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Legge 106/2025 di tutela dei malati oncologici, cronici e invalidi. Le prime difficoltà applicative nella scuola
Aspettavamo al varco applicativo la legge 18 luglio 2025 n.° 106, di cui si è già illustrata la ratio di tutela dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, croniche e invalidanti ed ecco che un problema emerge per i docenti che intendono avvalersene, a partire dall’inizio del nuovo anno scolastico.
La legge prevede - oltre ai 24 mesi anche frazionabili di assenza (non retribuita e senza contributi figurativi, riscattabili a totale carico dell’interessato) per patologie oncologiche, immunodepressive, croniche e invalidanti in concomitanza al possesso del 75% di invalidità certificata - anche la conservazione del posto per i soggetti richiedenti. Ad inizio anno scolastico vengono invece segnalati casi di docenti che si trovano in queste condizioni di patologie certificate e di invalidità, oltre che titolari di legge 104/92, che – in taluni casi senza preavviso e senza il loro consenso - vengono assegnati - senza prendervi servizio - ad altra sede, spesso più disagiata e lontana dal domicilio e senza alcuna spiegazione, se non un eventuale motivo di organizzazione interna, a discrezione del dirigente scolastico. La conservazione del posto e della sede di servizio è invece – per queste categorie di lavoratori che la legge 106/2025 intende tutelare - un diritto soggettivo inalienabile: tanto è vero che questi docenti sono esclusi dalle graduatorie di istituto dei perdenti posto. Ciò vale
Permessi per lavoratori affetti da malattia oncologica, invalidante e cronica: approvata la legge
Il Senato ha approvato il giorno 8 luglio 2025 in via definitiva la legge che tutela i lavoratori, pubblici e privati, affetti da malattia oncologica, invalidante e cronica. Si attendeva da tempo un provvedimento in tal senso, dopo il travagliato periodo del Covid in cui la normativa è cambiata a singhiozzo e spesso è stata limitatamente intesa alla sola possibilità di effettuare lo smart working, con contenziosi e scelte concessive discrezionali da parte delle Amministrazioni di appartenenza, nonostante tentativi di parità di trattamento intrapresi dai Ministeri della Salute, del Lavoro, del MEF e della Funzione Pubblica e interpretazioni applicative dell’INPS e dei datori di lavoro
Originato dal DDL 153 presentato il 25 marzo u.s. alla Camera dall’On.le Debora Serracchiani ed assegnato alla 10ª Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) in sede redigente il 27 marzo 2025. (poi integrato con altri DDL - C.202 - On. Silvana Andreina Comaroli (LEGA) e altri C.844 - On. Giandiego Gatta (FI-PPE) C.1104 - On. Valentina Barzotti (M5S)C.1128 - On. Walter Rizzetto (FDI) e altri C.1395 - On. Chiara Tenerini (FI-PPE) fino ad essere approvato in testo unificato), il testo ha compiuto l’intero iter parlamentare di approvazione passando all’esame dell’altro ramo del parlamento, ottenendo il parere favorevole delle Commissioni 1ª (Aff. costituzionali), 5ª (Bilancio), 7ª (Cultura, istruzione), questioni leggi tutto
La condizione di povertà sanitaria in Italia
In una recente pubblicazione intitolata “Tra le crepe dell’universalismo – Disuguaglianze di salute, povertà sanitaria e Terzo settore in Italia”, edita da Il Mulino e presentata alla Camera dei Deputati, l’Osservatorio povertà della Fondazione Banco Farmaceutico, ribalta lo stereotipo del malato immaginario di Moliere, schizofrenico e diffidente di natura, sulla base dei dati raccolti in una indagine che riguarda le cure mediche, quelle differite o a cui si rinuncia e l’acquisto e il consumo dei farmaci. Le persone malate e bisognose di cure per davvero, in condizione di border line economico o di vera e propria povertà, sono in difficoltà e alcune, per essere aiutate, si rivolgono ai 2011 enti e associazioni del terzo settore convenzionati con Federfarma oppure gettano la spugna e rinunciano a curarsi senza per questo essere negazioniste. L’evidenza dei dati- come ho imparato dal Prof. Giancarlo Blangiardo, già Presidente Istat e illustre demografo, nonché componente dell’Osservatorio insieme ad altri autorevoli esperti come il Prof. Silvio Garattini– è incontrovertibile e apre un versante di considerazione del fenomeno della povertà in Italia, recentemente evidenziato dalle Ricerche Istat e Caritas ma anche dal 58° Rapporto del CENSIS: quello della povertà sanitaria. Anche il cotè sanitario-medicale concorre a rimarcare fratture e gap tra benestanti leggi tutto
La sanità e la scuola, due istituzioni prese a schiaffi
