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Minori al centro della cronaca
La cronaca ci propone con accentuazioni sempre più incalzanti episodi in cui i minori sono al centro di contesti di violenza subita o agita. Ci sono padri e madri che scaricano sui figli le proprie frustrazioni esistenziali o più semplicemente la propria immaturità e incapacità genitoriale: l’abbandono fisico e affettivo è forse il caso più ricorrente ma non sono rare situazioni di violenza fisica e sessuale, comportamenti agghiaccianti e innaturali perpetrati su creature in tenerissima età, come quel padre che recentemente ha ammesso di aver scaraventato fuori dalla finestra la figlioletta di 2 anni.
L’esperienza di ascolto consente di conoscere situazioni che vanno dal disagio familiare a contesti promiscui dove un figlio è spesso motivo di disturbo e un ostacolo al delirante abbandono alle pulsioni di egoismo e narcisismo sfrenato degli adulti, oppure viene fatto oggetto di veri e propri atti di abuso, spesso alimentati dalle droghe e dall’alcool, altre volte in assenza di relazioni affettive primarie, di disinteresse o di conflitti di coppia. Quanto tutto questo si ripercuota – nel migliore dei casi – sull’insuccesso formativo e sul fallimento scolastico dei minori lo si deduce dalle segnalazioni che i servizi sociali o gli stessi istituti inoltrano alle autorità giudiziarie minorili a partire dalla scuola dell’infanzia. leggi tutto
Fra speranze e paure
Intelligenze artificiali “allenate grazie al dataset”, robot che si comportano come “esseri umani“, che imparano dai “propri errori” e si “allenano per migliorare le proprie prestazioni” e “formulano specifiche previsioni”, anche “aggiustando il tiro in caso di errori fino a trovare la relazione giusta fra dati emersi e dati reali… fino a lavorare correttamente in modo autonomo raggiungendo affidabilità vicine al 100%” per guidare automobili e complessi industriali, istruire economia e finanza, formulare diagnosi ed eseguire terapie e interventi chirurgici, assistere malati ed anziani, indirizzare il mondo della finanza e del commercio, ideare e comminare intrecci e disastri geopolitici e poi… nei teatri di guerra…tutto secondo algoritmi…
Oggi parlare di innovazione tecnologica appare riduttivo, rispetto ai cicli di crescita progressivi ed impetuosi, più debitamente definibile “rivoluzione tecnologica”, non soltanto a causa della sua espansione, ma per l’uso di apparati sistemici tali da rendere i nostri più prossimi antenati, per la semplicità dei mezzi adoperati, più vicini ai secoli medioevali che a quelli della “rivoluzione industriale”.
Le rapide evoluzioni tecnologiche e tecnocratiche, che constatiamo estendersi in tutte le fasi del giorno e della vita quotidiana, verificandone l’efficacia e l’utilità, sono da apprezzare, leggi tutto
La discriminazione sui lavoratori fragili lascia in grave difficoltà coloro che non possono usufruire dello Smart Working
Solo chi vive sulla propria pelle il vulnus normativo lasciato in eredità dal Governo uscente può descrivere la solitudine, il disagio e la frustrazione che concretamente ne derivano.
Ecco: assenza di lungimiranza, di conoscenza delle realtà diversificate nel mondo del lavoro, di bisogni e di diritti dei soggetti più deboli ed esposti al pericolo di contagio e mancanza di senso della concretezza hanno caratterizzato la soluzione politica al problema dei lavoratori fragili privi di tutele, segnatamente per il vuoto normativo che – dopo due anni di rattoppi e provvedimenti retroattivi - ha lasciato davvero senza fiato e senza speranze alcune migliaia di persone a cui non sono state prorogate integralmente le previgenti tutele, scadute il 30 giugno u.s.
Nonostante le promesse che hanno preceduto la campagna elettorale la montagna ha partorito un topolino nel cd. “decreto aiuti-bis”: il Ministro del Lavoro Orlando l’ha appunto definita una promessa mantenuta, per la quale si è speso in prima persona e ha messo sul piatto un obolo di diciotto milioni di euro, il tutto per rinnovare solo una delle due tutele sulle quali in passato - nei due anni di pandemia - i fragili potevano contare, quello smart working che è stato propagandato come brillante soluzione al problema ma che leggi tutto
Il porto di Genova Prà: un caso mondiale di stravolgimento ambientale
Il Governo di Singapore fa le cose sul serio in quanto a politica espansiva nella gestione dei sistemi portuali italiani. La fusione di PSA Genova Prà (con sede e direzione generale a Singapore) e SECH con sede a Genova ha creato in quel di Genova un colosso in grado di contendere il mercato del trasporto via mare e delle strategie portuali a MSC e alla cinese COSCO. Mentre PSA è già un colosso mondiale al suo confronto SECH è realtà piccola e locale: l’operazione è consistita quindi nell’inglobare SECH in PSA.
