Ultimo Aggiornamento:
20 aprile 2024
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Ucraina e Russia: opportunità per l’Europa

Gianpaolo Rossini * - 06.05.2014

L’Ucraina è tagliata in due dal Dnepr che la percorre da Nord a Sud. Una zona russofona ad est mentre ad Ovest si trova la regione che guarda verso l’Europa e che parla una propria lingua anche se affine al russo.  Il Dnepr è uno dei grandi fiumi dell’Est europeo al centro della storia politica e religiosa delle civiltà slave. Dalla capitale Kiev, adagiata sulle sue rive, si è irradiata, quasi mille anni fa, la cristianizzazione delle Russie. L’Ucraina è terra di mezzo, e, come tale  vittima di grandi conflitti, ma è anche un polo culturale con forti legami con l’intero universo slavo e russofono, dal quale non è possibile pensarla separata.  Una parte del paese dei cosacchi anela  alle garanzie in termini di qualità della democrazia civile ed economica che l’Europa, nonostante la profonda crisi economica, rappresenta. E dunque il dilemma se aderire ad una integrazione più profonda con l’UE staccandosi dalla Russia o entrare nell’Unione doganale con il paese di Putin.  Scegliere una delle due alternative vuol dire per l’Ucraina andare incontro a spaccature con effetti destabilizzanti su tutto l’est Europa extra Ue. Gli scontri e le tensioni di questa prima parte del 2014 ne sono la prova, così come le reazioni scomposte della Russia che minacciano di spostarsi sul piano militare  a fronte di una diafana “personalità” internazionale della Ue. leggi tutto

Le promesse della BCE ci salveranno dalla deflazione?

Gianpaolo Rossini * - 29.04.2014

Dal 9 luglio 2008 al maggio 2009 la BCE riduce i tassi d’interesse dal 5.25% all’1.75%. Muovendosi all’unisono con la FED americana accompagna con coraggio i primi due anni della grande crisi deflagrata nel 2008.  Si aggiunge poi una espansione unanime della spesa pubblica in Europa. Sotto la guida della Germania il vecchio continente sembra messo al riparo dalle temperie d’oltreoceano. Nell’estate del 2010 il cambio dollaro euro tocca il livello di 1.20, una quotazione ragionevole con un euro appena un pò sopravvalutato sul dollaro. Passa poco più di un anno senza che però l’orizzonte si rassereni. Poi improvvisamente questo approccio positivo va in frantumi. Nella BCE e soprattutto in Germania riemergono i timori di inflazione. Ingiustificati, visto che i prezzi nell’area euro si mantengono sotto il 2%. L’Europa abbandona le azioni della Fed e del governo americano, fatte di spesa pubblica non avara, di tassi d’interesse vicini allo zero, di poderose iniezioni di liquidità ottenute stampando  moneta per acquistare ogni genere di attività finanziaria, vuoi di imprese, banche e istituzioni pubbliche a corto di liquidità. leggi tutto