Mettiamoci per un attimo nei panni di medici, infermieri e insegnanti che svolgono la loro professione nel servizio pubblico: da tempo molti di loro, malcapitati per la legge dei grandi numeri - oggi a te domani a me, nessuno ne è potenzialmente escluso - sono fatti oggetto di aggressioni da parte dell’utenza di cui si occupano. Alunni o genitori che mettono le mani addosso ai docenti per un rimprovero, un cellulare ritirato, una nota sul registro, un voto, per non parlare di sospensioni o bocciature. Addirittura casi di armi portate in aula, coltelli e pistole a pallini: si aggredisce o si spara direttamente in classe o si avvertono i familiari a casa o sul lavoro dell’ingiustizia subita e li si aizzano affinché si precipitino a scuola e la lezione la impartiscano loro agli insegnanti, pelo e contropelo senza ritegno e senza riguardo. Gli episodi di bullismo tra alunni ormai non si contano più, sono da tempo stati derubricati ad intemperanze verso le quali si deve chiudere un occhio. Il recente provvedimento voluto dal Ministro Valditara vuole mettere dei paletti e introdurre norme severe nei comportamenti degli alunni e nella loro valutazione, a cominciare dal 5 in condotta che apre le porte alla bocciatura, oltre leggi tutto
La nebbia cognitiva, effetto del Covid
Una ricerca pubblicata sul New England Journal ha avvalorato alcune evidenze cliniche postume riscontrate in chi è stato affetto una o più volte da COVID 19: oltre all’insonnia, la depressione, la sofferenza cardiaca, i disturbi alimentari e intestinali questa pubblicazione si è soffermata su una sensazione diffusamente percepita e fatta oggetto di approfondimenti anche in termini comparativi tra soggetti che ne manifestano i sintomi: mi riferisco al cd. “brain fog” – in italiano “nebbia cognitiva” i cui epifenomeni sono in prevalenza stati confusivi, perdita di memoria, disturbi di concentrazione, disorientamento, difficoltà e fatica a connettere discorsi o azioni anche recentissimi della vita quotidiana.
Per chi è no-vax o negazionista preconcetto si tratta di fantasticherie e suggestioni: la ricerca inglese ha testato un campione di circa 113 mila pazienti, scandagliando nel prima e nel dopo Covid e riscontrando addirittura una ‘diminutio’ cognitiva fino a 6 punti nel quoziente di intelligenza che diventano addirittura 9 nei pazienti ospedalizzati in terapia intensiva.
Che il SARS -Cov2 fosse una brutta bestia lo abbiamo ampiamente e scientificamente riscontrato in questi quattro anni di emergenza pandemica: il Coronavirus compare, scompare, ritorna sotto mentite spoglie poiché uno dei fenomeni più evidenti è dato dalla sua cangianza e dalle mutazioni genetiche, le cosiddette “varianti” che fanno tirare
La presa della pastiglia
Recentemente ospite di TGCOM24 il noto farmacologo, fondatore e già Direttore dell’Istituto Mario Negri, Prof. Silvio Garattini ha fatto il punto sul settore sanitario e medicale, evidenziando la necessità di una vera e propria “rivoluzione culturale” nelle abitudini degli italiani, troppo spesso inclini ad applicare il nesso malattia-farmaco negli stili di vita più radicati e diffusi. Poche persone in Italia possono vantare un know how di così lunga esperienza e di competenza esperta come il Prof. Garattini e il suo osservatorio è decisamente supportato da dati e analisi tecniche sempre aggiornate e approfondite che rendono conto in modo oggettivo e documentato rispetto ai comportamenti sociali prevalenti. ."La medicina ha fatto grandi progressi ma è anche diventata un grande mercato. Molte malattie sono assolutamente evitabili, ci sono 3 milioni e 700 mila diabetici adulti e questa è una malattia evitabile, così come il 40% dei tumori lo è" ha affermato Garattini, mettendo il dito sulla piaga della carenza di prevenzione mediante accertamenti strumentali ed evidenziando – di converso – come l’abuso farmacologico in itinere o a posteriori rispetto al corso di una malattia non sempre costituisce la soluzione più efficace in quanto c’è uno scostamento tra loro implementazione ed esiti risolutivi. La prevenzione è l’approccio più sensato ed efficace ed esso leggi tutto
È proponibile in Italia “l’utero samaritano”?
"L’utero in affitto" prevede, in sostanza, la stipula di un contratto che impegna una donna a lasciarsi fecondare, oppure lasciarsi impiantare un ovulo già fecondato, e, in ultimo, a consegnare ai committenti il bimbo partorito rinunciando ad ogni diritto di madre. “Utero in affitto” si mostra, a mio parere, una definizione insufficiente perché fissa il suo significato sul solo “organo incubatore”, trasformato in “oggetto commerciale” disponibile sul mercato globale, esulando dall’impegno prestato dall’interezza di mente e corpo della donna, anzi dalla persona-donna in ogni suo aspetto a partire dalla vita affettiva, sociale, valoriale...
Un contratto equiparabile ad una sorta di “prestazione professionale in vivo” che prevede addirittura, oltre al pagamento per la prestazione, il rimborso delle spese documentate, la totale assistenza medica prima, durante e dopo il parto, e un’assicurazione universale anche a distanza di tempo se i problemi dannosi insorti siano riconducibili al processo generativo e alla sua conclusione.
