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Novelli eccessi antichi discernimenti
” Gli eccessi nel consumo di alcool sono fra le principali cause di malattia, disabilità e morte prematura in Europa, al primo posto nel Mondo. Si registrano soprattutto sulle persone in età lavorativa e produttiva, un fattore importante che ostacola lo sviluppo socio-economico e determina notevoli oneri per la società” (OMS, 2020). La situazione generale può definirsi, a ragione, drammatica (World Health Organization, 2016-2021; OMS, 2016-2021; International Agency for Research on Cancer, 2018-2021; Osservatorio Nazionale Alcol, ISS, 2020-2021)
- l’alcool si colloca tra le sostanze psicoattive più utilizzate in Europa e il suo consumo è considerato il quinto fattore di rischio all’origine di malattie gravi;
- per l’Italia basterà rilevare che il consumo di alcool puro pro-capite ammonta ad oltre 7 litri/anno: il vino normalmente contiene dal 10 al 14% di alcool;
- in Italia 10 milioni di persone rischiano la cirrosi epatica e la sua trasformazione dalla forma sub-clinica alla conclamata;
- nonostante i 25 miliardi di euro/anno spesi in Italia per gestire le conseguenze degli eccessivi consumi di alcoolici, gli abusi rappresentano la causa principale di morte e disabilità tra i giovani, oltre ad un aumentato rischio di declino cognitivo prima dei 65 anni e di decessi alcool-connessi di 75.000 persone/anno;
- sul piano epidemiologico è noto, fra alcuni addetti e non certo alla cittadinanza, che il consumo leggi tutto
Setter Gordon e Dna
Trascorso oltre un secolo da quando il fumo di tabacco era riservato alle classi ambienti, come i magnifici setter gordon agli aristocratici, segni distintivi di un potere visibile, e constatato, come sostenuto da qualche intellettuale, che il fil di fumo non giova alla capacità di concentrazione, all’intelligenza e alla creatività, ma induce a degenerazioni tissutali, malattie, invalidità e ad una minore attesa di vita (Science, II, 1938), sarebbe doveroso per cittadini, società e Istituzioni politiche e sanitarie chiedersi se finalmente non sia, davvero, giunto il momento di adottare quelle misure, non coercitive ma informative ed organizzative, che possano indurre alla rinuncia alla cerimonia del fumo, già segno inconfondibile di spigliatezza, virilità, fascino, modernità e successo in ogni campo.
Ignorare i dati clinico-statistici della sottostante tabella riassuntiva, molto circoncisa, non commentata e minimale per i dati elencati, e non portarli a conoscenza di tutti i cittadini, induce a deformazioni del significato del bene comune, al tradimento dell’articolo 32 della nostra Costituzione, a considerazioni erronee circa l’addebitare l’incremento esponenziale dei tumori ai soli devastanti inquinamenti ambientali e indulgere, anche inopinatamente da parte di medici, su modiche quantità di tabacco consumato. Infatti: “la rottura del DNA e l’innesto del processo tumorale, per doppie sfilacciature che leggi tutto
L'homme machine
“Fattori che favoriscono l’insorgere di malattie: l’indigenza, la solitudine, la marginalità sociale e la precarietà lavorativa, l’insufficiente scolarità…evitabili l’80% delle malattie”: è quanto affermato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel lontano 2006. Da allora poco o nulla è cambiato, ma, in compenso, fra le nostre popolazioni circola indisturbata l’idea che i processi patologici individuali e di comunità possano essere domati da farmaci e tecnologie sofisticate e robotizzate.
Risale a pochi giorni (l’8 giugno scorso) la notizia, riassunta in vistosi titoli, su grandi giornali e mezzi d’informazione pubblici e privati, di un “intervento chirurgico record…una prima mondiale senza precedenti…un team di urologi e cardiochirurghi ha rimosso un tumore al rene, esteso fino al cuore e lungo oltre 20 centimetri, su una paziente di 83 anni, cardiopatica, attraverso una chirurgia senza cicatrici, cioè senza aprire addome e torace…il tutto grazie all'uso combinato di un robot e di una cannula aspira-tumore inserita da una vena del collo... si tratta della prima volta al Mondo che si tenta un intervento del genere, come ha precisato la stessa azienda ospedaliera in un comunicato diffuso online (https://tg24.sky.it/salute-e-benessere/2021/06/08/intervento-record-tumore-rened).