Tradotto in soldoni ciò significa che il gigante PSA ha la quota azionaria di maggioranza per la governance dei due terminal containers del Porto di Genova, il SECH (terminal contenitori di Genova spa che gestisce la Calata Sanità) e il PSA di Prà, ormai diventato il più importante terminal import-export italiano.
Si aggiunga l’alleanza cinese con la Maersk (il primo gruppo armatoriale per il trasporto dei container al mondo) nel porto di Savona mentre nel mirino finisce anche La Spezia dove c’è il terminal di Contship con MSC. E mi scuso per eventuali imprecisioni. Chi vive in quei contesti territoriali avverte un senso di declino ambientale inarrestabile: basta osservare lo sfascio ecologico leggi tutto
“Grande” guerra, soltanto per le dimensioni
4 novembre: ricordare quei ragazzi utilizzati come “viti di una macchina che si scaglia avanti e nessuno sa dove, che si rigetta indietro e nessuno conosce il perché…”
All’alba del 31 gennaio 1917 un ragazzo alto ed esile dai modi gentili e miti, appena diciottenne e senza un filo di barba, in completo blu e cravatta verde scuro salì sul vagone di prima classe alla stazione di Patti. Alle motivate rimostranze del capotreno contrappose, svettante in mezzo alla dozzina di suoi coetanei, uno straordinario diritto appena acquisito: l’appartenenza al Regio Esercito Italiano. Non potrà, infine, che ripiegare insieme agli altri sul vagone di coda riservato ai coscritti.
La lunga sosta nella stazione di Napoli Mergellina gli permise di apprendere da un ufficiale che il convoglio, divenuto tradotta militare, viaggiava verso la stazione di Milano. Con il carico di assiderati, affamati e assetati, inconsapevoli della destinazione finale, vi giungerà il 7 febbraio. Ufficiale e coscritto proseguirono insieme verso San Felice d’Intelvi, dove era in costruzione la linea Cadorna, distante dal fronte ma non tanto da evitare il riverbero delle esplosioni e i bagliori dei bengala, angoscianti nelle ore notturne.
Quel ragazzo era Giuseppe Capizzi, mio padre, l’ufficiale Felice Alimonte, cappellano militare, il quale, uso a leggi tutto
Le molte facce della povertà nel 21° rapporto Caritas
Dovrebbe essere utile all’agenda politica del nascente Governo e del nuovo Parlamento il 21° Rapporto della Caritas italiana sulla povertà in Italia, presentato il 17 ottobre u.s. sulla base dei dati raccolti dai circa 2800 “centri di ascolto” del Paese. In attesa del 56° Rapporto CENSIS, l’elaborazione delle evidenze da parte del più importante organismo di assistenza delle persone indigenti costituisce un documento utile per conoscere, analizzare, comprendere e intervenire sul crescente disagio che i riflessi e le ricadute della pandemia, della guerra in Ucraina, della ripresa dell’inflazione, dell’incombente recessione e del gap sempre più divaricato in tema di disuguaglianze sociali stanno vistosamente accelerando.
I dati sono eloquenti e significativi, presentando i molteplici aspetti della povertà che ormai interessano e coinvolgono 1 milione 960 mila famiglie, pari a 5.571.000 persone (il 9,4% della popolazione).
Lo studio di Caritas Italia comprende inoltre un’indagine comparativa transnazionale condotta complessivamente in 10 paesi europei, congiuntamente a Caritas Europa e Don Bosco International, sul tema della transizione scuola-lavoro per i giovani che vivono in famiglie in difficoltà, mettendo al centro delle conseguenti riflessioni le politiche di lotta alla povertà, utilmente declinabili per chi dovrà porre mano alla gestione del Pnrr e al Programma europeo Next generation.
I dati esposti dalla Caritas presentano dunque uno leggi tutto
La società digitale
Ciò che emerge da una rilettura dei Pensieri di Blaise Pascal, oltre allo stupore suscitato dalla sua intelligenza poliedrica (fu matematico, fisico, filosofo, teologo) e dalle intuizioni ermeneutico-interpretative maturate nella sua breve, intensa esistenza è la domanda ricorrente sul “senso della vita”.
Smontando la granitica certezza cartesiana del “cogito ergo sum”, Pascal valorizzò la dimensione del pensiero divergente accostando all’esprit del geometrie l’esprit de finesse. A ben rifletterci – siano nel XVII secolo- inizia con lui il tema della problematizzazione filosofica della vita così come si è sviluppata nell’’800 e nel ‘900 ed è giunta fino ai nostri giorni, nel post moderno, post ideologico, e post globale.
