Ultimo Aggiornamento:
24 aprile 2024
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Suggestione, effetto placebo? Forse, ma funziona!

Francesco Domenico Capizzi * - 23.09.2020
Videoconsulto medico

“Un tale che si fa chiamare Esculapio ospita ogni mattina da cinquanta a sessanta malati nella sua anticamera, ascolta le loro lamentale, li dispone su quattro file e, a seconda delle sue proprie convinzioni, ordina alla pri­ma un salasso, alla seconda una purga, alla terza un clistere, alla quarta un cambiamento d’aria” (Medicine in Ancient Greece before Hippocrates: 460 B.C., Concours Med, 1957 Jan 5;79 -1:81-2). Dalla metodica emersero criteri nosologici, etio-patogenetici e risultati apprezzabili in quei raggruppamenti disomogenei di malati in larga parte verosimilmente affamati? Certamente no: agì la Medicina sospesa fra umori e miti, arti misteriche e dignità sacerdotali, convinzioni personali e fatalismi popolari. Bisognerà attendere, fra i tanti, Ippocrate da Kos (V a.c.), Celso da Roma (I d.c) e  Paracelso da Ferrara (di origine tedesca, XVI d.c.), soprannominato “Bombastus” per le sue affermazioni sensazionali e le pratiche difformi dalla tradizione diagnostico-terapeutica fondata su miasmi e prescrizioni magiche. Si accresce nel tempo la costruzione dell’esperienza semeiologica: la Medicina diviene effettivamente olistica, il malato un unicum di soggettività (la sua storia pregressa ed attuale) ed oggettività (la evidente plasticità corporea dei sintomi e dei segni), dal XIX secolo confortate dall’indagine anatomopatologica e successivamente radiologiche ed endoscopiche che supportano la “Medicina scientifica” tuttora in carenza di verità scientifiche assolute e di risultati risolutivi in grandi classi di malattie. Persegue vari livelli di approssimazione in diagnosi, cure e prognosi nonostante le incessanti ricerche scientifiche, le estese organizzazioni sanitarie e gli enormi investimenti etico-deontologici ed economici mentre insistono gli annunci ottimistici ed acritici e propagandate scorciatoie organizzative destruenti, fra cui le ultime: I° - “ perché aspettare tanto  per una visita specialistica? Il Videoconsulto è il servizio di consulenza medica online, pensato per chi desidera fare una visita specialistica a distanza. Grazie a… potrai ricevere – a tariffe convenzionate – una consulenza medica specialistica direttamente dal tuo PC, Tablet e Smartphone. Prenota la tua visita online scegliendo tra oltre 20 discipline mediche diverse, consulta lo specialista direttamente da PC, Tablet e Smartphone…tariffe convenzionate con costo massimo per visita di 39 euro… Per usufruire del servizio di Videoconsulto ti basterà registrarti al servizio e accertarti di avere una connessione internet funzionante il giorno dell’appuntamento… II° - “ parla con il tuo farmacista…prenota un video consulto con il tuo farmacista di fiducia. Bastano pochi click da casa, ufficio, in giro, ovunque tu sia. E’ semplice, sicuro, veloce, efficace, flessibile. Scegli la tua farmacia di fiducia, rispondi al questionario e prenota il consulto, parla in sicurezza con il tuo farmacista in pochi minuti, prenota il consulto, collegati, prenota un appuntamento fino a 7 giorni di anticipo. Alla data e ora concordata, basta collegarsi per iniziare il consulto. Prenditi cura di te e dei tuoi cari grazie alla tecnologia. L’obiettivo è di fare in modo che il maggior numero possibile di pazienti abbia un accesso migliore e moderno ai servizi della farmacia…chiedi al tuo farmacista se ha scelto di aderire al servizio di…”.

Come è possibile che un “consulto specialistico” via filo si svolga in “Scienza e Coscienza”? Come è possibile prescrivere un accertamento ed una terapia attraverso un colloquio a distanza che esula, ovviamente, dal principio irrinunciabile dell’unicum medico di soggettività ed oggettività del malato, e di ogni malattia, fra loro inscindibili? E’ lecito che il farmacista e la farmacia possano assumersi un ruolo che a loro non spetta?

Ci troviamo di fronte ad un quadro di esaltazione tecnologica riconduci­bile al primato di tecnicismi e tecnicalità mentre si assiste quotidianamente all’emarginazione dell’impegno intellettuale e civile di Istituzioni e Politica concepiti, in maniera crescente, come mere amministrazioni contabili e gestionali.

Le condizioni cliniche, soggettive ed oggettive, si appannano  e si allontanano progressivamente di pari passo agli avanzamenti tecnologici fino a sparire nell’orizzonte dell’articolata e complessa pratica clinica. Non senza conseguenze. Più che cittadino-paziente-malato la persona diviene utente-cliente-consumatore di farmaci e di indagini strumentali. Nella connessione video-audio, assente la sua corporeità, la persona si configura come un insieme di organi ed apparati da contemplare nella fissità delle immagini computerizzate disponibili. Non esiste neppure la oggettività semeiologica del “ prego… si sdrai… si rilassi… qui avverte dolore?… e in questa parte?… ora si sieda… trattenga il respiro… respiri… respiri profonda­mente… tossisca… di nuovo… E si accentua la percezione del distacco nel rapporto medico-malato, e cittadino-Istituzioni, che conduce ad un crescente favore popolare verso le cosiddette medicine alternative, non per la loro efficacia intrinseca, che non posseggono, mai dimostrata né dimostrabile per un rifiuto ad accettare controlli, ma per la propensione all’a­scolto da parte del nuovo terapeuta incontrato sulla strada della ricerca affannosa di una soluzione positiva. Suggestione, effetto placebo? Forse, ma funziona!

 

 

 

 

Già docente di Chirurgia generale nell’Università di Bologna  e direttore della Chirurgia generale degli Ospedali Bellaria e Maggiore di Bologna