Un comunicato, a parte i discutibili presupposti scientifici e pertinenze di principio, che decanta i progressi come una marcia progressiva leggi tutto
David Quammen: perché non eravamo pronti
David Quammen, l’autore di Spillover, il celeberrimo libro sull’origine della pandemia Covid 19, pubblicato negli USA nel 2012 nell’indifferenza generale e poi riscoperto e diventato il testo di riferimento per studiare le evidenze scientifiche del terribile “virus zoonotico”, ha completato il suo già documentato lavoro di ricerca con una pubblicazione recente, un volumetto di poche pagine edito dalla Adelphi (la stessa casa editrice di Spillover). Si intitola: “Perché non eravamo pronti”, che poi è la stessa locuzione usata dal sagace Prof. Arnaldo Benini, Emerito all’Università di Zurigo, come affermazione, a spiegare che l’eziopatogenesi del Coronavirus è un pull di fattori convergenti e concomitanti, alla cui base stanno i comportamenti umani degli ultimi decenni, talmente inconsapevoli sulle conseguenze di certe azioni da diventare scellerati e nemici della natura, dell’equilibrio ecosistemico e della compatibilità ambientale di ciò che con troppa disinvoltura chiamiamo “progresso”. Spiegando di aver sentito parlare per la prima volta di SARS (severe acute respiratory syndrome) nel 2006 dal medico Alì Khan del National Center for Zoonotic Vector Borne and Enteric Discases (NCZVED), su casi verificatisi già nel 2003 nella Cina meridionale contagiando 8000 persone (di cui una su dieci era morta), Quammen la definisce “il proiettile che aveva sfiorato sibilando l’orecchio dell’umanità”, ma all’epoca non era leggi tutto
L'iceberg
Nell’impegno politico-istituzionale e mediatico il monopolio acquisito dalla pandemia virale, con connesse logistiche vaccinali e a fronte di avversioni e di effetti collaterali indesiderati, espone a rischi simmetrici e maggiori: l’oblio, forse inconsapevole, delle forme cliniche di pandemie non virali ancor più estese e gravi che da molti decenni attanagliano sempre più da vicino ogni popolazione, nessuna esclusa.
La battaglia contro il Covid, con i suoi effetti devastanti, non deve liberare alcuna Istituzione pubblica e privata dal senso di responsabilità, nell’emergenza virale sopita, verso le galoppanti malattie cronico-degenerative e neoplastiche, anzi dovrebbe risvegliarla per la loro azione dimostratasi fortemente aggravante sul decorso clinico della malattia da Covid -19 con esiti infausti fino al 50% dei casi (ISTAT, ISS 2021).
È del tutto corretto porre l’obbiettivo prioritario di vaccinare in fretta tutta la popolazione, oggi come nel futuro, ma quest’obbiettivo non deve disgiungersi da strategie socio-sanitarie e sociali rivolte all’abbattimento preventivo primario delle malattie cronico-degenerative e neoplastiche che, trascorsa l’emergenza attuale, continueranno a gravare sulla normale attività clinica in misura del 75-80% mentre riempiono Trattati medico-chirurgici e Attività accademiche.
La loro definizione biologica si fonda su differenziazioni cellulari, in larga parte d’origine ambientale e legate a stili di vita, che conducono ad evoluzioni cliniche ed esiti leggi tutto
Pietre false e frammenti di vetro
Trascorreranno numerosi secoli – fino al 1789 in Francia, al 1861 in Russia – prima che una campana, ben grande e dal rintocco grave come quella dell’Arengo del Palazzo del podestà in piazza Maggiore a Bologna nell’agosto 1256, annunciasse la fine della “servitù della gleba” e, dunque, la restituzione della libertà, perduta da secoli, a 5.855 esseri umani destinati a rimanere, compresa la loro discendenza, nella condizione di autentica proprietà privata delle 400 abbienti famiglie bolognesi, alla medesima stregua di una proprietà terriera, come gli arbusti e gli impianti agricoli con annessi vari, bestiami cortilivi e armenti inclusi. L’onere del riscatto fu sostenuto dalle casse pubbliche del Libero Comune in ragione di 8 lire per ogni bambino e 10 lire per i maggiori di 14 anni (A. Antonelli, Il Liber Paradisus, Marsilio 2008).
La promulgazione del Liber Paradisus, che racchiude quell’evento liberale e insieme di giustizia sociale, marcò la fine anticipata, rispetto alla lentezza dei secoli, della condizione di schiavitù fino a promuovere difficili e contrastati processi di emancipazione delle classi subalterne e delle donne e dei bambini, conquiste di Diritti civili fino alla più recente costruzione di un poderoso Stato sociale frutto di un’evoluzione culturale che conduce” alla dialettica dell’Illuminismo, al contrasto fra la libertà e le libertà, fra l’uguaglianza leggi tutto
Pandemia-politica-istituzioni: un trinomio inscindibile
Come ciclicamente avvenuto per situazioni catastrofiche dentro le quali l’umanità intera è precipitata, l’attuale pandemia virale rende centrali e decisive le Istituzioni e la Politica favorendo la composizione di un trinomio dai fatti reso inscindibile: Pandemia-Politica-Istituzioni. L’emergenza sanitaria, socio-sanitaria e sociale, piombata a ciel sereno sulla cittadinanza incredula, inerme e provata dalla preesistente irrisolta crisi economica, interroga pressantemente le rappresentanze elettive per ottenere risposte concrete orientate su nuove linee di progresso e sviluppo.
