Ultimo Aggiornamento:
27 marzo 2024
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Il boom delle dimissioni dal lavoro

Francesco Provinciali * - 25.02.2023

I dati forniti dalle comunicazioni obbligatorie trimestrali del Ministero del Lavoro offrono uno spaccato interessante e suscettibile di approfondimenti: nei primi 9 mesi del 2022 si sono registrate oltre 1,6 milioni di dimissioni dal posto di lavoro, con un più 22% rispetto allo stesso periodo del 2021 quando ne erano state computate oltre 1.3 milioni. Non si tratta peraltro di un fenomeno solo italiano, negli USA la deriva sta assumendo una dimensione tanto consistente da essere definita ‘Great resignation’, ‘le grandi dimissioni’. Per decenni politica, sindacato e associazionismo hanno posto il problema della carenza dei posti di lavoro come motore che innesca il volano dell’impoverimento e il blocco dell’ascensore sociale: analisi radicata negli anni e che permane, confermata ad esempio dal recente 56° Rapporto del CENSIS sullo stato di salute del Paese. Viene da chiedersi allora se esista un’analogia tra questa tendenza a sciogliere i legami con un’attività lavorativa e il più generale scollamento tra società e istituzioni, agevolato dal venir meno dei corpi intermedi, che il Direttore Generale dell’Istituto di analisi sociale, Massimiliano Valerii ha stigmatizzato come “ritrazione silenziosa dei cittadini”. Così come considerando questo disallineamento tra stili di vita prevalenti e fonti di produzione del reddito sarebbe utile rileggere “La società signorile di massa” leggi tutto

Il dovere della coscienza, oltre l'ossessione per le riforme

Francesco Provinciali * - 18.02.2023

Come siamo cambiati? Come viviamo? Quali speranze coltiviamo per il nostro futuro?

Una prima osservazione riguarda lo straordinario progresso scientifico e tecnologico che ci ha offerto potenzialità di miglioramento un tempo impensabili.

Le aspettative di vita sono esponenzialmente cresciute in quantità e qualità

Non si può non constatare, poi, con che peso e in che misura l’economia abbia influito sugli stili di vita e come la teoria della crescita illimitata, del benessere diffuso, dell’offerta di beni e servizi si stia misurando – in tempo di crisi – con la realtà, sollecitando riflessioni, valutazioni e consuntivi in ogni aspetto del vivere.

Ma quando la gestione della ricchezza prodotta non è accompagnata da un solido fondamento etico si generano disuguaglianze, ingiustizie, nuove e crescenti povertà.

La forbice tra sovrabbondanza e indigenza si sta divaricando sempre più e non è fuori luogo correlare questa tendenza con le azioni tardive della politica e dei governi, con la loro incapacità di riequilibrare questo crescente gap.

Soprattutto perché non si tratta di un fenomeno limitato a certe aree geografiche o alla differenza storicizzata tra paesi poveri e paesi benestanti.

Anche nelle più evolute civiltà occidentali si stanno generando nuove e inconsuete sacche di povertà emergenti, fino a modificare e a rendere labile, leggi tutto

La vecchiaia, metamorfosi sulla linea retta della vita

Francesco Provinciali * - 04.02.2023

La lettera che lo psichiatra Vittorino Andreoli imbuca nella metaforica cassetta postale della vita ci spiega molte cose che riguardano il destinatario e forse ancor di più il mittente.

Da costui viene spedita come un dono che ci racconta quelle che siamo soliti definire le tappe dell’esistenza, per spiegarne più compiutamente l’ultima: ciò che emerge dalla scorrevole lettura è la pacatezza esplicativa dei toni che rendono fluida e colloquiale la narrazione. Non vi si colgono forzature o maldestri tentativi di ammiccante persuasione, come potrebbe accadere ad un imbonitore che voglia dimostrare una magnificenza inesistente, trovo persino generoso il modo in cui – quasi senza farlo notare – l’estensore di questa lettera si rivolge al suo immaginario interlocutore raccontando di se stesso.

Qui si coglie come in tutta la sua immensa produzione scientifica e letteraria una trasparente consapevolezza, talmente spontanea da sovrapporsi all’io narrante, così convincente da farci accogliere con benevola disponibilità ogni spiegazione, oltre il nostro stato d’animo del momento.

