Ultimo Aggiornamento:
12 ottobre 2024
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Il mistero dell’aeronautica russa

Leonardo Goni * - 29.06.2022
Aeronautica russa

È uno dei misteri, almeno finora, di questa guerra. E ha sorpreso tutti, esperti e analisti militari per primi.

Con 4173 aeromobili e circa 850.000 uomini – così era stimata alla vigilia dell’invasione da Flying Magazine – la Russia è la seconda potenza aerea al mondo, inferiore solo agli Stati Uniti.

Forte di un rapporto di oltre 10 a 1 con l’aviazione di Kiev, l’Aeronautica russa (VVS) avrebbe dovuto costituire uno dei maggiori punti di forza nell’attacco lanciato da Putin contro l’Ucraina. Con una vasta esperienza nel bombardamento di obiettivi in Siria, Georgia e Cecenia, l'aviazione di Mosca avrebbe dovuto svolgere un ruolo fondamentale nell'invasione, spazzando via le difese aeree avversarie e consentendo alle forze di terra di penetrare in profondità in territorio ucraino e conquistare Kiev, colpendo dal cielo ogni resistenza. Ma a più di quattro mesi dall'inizio della guerra, l'aviazione di Vladimir Putin non ha ancora conquistato il dominio dell’aria.

Sebbene numericamente assai inferiori, le forze ucraine hanno mostrato una sorprendente capacità di contrastare l’offensiva aerea di Mosca, grazie anche al supporto di intelligence e di sistemi di difesa antiaerei forniti dall’Occidente.

Ma non può essere solo questa la causa di una performance così insoddisfacente, rispetto alle aspettative del Cremlino.

Secondo un’analisi pubblicata dal Ministero della difesa britannico sul proprio profilo Twitter, l’incapacità di fornire costantemente supporto aereo è probabilmente uno dei fattori più importanti alla base del limitato successo dell’intera campagna militare russa, almeno finora. La VVS non è riuscita a conseguire la piena superiorità aerea ed anzi ha operato in modo molto limitato e prudente, evitando il rischio, azzardandosi raramente in attacchi in profondità oltre le linee ucraine.

Le cause sono forse le stesse che indeboliscono le forze di terra russe: scarso addestramento, scarsa manutenzione, inefficienze logistiche, corruzione. Per anni, sottolinea il Ministry of Defense, gran parte dell'addestramento al combattimento aereo della Russia è stato molto probabilmente programmato e progettato più per impressionare gli alti funzionari di Mosca, piuttosto che per sviluppare lo spirito d’iniziativa e le dotazioni dei propri equipaggi.

Esemplare il caso dell’impiego del nuovissimo Sukhoi Su-34, un cacciabombardiere supersonico bimotore, biposto, introdotto col contagocce a partire dal 2014 e sviluppato per dare vita ad una generazione di aerei da attacco per bombardamenti di precisione, ad alta tecnologia, grazie alle “smart bombs”.

Ma le bombe “intelligenti” sembrano essere finite in fretta e quindi i Su-34 operano in Ucraina sganciando le vecchie bombe “stupide”, cioè a caduta libera. La mancanza di munizioni a guida di precisione, ha costretto questi aerei da 50 milioni di dollari a volare bassi attraverso le spesse difese ucraine per avere qualche possibilità in più di colpire il bersaglio, di conseguenza, i Su-34, come i loro “parenti poveri”, i Su-25 da attacco al suolo, sono stati abbattuti in numero significativo. Il sito Oryx che calcola le perdite di aerei e mezzi militari in questa guerra, solo se comprovate da evidenze fotografiche, indica 10 Su-34 e 17 Su-25 russi abbattuti finora sui cieli dell’Ucraina.

Per questo è molto più conveniente anche se forse, umiliante, per gli strateghi della VVS, piuttosto che rischiare di perdere aerei da miliardi di rubli, lasciarli negli hangar o fuori dalla portata del nemico e far fare il “lavoro” alla più economica e facilmente disponibile e “spendibile” artiglieria e ai missili a lunga gittata.

 

 

 

 

* PhD, Università di Bologna, storico militare e giornalista