Dall’Esecutivo al Parlamento e ai rapporti Stato-Regioni, da Istituzioni europee ed Organizzazione Mondiale della Sanità alle filiere farmaceutiche, dai contratti per le forniture ai criteri di distribuzione dei vaccini, dall’efficienza delle Istituzioni sanitarie ai livelli essenziali di assistenza e cura, dalle attività produttive e lavorative alla quantità e qualità dei consumi, dai rapporti sociali a qualità e scelte di vita possibili, individuali e collettive…tutto e davvero tutto traballa a causa di molteplici ed intrigate problematiche emerse, mai radicalmente affrontate e risolte, che si innalzano ben visibili davanti a tutti intrecciandosi alle pressanti richieste di salute di una cittadinanza atterrita e convinta (forse) che “nulla potrà tornare come prima…”. Ma si è davvero sicuri che si voglia e si possa giungere a cambiamenti radicali e tanto epocali da impattare
I tanti coni d'ombra
Nonostante le reiterate raccomandazioni igienico-comportamentali, individuali e comunitarie, e l’interposizione di alcune limitazioni di tipo organizzativo, la decisione del Governo di riaprire le attività commerciali e culturali in quasi tutto il Paese suscita una serie di precipue preoccupazioni di tipo socio-sanitario:
I° - sebbene alcuni parametri epidemiologici stiano registrando minute flessioni della curva epidemica italiana, è necessario osservare che dette variazioni non posseggono una reale significatività sul piano statistico per il carattere casuale, non sistematico, della raccolta-dati basata quasi esclusivamente sul numero dei tamponi effettuati quotidianamente e in assenza di un meccanismo di tracciamento del diffondersi dell’infezione. Sarebbero state opportune verifiche e solide conferme sull’effettivo andamento temporale e qualitativo dei dati, peraltro a fronte di livelli di vaccinazione che ancora si attestano su circa il 20% della popolazione che ha ricevuto soltanto una prima dose;
b – i dati attuali dal segno blandamente positivo risentono dei recenti confinamenti attuati nelle zone rosse ed arancione: il loro affievolirsi potrebbe produrre notevoli effetti rebound di infezioni e malattie conclamate, si calcola, fra la fine del mese di maggio e gli inizi di giugno. Il rischio concreto incombente è di disperdere quel poco vantaggio acquisito con conseguenze incalcolabili sul piano sociale e dell’organizzazione sanitaria;
c – l’esplosione epidemica in leggi tutto
La medicina come ultima difesa
Storia, storia della Medicina, letteratura, memoria popolare hanno registrato il rapporto di causa-effetto degli stati morbosi ancor prima che la ricerca epidemiologica, involontaria necrofora, disvelasse che l’origine delle malattie segue andamenti ben definiti riguardo a culture, appartenenze sociali, gruppi etnici, residenze urbane o extra-urbane, varia da un continente all’altro, da una regione all’altra, da una condizione esistenziale ad un’altra: nelle società industriali prevalgono le malattie cardiovascolari, immunitarie, da stress, da inquinamenti ambientali, metaboliche, tumori, obesità, affezioni renali, lesioni traumatiche; nelle società sottosviluppate permangono le malattie infettive e disnutrizionali per insufficienze alimentari, igienico-sanitarie, abitative, fognarie, idriche, energetiche, mancanza di terre, di mezzi di produzione, attrezzi da lavoro, di sussistenza, ecc.
Malattia e salute, in sostanza, risultano strettamente connessi al contesto socio-politico-geografico-istituzionale in cui le persone vivono: nei Paesi ricchi la salute dipende attorno al 50-60% da differenti stili di vita e condizioni socio-economiche ed ambientali, al 20-30% a predisposizioni dell’organismo, spesso acquisite e dunque divenute predisponenti e addirittura ereditarie, al 10-15% a qualità delle prestazioni sanitarie.
Si tratta di interrelazioni intuite già in epoche lontane: Ippocrate affermava che “la democrazia produce cittadini sani e la tirannia, al contrario, sudditi malati”, Platone sosteneva che “un agente esterno rende malato leggi tutto
La battaglia contro la pandemia passa dal rispetto della natura
Il tempo dell’incipit del Covid 19 sembra appartenere alla preistoria, ciò che interessa in questo momento è concentrare risorse ed energie sui piani vaccinali: fase dirimente per vincere questa lunga battaglia anche se risalire alle origini e capire sarebbe utile per evitare che essa diventi l’episodio di una guerra più lunga e indefinita. Per metterla sul banale guardare al presente per ipotecare il futuro senza cogliere la causa che ha scatenato il putiferio è come tappare un lavandino senza chiudere il rubinetto. Non tutti i Paesi del mondo usano la stessa strategia per battere il virus e questo in epoca di globalizzazione dovrebbe indurre ad approfondire i fenomeni demografici previsti entro la metà di questo secolo: non si può blindare una intera popolazione nei confini nazionali rispetto a flussi etnici che diventeranno stanziali. È stato per me interessante approfondire questo argomento con l’illustre demografo e Presidente ISTAT Prof Giancarlo Blangiardo. Ma intanto andiamo avanti a tutto spiano con le somministrazioni: raggiunte le immunità di gregge difendibili solo rendendo difficili gli spostamenti da Paese a Paese vedremo quanto questa trincea potrà reggere. Esattamente il contrario del paradosso che si è materializzato in questi giorni: bloccati in casa in una Italia tutta rossa mentre sono ammessi i leggi tutto