L’esistenza umana genera più problemi che certezze nell’eterno presente mentre l’esplorazione del futuro non è fatto che riguardi solo la scienza: nelle pieghe dei suoi risvolti antropologici e nelle cavità carsiche dei suoi impliciti individuali e sociali c’è spazio per ogni aspetto della cultura, dell’etica dei comportamenti, della produzione del pensiero. Se accostiamo la problematizzazione del vivere alla certezza della dimensione razionale che insegue soluzioni codificabili cogliamo ad esempio il passaggio Kantiano dal fuori al dentro di noi, la cosmologia ineffabile di Leopardi, la dialettica Hegeliana che è forse il passaggio culturale più caratterizzante e significativo della civiltà occidentale, ciò leggi tutto
Intervista al Prof. Luciano Floridi su Cultura e Digitale
Prof. Floridi ogni pubblicazione è una scommessa, trovo che la sua sia molto speciale: il titolo – “In poche battute” - riassume suoi articoli e saggi scritti tra il 2011 e il 2021, il sottotitolo “Brevi riflessioni su cultura e digitale” inquadra e propone al lettore un’ampia serie di tematiche attuali, si potrebbe definire una ‘summa’ sulla contemporaneità, uno sguardo sulle evidenze del nostro tempo. Che cos’è oggi il digitale?
È un cambiamento nella natura delle cose, una rivoluzione ontologica, per dirla con il lessico della filosofia. Il mondo ha assunto una dimensione ulteriore rispetto a quella analogica. È la dimensione digitale. A volte, tale dimensione ha surclassato e surrogato quella fisica. Un esempio? La musica una volta era un solco inciso su un supporto – il disco – che poteva essere graffiato. La puntina che scorreva sul vinile riproduceva il suono. Questa era la musica che la mia generazione ha conosciuto. Poi sono arrivate le cassette, supporto magnetico riscrivibile, almeno in una certa misura, attraverso operazioni di smagnetizzazione e ri-magnetizzazione, a differenza dal disco. Oggi il supporto della musica digitale è totalmente riscrivibile, manipolabile all’infinito, perché liberata dalla dimensione analogica. La musica è generata a partire da un codice binario, fatto di zero e uno. Vediamo che è cambiato il modo leggi tutto
“Caino” un libro di Josè Saramago
Commento di Francesco Domenico Capizzi*
Ancora nel secondo dopoguerra Saramago non avrebbe potuto, senza ostacoli, esibire pubblicamente “Caino” in Italia, edito da Feltrinelli nel 2009: la “società cristiana” esigeva “l’ordine sociale” dettato da stantie sacralità dalle origini clericali e da clericalismi nelle loro vaste articolazioni d’ispirazione fondamentalista, palesi e criptiche, strutturali, mediatiche e politico-amministrative.
Nel 1965 la fantasiosa ragione dell’inagibilità in sicurezza del teatro capitolino di prosa, prima, e la forzata deformazione interpretativa delle norme concordatarie costituzionali, immediatamente dopo, formarono i pretesti ufficiali, neppure velati da parte del prefetto di Roma, per ordinare la sospensione immediata della pièce teatrale “Il Vicario”, diretta da Gian Maria Volonté.
La figura di Pio XII, il “Pastore angelico”, veniva caricata della responsabilità di consapevoli omissioni e perduranti passività in discriminazioni e persecuzioni e genocidi perpetrati dai nazi-fascisti sulle Comunità ebraiche di tutta l’Europa, con epicentro in Germania es Italia, a Roma in particolare inizialmente.
La fede cattolica da secoli si era secolarizzata, istituzionalizzata avendone edificato un poderoso sistema politico-amministrativo omnicomprensivo, etico e morale assorbente leggi tutto
La teoria generazionale di Mannheim come specchio del presente
Il discorso di reinsediamento del 3 febbraio 2022 del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha insistito particolarmente sulla questione della mancanza di ricambio generazionale e sul progressivo invecchiamento dell’Italia. In particolare il Presidente ha parlato di giovani “confinati in periferie esistenziali”. Il vertice istituzionale italiano ha espresso in svariate occasioni preoccupazione in merito alla disoccupazione, alla scarsa partecipazione politica e al fenomeno della fuga all’estero delle giovani generazioni. Partendo da questa preoccupazione di Mattarella si intende analizzare le difficoltà attuali dei giovani italiani tramite alcuni temi offerti da un testo che resta, nonostante il suo anacronismo, estremamente interessante. Si parla de “Le generazioni” di Karl Mannheim, del 1928.
Mannheim insiste molto sulla normalità dell’accesso di sempre nuovi partecipanti al processo culturale tramite il ricambio biologico tra generazioni: ciò comporta il godimento, ad esempio, degli sforzi culturali promossi da una generazione da parte di una generazione successiva ad essa. Ora, Mannheim sostiene che se venisse a mancare il fenomeno del “nuovo accesso” basato su fattori biologici sarebbero sempre gli stessi uomini a detenere e perpetuare il patrimonio culturale. Possono avvenire nuovi movimenti in ragione di spostamenti sociali, ma senza la radicalità insita in un cambio generazionale. Il ricambio biologico avviene tuttora, e non si leggi tutto