Ultimo Aggiornamento:
17 aprile 2024
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Argomenti

Il potere del vaccino

Massimo Nava * - 30.05.2020

La pandemia è globale, ma non è omogenea la diffusione e non è ugualitario il pericolo di morte per classi di età e classi sociali. Casomai ha un po’ più di pietà per i poveri del mondo, in particolare in Africa, se sono attendibili le statistiche sulla limitata diffusione del virus, quando ci si attendeva una catastrofe. Probabilmente, la spiegazione risiede nella demografia, l’età media degli africani è 19,4 anni e si sa che il virus risparmia i giovani. Ma non è detto che le previsioni peggiori siano alle spalle, in relazione alle pessime condizioni sanitarie di molti Paesi.

Il corona virus si è diffuso in misura diversa da Paese a Paese. Fra le cause, le diverse situazioni geografiche e climatiche, il diverso livello della prevenzione e delle strutture sanitarie, la diversità di approccio dei governi.

Ciò che non è affatto globale, né democratica, né solidale, è la corsa al vaccino. Cina e Stati Uniti, dopo la guerra per la supremazia commerciale e gli scambi di accuse sulla responsabilità dell’epidemia, si stanno sfidando nella ricerca dell’antidoto. Il vaccino è la nuova arma di salvezza di massa, la pietra filosofale del ventunesimo secolo : chi la costruisce per primo ottiene prestigio internazionale, supremazia economica e politica, potere. Anziché alla cooperazione internazionale, si leggi tutto

Dissonanze che oltrepassano i limiti della convenienza

Francesco Domenico Capizzi * - 30.05.2020

Chiese vuote, cimiteri pieni, ospedali tracimanti, terapie intensive insufficienti, saracinesche chiuse in strade deserte e silenziose, tutti annichiliti nello scorrere del tempo incollati a finestre, telefoni e  schermi, inquieti verso la sospirata incerta riapertura nella convinzione che “nulla sarà più come prima”. Ma, basta una pandemia virale per “cambiare tutto”?

Per “cambiare” non sono bastati 8 milioni e mezzo di morti annui per la pandemia neoplastica, 40 milioni per la fame (75% della mortalità generale), 7 milioni per l’inquinamento atmosferico, centinaia di migliaia per le 35 guerre attive nel mondo, le migrazioni forzate, la povertà, la miseria, il miliardo di denutriti e senza futuro…! (The Lancet, OMS 2019). Forse la vera speranza recondita consiste, semplicemente, nell’attendere che i tanti rigagnoli, ora dispersi, riprendano a defluire nel solco della consuetudine quotidiana?  E dunque gli applausi, i canti, gl’inni, le bandiere, la comunione d’intenti, la solidarietà, l’orgoglio e l’unità nazionale di fronte al pericolo, la lotta e la “presa di coscienza collettiva”…? Si restringono, si dissolvono, evaporano, “lasciano le cose come stavano prima”?

Va risorgendo, intanto, un’interpretazione pessimistica della leggi tutto

Sanità e progetti nazionali. I rischi per il potere russo

Francesco Cannatà * - 27.05.2020

L’11 maggio la Russia ha iniziato il rischioso esperimento di uscire dall’isolamento nonostante l’alto numero di infetti. Quel giorno infatti il presidente Putin con un messaggio alla nazione dichiarava la fine del regime delle giornate di riposo retribuite iniziato il 30 marzo. Quel lunedì il paese con un totale di 165.929 contagi si trovava al sesto posto mondiale per numero di malati. Inoltre da quattro giorni consecutivi il numero dei contaminati cresceva di 10mila unità. Dal 24 maggio i contagiati sono diventati 335882 e la Russia è balzata al terzo posto nella classifica dell’epidemia.

All’irrompere del Coronavirus l’economia di Mosca si trovava in uno stato  di relativo ristagno. Secondo l’istituto pubblico di statistica, Rosstat, il primo trimestre 2020 aveva registrato una crescita dell’1,6% in termini annuali. Più ottimiste, le cifre del ministero dell’Economia valutavano in +1,8% il segno del PIL. La pandemia ha rovesciato questa atmosfera. Al momento le previsioni del dicastero economico federale mettono in conto un calo del 9,5% del PIL rispetto al 2019. Meno fosche le prognosi della Banca Centrale per cui la discesa sarà dell’8%. Sempre il dicastero economico avverte che nel 2020 la flessione del reddito reale della popolazione sarà pari al -3,8%. Il periodo più duro sarà il secondo trimestre dell’anno quando questa voce segnerà -6%. leggi tutto

L’ « INFODEMIA » al tempo della PANDEMIA

Massimo Nava * - 20.05.2020

Se dico che dopo la pioggia tornerà il sole, esprimo una speranza e una banalità. Ma se scrivo “la quiete dopo la tempesta” (copyright Leopardi) sarà considerato uno dei grandi poeti italiani. Se affermo che il Plaquenil è un ottimo farmaco per i reumatismi, entro nella categoria dei medici di fiducia. Se lo annuncio come il rimedio più efficace contro il Covid 19, divento una star più famosa di Bocelli e le farmacie si svuotano di Plaquenil.

