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La ricerca di base e lo sviluppo economico
Il presidente Napolitano, nel suo discorso d'insediamento, parlò del "valore delle proposte...per potenziare l'istruzione e il capitale umano, favorire la ricerca, l'innovazione e la crescita delle imprese". Fu ammirevole l'accostamento fra queste voci e preveggente: le società colte, quelle che investono di più in formazione e ricerca, stanno recuperando molto più rapidamente rispetto ai tempi della crisi di quelle, come la nostra, con una tradizione di scarsi investimenti nella ricerca. E' un fatto che le imprese crescono se fanno innovazione, e che l'innovazione è figlia della ricerca.
In sintonia con il Presidente Napolitano, il fisico inglese Brian Cox nella Faraday Lecture della Royal Society di Londra afferma che raddoppiare i fondi per l'università e la ricerca sarebbe un ottimo investimento. Questo è leggi tutto
Eurobonds: oggi più di ieri
A lungo si è discusso in Europa l’idea di unificare l’emissione dei titoli pubblici dando vita a obbligazioni pubbliche denominate eurobonds che avrebbero progressivamente sostituito Bot, Btp italiani, Bonos spagnoli, Bund tedeschi e così via. Gli eurobonds però non hanno mai visto la luce per opposizione teutonica. Lo scenario è cambiato per cui vale la pena chiedersi quali sarebbero oggi i vantaggi e i costi degli eurobonds. Resterebbero gli stessi di qualche anno fa o sono mutati da quando la proposta originaria venne avanzata da Juncker e Tremonti sul Financial Times?
La sostituzione dei titoli pubblici nazionali con un unico titolo di eurolandia produrrebbe lo stesso tasso di interesse nelle diverse aree della unione monetaria per governi, imprese e consumatori e la scomparsa dei costosi spread. Qualche anno fa, se avessimo adottato gli eurobonds, quando gli spread erano cospicui, avremmo forse avuto una lieve salita dei tassi rispetto a quelli dei paesi più virtuosi (Germania, Olanda, Finlandia, Austria), una discesa per quelli in difficoltà (Irlanda, Grecia; Portogallo, Cipro, Spagna, Italia) e probabilmente nessuna o scarse variazioni per i paesi sul confine tra bene e male, come Francia e Belgio. Questa previsione era frutto di un’ipotesi pessimista. Gli eurobonds avrebbero reso il mercato dei titoli pubblici molto più liquido con benefici per i forti e per i deboli. leggi tutto
La BCE convitato di pietra delle elezioni del 25 maggio
Certo non si può dire che questa tornata la campagna elettorale per le elezioni per il Parlamento di Strasburgo non tocchi questioni europee. L’euro è il tema che risuona ovunque. Nonostante molte formazioni politiche sventolino minacciose bandiere antieuro, non spunta però all’orizzonte una risposta nei fatti e sul piano mediatico da parte di alcuna istituzione europea. Il compito, ingrato, di difenderle è lasciato a forze politiche di governo. Alcune delle quali non hanno certo ricevuto favori da Bruxelles e Francoforte. E ora si trovano a dover giustificare zii spilorci, lunatici. E una BCE sempre pronta a rimproverarci. Colpevole di averci cacciato nel vicolo angusto e drammatico della deflazione. Tutto questo non aiuta sul piano politico i governi leali all’Europa. E dimostra una fastidiosa sufficienza nei confronti della democrazia e della rilevanza del Parlamento europeo. Oltretutto è proprio la BCE l’istituzione federale per eccellenza che deve ogni anno rendere conto al Parlamento europeo. Ma la BCE sembra scarsamente interessata ai suoi interlocutori istituzionali, forse perché finora il parlamento europeo ha contato quanto il Forum di Davos. Ma non sarà sempre così. In ogni caso la BCE avrebbe potuto, e potrebbe ancora, fare qualcosa. Ma seguita a limitarsi ad annunci. E rimanda. Rimanda. Rimanda. leggi tutto
Ucraina e Russia: opportunità per l’Europa
L’Ucraina è tagliata in due dal Dnepr che la percorre da Nord a Sud. Una zona russofona ad est mentre ad Ovest si trova la regione che guarda verso l’Europa e che parla una propria lingua anche se affine al russo. Il Dnepr è uno dei grandi fiumi dell’Est europeo al centro della storia politica e religiosa delle civiltà slave. Dalla capitale Kiev, adagiata sulle sue rive, si è irradiata, quasi mille anni fa, la cristianizzazione delle Russie. L’Ucraina è terra di mezzo, e, come tale vittima di grandi conflitti, ma è anche un polo culturale con forti legami con l’intero universo slavo e russofono, dal quale non è possibile pensarla separata. Una parte del paese dei cosacchi anela alle garanzie in termini di qualità della democrazia civile ed economica che l’Europa, nonostante la profonda crisi economica, rappresenta. E dunque il dilemma se aderire ad una integrazione più profonda con l’UE staccandosi dalla Russia o entrare nell’Unione doganale con il paese di Putin. Scegliere una delle due alternative vuol dire per l’Ucraina andare incontro a spaccature con effetti destabilizzanti su tutto l’est Europa extra Ue. Gli scontri e le tensioni di questa prima parte del 2014 ne sono la prova, così come le reazioni scomposte della Russia che minacciano di spostarsi sul piano militare a fronte di una diafana “personalità” internazionale della Ue. leggi tutto
Le promesse della BCE ci salveranno dalla deflazione?
Dal 9 luglio 2008 al maggio 2009 la BCE riduce i tassi d’interesse dal 5.25% all’1.75%. Muovendosi all’unisono con la FED americana accompagna con coraggio i primi due anni della grande crisi deflagrata nel 2008. Si aggiunge poi una espansione unanime della spesa pubblica in Europa. Sotto la guida della Germania il vecchio continente sembra messo al riparo dalle temperie d’oltreoceano. Nell’estate del 2010 il cambio dollaro euro tocca il livello di 1.20, una quotazione ragionevole con un euro appena un pò sopravvalutato sul dollaro. Passa poco più di un anno senza che però l’orizzonte si rassereni. Poi improvvisamente questo approccio positivo va in frantumi. Nella BCE e soprattutto in Germania riemergono i timori di inflazione. Ingiustificati, visto che i prezzi nell’area euro si mantengono sotto il 2%. L’Europa abbandona le azioni della Fed e del governo americano, fatte di spesa pubblica non avara, di tassi d’interesse vicini allo zero, di poderose iniezioni di liquidità ottenute stampando moneta per acquistare ogni genere di attività finanziaria, vuoi di imprese, banche e istituzioni pubbliche a corto di liquidità. leggi tutto