolo/calamit-naturali-una-occasione-per-solidariet-mercato-e-un-freno-al-cemento/233), ripreso in parte da alcuni organi di stampa in questi giorni. Vi sostenevo la necessità di dare vita ad una assicurazione obbligatoria contro le calamità naturali su tutti gli immobili nazionali pubblici e privati. Il terremoto del centro Italia del 24 agosto scorso richiede ora nuove considerazioni. La commovente gara di solidarietà venuta da ogni parte del globo alle popolazioni che hanno tragicamente sofferto il sisma è un segno molto positivo. Per riparare i danni del terremoto però non basta. Lo slancio di generosità nazionale andrebbe comunque colto al volo per fare capire agli italiani una cosa semplice e complessa allo stesso tempo. Da Bolzano a Siracusa i rischi da catastrofi naturali e da eventi non attribuibili a cause umane e imprevedibili richiedono sempre solidarietà. Ma questa non può per essere piena e funzionare veramente essere solo volontaria. Per andare oltre la generosità dei singoli occorre un passo in più. Non enorme e alla portata di quasi tutti. Ecco che entra in gioco l’ assicurazione obbligatoria su tutti gli immobili privati e pubblici del paese. Nell’immaginario comune si è persa la nozione base che sta alla base di quasi ogni forma assicurativa. Le assicurazioni oggi sono solo un business e spesso neppure tanto gradevole per i cittadini e per i risparmiatori. Fanno profitti a volte esagerati, speculano, spesso perdendo, godono e abusano di posizioni dominanti. Tutto vero. Ma il meccanismo base su cui si reggono è la mutualità dei rischi ovvero una forma di solidarietà che l’assicurazione intermedia e vende ai consumatori. Se assicuro la mia casa contro le calamità naturali e tutti gli italiani sono obbligati a fare altrettanto, significa che ciascuno paga ogni anno un premio o contributo di solidarietà che andrà alle popolazioni che in quell’anno soffriranno di una particolare calamità naturale. Se la calamità tocca la mia casa e la mia famiglia sarò io il destinatario della solidarietà di tutto il resto del popolo italiano. Insomma, al di là della retorica di circostanza e di emergenza, occorre ricordare a tutti gli italiani (istituzioni pubbliche, private, religiose etc.) che la migliore forma di solidarietà è quella di assicurarsi contro le catastrofi.
Ma come può essere costruita e fatta funzionare questa solidarietà, che gran parte degli italiani potrebbero essere disposti a sottoscrivere se edotti in maniera semplice e chiara?
Innanzitutto occorre spiegare bene che questa solidarietà costa una cifra modesta e funziona solo se tutti partecipano. Solo in questo caso bastano pochi euro per ciascuno. Riprendo i numeri del vecchio articolo del 2014 ancora in buona misura validi. Il costo delle catastrofi in Italia è in media di circa 4-5 miliardi su base annua, includendo frane, terremoti, alluvioni e altri eventi simili. Nel 2011 in Italia c’erano circa 59 milioni di immobili accatastati, per oltre il 90% riferiti a residenze con una rendita catastale media di poco meno di 600 Euro. Se ipotizziamo un premio assicurativo medio di 100 euro, alle assicurazioni arriverebbero quasi 6 miliardi di euro. In realtà la stima dei premi complessivi è per difetto per tante ragioni tra cui, ad esempio, il patrimonio della Chiesa che non è interamente compreso ma che andrebbe assicurato. Inoltre c’è il patrimonio pubblico, scuole ospedali, infrastrutture portuali e stradali ecc.. In verità se includiamo tutto quanto dovremmo assicurare e un premio medio di 100 euro all’anno arriveremmo ad un monte premi molto più alto, nel quale può stare senza difficoltà anche un equo contributo della intermediazione assicurative.
Ma come fare pagare a tutti questa assicurazione e come modularla? Per le modalità di pagamento, se davvero lo si vuole fare, non è difficile. Per mandare avanti una enorme azienda di stato benemerita, ma oltremodo costosa come la Rai, non si è esitato a ricorrere ad una riscossione coattiva con l’obbligo di pagare il canone Rai nelle bollette elettriche.