Viviamo uno momento di smarrimento. L’epidemia ha messo in discussione  un’idea di continuità illimitata del progresso sociale, scientifico e biologico, esteso ad aree sempre più ampie dell’umanità. Siamo costretti a riflettere sulle nostre fragilità di esseri umani, di habitat, della scienza e della medicina.

In questi mesi di privazione delle nostre libertà e angoscia economica, scienza, politica e giornalismo si confondono come in una fiction di Netflix : episodio dopo episodio si susseguono colpi di scena e nuovi protagonisti, si ingarbugliano le trame, si lascia il pubblico con il fiato sospeso per la stagione successiva. I media e i social network riportano migliaia di notizie (e “scoperte”) in cui è impossibile orientarsi e si finisce per prestare fede a ciò che ci fa più piacere leggere. Intellettuali

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Che strana scienza

Stefano Zan * - 16.05.2020

Proviamo a mettere insieme le cose che sappiamo e quelle che non sappiamo del Covid 19, così come ci sono state raccontate in questi ultimi mesi dai diversi organi di informazione, nonché dalle comunicazioni ufficiali della Protezione Civile.

Non abbiamo ancora alcuna certezza su dove, come e quando sia iniziata la diffusione del virus (probabilmente) in Cina.

Non abbiamo alcuna certezza su dove, come e quando sia iniziata la diffusione del virus in Italia. Sono sempre più numerose le ipotesi che dicono che il mitico paziente 1 di Codogno non fosse affatto il primo contagiato in Italia.

Anche sui tempi e le modalità di contagio, su quando e per quanto tempo una persona che ha contratto il virus, magari in modalità asintomatica, sia contagiosa, ci sono diverse opinioni.

Sull’efficacia dell’uso delle mascherine, e di quali mascherine, si è discusso per settimane con pareri molto difformi fino a giungere alla conclusione, più da parte dei politici che degli specialisti, che era opportuno utilizzarle, tanto che qualche governatore le ha rese obbligatorie anche per strada.

I dati sull’andamento dell’epidemia forniti quotidianamente dalla protezione civile sono palesemente scarsamente attendibili. Non sappiamo quanti sono davvero i contagiati, che spesso sono asintomatici e comunque variano al variare del leggi tutto

Morire di fame ai tempi del coronavirus: rapporto globale 2020 sulle crisi alimentari

Lucia Conti * - 16.05.2020

La peste, giunta dall’Oriente…viaggiava senza fretta, al suono delle campane, come un’imperatrice… infondeva un elemento di insolente eguaglianza nell’esistenza di tutti”.

Così Zenone, l’alchimista-medico dell’Opera al Nero di Marguerite Yourcenar, imbattendosi nella peste in Germania, curando poveri e potenti le attribuisce il potere di azzerare le diseguaglianze, spargendo morte senza distinzione alcuna. Oggi, ai tempi del coronavirus, è frequente fare un parallelo fra le pandemie epocali, ma è proprio vero che azzerino ogni differenza? Siamo tutti sulla stessa barca o le pandemie si sommano a fragilità pregresse dovute ad altre cause? In una pandemia è il confinamento la misura globalmente adeguata di contenimento?

Nelle ultime settimane un altro quesito è balzato all’occhio del lettore attento da articoli di varie testate, dal New York Times al The Economist a BBC News: “Morire di fame o di coronavirus?”.

Un servizio del 27 marzo su BBC News riportava la decisione di Messico e Nicaragua di non adottare misure di confinamento, mentre altri paesi latinoamericani annunciavano la chiusura delle frontiere ed il coprifuoco. I presidenti Obrador e Ortega, la cui decisione ha suscitato un coro di critiche, nell'esporre le loro strategie leggi tutto

La ragione e la spada

Francesco Domenico Capizzi * - 13.05.2020

“Ascoltate il piccolo sapiente…vi dirà che i problemi non si risolvono, ma si decidono. E' come dire che il nodo aggrovigliatissimo dei problemi dell'uomo nella società di oggi, non essendo possibile scioglierlo bisogna tagliarlo. Ma, appunto, per tagliarlo non è necessaria la ragione…basta la spada  (N. Bobbio, Politica e cultura, Biblioteca Einaudi 2005). Questo pensiero e metodo applicato al principio fondamentale del Diritto alla Salute illumina la sua avvenuta derubricazione al semplice Dirit­to all’assistenza sanitaria, necessaria di fronte alla malattia conclamata, del tutto insufficiente a causa dello aggrovigliatissimo nodo da sciogliere: appunto, il Diritto alla salute inteso come stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non come semplice assenza di malattia" (Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, Organizzazione Mondiale della Sanità, 1948).