Dunque una stipula contrattuale in piena regola, equiparabile all’affitto concordato e al comodato d’uso, i cui attori sono i committenti, leggi tutto
Medici ospedalieri: pochi, malpagati e insoddisfatti
Un sondaggio dell’Anaao Assomed – la più importante associazione sindacale dei medici dirigenti ospedalieri- condotto dal 30 gennaio al 10 febbraio u.s. restituisce un fermo immagine decisamente negativo circa il livello di insoddisfazione diffusa che serpeggia nella categoria.
E per comprendere che non si tratta di un malcontento vissuto in modo strumentale o corporativo, poiché è un aspetto di un più ampio disagio professionale, è utile richiamare quanto affermato pochi giorni fa dallo stesso Ministro della salute Orazio Schillaci in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Cattolica di Roma : ”In dieci anni-dal 2005 al 2015 - oltre diecimila medici hanno lasciato l’Italia per lavorare all’estero, un esodo di capitale umano che non possiamo più permetterci”. A rincarare la dose pesano come macigni le parole del Presidente di Fnomceo – la Federazione nazionale degli Ordini dei medici – Filippo Anelli: “Se i giovani medici vanno via la colpa è della scarsa qualità di lavoro e di vita, degli stipendi non adeguati, della mancanza di sicurezza che mette gli operatori a rischio anche di aggressioni”.
Circostanza, questa, più volte rubricata nella cronaca persino in modo esponenzialmente crescente, in danno del personale sanitario in servizio negli Ospedali, in particolare nei Pronto soccorsi.
La survey dell’Anaao Assomed è decisamente eloquente anche sotto questo profilo di considerazione: “Possono leggi tutto
Parlando di Vialli ed altri, verso la proposizione di algoritmi
Come capita di solito per eventi avversi inattesi, e soprattutto luttuosi, ci si rammarica, se ne discute, poi tutto sparisce nel profondo scatolone del dimenticatoio personale e collettivo. Si è parlato di Vialli, come in precedenza della Melato, di Pavarotti, Sacchetti, cinquant’anni or sono della Magnani…e poi avanti come prima, con le abitudini quotidiane di sempre.
A prevalere la fatalità, come per gli sconvolgimenti tellurici. Semmai, gli aneddoti e le incertezze vengono mitigate dalle speranze giustamente riposte nella ricerca scientifica e nella tecnologia, ma marginalizzando, involontariamente, i fattori patogeni che continuano a radicarsi ed agire in ogni piega della società: modi di organizzarsi, produrre e consumare, squilibri ambientali e sociali crescenti nella vita quotidiana.
Orientamenti condivisi davanti alla “malattia per eccellenza”, la neoplasia: dall’esaltazione della tecnologia elevata a criterio assoluto all’oscuramento delle elementari conoscenze patogenetiche nella convinzione che la salute dell’organismo - un insieme di organi, apparati e funzioni - si difenda pur trascurando le proprie condizioni di vita quotidiana che,
in realtà, costituiscono larga parte del terreno di cultura su cui allignano le neoplasie.
A corroborare questa visione le notizie del giorno che prospettano “controllabili meccanismi molecolari dei tumori… farmaci inibitori di metastasi… vaccini…killer di cellule neoplastiche…azioni risolutive di leggi tutto
Obblighi e divieti anti-Covid non meritano una Commissione parlamentare d’inchiesta
Le aspre critiche agli obblighi anti-Covid, da membri dell’attuale Governo definite “illiberali” e meritevoli di una Commissione parlamentare d’inchiesta, dovrebbero essere precedute dalla considerazione che obblighi e divieti contribuiscono ordinariamente a regolare la vita quotidiana: dagli obblighi scolastici alle vaccinazioni nell’infanzia, dal divieto di fumare nei luoghi pubblici alle norme per la sicurezza sul lavoro, dall’obbligo di utilizzare casco e cinture di sicurezza alle limitazioni nella balneazione, ecc. senza citare i limiti imposti dal Codice della strada, dai regolamenti comunali, ecc….
La Costituzione garantisce libertà di pensiero, di coscienza, d’espressione, di informazione, rispetto della vita privata. Il Diritto alla salute è sancito dall’articolo 32, non per caso definito “fondamentale”, unico Diritto che si avvale di un aggettivo tanto qualificato, da cui discendono conseguenze politico-socio-sanitarie contenute nella chiosa finale: “diritto dell'individuo e interesse della collettività”. Un binomio inscindibile confermato dal secondo comma: “nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge…”, appunto, nell’interesse della collettività.
Ebbene, l’adozione di provvedimenti urgenti anti-Covid furono giustificati, sul piano epidemiologico e socio-sanitario, per difendere l’integrità individuale e dell’intera collettività nel rispetto della persona umana e in nome del Bene comune, la cui espressione, sebbene mai menzionata, informa l’intera Costituzione leggi tutto