La condizione paritetica che il Prof. Andreoli evoca negli impliciti di questa missiva riguarda la situazione anagrafica di chi scrive e di chi leggerà: vecchio l’uno e vecchio l’altro, sgombrando subito il campo dalle scorie concettuali e culturali che questo aggettivo sostantivato denotativo leggi tutto

Gradini che non finiscono mai

Francesco Provinciali * - 21.01.2023

Già dalle prime pagine del suo libro o meglio, dai primi gradini della scala della sua vita, si colgono due aspetti in apparente bisticcio tra loro -se considerati separatamente- ma in realtà complementari e connotativi dell’uomo Giorgio Parisi: la normalità e l’originalità. Ho sempre pensato (in ciò confermato dalla personale conoscenza di alcuni di loro) che i veri ‘grandi’ sono persone semplici: nascoste e appartate, riflessive, amanti del silenzio, non ostentano, si pongono domande, vivono le inquietudini dell’esistenza, parlando di sé esprimono la quotidianità e le molte consuetudini in cui ci ritroviamo. Di ciascuno di loro si potrebbe dire: “è uno di noi”. Ma sotto questa coltre che li accomuna al genere umano, sono depositari di una sorta di curiosità cosmica, di una visione olistica, totale della vita, sanno cogliere l’universale nel particolare, accendono lampadine dove altri si perdono nel buio, in quella indescritta normalità che ci rende tutti uguali sanno trovare l’eureka, l’illuminazione, l’idea risolutiva, anche coltivando l’arte del dubbio e la virtù dell’umiltà senza mai perdere la spinta formidabile della motivazione, sanno andare oltre le apparenze, non si fermano al primo ostacolo, dall’errore colgono l’opportunità per ripartire e correggersi, coltivano il dovere della fatica e dell’impegno come passaggi leggi tutto

Si è oscurato il sole dell’avvenire?

Fulvio Cammarano * - 18.01.2023

Per i boomers, 2023 non è un anno astronomico, ma il titolo di un film di fantascienza. Molti di coloro nati nella seconda metà del XX secolo sono cresciuti pensando che, pur tra mille difficoltà, il futuro avrebbe spalancato a porzioni sempre più vaste di umanità un mondo favoloso o, perlomeno, più vivibile. Cosa avrebbe detto una persona nel, poniamo, 1963 se gli avessero chiesto di immaginare il mondo nel 2023? Molte cose positive. Se chiedessero oggi come immagini il mondo nel 2083, temo non ci sarebbe altrettanta fiducia nelle sorti magnifiche e progressive dell’umanità. Quanto segue non intende essere il mala tempora currunt che caratterizza l’umore degli anziani e dei conservatori. Riguarda invece la diffusa sfiducia che si percepisce un po’ ovunque in Occidente proprio in quel mitico futuro migliore, inteso cioè come speranza, se non convinzione, di riuscire presto a rimuovere quegli ostacoli che, qui e ora, impediscono ad un numero crescente di persone di realizzarsi compiutamente. Siamo da quasi un ventennio letteralmente sfibrati dal “vecchio che avanza”, correndo in un logoro labirinto da cui non si riesce ad uscire. La scena “dall’alto” ci mostra una catena di incubi distopici, a partire dalle guerre: sono 59 quelle in corso e non solo non diminuiscono, leggi tutto

Il presidente Meloni intervenga sullo smart working e le tutele per i lavoratori fragili

Francesco Provinciali * - 14.01.2023

In epoca di post-globalizzazione le notizie girano velocemente ma non sempre in tempo utile e verificabile.   Si sa ad esempio che la Cina è flagellata da una nuova fase di pandemia da Covid-19. Alcuni Stati hanno imposto controlli alle frontiere, specie per gli sbarchi di passeggeri in arrivo da quel Paese dove città come Shangai registrano il 75% di contagiati. Cose che si sapevano non da ieri, ad esempio mentre in Italia si votava la legge di bilancio che prevedeva il rinnovo dello smart working per i lavoratori fragili, pur se assoggettato ad uno dei 44 rilievi formulati dalla Ragioneria dello Stato. Da quando ha ripreso a circolare anche da noi la paura di una ripresa dei contagi e il rischio di nuove varianti, si alternano in TV esperti che raccomandano la 4° e finanche la 5° dose per i soggetti fragili, l’uso delle mascherine e tutte le cautele del caso, implementate dalla concomitanza dell’influenza che può creare un mix virale pericoloso: raccomandazioni encomiabili.

Si batte il tasto delle precauzioni che fragili, defedati, immunodepressi e anziani devono assumere attraverso una preventiva e accorta profilassi ma nello stesso tempo si tergiversa su quali tutele debbano essere assunte a protezione dei lavoratori certificati fragili e inidonei al leggi tutto

Nel 50° della prima legge sulla “obiezione di coscienza”

Francesco Domenico Capizzi * - 11.01.2023

Pur stabilito nella nostra Costituzione, all’articolo 11, il “ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali…”, per decenni non è stata evitata la penalizzazione della libertà di coscienza nel rispondere alla coscrizione militare obbligatoria.  Infatti, la prima norma che inizia a disciplinare formalmente l'obiezione di coscienza risale al 15 dicembre 1972 con la legge n. 772.

Si dovrà attendere il D.P.R. del 28 novembre 1977 n. 1139 per ottenere le "norme di attuazione della legge 15 dicembre 1972, n. 772, sul riconoscimento dell'obiezione di coscienza".