Nelle nostre realtà politico-istituzionali le diffuse grandi patologie vengono affrontate comunemente, come insegna anche l’esplosione pandemica in corso che stenta a sparire, in modo analogo ai vasti conflitti sociali: si utilizzano modalità emergenziali, molto spesso non tene­ndo conto dell’origine degli stessi, anzi derubricandoli istintivamente nell’ambito del mantenimento dell’ordine pubblico. Il nodo è, leggi tutto

“Siamo, dunque pensiamoci”

Massimo Nava * - 09.05.2020

“Cogito, ergo sum”, penso dunque sono, diceva Cartesio. Proviamo a rovesciare la sentenza al tempo del coronavirus: sono, dunque penso. Il filosofo francese intendeva dimostrare che la possibilità di pensare, e di «pensarsi» come individuo, offrisse la certezza assoluta, il principio basilare, dell’esistenza umana. Se esistiamo come esseri pensanti, è dunque scontata la capacità di pensare. E da qui discende la capacità di utilizzare le potenzialità della mente e finalizzarle al bene individuale. Ma se entrano in gioco l’etica, la responsabilità, l’imperativo kantiano di agire per il bene, le potenzialità della mente dovrebbero essere finalizzate anche al bene collettivo.

L’epidemia che stiamo affrontando ci dice che Cartesio e Kant hanno sempre più argomenti in comune. (Il lettore perdonerà la sintesi superficiale di studi liceali e universitari), in quanto bene individuale e bene collettivo sono sempre meno distanti, a prescindere da valutazioni politiche o ideologica sul sistema e sul modello di società in cui si vive.

Continuiamo ovviamente a pensarci come individui singoli, ma esistiamo sempre meno come individui separati dagli altri. Il confinamento in un certo senso ci ha avvicinato: sentiamo un comune destino, ci “vediamo” più spesso in gruppo, sui social e grazie alle nuove tecnologie dialoghiamo a distanze planetarie, leggi tutto

L’ora difficile dell’Europa fra pandemia e globalizzazione

Francesco Cannatà * - 09.05.2020

Frontiere, globalizzazione, debito. Il Coronavirus ha rimesso con forza in primo piano le questioni che in Europa da oltre un decennio dividono l’opinione pubblica. Da questa crisi gli europei ne usciranno mortalmente disuniti? Sarà ancora possibile pensare il continente in termini comuni in modo da contare negli affari mondiali? Tutti gli Stati membri condividono questo obiettivo ? Per restare all’attualità, gli Stati dell’eurozona hanno disperatamente bisogno, se pur in modi differenti, di fondi per finanziare le misure anti pandemia. Finora le molteplici crisi vissute dal continente hanno avuto denominatori comuni. Di qualsiasi cosa si tratti: banche, debito sovrano, immigrazione, rifugiati, sicurezza oppure, come ora, l’epidemia, l’UE agisce con grandi difficoltà. In ogni dibattito i singoli Stati prendono posizioni differenti. Alla base di questa disunione vi è quello che appare sempre più come il peccato originale dell’Unione. L’UE non riesce a darsi legami di solidarietà e legittimità paragonabili a quelli dello Stato nazionale. Nel suo modello ideal-tipico, lo Stato nazionale ha dato vita a comunità in cui decisioni anche gravose della maggioranza sono state normalmente accettate dalla minoranza in quanto da questa ritenute legittime. Altrettanto è successo con la solidarietà economica. Distribuzione e trasferimenti di reddito sono stati condivisi dall’insieme della cittadinanza poiché valutati leggi tutto

Virus e politica

Stefano Zan * - 06.05.2020

Premesso che trovo la cronaca internazionale dei principali quotidiani negli ultimi due mesi di una pochezza e di una omogeneità (per usare un eufemismo) davvero sorprendente, segno evidente che lavorano da casa su fonti secondarie e su agenzie, mi sembra si possa dire che tutti gli Stati stanno affrontando due questioni politiche di fondo nella gestione della progressiva uscita dalla fase di emergenza di contrasto alla diffusione della pandemia.

La prima questione riguarda il tasso di diffusione del contagio tollerabile con la ripresa, ancorché parziale e graduale, delle attività economiche e della mobilità dei cittadini. E’ evidente a tutti che il contagio e la diffusione del virus sono tutt’altro che terminati così come è altrettanto evidente che il blocco che ha caratterizzato gli ultimi due mesi non è più sostenibile né sul piano economico né su quello sociale. Il punto diventa quello di scegliere, e in questo senso è un’operazione squisitamente politica, quale grado di diffusione del virus è tollerabile con un allentamento delle restrizioni che hanno caratterizzato la fase di emergenza.  Anche se la scelta viene in larga misura e con grande ambiguità riversata sui tecnici, in realtà oggi sono i politici che devono decidere quale e quanta diffusione del virus è compatibile con leggi tutto