Occorre poi commisurare questa imposta secondo diversi parametri come già la stampa nazionale riporta. Ma per rendere il tutto più sostenibile ed efficace, si può associare il premio assicurativo ad un finanziamento delle spese di messa in sicurezza degli immobili che ne hanno necessità. Come? Su molti organi di stampa sta emergendo un progetto di classificazione secondo il rischio sismico e il grado di adeguatezza dell’immobile, con un scala simile a quella per la classificazione energetica. Questo può servire ma solo in parte e non deve avere un peso eccessivo nella modulazione del premio. Il premio deve coprire anche contro calamità che non sono prevedibili né nei tempi né nelle forme e pertanto deve avere una buona parte che non dipende dal rischio sismico e dalle caratteristiche antisismiche dell’immobile. In ogni caso in grande maggioranza gli stabili italiani sono da adeguare per affrontare una buona parte di catastrofi naturali che non sono solo terremoti. Questo implica che ci sia bisogno di un piano di interventi molto vasto. Ed ecco che le assicurazioni possono essere uno strumento per questo. C’è un precedente storico che può servire. Una buona parte della ricostruzione immobiliare del secondo dopoguerra è stato finanziato da compagnie assicurative. Le abitazioni erano accessibili anche a cittadini non abbienti attraverso il meccanismo del riscatto, simile ma meno rigido del leasing. Le compagnie assicuratrici potrebbero collaborare sul piano finanziario oltre che assicurativo. Chi ha un immobile che richiede interventi di messa in sicurezza potrà essere finanziato dalla compagnia alla quale paga il premio. Verserà un extra premio che è una forma di rata di mutuo, deducibile, a tasso agevolato pari a quello sui titoli di stato a 10 o 20 anni a seconda della scelta del cittadino. Questo extra premio rimane incardinato all’immobile ed è trasferibile senza spese notarili ad eventuali acquirenti dell’immobile e presente sempre nel rogito. La polizza assicurativa e l’extra bonus-mutuo deve essere stipulata per ogni condominio e non individualmente come già la stampa ha puntualizzato.
In alcuni casi questo extra premio può diventare oneroso perché molti immobili richiedono spese ingenti di messa in sicurezza. Come fare? Specie al sud ma anche in alcune zone del centro nord vi sono immobili che non possono essere messi in sicurezza. Non c’è tecnica antisismica che tenga per chi ha costruito, abusivamente, alle pendici di un vulcano. Due strade sono percorribili: demolizione e ricostruzione in sito o in altro luogo ma con identici volumi (soluzione difficile ma possibile se lo si vuole) o far pagare semplicemente l’assicurazione di solidarietà specificando che in caso di calamità solo una parte del valore dell’immobile sarà coperto e quindi la ricostruzione sarà in buona parte carico del proprietario.
Esistono nel nostro paese molte proprietà immobiliari abbandonate. Per queste occorre pensare a forme di esproprio parziale o totale a favore delle comunità locali che decideranno se ricostruire, adeguare o demolire. Dopo tutto se in molti paesi dopo un certo periodo i depositi bancari dormienti vengono appropriati dalle banche (soggetti privati) non vedo perché proprietà lasciate a lungo (20-30 anni) in stato di abbandono e incuria non possano essere devolute alla comunità locale per opere di uso pubblico o per semplice demolizione per migliorare il paesaggio e l’ambiente.
L’Italia è un paese con centri storici bellissimi, ma in molti casi insicuri dal punto di vista sismico e architettonico. E abbiamo periferie forse più solide ma bruttine. Con uno sforzo analogo a quello della ricostruzione del dopoguerra possiamo rendere meno traballanti i centri e più attraenti le periferie. Ma due condizioni sono imprescindibili: che tutti contribuiscano obbligatoriamente e che non si consenta in alcun modo di aggiungere un metro cubo ad un patrimonio immobiliare privato già eccessivo e che fatichiamo a mantenere, rendere sicuro e godibile.
di Gianpaolo Rossini
di Paolo Pombeni
di Angela Maltoni *