In sostanza, agli obiettori viene riconosciuta la facoltà di optare per il servizio civile, però della maggior durata di otto mesi in aggiunta al normale periodo del servizio militare. La norma fu, però, dichiarata incostituzionale dalla Consulta il 19 luglio del 1989: “…una sanzione conseguente ad una particolare espressione della persona, nel più aperto contrasto sia con il principio di eguaglianza che con il diritto di libera manifestazione del pensiero, dando vita ad un'ingiustificata valutazione deteriore delle due forme di servizio alternativo a quello armato”.

Bisognerà, ancora, attendere l’8 luglio del 1998 per ottenere pienamente il diritto all'obiezione di coscienza non come beneficio concesso, ma come diritto ad “essere contrari all’uso personale delle armi”. leggi tutto

Dietro l'angolo

Francesco Provinciali * - 07.01.2023

Chiedeva una volta un noto conduttore televisivo ai suoi intervistati: “che cosa c’è dietro l’angolo”?

Tra tutti coloro che si cimentavano nella risposta solo in pochi ci hanno poi veramente azzeccato, parecchi non sono neppure stati in grado di prevedere le proprie faccende personali.

Questo dimostra che non tutto dipende dalla volontà e che lo stesso destino si fa spesso beffe persino del più acuto discernimento critico.

Non c’è una scienza esatta della previsione: non parlo della meteorologia e neppure dei terremoti, mi riferisco- e mi basta – ai comportamenti umani.

Si è chiuso un “annus horribilis” ma nessuno può scommettere che quello che si apre possa essere un “annus mirabilis”.

La guerra in Ucraina, la devastazione di un territorio e il tentativo di annientamento del suo popolo e della sua storia ci hanno dimostrato a quali abissi di crudeltà possa arrivare l’animo umano: una ferocia senza limiti materiali e morali, il delirio della dittatura che brama la distruzione del mondo.

L’Iran e l’Afghanistan dove il fondamentalismo soffoca nel sangue ogni anelito di libertà.

La pandemia che reca il senso nel suo nome: pan (tutto) demos (popolo): penso che si stia vivendo l’aspetto più devastante di una insensata globalizzazione, il flagello planetario leggi tutto

La piaga sociale dei femminicidi

Francesco Provinciali * - 24.12.2022

La cronaca ci racconta vicende di minori e di donne vittime di violenza: sono storie trasversali, che non hanno target sociali predefiniti, che non escludono i contesti di vita per loro più naturali, che diventano purtroppo tendenza e costume, quasi un correlato di altre derive negative emergenti nei comportamenti umani. Un’escalation che ingloba la parte più debole e indifesa dell’esistenza, quasi a significare che non c’è limite al peggio, che aggressività, ferocia, disumanità, cattiveria si consumano con disinvoltura e delirio crescenti, fino a diventare piaga sociale e declino di valori individuali.

Si alternano in modo sequenziale e simmetrico, questi delitti in danno dei minori e delle donne, nell’immaginario collettivo sono quasi un rituale narrativo dell’efferatezza a cui può giungere l’umanità, ad ogni latitudine, come se non fossero bastati secoli e secoli di condizione di interiorità e sottomissione strumentale, come se ciò che definiamo civiltà come valore acquisito e condiviso non fosse qualcosa di risolutivo, un punto e a capo in nome della umana dignità e del rispetto.

Dei minori travolti dall’onda della violenza se ne parla e se ne tace con vergognosa disinvoltura.

A chi scrive queste righe l’esperienza maturata nel tribunale minorile ha riservato e riserva tuttora- al sentore leggi tutto

Alla ricerca del vero senso dell'esistenza

Francesco Provinciali * - 17.12.2022

Prof. Andreoli trovo che sovente cadiamo nell’errore di cercare intorno a noi, nei beni materiali e nel desiderio del loro possesso lo scopo dell’esistenza, eludendo interrogativi profondi che riguardano invece il senso della vita anche nei suoi aspetti reconditi: le relazioni con gli altri, la fatica che accompagna ogni conquista, il dovere della responsabilità, fino al sacrificio e al dolore. Quali consapevolezze dobbiamo recuperare per nobilitare il nostro essere qui, nel mondo?

 

Vede, dottor Provinciali, io credo che ci siano momenti in cui forse devono prevalere la gioia, il gioco, la curiosità: insomma c’è anche un tempo per evadere, sono convinto che ci siano occasioni in cui il tempo diventa gradevole per l’esistenza e per l’uomo. Ci sono però situazioni di vita diverse in cui questi aspetti positivi non sono possibili perché bisogna passare dal ‘particulare’ - per usare un’espressione di Vico- al generale e quindi viene un tempo in cui è necessario dedicarsi alla ricerca del significato che ha l’uomo nel mondo e quindi reciprocamente al significato del mondo per l’uomo. In questo consiste la scoperta continua del senso della vita. Mi pare che noi dovremmo “essere dentro” questo tempo, per un motivo molto semplice: viviamo in epoca di crisi. leggi tutto